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Il segmento testuale Rerum Novarum è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 103

Brano: [...] e il trauma che esse avrebbero poi determinato in Italia, non solo in campo cattolico. Va infine aggiunto l’esplicito incoraggiamento che, specialmente all’estero, ricevevano quelle iniziative del pionerismo cristianosociale fino allora guardate con diffidenza dall’ala conservatrice.

Insomma, al di là dei limiti scientifici e di una visione prevalentemente paternalisticocaritativa, alla quale ancorava molte delle sue proposte innovative, la “Rerum Novarum” sicuramente rappresentò, almeno dentro la Chiesa, una potente mobilitazione dei cattolici per l’impegno sociale a favore delle classi diseredate, in nome di un messag

gio civile e religioso da cui certo non poteva essere estranea allora anche la paura della sovversione socialista.

Non solo, ma l’enciclica si pose come documento fondante della dottrina sociale della Chiesa e della sociologia cattolica, tanto che i successivi sviluppi apportati dal magistero pontificio nei diversi tempi si risolveranno sostanzialmente in aggiornamenti del testo leoniano. Detto questo, va però subito aggi[...]

[...]rafia: vastissima è la letteratura al riguardo. Qui ci si limita a poche indicazioni indispensabili fra quelle più significative sotto il profilo storiografico.

Il testo del documento leoniano sta nella raccolta Le encicliche sociali dei papi, a cura di I. Giordani, Roma 1965; mentre l'edizione critica si trova in L'enciclica fìerum Novarum, a cura di G. Antonazzi, Roma 1957, integrata da F. Lombardi, La 'Civiltà Cattolica' e la stesura della Rerum Novarum. Nuovi documenti sul contributo di p. Liberatore, in “Civiltà Cattolica”, 1982, q. 3161, pp. 47176. Per la eco suscitata dalla pubblicazione, si veda L. Brunelli, La Rerum Novarum nei giudizi della stampa del tempo, in “Studium”, 78 (1982), pp. 46785.

Per un panorama del pensiero sociale dei cattolici nella seconda metà dell’Ottocento e del primo Novecento, servono: AA.VV., Nel 40° anniversario della Rerum Novarum, Milano 1931; J. Villain, L'insegnamento sociale della Chiesa, Milano 1957; AA.VV., Aspetti della cultura cattolica nell'età di Leone XIII, a cura di G. Rossini, Roma 1961;

G. De Rosa, Dal cattolicesimo liberale alla Democrazia Cristiana del secondo dopoguerra, Torino 1979; G. Candeloro, Il movimento cattolico in Italia, Roma 1972; G. Brezzi, Cristianosociali e intransigenti, Roma 1972; AA.VV., Romolo Murri nella storia politica e religiosa del suo tempo, a cura di G. Rossini, Roma 1972; G. Pecorari, Ketteler e Tomolo. Tipologie sociali del movimento cattolico in Europa, Roma 1977; M.D. Ch[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 102

Brano: [...]ro, I repubblicani nell’età giolittiana, Firenze 1978; S. Fedele, / repubblicani di fronte al fascismo 19191926, Firenze 1983 e Storia della concentrazione antifascista 19271934, Milano 1976; A. Garosci, Storia dei Fuorusciti, Bari 1953; G.L. Ragghianti, Una lotta nel suo corso, Venezia 1954; AA.VV., 19451975. Resistenza repubblicana nel trentesimo anniversario della Liberazione; S. Gnani, Da Movimento armato a partito politico, Ravenna 1979.

Rerum Novarum

Con queste due parole latine inizia la notissima enciclica di Leone XIII dedicata alla questione operaia e pubblicata il 15.5.1891 (in tale data pertanto i lavoratori cattolici celebrano ogni anno la loro “festa del lavoro”).

Il documento pontificio, che in un primo momento doveva chiamarsi De conditione opificum, rientrava nel vasto disegno leoniano di raccordare la Chiesa con quel mondo moderno che il predecessore Pio IX aveva condannato in tutte le sue varie espressioni. Ancorché timidamente, segnava da parte dei vertici dell'autorità ecclesiastica la prima presa di coscienza del pro[...]

[...]ia dentro un ambito sociale non più precapitalistico e feudale.

Sotto il profilo politico, poi, innescava per induzione il potenziale dell’associazionismo cattolico che alla Chiesa avrebbe fatto « trovare nelle masse popolari, in via di accesso ai diritti civili, un contrappeso alla politica anticlericale praticata dal “paese legale” della borghesia », secondo le parole dì R. Aubert. Sicché si può dire che Leone XIII, soprattutto col binomio “Rerum Novarum” e laicato cattolico organizzato, rivelava un profondo senso della storia e una sicura percezione del cammino della società, quali nessuno dei suoi predecessori aveva mai dimostrato di possedere.

Infatti, dopo le fallite speranze nel 1887 duna conciliazione con la nuova Italia, egli lasciava intravvedere un capovolgimento di tattica politicoreligiosa; vale a dire che soggetti privilegiati dell’attenzione della Chiesa cessavano d’essere i monarchi e diventavano invece i popoli. Si inaugurava insomma da parte della gerarchia cattolica la tendenza di appoggiarsi sulle masse per far pressione [...]

[...]li. Si inaugurava insomma da parte della gerarchia cattolica la tendenza di appoggiarsi sulle masse per far pressione sui governi, senza escludere lo strumento parlamentare laddove risultasse possibile e opportuno per conquistare dal basso le strutture dello Stato. È ben vero che Leone XIII, al momento, non ne percepiva forse tutte le possibili conseguenze e complessità, ma in questa linea scorgeva la « ricristianizzazione » della società. E la “Rerum Novarum”, come s’è detto, ne era l’importante premessa.

Contenuto deH’enciclica

Laboriosa la sua formulazione, durata qualche anno. Il testo definitivo risultava essere la seconda redazione dello schema del cardinale Zigliara, riveduto da padre Liberatore e dal cardinale Mazzella. Semplice l'intelaiatura di fondo: di fronte agli opposti orientamenti sociali del tempo (entrambi condannati), che andavano da un estremo liberalismo individualistico a un estremo socialismo collettivistico, l'enciclica enucleava gli elementi e i principi d'una soluzione cattolica nella triplice opera della Chiesa, de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 58

Brano: [...]ioso: alla rivoluzione si sostituisce la riforma, alla lotta di classe la solidarietà che abbraccia tutte le classi, al socialismo la democrazia: la democrazia la quale è una sola ed è nell'intima sostanza sua, naturalmente, prò* fondamente cristiana *.

Il « Programma sociale » del 1899

Si giunse così ai dodici punti del « Programma sociale della Democra

zia cristiana », pubblicato a Torino il 15.5.1899, nell’ottavo anniversario della « Rerum Novarum », che apre la serie delle dichiarazioni programmatiche ufficiali, di cui riportiamo qui accanto gli elementi essenziali, sino alla ricostituzione del partito al momento della caduta del fascismo.

Primo schema programmatico dei democratici cristiani

(Programma di Torino. 1899)

1) * Costituzione di associazioni professionali.

2) Rappresentanza proporzionale dei partiti nelle elezioni politiche e amministrative.

3) Referendum.

4) Largo decentramento amministrativo.

5) Leggi protettive del lavoro.

6) Efficace tutela degli interessi agricoli della piccola proprietà, n[...]

[...]rietà, distruzione

o rinnovamento radicale delle strutture politiche e sociali esistenti, abolizione della rendita fondiaria, conquista del potere da parte de! popolo lavoratore).

L'interclassismo, la rassegnazione (« Che vi siano sempre ricchi e poveri è naturale », scriverà don Sturzo sin dal 1901 su\VAlmanaccomanuale democratico cristiano) e la collaborazione tra capitale e lavoro su cui ritorneranno tutte le encicliche sociali, dalla « Rerum Novarum » alla Quadragesimo anno di Pio XI (1931) e poi alle stesse Mater et Magistra di Giovanni XXIII (1961) e Populorum progress io di Paolo VI (1967), restano la base fondamentale su cui si muovono quasi tutte queste pur generose rivendicazioni programmatiche.

Anche il sistema bicamerale poggia sul compromesso: una Camera dei deputati eletta a suffragio universale e con il sistema proporzionale, e

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 709

Brano: [...]ersità Gregoriana. Probabilmente proprio il soggiorno romano lo aiutò a formarsi una più consistente cultura politicosociale, maturata con la frequenza di centri e circoli cattolici e con l’amichevole sodalizio di uomini come Romolo Murri (v.) e Giuseppe Toniolo che, in quegli anni, andavano ricercando una possibile mediazione per il mondo cattolico tra osservanza del “non expedit” e impegno pubblico.

Soprattutto la riflessione sull'enciclica Rerum Novarum (v.) che, all’inizio degli anni Novanta, aveva acceso l'animo di molti cattolici, contribuì a predisporre Luigi Sturzo alle future battaglie politiche. « Destò gran

meraviglia — scriverà qualche anno dopo — quando questo vecchio di circa 82 anni pubblicò l'enciclica [...] sulla condizione degli operai, e parve allora, nell'agitarsi delle teorie che presiedettero allo sviluppo di questa nuova corrente sociale, parve quasi socialistica, e persino i governi ancora liberali, neU'anima loro borghese, la temettero ».

In effetti la “Rerum Novarum” aveva dato piena legittimità a quei cattolici [...]

[...]buì a predisporre Luigi Sturzo alle future battaglie politiche. « Destò gran

meraviglia — scriverà qualche anno dopo — quando questo vecchio di circa 82 anni pubblicò l'enciclica [...] sulla condizione degli operai, e parve allora, nell'agitarsi delle teorie che presiedettero allo sviluppo di questa nuova corrente sociale, parve quasi socialistica, e persino i governi ancora liberali, neU'anima loro borghese, la temettero ».

In effetti la “Rerum Novarum” aveva dato piena legittimità a quei cattolici che, impossibilitati a un impegno direttamente politico, lungi dall'accarezzare ormai impossibili restaurazioni temporalistiche si erano volti all'impegno sociale. Così il giovane sacerdote, ancor prima d’aver completato gli studi teologici (si sarebbe laureato nel 1898), nelle frequenti visite alla città natale si premurò di stringere contatti col movimento cattolico organizzato nell’Opera dei Congressi e di passare subito all’azione nella sua terra.

A lui si dovette la prima diffusione, nell’isola, della piccola cooperazione di credito Raiff[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 56

Brano: [...]tito autonomo dei cattolici italiani, che si definirono « popolari » e non « democratici cristiani »; ma nell’ultimo decennio del secolo scorso, sull’ondata di accese discussioni, di appassionate polemiche e di iniziative non prive di coraggio, anche se in grande misura contraddittorie e velleitarie, suscitate negli ambienti cattolici dalla pubblicazione deirEnciclica di Leone XIII « de condictione opificum » (sulla condizione operaia), ossia la Rerum Novarum (v.) del 15.5.1891, e ciò poco più di un anno prima della nascita, a Genova, dopo una faticosa gestazione, del Partito dei Lavoratori Italiani (16.8.1892) che l’anno successivo, al Congresso di Reggio Emilia, avrebbe preso il nome di Partito Socialista Italiano.

Tra queste due serie di eventi, di eccezionale rilievo storico, il nesso non è soltanto occasionale. Il movimento sociale cattolico italiano, che si richiamerà alla tematica di una democrazia definita « cristiana »

in contrapposizione polemica con tutto lo sviluppo della società moderna, sorta dalla rivoluzione francese e consol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 57

Brano: [...]non solo inevitabilità, dejJe sperequazioni sociali; il diritto divino alla proprietà della terra e dei mezzi di produzione; il superamento della lotta tra capitale e lavoro attraverso l’azione professionale gerarchica, la « corporazione cristia

na »; la collaborazione di classe appena mitigata dal dovere della carità suggerito agli abbienti sul terreno morale e religioso). Non per nulla, l’idea più impegnativa che usciva dalle pagine della « Rerum Novarum » era quella di uno Stato a struttura corporativa, quale si era venuto formando in pieno medioevo, in stridente contrasto con tutto

lo sviluppo deH’economia moderna, ma sempre riaffiorante negli strati più retrivi della nuova borghesia capitalistica e fatto poi proprio dal regime fascista, non senza approvazioni e consensi da parte del Vaticano e della sociologia cattolica ufficiale (v. Corporativismo fascista).

È stato giustamente osservato, a questo proposito, che non pochi fra i fondatori dei primi movimenti cristiani di orientamento sociale provenivano dalle file dell’aristocrazia, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 691

Brano: [...]stanza « metapolitica », di forte e radicata ispirazione religiosa e morale, negli ambienti cattolici della gioventù e, sia pure indirettamente, dei lavoratori.

Azione di propaganda

Caratteristica, in questo senso, l’azione di « volantinaggio » (strumento preferito e peculiare del gruppo, che non ebbe alcun regolare foglio

clandestino) in occasione della Quadragesimo Anno, cioè dell’Enciclica con cui Pio XI, nel 1931, volle celebrare la Rerum Novarum, aggiornandone i principi sociali con qualche velata simpatia per l’ordinamento corporativo instaurato in Italia.

Il manifestino allora diffuso si rivolgeva infatti ai cattolici convenuti a Roma, e diceva fra l'altro: « I rappresentanti diretti dei lavoratori cattolici italiani non sono fra di voi. La tirannide politica, nonostante ogni buon volere del Vaticano, tiene lontani dalle vostre assisi anche quei pochi, che il carcere e l’esilio hanno risparmiato ».

Un successivo indirizzo, che recava un titolo assai sintomatico: Cristo Re e il Popolo Il Popolo e Cristo Re, affermava drastica[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 169

Brano: [...]io e Problemi del lavoro).

Decisamente contro il riformismo furono invece Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci (v.) con il gruppo dell’“Ordine Nuovo” che, collegandosi alla Terza Internazionale (v.), sostennero la necessità di un'azione rivoluzionaria e della dittatura del proletariato.

In campo cattolico, un autorevole riconoscimento ufficiale del riformismo nei rapporti sociali può essere fatto risalire a Leone XIII che, con la sua enciclica Rerum Novarum (v.) del 1891, mirò a far assumere alla Chiesa funzioni di guida civile e politica nel mondo moderno, oltre che religiosa e morale. Un importante aspetto del riformismo cattolico può essere considerato il corporativismo, concezione collaborazionista e interclassista alla quale si ispirò anche il fascismo (v. Corporativismo fascista).

Visto dalla parte della borghesia liberale, il riformismo significa fondamentalmente la creazione di un libero mercato e un allargamento della base di partecipazione attiva dei cittadini alla gestione degli affari pubblici. Nel sistema democraticoparlamentare [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 4Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...] in; A.N.C.R.; Armir; Belgio; Berane; Bergamo, Divisione; Cecoslovacchia; Cefalonia; Comando militare truppe alla montagna; Corfù; Corpo italiano di liberazione; Corsica; Creta; Egeo, Mare; Gandin, Antonio; Grecia, Resistenza italiana in; Guardia di finanza; Jugoslavia; Jugoslavia, Italiani in; Lero; Mascherpa, Luigi; Rodi; T.I.M.O..

Basso Lelio L. Ba.

Aventino; Movimento di unità proletaria.

Bedeschi Lorenzo L.Bed.

Mazzolari, Primo; Rerum Novarum; Sinistra cristiana; Spataro, Giuseppe; Tambroni, Ferdinando; Tupini, Umberto; Va noni, Ezio.

Begozzi Mauro M.Be.

Steiner, Albe.

Bellone Sergio S.Bel.

Susa, Sabotaggi in Valle; Susa, Valle di.

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Rerum Novarum, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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