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Il segmento testuale S.I.F.A.R. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 7Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 486

Brano: Servizio informazioni militari

Il S.I.F.A.R.

Nell’ambito della riorganizzazione militare conseguente all'adesione italiana al Patto Atlantico (v.)f nel corso del 1949 venne istituito il Servizio Informazioni delle Forze Armate (S.I.F.A.R.) nel quale confluirono personale e mezzi deH’Ufficio “I” già operante all’interno dell'apparato militare dall’ottobre del 1948. Al generale Giovanni Carlo Re, già responsabile dell’Ufficio “I”, fu assegnata la direzione del nuovo Servizio informazioni fino al marzo 1951, quando egli venne sostituito dal generale di brigata Umberto Broccoli. Questi tenne il comando per soli 17 mesi, cioè fino al settembre 1952, quando a sua volta fu sostituito dal generale Ettore Musco che guidò il servizio per tre anni. Il 27.12.1955, con la promozione di Musco a generale di divisione, alla testa del

S.I.F[...]

[...]anni Carlo Re, già responsabile dell’Ufficio “I”, fu assegnata la direzione del nuovo Servizio informazioni fino al marzo 1951, quando egli venne sostituito dal generale di brigata Umberto Broccoli. Questi tenne il comando per soli 17 mesi, cioè fino al settembre 1952, quando a sua volta fu sostituito dal generale Ettore Musco che guidò il servizio per tre anni. Il 27.12.1955, con la promozione di Musco a generale di divisione, alla testa del

S.I.F.A.R. subentrò il generale Giovanni De Lorenzo (v.) il quale, fra tutti i responsabili dei servizi segreti succedutisi dalla proclamazione della Repubblica, godette della più duratura permanenza nel suo incarico: 6 anni, 10 mesi e 15 giorni. L’eccezionale stabilità del Di Lorenzo al comando del S.I.F.A.R. coincise col settennato presidenziale di Giovanni Gronchi (v.) che, ignorando l’opposizione e le valutazioni in senso contrario fornite dal generale Musco, lo aveva promosso al delicatissimo incarico. In effetti, appena entrato in funzione Di Lorenzo cominciò a rendersi indispensabile a Gronchi utilizzando spregiudicamente le voci su presunti complotti che sarebbero stati orditi ai danni della Presidenza della repubblica. Con il pretesto di dover tutelare l’incolumità del Capo dello Stato, il neoresponsabile del S.I.F.A.R. riuscì a ottenere nuovi mezzi e ampliamenti organici che erano stati n[...]

[...]ignorando l’opposizione e le valutazioni in senso contrario fornite dal generale Musco, lo aveva promosso al delicatissimo incarico. In effetti, appena entrato in funzione Di Lorenzo cominciò a rendersi indispensabile a Gronchi utilizzando spregiudicamente le voci su presunti complotti che sarebbero stati orditi ai danni della Presidenza della repubblica. Con il pretesto di dover tutelare l’incolumità del Capo dello Stato, il neoresponsabile del S.I.F.A.R. riuscì a ottenere nuovi mezzi e ampliamenti organici che erano stati negati ai suoi predecessori, creando le premesse per la successiva espansione/deviazione del ruolo del servizio segreto. Nello stesso tempo (secondo quanto risulta da documenti finalmente disponibili alla consultazione presso i National Archives di Washington) De Lorenzo assunse precisi impegni con i servizi segreti americani, all’insaputa dello stesso governo italiano, per diminuire con ogni mezzo il potere del Partito comunista.

Il Piano Demagnetize

Un documento “top secret” del Comando generale dello Stato Maggiore [...]

[...] alla consultazione presso i National Archives di Washington) De Lorenzo assunse precisi impegni con i servizi segreti americani, all’insaputa dello stesso governo italiano, per diminuire con ogni mezzo il potere del Partito comunista.

Il Piano Demagnetize

Un documento “top secret” del Comando generale dello Stato Maggiore delle Forze Armate statunitensi (J.C.S.) rivelerà che il primo ordine

impartito da Oltreatlantico al nuovo capo del S.I.F.A.R. fu quello di impegnarsi a rispettare gli obiettivi di un piano permanente di lotta anticomunista chiamato “Demagnetize”.

Nel ipasso centrale di tale documento si legge: « L’obiettivo ultimo del piano è quello di ridurre le forze dei partiti comunisti, le loro risorse materiali, la loro influenza nei governi italiani e francese e in particolare nei sindacati, in modo da ridurre al massimo il pericolo che il comuniSmo possa trapiantarsi in Italia e in Francia, danneggiando gli interessi degli Stati Uniti nel due paesi [...] La limitazione del potere dei comunisti in Italia e Francia è un obi[...]

[...]ve essere raggiunto con qualsiasi mezzo. Del piano Demagnetize i governi italiano e francese non devono essere a conoscenza, essendo evidente che esso può interferire con la loro rispettiva sovranità nazionale ».

Sempre nell’ambito del Piano Demagnetize, che ribadiva la subordinazione totale dei servizi segreti italiani a quelli dell’fllleato americano al di fuori di ogni norma di elementare rispetto per la sovranità nazionale, gli uomini del S.I.F.A.R. si prestarono a piazzare una serie di microfoni nelle stanze del Quirinale e nella biblioteca del pontefice in Vaticano, al fine di registrare i colloqui personali! del presidente della Repubblica e del Papa.

Poco tempo dopo l’assunzione del comando del S.I.F.A.R. De Lorenzo iniziò a coordinare l’attività di schedatura politica che, in precedenza, era stata attuata in misura ridotta aH’interno del servizio segreto delle Forze Armate e praticata più spregiudicatamente da alcuni organi di spionaggio politico alle dipendenze di altri organi (Ministero degli Interni, Ufficio Affari Riservati). Nel giro di pochi anni venne così realizzata quella schedatura in massa degli italiani che portò il servizio segreto a disporre di 157.000 fascicoli intestati ad altrettante persone di qualche rilevanza politica.

La schedatura illegale dei politici

L’inizio del[...]

[...]cato di indagare sulle deviazioni del

5.1.F.A.R.: « ...questa raccolta era fatta con un sistema particolare; ossia si propalavano le notizie che poi si raccoglievano, si creava la notizia e poi la si raccoglieva ». Alla domanda: « L’ordine di propalare e poi l’ordine di raccogliere la notizia risulta dallo stesso fascicolo? », l’alto ufficiale rispose: « Precisamente. Ci sono casi specifici in cui risulta questo ».

Le attività illegali del S.I.F.A.R. continuarono anche dopo la promozione, a capo del Servizio, del generale Viggiani (novembre 1962), stretto collaboratore di De Lorenzo. Inoltre a quest’ultimo (dopo la promozione a generale di Corpo d’armata e la nomina a comandante generale deH’Arma dei Carabinieri) venne garantita la possibilità di poter controllare l’operato del servizio segreto, pur non avendone più la responsabilità formale.

Viggiani rimase in carica fino alla morte (5.6.1965) e, nel triennio 196265, a capo del delicatissimo Ufficio D del S.I.F.A.R. venne posto un altro fedelissimo di De Lorenzo, il generale Giovanni [...]

[...]ale Viggiani (novembre 1962), stretto collaboratore di De Lorenzo. Inoltre a quest’ultimo (dopo la promozione a generale di Corpo d’armata e la nomina a comandante generale deH’Arma dei Carabinieri) venne garantita la possibilità di poter controllare l’operato del servizio segreto, pur non avendone più la responsabilità formale.

Viggiani rimase in carica fino alla morte (5.6.1965) e, nel triennio 196265, a capo del delicatissimo Ufficio D del S.I.F.A.R. venne posto un altro fedelissimo di De Lorenzo, il generale Giovanni Allavena che, fino ad allora, era stato capo del Raggruppamento centri controspionaggio (C.C.S.) di Roma, incarico che conservò accanto a quello nuovo.

Il colonnello Luigi Tagliamonte, capo dell’ufficio Amministrazione del

5.1.F.A.R., assunse l’incarico di capo dell’Ufficio Programmazione e Bilancio del Comando generale dei Cabinieri, pur conservando, a sua volta, per oltre due anni, le precedenti mansioni.

Sul finire del 1962 esisteva quindi una situazione, nella quale i sei incarichi più delicati dell'Arma dei car[...]

[...]) di Roma, incarico che conservò accanto a quello nuovo.

Il colonnello Luigi Tagliamonte, capo dell’ufficio Amministrazione del

5.1.F.A.R., assunse l’incarico di capo dell’Ufficio Programmazione e Bilancio del Comando generale dei Cabinieri, pur conservando, a sua volta, per oltre due anni, le precedenti mansioni.

Sul finire del 1962 esisteva quindi una situazione, nella quale i sei incarichi più delicati dell'Arma dei carabinieri e del S.I.F.A.R. erano tutti nelle mani del gruppo di potere collegato a De Lorenzo, il quale di fatto operò un incisivo e gravissimo amalgama tra l’organico dell’Arma dei carabinieri e i reparti del Servizio segreto. Una delle conseguenze di questa deviazione fu, tra l’altro, l’estensione della pratica dello spionaggio politico e della schedatura illegale di centinaia di migliaia di italiani.

Sempre da testimonianze rese successivamente da alti ufficiali, risulta il carattere intimidatorio di queste azioni: « [...] è evidente, dopo il 1962, la ricerca di notizie che

486



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 487

Brano: [...]ma dei carabinieri, sulla base delle informazioni provenienti dall’intensa opera di “fascicolazione” predisposta dal S.I.F. A.R.. Pur non realizzandosi, il Piano Solo (del quale qualche indiscrezione filtrò sulla stampa democratica) pesò gravemente sul clima politico italiano di quel periodo, costituendo un allarmante fattore di intimidazione delle forze innovatrici operanti nel paese.

Dopo la morte del generale Viggiani la responsabilità del S.I.F.A.R. passò al generale Allavena, capo dell 'Ufficio e legato al gruppo di potere di De Lorenzo che, nel frattempo, aveva assunto la carica di capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Tuttavia alla stessa epoca si registrò la contrapposizione tra De Lorenzo e il generale Aloia (capo di Stato Maggiore della Difesa), legato al quale era il nuovo capo dell’Ufficio D del S.I.F.A.R., nominato in sostituzione di Allavena. I contrasti tra Aloja e De Lorenzo, oltre ad alcune

rivelazioni giornalistiche sul Piano Solo, provocarono i primi contraccolpi nel controllo del S.I.F.A.R. da parte del gruppo facente riferimento a De Lorenzo. Con l’allontanamento di Allavena dal vertice del Servizio segreto (12.6.1966) iniziò la crisi del S.I.F.A.R. che, ristrutturato aH’interno di un provvedimento complessivo concernente l'organizzazione dello Stato Maggiore della Difesa, dalI'1.7.1966 fu sostituito operativamente da un nuovo organismo che assunse il nome di Servizio Informazioni Difesa [S.I.D.).

Il S.I.D.

Quasi in sordina, con un semplice articolo inserito nelle disposizioni relative al riordinamento dello Stato Maggiore della Difesa, il 18.11.1965 venne istituito il S.I.D.. Operativo a partire dall'estate del 1966, il nuovo organismo cooptò al proprio interno la quasi totalità del disciolto

5.1.F.A.R.. In quello stesso period[...]

[...]ggiore della Difesa, il 18.11.1965 venne istituito il S.I.D.. Operativo a partire dall'estate del 1966, il nuovo organismo cooptò al proprio interno la quasi totalità del disciolto

5.1.F.A.R.. In quello stesso periodo, grazie alle rivelazioni giornalistiche sul Piano Solo e alle prese di posizioni dei senatori Ferruccio Parri e Luigi Anderlini sul tentativo autoritario che era stato organizzato dal generale De Lorenzo nell'estate del 1964, il S.I.F.A.R. cominciò a trovarsi al centro di acute polemiche. Mentre l’opinione pubblica accoglieva sbigottita le notizie sul Piano So

lo e sulla schedatura di oltre 157 mila cittadini italiani attuata dal S.l.

F.A.R., poca attenzione veniva dedicata al S.I.D., affidato aH'ammiraglio Eugenio Henke. Fin dai primi anni di attività di questo Servizio, emerse come punto di incrocio di preoccupanti interventi nella vita politica italiana e di trame internazionali destabilizzanti l'Ufficio “D”, diretto dal colonnello Enzo Viola e successivamente dal colonnello Federico Gasca Queirazza. Le attività di tal[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 51

Brano: [...]vizio risulta essere stato « comandante di formazioni partigiane in Romagna, dal marzo al giugno 1944 », e inoltre « vice capo del Centro militare informativo del Fronte clandestino della Resistenza in Roma ». Successivamente alla liberazione della Capitale e fino al termine della seconda guerra mondiale (maggio 1945) prestò servizio come ufficiale di collegamento con la 92a Divisione americana.

Dal 27.12.1955 al 14.10.1962 è stato a capo del S.I.F.A.R. (servizio informazioni presso lo Stato Maggiore della Difesa) e dal 15.10.1962 al 21 1.1966 comandante generale dei Carabinieri. Accusato di avere progettato un colpo di Stato nel luglio 1964 si trovò al centro di un'oscura vicenda che turba tuttora il Paese. Dopo approfonditi dibattiti volti a far luce sul S.I.F.A.R., sulle sue reali funzioni e sulle sue sospette collusioni con forze straniere, il 4.3. 1969 è stata nominata dalla Camera una Commissione parlamentare di inchiesta su di esso, con compiti e poteri peraltro assai limitati.

Del Pace, Franco

N. a Bibbiena (Arezzo) il 24.9.1922; operaio. Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della.Resistenza, come partigiano combattente nella Brigata Garibaldi « Pio Borri » operante nel Casentino.

Iscritto al P.C.I. dal 1944, dopo la Liberazione ha ricoperto vari incarichi politici e sindacali. Assessore del comune di Arezzo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 674

Brano: [...]lcide De Gasperi a ricoprire la carica di ministro per il Commercio estero, incarico che conservò fino al luglio 1951. Eletto senatore dal 1948, come indipendente nelle liste della Democrazia Cristiana, fu riconfermato nelle due successive legislature e, dal 1953, fu eletto presidente del Senato. Il 2.3.1963 fu nominato senatore a vita e il 16 maggio dello stesso anno fu designato per la terza volta alla presidenza del Senato.

La denuncia del S.I.F.A.R.

Dal 19.8.1964 al 29 dicembre dello stesso anno, nella sua qualità di presidente del Senato fu chiamato ad assolvere temporaneamente le funzioni di capo dello Stato, in sostituzione del presidente della Repubblica Antonio Segni colto da grave malattia. Nel corso dell’imprevisto incarico venne a conoscenza di gravi e oscuri attentati condotti dai servizi segreti delle Forze armate (S.I.F.A.R.) alle istituzioni democratiche italiane e che avrebbe rivelato clamorosamente alcuni anni dopo, in un discorso al X Congresso nazionale per la civiltà del lavoro. In seguito alle ripercussioni politiche suscitate da questo suo intervento, si dimise dalla carica di presidente del Senato (1.11.1967).

Nel maggio 1968 divenne presidente della Società Assicurazioni Generali. Nel 1970 fu nominato presidente della Società Montedison, ma anche da tale incarico si dimise clamorosamente il 20 ottobre dello stesso anno.

Abbandonata la Democrazia Cristiana, dal 1972 entrò a far parte, in Senato, de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 723

Brano: [...]ancati, in questi anni, tentativi di ingerenza nella vita nazionale da parte di gruppi di pressione interni alle forze armate

e collegati a personalità e partiti delle diverse sfumature della destra italiana. Il più noto è il caso riguardante il S.I.F.A.Ri (Servizio informazioni delle forze armate), allorché nel 1964 fu dimostrata la intesa tra il generale Giovanni De Lorenzo (v.), comandante dei carabinieri dopo essere stato responsabile del S.I.F.A.R. stesso, e forze dell'estrema destra interessate al fallimento del governo di centrosinistra, quindi disposte a minacciare, se non a rischiare un colpo di stato.

In altri casi sono stati alti comandi ad assumere pubblicamente atteggiamenti di ricatto politico oppure a schierarsi con il partito neofascista (v. Movimento sociale italiano) all’indomani del pensionamento

o a tessere trame eversive criminali, sfociate nei sanguinosi attentati del 1974 e in organizzazioni « golpiste » come la Rosa dei venti e quella più recentemente smascherata e coinvolgente il capo del S.I.D. (Servizio infor[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 724

Brano: [...]to la priorità ad altre battaglie (dalle fabbriche alle campagne, dalle amministrazioni locali alla creazione di un’alternativa di governo), sicché i problemi della difesa, l’organizzazione delle forze armate e le sorti dei giovani sono stati trascurati a lungo. Solo piccolissimi gruppi hanno portato coraggiosamente avanti il rifiuto del servizio militare, con scarsa risonanza tra il pubblico. Dal 1968 il clamore suscitato dall’emergere del caso S.I.F.A.R., le

grandi lotte operaie e studentesche, la crescente politicizzazione dei giovani, hanno progressivamente imposto all’attenzione generale i problemi militari, dando nuova forza alla battaglia antimilitarista. In questa lotta possiamo distinguere attualmente tre correnti principali: le sinistre che chiedono un maggior controllo parlamentare sulle forze armate, una revisione di indirizzo politico (fine di ogni discriminazione a sinistra, contributo alla distensione) e una reale democrazia nelle caserme per dare al servizio di leva dignità ed efficienza. Viene ancora lasciato in ombra il pro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 525

Brano: [...]una certa autonomia personale, per cui non venne coinvolto nel gioco delle correnti. Infine fu maggiormente legato ad Aldo Moro (da lui considerato un vero e proprio “maestro”) che lo iniziò ai primi incarichi di governo.

Uomo di governo

Sottosegretario alla Difesa nel 111 gabinetto Moro di centrosinistra (196668), mantenne lo stesso incarico nei successivi gabinetti Leone e Rumor, passati alla storia soprattutto per le torbide vicende del S.I.F.A.R. e per le “deviazioni” dei servizi segreti guidati dal generale dei carabinieri De Lorenzo (v. Servizio informazioni militari).

Ministro per la “riforma burocratica” nel IV governo Moro (197476) e segretario del Comitato di coordinamento per lordine pubblico, all’indomani del grosso scandalo finanziariomilitare Lockheed che costrinse il ministro degli Interni democristiano Luigi Gui a dimettersi dall’incarico, Cossiga ebbe affidato da Moro questo importante dicaste

Francesco Cossiga nel 1948

ro che conservò poi nei due successivi governi presieduti da Giulio Andreotti (197678).

Com[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine S.I.F.A.R., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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