Brano: [...]ri non di professione, ma che tuttavia non di rado raggiungono un livello anche letterariamente inconsueto, per l’intenso spirito di necessità comunicativa e di indipendenza umana che anima la voce dei loro autori. Se l’Italia può vantare un’opera dell’altezza di Se questo è un uomo, di Primo Levi (v.), la Francia conta nella letteratura documentaria sui campi nazisti un libro che forse non ha l’eguale nel suo settore: L’espèce humaine, 1947, di Robert Anteime. Nato in Corsica ma sempre vissuto a Parigi, Anteime fu arrestato nel 1942 e internato in vari campi tedeschi. Dall’atroce esperienza è nato questo libro, ormai considerato un monumento nel genere. E in effetti, pur raccontando soltanto dell’umile, disperata lotta quotidiana per la sopravvivenza in una situazione che definire tragica sarebbe eufemismo, il libro riesce a elevare, senza un filo di retorica, un canto di stima e di fiducia alla specie cui apparteniamo, malgrado ciò che accade attorno a chi narra sia quanto di meno propizio a un’ideologia della speranza. Anteime riesce nell’impres[...]