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Il segmento testuale Rientrò in Italia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 10Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 616

Brano: [...]tente appoggio materiale e morale, ridotti a un piccolissimo gruppo tenuto assieme da legami quasi sólo personali, ed essere condannati in breve tempo, se non ad andare

tutti dispersi, certamente a perdere ogni influenza reale e pratica immediata nello sviluppo della lotta politica in Italia ».

Ottenuto l’appoggio di Togliatti, Scoccimarro e Terracini, Gramsci decise di impegnare una lotta politica a fondo contro il settarismo bordighiano. Rientrò in Italia il 12.5. 1924 (essendo stato eletto deputato il 6.4.1924, godeva dell’immunità parlamentare). Il suo prestigio era accresciuto dall’appoggio che gli veniva dall’Internazionale, ma Bordiga esercitava ancora prevalente influenza sull’apparato del partito. Alla Conferenza nazionale di Como, che Gramsci convocò pochi giorni dopo il suo rientro allo scopo di esaminare la situazione e lo stato del partito, la mozione da lui presentata raccolse il voto di 4 membri del Comitato centrale e di 4 segretari di federazione; la mozione di Angelo Tasca ottenne il voto di 4 membri del Comitato centrale e di [...]

[...]ituito, l’ordine fascista » (« Stato Opera

io », 3.7.1924, articolo di Gramsci, non firmato).

Gramsci, inizialmente ottimista sugli sviluppi della crisi e sull’imminente fine del fascismo, cominciò presto a rendersi conto che le prospettive si presentavano ben diverse e che nessun regime sarebbe caduto senza azioni di lotta.

Il 21.3.1925 partecipò alla riunione dell’Esecutivo allargato dell’lnternazionale Comunista a Mosca. Il 28 aprile rientrò in Italia e tenne il suo primo e ultimo discorso alla Camera, contro un disegno di legge che si diceva elaborato per colpire la Massoneria (v.), ma che in realtà aveva come bersaglio tutte le associazioni non fasciste e voleva impedire agli impiegati delle amministrazioni pubbliche di appartenervi. Nella seconda metà del gennaio 1926, al III congresso del P.C.d’I., svoltosi a Lione, le tesi di Gramsci e della maggioranza del Comitato centrale ottennero l’approvazione del 90,8 per cento dei delegati, dei quali soltanto il 9,2 per cento rimase con Bordiga.

In autunno Gramsci scrisse il saggio sulla qu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 570

Brano: [...] e varie intimidazioni. Nel 1916 fu eletto sindaco del comune, confermato nelle elezioni del 1920. Destituito in autorità (per le sue iniziative di lotta) nel 1921, in quello stesso anno aderì al Partito comunista. Licenziato per motivi politici dall’impiego che aveva assunto presso l'amministrazione postale, per sfuggire ai continui arresti e alle aggressioni fasciste emigrò in Francia, dove si guadagnò da vivere facendo i lavori più disparati. Rientrò in Italia nel 1940, ma per i suoi precedenti gli fu proibito di dimorare nel paese natio.

Riebbe l’impiego alle Poste dopo la Liberazione e riprese l’attività politica. Fu sindaco di Castiglione dei Pepoli dal 1951 al 1961, quando si dimise dal|a carica per motivi di salute e per l’età ormai molto avanzata.

Giudice, Maria

N. a Codevilla (Pavia) il 27.4.1880, m. a Catania nel secondo dopoguerra; maestra elementare.

Giovane socialista e attivissima propagandista fra le contadine, nel 1902 era segretaria della Camera del lavoro di Voghera e, nel 1903, di quella di Borgo San Donnino (Parma). La[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 101

Brano: [...] Parigi dal Centro estero del P.C.I. e, colto in Francia dallo scoppio della guerra, vi rimase lavorando come manovale. Al tempo stesso continuò l’attività politica contribuendo alla ricostituzione dei gruppi comunisti nella zona di Lione. Il 25.11. 1940, processato in contumacia come membro di un’organizzazione comunista clandestina scoperta pochi mesi prima dalla polizia a Torino, fu condannato dal Tribunale Speciale a 9 anni di reclusione.

Rientrò in Italia nel giugno 1945, divenne responsabile della stampa e propaganda presso la Federazione astigiana del P.C.I., ma lasciò successivamente tale incarico per riprendere l’insegnamento. Consigliere comunale di Asti dal 1946 e assessore alla Polizia urbana, il 18.4. 1948 fu eletto deputato del P.C.I. alla Camera per la prima legislatura della repubblica.

La città di Asti ha voluto onorarne la memoria intitolando una via al suo nome.

Torricini, Alberto

N. a Prato (Firenze) il 9.3.1906, ivi m. il 10.12.1981; impiegato.

Membro di un’organizzazione comunista clandestina attiva a Prato fino al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 25

Brano: [...]ti dal P.S.I. per entrare nel listone del “Blocco popolare”. Tarsia fu poi tra i dirigenti della Frazione comunista astensionista, ufficialmente costituita nei giorni del Congresso socialista di Bologna (ottobre 1919) e, nel 1921, fu a Livorno tra i fondatori del Partito comunista, del cui Comitato centrale fece parte fino all’anno successivo.

Nel 1928, per non sottostare al fascismo, emigrò in Brasile dove continuò la sua attività di medico. Rientrò in Italia nel 1936 e durante la Seconda guerra mondiale prestò servizio con il grado di colonnello, come direttore di un ospedale militare a Trieste.

Negli anni del dopoguerra aderì al Partito comunista internazionalista, scrivendo anche sulla sua stampa.

A. Per.

Tarvisio

Comune di 6.500 abitanti in provincia di Udine, vicino alla frontiera con l’Austria, cui si accede attraverso il valico di Coccau, Tarvisio è un importante nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie fra l’Italia, l’Austria e la Jugoslavia. Abitato da italiani, sloveni e austriaci, dopo T8.9.1943 il suo territorio fu teat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 326

Brano: [...]i uccidere l’intemerato oppositore. Il primo di aprile Salvadori veniva infatti aggredito e selvaggiamente percosso; riuscì a sfuggire a morte certa soltanto grazie all’aiuto di suo figlio Massimo (v. Salvadori, Max) e al casuale intervento di un colonnello e di due carabinieri che misero in fuga, sul ponte di Santa Trinità, la masnada di assalitori fascisti. Costretto a trasferirsi in Svizzera con la famiglia per sfuggire a ulteriori attentati, rientrò in Italia pochi mesi dopo per sostenere coraggiosamente la denuncia presentata contro i ben individuati aggressori, ma il processo per sua volontà iniziato non ebbe nessun seguito. Tornato in Svizzera, vi rimase dieci anni senza poter riprendere gli studi ai quali si era dedicato fino al 1924. Rientrò in Italia nel 1934, nella sua dimora di Fermo, senza mai piegarsi al fascismo e, nonostante la con

Guglielmo Salvadori

tinua sorveglianza poliziesca, la sua casa divenne un punto di riferimento per gli antifascisti della zona. Continuarono attivamente la lotta, in Italia e all’estero, i figli Massimo e Joyce (v.), mentre la moglie ne condivise l’atteggiamento fino ad essere ammonita e poi confinata per 3 anni. Egli uscì dal suo isolamento nel 194344, partecipando alle sedute del C.L.N. di Porto San Giorgio e aprendo la sua casa a partigiani ed ex prigionieri di guerra alleati.

Salvadori, Max
[...]

[...]tina di energumeni fascisti davanti alla sede del fascio, non esitò a lanciarsi « come un bel lioncello » contro lo stuolo di assalitori salvandogli la vita e rimanendo a sua volta ferito.

Dal 1924 al 1929 rimase in Svizzera, esule insieme al padre, completando gli studi aH’Università di Ginevra. Appartenente all’ala radicale della tradizione liberale, appena conseguita la laurea nell’ottobre 1929 aderì al movimento di “Giustizia e Libertà” e rientrò in Italia per oc

cuparsi di organizzazione e propaganda giellista a Roma e nelle regioni centrali. Nel luglio 1932 venne arrestato con una quarantina di compagni di lotta e nel settembre, durante una crisi di profondo scoraggiamento, fece atto di sottomissione al regime, ma non compromise nessuno dei compagni arrestati. Assegnato al confino per 5 anni, venne inviato con altri 5 giellisti a Ponza da dove vennero tutti prosciolti nel luglio 1933.

Appena riacquistata la libertà espatriò clandestinamente (settembre 1933) e continuò a collaborare all’estero con “Giustizia e Libertà”, poi a New York co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 648

Brano: [...]ella Repubblica. Arruolatosi nella Brigata « Garibaldi », rimase ferito in combattimento. Rientrato in Francia con il ritiro delle Brigate Internazionali, fu arrestato e internato in campo di concentramento, da dove evase all’inizio della Seconda guerra mondiale.

Dopo l’invasione tedesca della Francia, fu tra i dirigenti dei gruppi comunisti nella Zona Sud. Passato poi nella zona occupata, vi organizzò la lotta dei Francstireurs et partisans. Rientrò in Italia dopo la Liberazione e fu designato membro del Comitato centrale del P.C.I.. Negli anni del dopoguerra ricoprì varie cariche nelle segreterie regionali del Partito comunista in Sicilia e in Emilia. Fu per 3 anni segretario della Federazione di Pavia.

Mazzetti, Marino Cesare

N. a Casalecchio di Reno (Bologna) il 10.4.1914; calzolaio. Nel 1934, durante la dittatura mussoliniana, per la sua attività antifascista fu condannato dal Tribunale speciale a 6 anni di reclusione. Fu detenuto nel carcere di Civitavecchia.

Dopo T8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, partigiano combatten[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 552

Brano: [...]i a Marinetti e al congresso futurista.

Il 18.3.1929 Marinetti fu nominato accademico (v. Accademia d’Italia), ma ormai non aveva più nulla da dire né avrebbe potuto dirlo nel suo linguaggio infuocato in quell’Italia fascistizzata.

Nel 1936, sessantenne, volle partecipare di persona aH’aggressione etiopica come volontario nella Milizia. Sei anni dopo, in un estremo allucinante anelito, volle raggiungere le truppe italiane sul Fronte russo. Rientrò in Italia nel 1943, malato e stanco. L’8.9.1943 aderì formalmente alla repubblica di Salò. Morì l’anno dopo, per una crisi cardiaca. Di Marinetti si ricordano le opere giovanili, soprattutto talune enunciazioni teoriche del suo movimento, ricche di una carica rinnovatrice e entrate ormai a far parte della storia delle arti europee moderne.

Bibliografia essenziale: I Futuristi (a cura di G. Ravegnani), Milano 1963; M. De Micheli, Le avanguardie critiche del '900, Milano 1966; S. Briosi, Marinetti, Firenze 1969;

F. Flora, Dal romanticismo al futurismo, Milano 1925; Marinetti e il futurismo [a cura [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 485

Brano: [...] socialismo di orientamento marxiano, dal Partito operaio (1882) al congresso di Genova del 1892, ebbe però come portavoci ufficiali più il Gori e il Galleani che il Malatesta. Questi partecipò al congresso anarchico di Capolago (Svizzera, 1891) e, assieme a F. S. Merlino e A. Cipriani, venne scelto per avviare una vasta campagna di rilancio del movimento anarchico in Italia.

Fermato dalla polizia svizzera, Malatesta dovette tornare a Londra. Rientrò in Italia al delinearsi dei Fasci siciliani, ma fu nuovamente costretto all’esilio e riparò ancora in Inghilterra.

Dalle pagine di Umanità Nova, in quegli anni (18961897) Malatesta si batté per la scissione dei socialistianarchici, di cui si faceva portavoce, dagli anarchiciindividualisti. Escluso dal Congresso internazionale di Londra (luglio 1896), in agosto pubblicò il numero unico L’Anarchia.

Errico Malatesta

Ai primi del 1897 rientrò in Ancona, dove a partire dall’aprile fece uscire L’Agitazione, con lo scopo di contenere la nuova deviazione ideologica rappresentata dal Merlino, ma a nove[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 252

Brano: [...] Malfa, Ugo

Basso, alla « Riforma sociale » diretta da Luigi Einaudi e alla Enciclopedia Treccani. Arrestato per le sue attività antifasciste, nel 1934 si trasferì a Milano, dove strinse rapporti con i gruppi clandestini di « Italia Libera » e di « Giustizia e Libertà ». In stretta collaborazione con Ferruccio Parri, nel 1942^ contribuì a dar vita al Partito d'Azione (v.).

Nel 1943, ricercato dalla polizia fascista, si rifugiò in Svizzera. Rientrò in Italia dopo il 25 luglio e da quel momento svolse un’intensa attività politica quale membro dell'esecutivo del Partito d’Azione che rappresentò nel Comitato centrale di liberazione nazionale (v.).

Dopo la Liberazione

Ministro dei Trasporti nel governo Parri (1945), nel 1948 lasciò il Partito d’Azione e, insieme a Parri, fondò il Movimento Repubblicano Democratico che, nel 1947, confluì nel Partito repubblicano italiano. Deputato alla Costituente, fu rieletto in tutte le successive legislature. Ministro per il Commercio estero nel primo governo De Gasperi (10.12.194520.2.1946), tornò al governo[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Rientrò in Italia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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