Brano: Appendice
Formazione S.A.P. di Bologna durante la liberazione della città aprile 1945)
certamente il Triumvirato deH’EmiliaRomagna che, I’8.7.1944, formalizzò la nuova direttiva in un documento inviato a tutti i Comitati federali del P.C.I. della regione.
Nella circolare, sotto il titolo Organizzazione delle Squadre di Azione Patriottica (S. A.P.), si davano dettagliate istruzioni: « Nell’attuale fase di sviluppo del movimento insurrezionale è assolutamente necessario e urgente che il movimento delle squadre armate, che tanto impetuosamente si è venuto sviluppando in queste ultime settimane nella nostra Regione, [...]
[...]po del movimento insurrezionale è assolutamente necessario e urgente che il movimento delle squadre armate, che tanto impetuosamente si è venuto sviluppando in queste ultime settimane nella nostra Regione, acquisti una maggiore organicità e trovi quell'assetto e quella struttura militare che, disciplinandone le forme di organizzazione, ne aumenti l’efficienza bellica e ne faccia un potente strumento per la vittoria dell’insurrezione popolare. Le S.A.P. costituiscono l'organizzazione armata dei patrioti che intendono, nei luoghi di lavoro e di abitazione, unirsi e combattere con le armi per difendere i lavoratori e la popolazione contro le violenze nazifasciste e per colpire e distruggere con ogni mezzo l’oppressore tedesco ed i suoi servi fascisti.
Organizzazione popolare armata di massa, le S.A.P. costituiscono la riserva ausiliaria territoriale delle Brigate d’Assalto Garibaldi e delle Brigate G.A.P.. Le S.A.P. preparano, fiancheggiano ed aiutano in ogni modo l’azione delle formazioni partigiane e dei G.A.P.. Esse preparano ed educano all’azione nuove reclute per i G.A.P. e ne formano come una leva preparatoria. Le S.A.P. organizzano l’apporto armato delle grandi masse popolari al l'insurrezione nazionale contro l’oppressore. Le S.A.P. sono formate sui luoghi stessi dove i loro componenti lavorano ed abitano. Nelle officine come S.A.P. operaie, nei villaggi come S.A.P., contadine, tra i giovani come S.A.P. giovanili, nei quartieri popolari come S.A.P. di quartiere: nella più grande varietà di modi e di forme le S.A.P. organizzano i patrioti sulla base stessa delle loro normali occupazioni. In questo le S.A.P. si differenziano dalle formazioni partigiane e dai
G.A.P. dove i combattenti, abbandonato il lavoro e la famiglia, vivono permanentemente inquadrati.
Le S.A.P. sono un'organizzazione unitaria di massa. Possono fare parte delle Squadre di azione patriottica uomini di tutte le correnti politiche e di ogni tede religiosa, purché siano disposti a lottare con le armi contro i tedeschi e i fascisti. I componenti della S.A.P. continuano a fare parte delle rispettive organizzazioni di partito e a svolgere la loro attività politica di massa.
I componenti della S.A.P. devono impegnarsi ad ubbidire militarmente, senza discussioni, agli ordini ricevuti dai superiori comandi ed a rispettare nella loro attività la disciplina militare.
Le S.A.P. sono organizzate sopra una base territoriale. In ogni provincia è costituito un Comando provinciale della S.A.P.. Questo Comando è in collegamento permanente con la Delegazione regionale del Comando delle Brigate Garibaldi e da questa riceve istruzioni ed ordini per l'attività delle S.A.P. ed a questa rimette un rapporto sulle azioni svolte e sullo sviluppo organizzativo raggiunto, in questo modo viene assicurato il coordinamento dell’azione delle S.A.P. con quella dei G.A.P. e con quella delle Brigate d’Assalto. [...] Una squadra è normalmente composta di 15 combattenti, divisi in tre nuclei di 5.
[...] Nella situazione attuale la campagna offre il terreno più adatto per lo sviluppo delle S.A.P.. Le città e le officine della nostra regione si vanno vuotando, perché gli operai non vogliono farsi prendere ed essere inviati in Germania. [...] Nella campagna la minaccia di atti di saccheggio, di banditismo da parte dei tedeschi in ritirata si fa sempre più grave e gli elementi più attivi, contadini e cittadini rifugiati, si vanno organizzando per resistere con le armi e difendere la vita e la libertà, l’onore delle donne, i beni e il bestiame. È su questo terreno che le S.A.P. si sono venute maggiormente sviluppando, ed è in questa direzione che deve essere compiuto il massimo sforzo or[...]
[...]nostra regione si vanno vuotando, perché gli operai non vogliono farsi prendere ed essere inviati in Germania. [...] Nella campagna la minaccia di atti di saccheggio, di banditismo da parte dei tedeschi in ritirata si fa sempre più grave e gli elementi più attivi, contadini e cittadini rifugiati, si vanno organizzando per resistere con le armi e difendere la vita e la libertà, l’onore delle donne, i beni e il bestiame. È su questo terreno che le S.A.P. si sono venute maggiormente sviluppando, ed è in questa direzione che deve essere compiuto il massimo sforzo organizzativo. [...]
II campo di azione delle S.A.P è vastissimo: dalla difesa collettiva armata contro i soprusi e le violenze tedesche e fasciste per impedire la requisizione di grano, degli altri prodotti agricoli e del bestiame ed i furti delle masserie ecc.; ad una azione costante di sabotaggio delle vie di comunicazione (semina di chiodi a quattro punte, sbullonamento delle rotaie ferroviarie, diroccamento delle strade e dei ponti, ostruzione delle strade con macigni e tronchi d'albero, taglio dei fili telegrafici e telefonici); alla soppressione dei tedeschi e dei fascisti, alle imboscate contro automezzi nemici ecc.. Compito delle squa[...]
[...]occamento delle strade e dei ponti, ostruzione delle strade con macigni e tronchi d'albero, taglio dei fili telegrafici e telefonici); alla soppressione dei tedeschi e dei fascisti, alle imboscate contro automezzi nemici ecc.. Compito delle squadre d'azione è quello di assicurare la protezione delle manifestazioni popolari di massa e di sviluppare forme audaci di propaganda e di mobilitazione delle masse per la battaglia insurrezionale. [...] Le S.A.P. non devono compiere azioni di espropriazione, anche dirette contro nemici del popolo. Dette azioni devono essere riservate a speciali formazioni, che diano la massima garanzia di disciplina e di controllo”. (Da Guerrino Franzini, Storia della Resistenza reggiana, edito a cura dell’A.N.P.I. di Reggio Emilia, pagg. 807809).
Favorito anche dall’andamento delle operazioni belliche nell’Italia centra
Formazione S.A.P. in una città del Nord liberata (aprile 1945)
le, lo sviluppo delle S.A.P. fu notevole nel corso dell’estate 1944.
Se “l’Unità” clandestina del 25.7.1944 annunciava: « In Emilia il movimento delle squadre ha assunto un carattere così attivo e di massa che si è passati alla costituzione in ogni provincia di una Brigata Garibaldi S.A.P. », la “La nostra lotta” del 5.8.1944 si poteva leggere che, a Firenze, « le Squadre d'azione patriottica (S.A.P.) si sviluppano ogni giorno più. Quasi tutti i compagni sono inquadrati nelle squadre. La città e 'il circondario sono stati divisi in zone, ogni zona ha il suo Comando, le squadre sono raggruppate in plotoni e compagnie e sono dirette dal Comando delle Brigate Garibaldi. Gli appartenenti alle squadre nella città e nel circondario di Firenze ammontano a venticinquemila. Poi vi sono delle squadre organizzate dagli altri partiti antifascisti che inquadrano altri diecimila uomini ».
Meno rilevante fu nell’estate lo sviluppo numerico e operativo delle S.A.P. delle altre regioni, ma “l'Unità” d[...]
[...]ndario sono stati divisi in zone, ogni zona ha il suo Comando, le squadre sono raggruppate in plotoni e compagnie e sono dirette dal Comando delle Brigate Garibaldi. Gli appartenenti alle squadre nella città e nel circondario di Firenze ammontano a venticinquemila. Poi vi sono delle squadre organizzate dagli altri partiti antifascisti che inquadrano altri diecimila uomini ».
Meno rilevante fu nell’estate lo sviluppo numerico e operativo delle S.A.P. delle altre regioni, ma “l'Unità” delI'8.10.1944 (Edizione dell'Italia Settentrionale) per la Lombardia riportava: « La periferia nord di Milano e soprattutto la zona da Legnano e Gallarate a quella attorno a Monza, sono diventate vere e proprie zone di guerra, dove le imboscate si succedono alle imboscate, centinaia di operazioni di guerriglia, dalle occupazioni di villaggi come Arsago e Busserò al disarmo di centinaia di nazifascisti e di “repubblichini” al sabotaggio delle linee ferroviarie al sistematico castigo di spie e di traditori affermano l’esistenza e la combattività delle nuove B[...]
[...]a da Legnano e Gallarate a quella attorno a Monza, sono diventate vere e proprie zone di guerra, dove le imboscate si succedono alle imboscate, centinaia di operazioni di guerriglia, dalle occupazioni di villaggi come Arsago e Busserò al disarmo di centinaia di nazifascisti e di “repubblichini” al sabotaggio delle linee ferroviarie al sistematico castigo di spie e di traditori affermano l’esistenza e la combattività delle nuove Brigate Garibaldi S.A.P.. Dopo Pavia e Mantova anche la provincia di Cremona vede la guerriglia penetrare nel feudo di Farinacci, sono i distaccamenti S.A.P. garibaldini che disarmano il nemico, che attaccano le pattuglie isolate, che castigano chi lo serve ». Pochi giorni prima lo stesso organo del P.C.I. aveva dato notizia dei grandi successi ottenuti dalle S.A.P. nelle campagne romagnole, con un lungo articolo che tra l’altro diceva: « Il movimento delle S.A.P.
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