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Il segmento testuale Selva di Tarnova è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 558

Brano: [...]ta la seconda metà di settembre, intanto, insieme alla Brigata Proletaria (v.) costituita da circa 2.000 operai dei cantieri navali di Monfalcone e del Carso triestino, due distaccamenti sloveni tennero il “fronte di Gorizia” impedendo ai tedeschi di uscire da questa città per attaccare i territori liberi della valle del Vipacco. I tedeschi riuscirono a portare questo attacco soltanto in ottobre, ma le forze partigiane si ritirarono allora nella Selva di Tarnova; da qui, costituite 6 nuove Brigate, i partigiani passarono alla controffensiva e riconquistarono quasi interamente i territori precedentemente evacuati. In territorio giuliano si formarono

2 Divisioni slovene: la “Triglavska” e la “Goriska”, ciascuna delle qua

Un reparto della Brigata “.Fratelli Fontanot” in Slovenia

li con 3 Brigate a difesa del Gorenjsko e della cosiddetta “repubblica di Caporetto”. Nelle file di queste formazioni slovene operò il Battaglione italiano “Triestino d'assalto”, comandato da Remo Lagomarsino e con Mario Abram come commissario politico. Il 4.4.1944 il b[...]

[...]à del 1944 le forze tedesche e collaborazioniste erano rimaste quasi sempre bloccate nei maggiori centri urbani e costrette alla difensiva, mentre le formazioni dell’E.P.L. continuavano a consolidarsi. Un'offensiva sferrata dai tedeschi all’inizio di maggio era fallita del tutto, ma nell’autunnoinverno 194445 i tedeschi impegnarono duramente i partigiani. In questa fase della lotta le formazioni italiane seppero farsi particolarmente onore nella Selva di Tarnova, nella Bela Krajina, nella Suha Kraj'ina e in altre zone, subendo anche durissime perdite specialmente dal febbraio alTaprile 1945, avendo complessivamente un migliaio di caduti. Gli italiani parteciparono poi alla liberazione di Trieste (v.), di Gorizia e dei maggiori centri della Slovenia fino a Lubiana (9 maggio).

La Liberazione

Ad Aidussina il 5.5.1945 prestò giuramento il primo governo popolare della Slovenia. L’8 maggio si inse

diò a Trieste un governo militare jugoslavo al comando del generale Dusan Kveder con vicecomandante il triestino Giorgio laksetich (v.). Le truppe jugos[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 161

Brano: [...]uova, Antonino

nemica dell’estate 1944 (nel corso della quale i guastatori della Brigata, comandati dal ferrarese Giovanni’ Rossi, poi caduto nella lotta, fecero saltare il viadotto ferroviario di San Giovanni del Timavo, paralizzando per giorni il traffico da e per Trieste), si giunse al terribile inverno. Nel dicembre 1944, partendo dal Carso e dalla valle del Vipacco, i tedeschi cercarono di accerchiare il IX Korpus sulla Bainsizza e nella Selva di Tarnova; essi riuscirono a tagliare in due la “zona libera”, ma dopo 12 giorni di scontri accaniti, con temperature polari e neve alta, fallirono l’obiettivo primario. Tutti i reiterati sforzi nemici, condotti con massiccio impiego di mezzi e utilizzando unità collaborazioniste italiane (Decima M.A.S., milizia, bersaglieri), nonché slovene (domobranci) e poi anche serbe (cetnici) e russocosacche, miravano, con l’aggravarsi della situazione militare nel settore balcanico, a distruggere nella zona la presenza partigiana. Questa infatti costituiva un’incombente e sempre più intollerabile minaccia su un [...]

[...]à di febbraio e l'altra nella seconda metà di marzo del 1945), con l’impiego di decine di migliaia di uomini fra tedeschi, italiani, sloveni, serbi, cosacchi, appoggiati da artiglierie, carri e aerei. La “Trieste” (a un certo punto operante insieme con la Brigata “Gramsci” della “Natisone” che si era trasferita, nel dicembre del 1944, dal Friuli orientale nel settore del IX Korpus), sostenne continui combattimenti nelle valli del Vipacco e nella Selva di Tarnova. Durante l’attacco generale tedesco del 20.3.1945 la “Trieste”, la cui forza media per quasi un anno era stata di 5600 uomini, riuscì a rompere il cerchio sul monte Blegos e a raggiungere la più sicura

zona del Iago di Bohinj, mentre la “Gramsci” fu letteralmente decimata. Duramente provata e ridotta di forza, ma non disgregata, la Brigata fu poi aggregata alla “Natisone” (27.2.1945) e raggiunse Trieste il 5.5.1945.

Bibliografia sommaria: Giacomo Scotti, Riccardo Giacuzzo, Quelli della montagna [Storia del Battaglione Triestino d'Assalto), Centro di Ricerche StoricheMonografie II Pola [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 157

Brano: Trieste, Battaglia di

la strada verso Trieste. Lo stesso giorno le forze di Tito crearono intorno al capoluogo giuliano un ampio cerchio che andava dalla Selva di Tarnova al monte Maggiore, con le due Divisioni slovene dislocate tra Aidussina (Ajdovscina) e Gorizia, la 20a Divisione dalmata sulla linea fra Bisterza e San Pietro del Carso (Pivka) e le sparse Brigate della 43a Divisione istriana nel vasto triangolo fra Postumia (Postojna), monte Maggiore e Buie d’Istria. La forza d’urto era rappresentata dalla Divisione dalmata rafforzata da tre battaglioni di carri armati e da due gruppi di artiglieria motorizzata in movimento sulla direttrice Fontana del Conte (Knezak) Trieste.

Nel corso del 29 aprile la 30a Divisione slovena raggiunse la periferia nord di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 160

Brano: [...], i tenenti Gino Lu per ini e Mario Cuccurullo, l’allievo ufficiale Marco Ronzani, mentre il sottufficiale Giovan

ni Paparazzo diverrà comandante della Brigata “Fontanot”. E c’erano, naturalmente con proprie caratteristiche politiche e sociali, i militari sardi, emiliani, gli ex carabinieri.

Ciclo operativo

Grosso modo, il ciclo operativo della Brigata si svolse prevalentemente nell'asperrima zona del Medio e Alto Isonzo, dal Carso alla Selva di Tarnova, alla Selva di Piro, dalla Bainsizza alla Valle del Baccia, alle zone di Idria e di Circhina, territori poveri di risorse, flagellati d’inverno dal gelido vento della “bora” e fortemente innevati, per cui uno degli assilli maggiori fu quello del cibo (spesso il pasto era unico per tutto il giorno), dell'equipaggiamento, oltre a quello cronico delle armi e munizioni data l’intensità delle operazioni e degli scontri. Problemi, questi, la cui soluzione era strettamente legata non solo ai buoni rapporti con il IX Korpus (a sua volta alle prese con analoghe situazioni), ma anche a quelli con le po[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Selva di Tarnova, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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