Brano: [...] Un fratello di quest'ultimo, Pasquale Saverio Scotti, caduto in una retata nazista insieme a una decina di altri uomini il 28 settembre, fu deportato e non fece più ritorno. Secondo le testimonianze dei compagni con lui deportati e tornati successivamente alle loro famiglie in seguito a una fortunata fuga, lo Scotti sarebbe stato fucilato nei pressi di Cassino.
G.Sco.
Savigliano, Officine
Società Nazionale delle Officine di Savigliano; S.N.O.S..
Complesso industriale sorto nel 1882, sotto il controllo della Società belga Robins e C., in seguito alla liquidazione delle officine ferroviarie della linea CuneoNizza. Addetta a costruire ponti metallici, vetture e carri ferroviari, con stabilimento in Savigliano (Cuneo) e dal 1889 anche a Torino, sul finire del secolo questa azienda, con un migliaio di dipendenti, rappresentava il principale complesso industriale del Cuneese, fruendo di ampie protezioni statali e di commesse pubbliche. Grazie a tale forte concentrazione operaia, la zona di Savigliano fu una delle basi di radicamento e [...]
[...]o il 1921, an
che di quella comunista, fino agli anni Quaranta del nostro secolo. Non meno radicali erano le tradizioni socialiste e comunista nello stabilimento torinese, inserito nella fascia industriale di espansione della città, alle propaggini del popoloso Borgo Vittoria. Nel settembre del 1920, allorché si giunse alla occupazione delle fabbriche, sotto la spinta del movimento consiliare dell’“Ordine Nuovo” lo stabilimento torinese della S.N.O.S. fu uno dei centri di forza della battaglia operaia.
Gli anni del fascismo
La dittatura fascista non riuscì a estirpare del tutto la presenza socialista e comunista nei due stabilimenti della società. In quello saviglianese, all’inizio della Seconda guerra mondiale, date le pressanti esigenze di mano d’opera specializzata correlative alla produzione bellica, si ebbero assunzioni di operai notoriamente “sovversivi” (come nel caso di Celso Margaro, collegato al P.C.I. dal 1936 e assunto dalla S.N.O.S. nel 1940) che, quantunque non dessero luogo alla nascita di veri e propri nuclei antifasc[...]
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Gli anni del fascismo
La dittatura fascista non riuscì a estirpare del tutto la presenza socialista e comunista nei due stabilimenti della società. In quello saviglianese, all’inizio della Seconda guerra mondiale, date le pressanti esigenze di mano d’opera specializzata correlative alla produzione bellica, si ebbero assunzioni di operai notoriamente “sovversivi” (come nel caso di Celso Margaro, collegato al P.C.I. dal 1936 e assunto dalla S.N.O.S. nel 1940) che, quantunque non dessero luogo alla nascita di veri e propri nuclei antifascisti organizzati, attivarono l’azione degli oppositori.
Ricorderà Margaro in una sua testimonianza l’attività svolta in quegli anni a Torino, in fabbrica e fuori, con l’appoggio di due militanti socialisti (Raffaele Mirra e Pabiolo). Analogamente, per quanto riguarda lo stabilimento di Savigliano, Francesco Ambrassa, uno dei dirigenti dello sciopero del marzo 1943 in quelle officine, riferirà che in quel periodo si ristabilirono i contatti fra gli oppositori e riprese l'opera di propaganda. (Cfr. G. Al[...]
[...]di due militanti socialisti (Raffaele Mirra e Pabiolo). Analogamente, per quanto riguarda lo stabilimento di Savigliano, Francesco Ambrassa, uno dei dirigenti dello sciopero del marzo 1943 in quelle officine, riferirà che in quel periodo si ristabilirono i contatti fra gli oppositori e riprese l'opera di propaganda. (Cfr. G. AlasiaG. CarcanoM. Giovana, Un giorno del '43 La classe operaia sciopera, Torino 1983).
In effetti, i lavoratori della S.N.O.S. di Torino furono tra i primi a scendere in agitazione il 5 marzo (precedendo, perciò, le maestranze di altri stabilimenti, ivi compresi alcuni dell’area Fiat, come l’Aeronautica d’Italia e la Ricambi). Il 15 marzo, lo stabilimento di Savigliano fu l’unico complesso aziendale del Cuneese a scendere in sciopero, guidato dal comunista Spirito Ghibando.
Colte di sorpresa, le autorità fasciste di Savigliano fecero una retata fra gli scioperanti e tre operai, reputati i capi della rivolta, furono deferiti al Tribunale speciale: Vincenzo Milano, Tommaso Bussone e Pao
lo De Bastiani. Ambrassa e[...]
[...]netti) furono in
vece inviati al fronte. Quattro altri scioperanti vennero licenziati (Antonio Bonino, Sebastiano Vincenzi, Antonio Rinaudi e Giuseppe Botto). Nel quadro complessivo di 87 denunciati al Tribunale speciale, nel solo Piemonte, per gli scioperi del marzo 1943 (v.), la percentuale del
lo stabilimento saviglianese fu tra le più elevate.
Resistenza armata
All’indomani dell '8 settembre le maestranze degli stabilimenti della S.N.O.S. fornirono numerosi volontari alle costituende bande partigiane delle province di Cuneo e di Torino. In ambedue i complessi si operò poi intensamente in appoggio all'organizzazione della lotta, raccogliendo viveri, armi e generi alimentari da avviare in montagna.
A Torino venne costituito il Comitato di agitazione della fabbrica, attivissimo nella preparazione e nell'attuazione degli scioperi che, a partire dall'autunno 1943 e fino alla Liberazione, videro la classe operaia battersi in agitazioni quasi ininterrotte. I nuclei delle S.A.P. della S.N.O.S. nacquero intorno a una duplice piattaf[...]
[...] ambedue i complessi si operò poi intensamente in appoggio all'organizzazione della lotta, raccogliendo viveri, armi e generi alimentari da avviare in montagna.
A Torino venne costituito il Comitato di agitazione della fabbrica, attivissimo nella preparazione e nell'attuazione degli scioperi che, a partire dall'autunno 1943 e fino alla Liberazione, videro la classe operaia battersi in agitazioni quasi ininterrotte. I nuclei delle S.A.P. della S.N.O.S. nacquero intorno a una duplice piattaforma d’azione: sostenere le formazioni partigiane e colpire le forze di occupazione con sfibranti manifestazioni rivendicative nella fabbrica.
Dall’ottobre del 1944 i resistenti dello stabilimento di Torino furono inquadrati nella 8a Brigata S.A.P. “Osvaldo Alasonatti”, dipendente dalla Il Divisione delle formazioni cittadine “Garibaldi”, al comando dell'operaio comunista della S.N.O.S. Enzo Pettini [Guido). La Brigata comprendeva 4 distaccamenti, uno per ciascuna delle officine delle società Savigliano, Elli Zerboni, Barbero e C.I.M.A.T.. La formazione di Pettini aveva giurisdizione anche sull’intera area di Borgo Vittoria.
A Savigliano, gli operai della S.N.O. S. costituirono il nerbo della Brigata S.A.P. cittadina delle formazioni Garibaldi “Ennio Carando”.
Nei giorni dell’insurrezione, quando le truppe della V Divisione corazzata tedesca al comando del generale Schlemmer, ritirandosi dalla Liguria, attraversarono l’abitato di Savigliano, gli operai si schierarono a[...]
[...]ttadina delle formazioni Garibaldi “Ennio Carando”.
Nei giorni dell’insurrezione, quando le truppe della V Divisione corazzata tedesca al comando del generale Schlemmer, ritirandosi dalla Liguria, attraversarono l’abitato di Savigliano, gli operai si schierarono a difesa delle officine e i guastatori tedeschi dovettero limitarsi a far saltare soltanto un treno di munizioni in deposito presso lo scalo ferroviario.
A Torino, i sappisti della S.N.O.S. occuparono lo stabilimento e si unirono agli altri distaccamenti della