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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 588

Brano: Somalia, Repubblica di

di capitali e tecnici sovietici, un particolare impegno fu posto nell’agricoltura, attraverso la concessione di terre coltivabili, la creazione di cooperative, l’accrescimento del patrimonio zootecnico stabile. Furono costruiti nuovi sbarramenti idrici, eseguite canalizzazioni e si pose seriamente mano al potenziamento della rete stradale. Per incoraggiare la sedentarizzazione dei nomadi, migliaia di giovani volontari furono impiegati al loro seguito, tappa per tappa, attraverso savane e foreste, per tenere lezioni di alfabetizzazione ai ragazzi e agli adulti analfabeti, uomini e donne, favorendo con ciò la partecipazione politica e sociale di queste popolazioni, come di ogni altro strato sociale. Questo grande fervore sociale e impegno costruttivo furono interrotti nel 1977.

La guerra dell'Ogaden

Nel 1977 la tensione si acutizzò nell’Ogaden, dove i guerriglieri del Fronte di liberazione della Somalia occidentale (F.L.S.O.) avevano lanciato una grande offensiva, naturalmente sorretti dal governo di Mogadiscio. Quest’azione portò alla rottura dei rapporti diplomatici fra l’Etiopia e la Somalia, accusata dal governo di Addis Abeba di partecipare direttamente al conflitto.

A quell'epoca l’Etiopia era in una situazione difficile, risentendo ancora dei rivolgimenti del 1974, quando una sommossa militare aveva investito direttamente il trono dell'imperatore. Altre difficoltà le venivano dai successi del Fronte di liberazione eritreo (movimento indipendentista che operava al Nord con formazioni di guerriglia) e, senza dubbio, il governo di Mogadiscio poteva sfruttare l’occasione favorevole per annettersi un territorio abitato in prevalenza da popolazioni somale. D’altra parte, la situazione militare appariva favorevole al F.L.

S.O., separato dalla Somalia soltanto da una formale autonomia. L’intera operazione “Liberazione dell’Ogaden” era stata predisposta dai somali attraverso un’articolata azione diplomatica: adesione alla Lega araba, apertura dei rapporti commerciali e culturali con paesi africani e anche europei. Gli stessi successi ottenuti in campo agricolo e industriale permettevano al governo di Mogadiscio di sollevare nei consessi internazionali la questione della autodeterminazione delle popolazioni dell’Ogaden e di altri territori sotto il dominio etiopico e keniota, per non parlare degli Afar

e Issa occupati a Nord dai francesi. In pochi mesi il F.L.S.O., spalleggiato da truppe somale, liberò quasi tutto l'Ogaden, ma sul piano politico venne a crearsi una situazione insostenibile, perché tanto la Somalia quanto l’Etiopia si affermavano “social iste ”, avevano entrambe stipulato accordi con l'U.R.S.S. e si muovevano in quest’area politicomilitare. Il governo sovietico fece alcuni tentativi per fermare il conflitto e invitò esplicitamente la Somalia a rinunciare all’Ogaden, ma i somali non accettarono di togliere il proprio appoggio al F.L.S.O. e il presidente Siad Barre denunciò anzi apertamente l’ingiusto appoggio dato da Mosca alle tesi etiopiche. Infine, il governo di Mogadiscio chiarì ulteriormente la propria posizione annullando l'accordo di cooperazione e di amicizia con l’U.R.S.S. e rompendo le relazioni diplomatiche con Cuba. Nello stesso tempo la Somalia operava un cauto avvicinamento all’Occidente, affermando che tale rovesciamento non significava rinuncia al principio socialista e rivoluzionario sul quale continuava a fondare la propria esistenza di nazione sovrana.

Ma l’U.R.S.S. era già presente in Etiopia con i suoi consiglieri militari e con le sue forniture di armi, mentre Cuba iniziava l’invio di agguerriti reparti. In queste condizioni le sorti del conflitto si rovesciarono: agli inizi del marzo 1978 etiopici e cubani riconquistarono Giggiga e il 9 dello stesso mese il presidente Siad Barre annunciò che i reparti somali avevano lasciato l’Ogaden.

Fu un momento difficile per il governo somalo e per il P.S.R.. All’interno della Somalia la situazione politica divenne critica e si ebbero anche complotti: il 9 aprile, esattamente un mese dopo la fine della guerra Siad Barre dovette tornare davanti ai microfoni per annunciare che le forze di sicurezza avevano represso il tentativo di un colpo di stato, nel quale erano coinvolti ufficiali che vedevano nell’abbandono dell'Ogaden la rinuncia al progetto di una “Grande Somalia”.

Il ritiro dall’Ogaden portò alla Somalia anche il grave problema di oltre 500.000 profughi, il cui sostentamento ha inciso in modo considerevole su un bilancio statale già messo a dura prova, oltre che dal

lo sforzo bellico, da una terribile siccità che per tre anni, dal 1973 al 1975, aveva creato desolazione in molti paesi africani distruggendo i raccolti, decimando il bestiame

(una delle poche ricchezze dei somali) e provocando migliaia di morti.

B.Cr.

Sommi, Fortunato

N. a Firenze il 6.10.1886; barbiere. Militante comunista, svolgeva attività politica anche nel suo negozio di barbiere nel popolare rione fiorentino di San Frediano. Fu quindi tra i primi arrestati, fin dal 1925, per attività antifascista. Deferito al Tribunale Speciale nel 1927, fu processato con altri 40 comunisti e, il 12.3. 1927, condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione. Fu il primo processo intentato contro l’organizzazione fiorentina del P.C. d'L

Sondrio

Provincia lombarda di 174.000 abitanti (di cui 23.000 nel capoluogo), Sondrio comprende 78 comuni su un territorio di 3.212 kmq, quasi esclusivamente di montagna. La provincia si estende in uno dei tratti più occidentali delle Alpi Centrali, comprendendo la Valtellina in senso stretto, cioè la valle del fiume Adda dalle sorgenti alle foci del Lario (nome latino del lago di Como) e la Valchiavenna costituita dai torrenti Liro e Mera (v. Valtellina e Valchiavenna). L’unico tratto pianeggiante della provincia è quello che si allarga vicino al Lario, attraverso

il quale si svolsero nei secoli gli scambi economici e culturali con la Lombardia.

Cenni storici ed economici

li carattere montuoso del territorio, la mancanza d’un ceto medio agrario e di una grande borghesia terriera spinsero nel secolo XIX, al momento della liquidazione delle proprietà ecclesiastiche e comunali, nella direzione del forte frazionamento fondiario con varie forme di possesso contadino della terra (con prevalenza di un contratto agrario simile all'enfiteusi, chiamato livel

lo), determinando quelle carenze di iniziativa imprenditoriale e quelle lentezze di sviluppo economico che sarebbero state superate solo in tempi lunghi, mediante la diffusione culturale e la cooperazione. Nonostante un'agricoltura volta essenzialmente all’autoconsumo familiare, la popolazione dovette tuttavia sempre scambiare prodotti con l’esterno (vino, bozzoli), a causa dell'in

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 682

Brano: Guadalajara

La battaglia di Guadalajara nella iconografia fascista: Gesù Cristo sostiene un legionario morente, simbolo della sconfitta subita. Dipinto di Taf uri, riprodotto su cartolina [1939)

Notevoli furono le ripercussioni della vittoria nella Repubblica spagnola, anche se continuò a mancare un aiuto concreto da parte dei paesi di democrazia borghese. L’esito della battaglia, dando fiducia alle masse, contribuì a imprimere una svolta decisiva nell’opera di creazione di un nuovo esercito popolare, disciplinato, capace di affrontare la guerra contro unità militari organiche e ben armate. Il fatto influenzò lo sviluppo delle operazioni belliche durante tutto il .1937, [...]

[...]ubblica spagnola, anche se continuò a mancare un aiuto concreto da parte dei paesi di democrazia borghese. L’esito della battaglia, dando fiducia alle masse, contribuì a imprimere una svolta decisiva nell’opera di creazione di un nuovo esercito popolare, disciplinato, capace di affrontare la guerra contro unità militari organiche e ben armate. Il fatto influenzò lo sviluppo delle operazioni belliche durante tutto il .1937, un anno che nel complesso fu favorevole ai repubblicani. La situazione muterà nel 1938, quando il sempre più massiccio invio di uomini e materiali dall’Italia e dalla Germania permetterà a Franco di contrapporre alle forze repubblicane un esercito assai più numeroso e una potenza di fuoco schiacciante. A.Ro.

Bibliografia: H. Thomas, Storia della guerra civile spagnuola, Torino, 1963; Manuel Tunon De Lara, Storia della Repubblica e della guerra civile in Spagna, Roma, 1966; G. Calandrone, La Spagna brucia, Roma. 1962.

Guadaiupi, Mario Marino

N. a Taranto il 10.1.1918; laureato in legge. Ufficiale di complemento

nella marina da guerra, durante il servizio militare collaborò con il gruppo clandestino « Buona guardia repubblicana ». Dopo la liberazione dell'Italia meridionale fece parte del C.L.N. di Brindisi, in rappresentanza del gruppo liberal[...]

[...] il 10.1.1918; laureato in legge. Ufficiale di complemento

nella marina da guerra, durante il servizio militare collaborò con il gruppo clandestino « Buona guardia repubblicana ». Dopo la liberazione dell'Italia meridionale fece parte del C.L.N. di Brindisi, in rappresentanza del gruppo liberale antifascista. Quindi partecipò alla Guerra di liberazione, dal 1943 al 1945, arruolandosi come volontario. Dopo la Liberazione, iscrittosi al Partito socialista, fu eletto nel Comitato centrale del partito. Deputato alla Camera fin dalla prima legislatura della Repubblica, rieletto in tutte le legislature successive, ha avuto l’incarico di sottosegretario alla Difesa nel primo e nel secondo governo Moro (12.12.196321.1.1966) e nel primo governo Rumor (12.12.196811.7.1969).

Guadarrama

Massiccio montuoso della Spagna, si estende per circa 180 km attraversando (da N.E. a S.O.) l’altipiano centrale [meseta). La Sierra Guadarrama è percorsa da importanti vie di comunicazione: la strada MadridSegovia, lungo la quale si trovano le città di Puerto de Guadarrama e Puerto de Navacerrada; le ferrovie MadridAvila e MadridSegovia. Dai monti della sierra scende il Rio Guadarrama che bagna le città di Villanueva de la Canada, Villanueva del Pardillo e Brunete.

Nel luglioagosto 1937 queste località furono teatro di aspri combattimenti tra le forze repubblicane e l’esercito fascista. A fianco dei repubblicani combatterono, subendo dolorose perdite, gli antifascisti italiani [...]

[...]ttà Universitaria. Quest'ampia manovra a tenaglia aveva come luogo d’operazione la Sierra Guadarrama.

Alla battaglia parteciparono tre corpi d’armata repubblicani (il II, il III e l’VIII) che inquadravano le Brigate Internazionali 11a, 12a e 14a (la 133 e la 15a facevano invece parte della riserva).

« Le operazioni — scrive Luigi Longo — iniziano il 5 luglio con un attacco alle posizioni fasciste di Cuesta de la Reina (Sesena), condotto al solo scopo di attirare da questa parte l’attenzione del nemico, e con il bombardamento da parte della nostra aviazione di Navalcarnero e di Valdemoro, situate nelle immediate retrovie fasciste del settore dove si intende condurre l’azione principale. Questa ha inizio nella notte del 6 luglio. La Divisione " E. Lister ” attacca con decisione; con il favore delle tenebre si infiltra nelle linee fasciste, le sorpassa quasi senza colpo ferire; le sue avanguardie avanzano per una decina di chilometri, arrivano al bosco a nord di Brunete e, già alle otto del mattino, occupano questo importante centro. La sorpresa è riuscita in pieno ».

Attraverso la breccia aperta il 6 luglio nello schieramento nemico, le forze repubblicane sarebbero potute arrivare di slancio sulla strada che da Madrid portava in Estremadura. Ma il Comando repubblicano preferì assicurarsi i fianchi e allargare la base di penetrazione conquistando le posizioni di Villenueva del PardiIlo, Villenueva de la Canada e Quijorna. Qui i repubblicani incontrarono una tenace resistenza che ritardò la realizzazione del piano generale.

Scrive ancora Longo: « Davanti a Villanueva de la Canada la nostra fanteria, che ha seguito i carri armati nel loro slancio, ora è ferma su di [...]

[...]blicano preferì assicurarsi i fianchi e allargare la base di penetrazione conquistando le posizioni di Villenueva del PardiIlo, Villenueva de la Canada e Quijorna. Qui i repubblicani incontrarono una tenace resistenza che ritardò la realizzazione del piano generale.

Scrive ancora Longo: « Davanti a Villanueva de la Canada la nostra fanteria, che ha seguito i carri armati nel loro slancio, ora è ferma su di un terreno scoperto, arroventato dal sole di luglio e senz'acqua. Ogni tentativo dei nostri di muoversi, provoca l'immediata reazione nemica sotto forma di nutrite e micidiali raffiche di mitragliatrici. La nostra artiglieria e la nostra aviazione battono quasi ininterrottamente le trincee fasciste ed il villaggio poco discosto. Questo non è più che un cumulo di rovine. Ma i fascisti non cedono. Riparati dietro un buon sistema di trincee che fa capo, ai lati, e due fortini, resistono a ogni attacco. Nelle prime ore del pomeriggio, il comando del XVIII Corpo d'armata dà ordine alle forze della XV Divisione, composta dalla 13a e dalla 15a Brigata Internazionale, e che, secondo i piani, doveva entrare in campo solo dopo la conquista di [...]

[...]errottamente le trincee fasciste ed il villaggio poco discosto. Questo non è più che un cumulo di rovine. Ma i fascisti non cedono. Riparati dietro un buon sistema di trincee che fa capo, ai lati, e due fortini, resistono a ogni attacco. Nelle prime ore del pomeriggio, il comando del XVIII Corpo d'armata dà ordine alle forze della XV Divisione, composta dalla 13a e dalla 15a Brigata Internazionale, e che, secondo i piani, doveva entrare in campo solo dopo la conquista di Villanueva de la Canada, di venire in aiuto ai combattenti della XXXIV Divisione, che si battono dal mattino. I nostri volontari vanno baldanzosamente all’attacco; la 13a Brigata occupa i! cimitero e il bosco d'olivi a sinistra del villaggio; la 15a Brigata avanza per il cammino aperto, al mattino, dalla Divisione " E. Lister ”, si porta oltre il villaggio, poi attacca a tergo le posizioni nemiche, avanzando per la strada che da Brunete risale a Villanueva de la Canada. Al sopraggiungere della notte questa località, attaccata di fronte, da sinistra e da tergo, è occupat[...]

[...]venire in aiuto ai combattenti della XXXIV Divisione, che si battono dal mattino. I nostri volontari vanno baldanzosamente all’attacco; la 13a Brigata occupa i! cimitero e il bosco d'olivi a sinistra del villaggio; la 15a Brigata avanza per il cammino aperto, al mattino, dalla Divisione " E. Lister ”, si porta oltre il villaggio, poi attacca a tergo le posizioni nemiche, avanzando per la strada che da Brunete risale a Villanueva de la Canada. Al sopraggiungere della notte questa località, attaccata di fronte, da sinistra e da tergo, è occupata dalle nostre truppe. Il presidio fascista, però, riesce a sfuggire alla cattura, salvandosi per un tratto di terreno ancora libero, oltre il Guadarrama, sulle alture di Romanillos.

Alla fine della prima giornata tutto il settore attaccato è sfondato al centro; resistono però ancora i suoi due pilastri laterali: Villanueva del PardiIlo, a sinistra, e Quijorna a destra. Ciò non impedisce alle no

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 653

Brano: Mazzolari, Primo

tà storica e sociale, Mazzolari teorizzava la « rivoluzione cristiana » in ordine a una convivenza secondo giustizia, nella quale l’egualitarismo economico doveva realizzarsi.

Con tali idee, dopo T8.9.1943 Mazzolari partecipò attivamente alla lotta di liberazione, portandovi quei giovani che erano cresciuti accanto a lui. Preso dai fascisti e poi liberato, pas nella clandestinità, alimentando con azioni e scritti la Resistenza.

Dopo la Liberazione, l’A.N.P.I. di Cremona gli riconobbe, a pieno titolo, la qualifica di partigiano.

Precursore del «■ dialogo »

A Liberazione avvenuta, Mazzolari pubblicò un libretto intitolato Impegno cristianoIstanze comuniste, nel quale sosteneva un umanesimo socialcristiano compatibile con le alleanza di sinistra. Negli anni della guerra fredda, queste sue posizioni

lo portarono fatalmente a scontrarsi con alcuni aspetti della politica vaticana, cui egli non risparmiava critiche; e più tardi anche con i dirigenti della Democrazia Cristiana, ai quali rinfacciava un raffreddamento nel programma di riforme.

La sua linea, sostenuta fra notevoli difficoltà sia con gli scritti che con la parola, proponeva alla cristianità italiana sul piano concreto il « rischio », la « testimonianza » e « l’impegno », parole che dopo il pontificato giovanneo sarebbero entrate nel patrimonio cattolico. Si inserivano in quest’ottica il movimento da lui iniziato delle Avanguardie Cristiane e la pubblicazione del periodico « Adesso », con i temi insistenti della pace, della difesa della povera gente, del diritto all’obiezione di coscienza. Da qui anche l’appoggio di Mazzolari all’iniziativa dei Partigiani della Pace, appoggio che in tempo di anticomunismo viscerale e di Patto atlantico gli procurò sanzioni ecclesiastiche. Storicamente parlando, si deve a Mazzolari il primo tentativo di « dialogo » da parte cattolica coi marxisti in Italia.

Bibliografia: La Chiesa, il fascismo e la guerra, a cura di L. Bedeschi, Firenze 1966; G. Barra, Mazzolari. Antologia dei suoi scritti, Torino 1964; N. Fabbretti, Don Mazzolar! Do[...]

[...]i Partigiani della Pace, appoggio che in tempo di anticomunismo viscerale e di Patto atlantico gli procurò sanzioni ecclesiastiche. Storicamente parlando, si deve a Mazzolari il primo tentativo di « dialogo » da parte cattolica coi marxisti in Italia.

Bibliografia: La Chiesa, il fascismo e la guerra, a cura di L. Bedeschi, Firenze 1966; G. Barra, Mazzolari. Antologia dei suoi scritti, Torino 1964; N. Fabbretti, Don Mazzolar! Don Milani. I disobbedienti », Milano 1972; L. Bedeschi, Obbedientissimo in Cristo, Milano 1974; P. Mazzolari, Diario, a cura di A. Bergamaschi, Bologna 1974.

L.Bed.

Mazzon, Giulio

N. a Brescia il 20.1.1920. Studente universitario, chiamato alle armi du

rante la Seconda guerra mondiale, divenne ufficiale di complemento dell’Aeronautica.

Nel 1943 iniziò l’attività antifascista organizzando trasmissioni radiopirata. Arrestato, fu mandato sotto processo, ma riuscì a porsi in salvo grazie all’intervento del C.L.N.. Datosi alla macchia, assunse il comando di una formazione partigiana inquadrata nella Divisione Fiamme Verdi « Tito Speri » operante in Val Camonica (v.j. Alla testa dei suoi uomini partecipò a numerose azioni e, neH'inverno 194445, alla battaglia del Mortirolo (v.).

Dopo la Liberazione fu segretario della Federazione socialista di Brescia e membro del Comitato centrale del P.S.I., nelle cui liste fu anche eletto consigliere comunale e provinciale. È attualmente uno dei segretari nazionali dell’A.N.P.I. e membro della Direzione della

F.I.R. (v.).

È autore di pubblicazioni saggistiche e letterarie ispirate alla Resistenza, tra cui la cantata Tufo Ardeatino, dedicata ai martiri delle Fosse Ardeatine e musicata dal maestro Medin.

Mazzoni, Alfredo

N. a Impruneta (Firenze) il 22.1. 1901; disegnatore. Attivo nell’organizzazione comunista clandestina, nel 1942 fu condannato dal Tribunale speciale a 12 an[...]

[...]1; disegnatore. Attivo nell’organizzazione comunista clandestina, nel 1942 fu condannato dal Tribunale speciale a 12 anni di reclusione.

Dopo I ’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza fiorentina, commissario di una Brigata S.A.P. della 3a Zona.

Mazzoni, Guido

N. il 10.4.1912 a Figline Valdarno (Firenze) ; operaio vetraio. Manifestò la sua opposizione al fascismo fin dai primi anni della dittatura mussoliniana. Militante nel Partito comunista dal 1931, nel 1938 fu condannato dal Tribunale speciale a

7 anni di reclusione.

Dopo I'8.9.1943 fu tra gli organizzatori della Resistenza toscana, diventando membro del Comando regionale delle Brigate Garibaldi.

Dopo la Liberazione divenne segretario della Federazione comunista di Firenze (194756), membro del Comitato centrale del P.C.l. dal VII Congresso (1951) e poi della Commissione centrale di controllo del partito.

Eletto deputato nel 1958, fu rieletto nel 1963.

Mazzotta, Antonio

N. a Squinzano (Lecce) il 23.12. 1901, m. a Milano il 17.11.1969; avvocato. Studente universitario, membro del Partito socialista nel 1920 e segretario della Federazione giovanile socialista di Lecce dal 1923 al 1926, subì arresti e persecuzioni che lo costrinsero a trasferirsi a Milano.

Dopo l’8.9.1943 militò nelle file della Resistenza. Patriota inquadrato dal gennaio 1945 nella 46a Brigata « Matteotti », fu membro del C.L.N. cittadino. Amministratore dell’» Avanti! » clandestino, fu poi amministratore delegato dell’omonima Società editrice.

Laureatosi in legge nel 1947, fu consigliere della Provincia di Milano per il P.S.I. e sindaco di Seivino (Bergamo). Nel 1956 gli venne assegnata la medaglia d’oro del Comune di Milano.

McCaffery, John

Rossi. Agente britannico, nella veste ufficiale di viceaddetto stampa presso l’ambasciata inglese a Berna, durante la Seconda guerra mondiale diresse il centro svizzero del Servizio informazioni britannico (Special Operation Executive, S.O. £.). Legò il proprio nome, spesso unito a quello deH’americano Alien Dulles (v.), a vari episodi della Guerra di liberazione italiana.

La Resistenza e gli Alleati

Per comprendere l’importanza del ruolo svolto da questi servizi di informazione e dai loro rappresentanti nella vicenda dei complessi

J. McCaffery (a destra) nel giardino della sua villa a Berna, con l’agente italiano Giuseppe Conforti

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 204

Brano: Officine Meccaniche Italiane (Reggiane

nante. Il 21 maggio la stampa pubblicò il decreto ministeriale di liquidazione coatta amministrativa, ma l’occupazione non ces né venne interrotto il tentativo di salvare la fabbrica dallo smantellamento, la « vacca di ferro » (come fu chiamato l’R60) che gli operai erano riusciti a costruire e a far funzionare da soli, aveva un significato che andava ben oltre i propri pregi, i difetti e il valore commerciale. Ma anche un appello con duecentomila firme, inviato al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, rimase senza risposta. Fu solo il 6.10.1951, un anno esatto dopo l’occupazione, che « la proprietà » accettò un primo accordo e I’8 ottobre, dopo 368 giorni, cessava l’occupazione: guidati da Giuseppe Di Vittorio e preceduti dai tre prototipi dell’R60 costruiti, gli operai uscirono dalla fabbrica.

« I tecnici e i periti, impegnati nell’inventario, trovarono non solo macchine e impianti perfettamente conservati, ma anche una situazione patrimoniale dello stabilimento di gran lunga superiore a ogni aspettativa e tale da far fortemente ricredere, come lo stesso commissario Luigi Moraglia confes, sulla necessità di porre in liquidazione le O.M.I. Reggiane. A ciò si aggiunga che, nel momento in cui fu decretata la liquidazione coatta, la ditta disponeva di un carnet di ordinazioni per 4800 milioni » (Spreafico).

L’organo del P.S.D.I. La giustizia scrisse il 7.12.1951 che, da parte del Governo, non è che non si potessero salvare le Reggiane, ma non lo si era espressamente voluto « per colpire a morte il comuniSmo reggiano, lasciando il topo nella trappola della fabbrica occupata ».

Nel marzo 1952 iniziavano la propria attività le O.M.I. Nuove Reggiane.

Bibliografia: F. Cigarin[...]

[...] racconti di Ver ne e Salgari. Convinto fautore dell’interventismo nel 1915, partecipò alla Prima guerra mondiale, restando ferito. Nei 1917 fu conquistato dagli ideali della rivoluzione russa e nel 1919 si iscrisse al P.S.I.. Cominciò in quegli stessi anni a comporre inni comunisti, quali Sventola bandiera rossa!, Viva Lenin, Bolscevismo, La guardia rossa. Una sua versione de\\'Internazionale venne adottata come inno della Federazione giovanile socialista italiana. I suoi testi, pubblicati con il titolo Canti di Spartaco e sotto lo pseudonimo di Spartacus Picenus, trovarono larga diffusione.

Il riferimento a Spartaco va inteso soprattutto in connessione al noto movimento spartachista sviluppatosi in Germania. Le canzoni di Offidani (si dice eseguite anche alla presenza di Lenin) vennero proibite dalla censura negli anni del regime fascista. Esse incontrarono un largo favore popolare per la loro ingenua vivacità, nonostante certe indulgenze retoriche e cedimenti a mode musicali dell’epoca, (v. Inni e canti della Resistenza).

Durante gli anni della lotta clandestina e della Resistenza Spartacus compose nuovi canti (Cuori comunisti, Il sole dell'avvenire, Le Fosse Ardeatine), adeguando i testi agli sviluppi della s[...]

[...]re dai suoi testi ogni precedente riferimento a Trotzkij, a Bombacci ecc. Egli non volle invece rinunciare alla esaltazione della figura di Stalin, suo tema dominante nel secondo dopoguerra, neppure dopo la linea affermatasi con il XX Congresso del Partito comunista sovietico.

Visse i suoi ultimi anni con i proventi di una modesta libreria antiquaria a Roma, praticamente emarginato dal P.C.I., del quale era rimasto militante.

Bibliografia: S.O., Canti comunisti (con una nota autobiografica), Milano, 1967; Autobiografia in « || nuovo canzoniere italiano », n. 3; È morto S.P., in « L’Unità », 2.1,1968; I funerali a Roma di S.P., ibidem, 3.1.1968.

Oggioni, Fausto

Fiume. N. a Varese il 9.3.1904, m. nel 1979; pellettiere.

Per la sua militanza nell’organizza

zione comunista clandestina di Varese, T8.6.1928 fu condannato dal Tribunale Speciale a 5 anni di reclusione. Rimasto in carcere fino al 14.6.1932, fu successivamente inviato al confino nell’isola di Ponza, dove rimase fino al gennaio 1936. Arrestato di nuovo nel corso di [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine S.O., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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