Brano: [...]r la Francia e, soprattutto, di raggiungere quanto prima l’Italia per trasformarsi in centro di direzione all’interno del paese: impresa molto più difficile, nella situazione di tesa vigilanza poliziesca creata dallo stato di guerra e destinata ad aggravarsi con l’occupazione della Francia da parte dei nazisti.

Alla crisi del P.C.I. faceva riscontro quella di tutta l’organizzazione di lotta antifascista: fin dall’aprile 1937, con l’arresto di Rodolfo Morandi che ne era dirigente, il centro interno socialista aveva cessato di esistere e, come « Giustizia e Li

bertà », incontrava grosse difficoltà a collegarsi con il paese; ancora più scarsi erano i legami del Partito repubblicano con la propria organizzazione clandestina in Italia. E non si trattava soltanto di crisi organizzativa: la stessa unità antifascista faticosamente raggiunta nell’agosto 1934, già compromessa dalle vicende della guerra di Spagna e dalla politica di « non intervento » adottata dal governo del socialista Léon Blum (v.), crollò del tutto all’annuncio del patto tedesco[...]

Brano: [...]za e la condotta della guerriglia. Infine, riguardo alla libertà di scelta del partigiano, si precisava: « Il proselitismo e la costrizione sono severamente proibiti. Per altro, ciascun partigiano ha diritto di manifestare liberamente le proprie idee politiche. Ciascun volontario [...], scelto un determinato gruppo, si impegna a seguire disciplinatamente le norme che regolano il funzionamento del gruppo stesso ». Un’altra circolare riservata che Rodolfo Morandi diramò alla Federazione piemontese del P.S.I. U.P. nell'inverno 194445, puntualizzava e confermava la consistenza politica e militare del Partito che, identificandosi nella classe operaia, ne rivendicava la sua ragione storica: « Il nostro partito che si ispira unicamente agli interessi della classe lavoratrice, ha saputo nel corso

della lotta dar prova di maturità e di equilibrio, ha sempre valutato con realismo le possibilità del momento, rifiutandosi di gettare mai allo sbaraglio la massa. I sacrifici dolorosi che ha sostenuto smentiscono però le insinuazioni e le critiche malevole[...]

Brano: [...]alla maggioranza del Partito d’Azione, non partecipando al secondo governo Bonomi e schierandosi con quei socialisti che, in vario atteggiamento, nutrivano istanze autonomistiche o più radicali nei confronti della politica di unità nazionale condotta dai comunisti. Durante la Resistenza continuò a privilegiare sull’organizzazione delle forze partigiane (un ruolo che fra i socialisti fu assolto allora soprattutto da uomini come Sandro P erti ni e Rodolfo Morandi) quegli elementi di prospettiva politica più consentanei alla sua funzione di leader del partito e alle caratteristiche della sua personalità. Alla liberazione di Roma era stato designato segretario del partito con Pertini e Saragat, ma all’inizio del 1946 il primo congresso dopo la Liberazione, riaffiorando le correnti, Io elesse presidente del P.S.I.U.P..

Secondo dopoguerra

Sua è la formula « Vento del Nord » (27.4.1945) che tendeva a far leva, nella transizione dalla lotta armata alla lotta politica, sulla forza e l’impulso del partigianato e sull’unità dei lavoratori. Sfumata l[...]

Brano: [...]ne del centro attivo della Resistenza italiana. La storia istituzionale del C.L.N.A.I., tuttavia, non è sufficiente a fornire con chiarezza ogni aspetto della personalità di Pizzoni, che senza dubbio della « Resistenza taciuta » fu uno dei personaggi di maggiore rilievo, soprattutto per ciò che riguarda le vicende, per alcuni tratti ancor oggi oscure, dei rapporti con gli angloamericani.

Pizzoni fu sostituito alla presidenza del C.L.N.A.I. da Rodolfo Morandi nell'aprile del 1945, alla vigilia dell’insurrezione. Nella seduta del 29 marzo il C.L.N.A.I. l’aveva incaricato di recarsi nel Sud per trattare e concludere con gli Alleati una nuova convenzione finanziaria,

al fine di perfezionare e chiarire alcuni aspetti degli accordi precedenti, riguardo soprattutto alla posizione del Comitato di Milano nella distribuzione degli stanziamenti. I tempi ormai stringevano. Pur in assenza di Pizzoni, ai membri del C.L.N.A.I. parve opportuno procedere per tempo alla nomina di un nuovo presidente, un politico, non tanto per sostituire « Longhi », quanto[...]