Brano: [...]tta felice seduta davanti ai monumenti a farli a pezzi con un martello. E cantarellava tra sé e sé: cc Ve l"ho fatta, zio e zia carissimi! Spero che sia l'ultima volta che mi verrete a seccare qua dentro! ».
Entrando nel suo lussuoso appartamentino d'una camera, Guy si sentì vecchio e stanco. Si rendeva conto che Isabella non avrebbe ancora avuto bisogno di lui per molto tempo, ben presto sa rebbe stata avviata a sfere che oltrepassavano il suo raggio. C'erano tanti autentici giovani in grado di far la sua parte, in giro, tipi ai quali non capitava di sentirsi stanchi o seccati nel bel mezzo di una festa, come faceva lui. Improvvisamente, sul tappeto, scorse una lettera scritta nella calligrafia rozza che gli era familiare. Per un momento gli girò la testa e si appoggiò alla parete. Impossibile seguitare così, a caccia di quattrini, per sempre. Per questa volta, forse, poteva procacciarsene da Isabella, in fondo gran parte del successo lo doveva a lui, ma questo non avrebbe fatto che affrettare la rottura inevitabile con lei. E, anche se a[...]
[...]me faceva lui. Improvvisamente, sul tappeto, scorse una lettera scritta nella calligrafia rozza che gli era familiare. Per un momento gli girò la testa e si appoggiò alla parete. Impossibile seguitare così, a caccia di quattrini, per sempre. Per questa volta, forse, poteva procacciarsene da Isabella, in fondo gran parte del successo lo doveva a lui, ma questo non avrebbe fatto che affrettare la rottura inevitabile con lei. E, anche se aveva il coraggio di mettere a tacere questa, ce n'erano tante altre richieste di denaro, in altrettante diverse scritture rozze, che tutto il sentimentalismo del passato diventò paura. Rimase a lungo nell'ampia vasca verde, poi si mise a sedere di fronte allo specchio duplice per compiere una complicata manovra di creme e ciprie. Finalmente, indossò una vestaglia di seta bianca e rossa, e appese nel guardaroba la parrucca ed il costume di Chatterton. Quanto gli sarebbe piaciuto che Chatterton fosse lì per farci due chiacchiere. Poi, si diresse all'armadietto bianco dei medicinali, e ne tolse una boccetta di l[...]
[...] su casse da imballaggio chiuse. Di, tanto in tanto, guardava gli epitaffi con uno sguardo di muto appello, ma pareva non trovare mai úna risposta. Sempre meno finse di leggere ed ascoltare buona musica, anzi per mesi e mesi a malapena metteva il naso fuori di casa.
Un pallido sole di aprile brillava sul selciato umido di High Street, gettando una luce tenue e malinconica sulle pozzanghere di pioggia che s'erano formate qua e lá tra i ciottoli. Raggio ingannevole, però, poiché il vento soffiava gelido. Miss Thurkill si strinse addosso la toga professorale sull'esile persona, mentre usciva dalla sala di conferenze, e si affrettò verso il Caffè Erica. Voltando l'angolo, presso la libreria Strachan, scorse la moglie del Preside che avanzava verso di lei. Malgrado la temperatura gelida, la vecchia signora si moveva lentamente, perché l'amara messe invernale di influenza e bronchite le aveva indebolito il cuore; ora, pareva grassa e vacillante come i suoi bulldogs.
« Ha avuto la nomina a Londra ? » gridò — domanda crudele, perché conosceva ben[...]