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Il segmento testuale R.A.P. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 712

Brano: [...]avera. Di conseguenza i Comandi partigia

ni si accinsero a decongestionare i grossi nuclei di combattenti precedentemente fatti affluire in città.

La battaglia

La basi partigiane erano annidate tra le rovine causate dai bombardamenti aerei dell’Ospedale Maggiore e del Macello, in un’area che da Porta Lame s’incuneava fin nel centro cittadino.

Ricostruendo i fatti dalla relazione del Comando della 7a Brigata G.A.P. « Gianni » e da due rapporti delle autorità fasciste (il questore di Bologna Marcello Fabiani e il capitano Alberto Noci, comandante del Reparto d’assalto e di polizia o R.A.P. che partecipò agli scontri) è possibile ricostruire il quadro delle fasi salienti della battaglia.

Al mattino del 7 novembre venne predisposto un rastrellamento in una zona che lambiva l’area partigiana. All’operazione, iniziata alle 5,30, parteciparono 50 uomini del R.A.P., 150 militi delle Brigate nere e 50 elementi della Gendarmeria tedesca. Venuti a contatto alcuni partigiani con rastrellatori, partirono le prime raffiche di mitra e colpi di moschetto.

« Fu subito circondata la zona — riferirà

il comandante fascista del R.A.P. — e aperto un fuoco concentrico di armi automatiche leggere e pesanti e di mortaio leggero sulle case ove erano asserragliati » i partigiani. Questi ultimi, aggiungerà il questore, « non permisero il compimento dell’azione [dei nazifascisti] che si ridusse ad un serrato fuoco di fucileria e di armi automatiche dall’una e dall’altra parte ». Tanto, continuava, che « alle ore 11 la situazione era ancora immutata » e, allora, « ad un reparto di SS si era aggiunta anche una compagnia della Guardia Nazionale Repubblicana ».

Porta, Guido

N. a Savona 1*1.1.1904; meccanico. Attivo, insieme ad A[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 713

Brano: Porta San Paolo

Le macerie dell’Ospedale Maggiore, centro di resistenza dei partigiani nella battaglia di Porta Lame

Sul posto si era nel frattempo portato anche il comandante tedesco della piazza, il maggiore delle SS Gold. Alle 13 le posizioni partigiane « non si erano ancora potute espugnare » e, affermerà nel suo rapporto il Comandante del R.A.P., « gli ufficiali tedeschi presenti mandavano a prendere un cannoncino anticarro e un carro armato 88 della Flak per demolirle ». La resistenza dei partigiani continuò.

« Alle 15,30 — scriverà il questore, — grazie all’impiego dei nuovi mezzi, una delle due case veniva semidistrutta ma ì difensori, per un passaggio coperto, si riunivano a quelli della casa vicina che si presentava ancora più difficilmente espugnabile, simile ad una vera casamatta, seminterrata e circondata da ogni parte da un fossato ».

Poiché la situazione stava diventando insostenibile per i 75 partigiani che combattev[...]

[...]o venne fissato per le 18 e 45. L’obiettivo era di rompere la tenaglia intorno alla base che era stata attaccata dal mattino e di sopraffare, in vari punti prestabiliti, le forze nazifasciste che partecipavano all'attacco. Anche questa parte del piano andò a buon segno: i nazifascisti, colti di sorpresa, non seppero contenere l’azione e volsero in fuga.

Il questore riferirà che si erano avuti accaniti duelli di fucileria, ma il comandante del R.A.P. dirà più esattamente: « Verso le 23 mi sono recato ancora sul posto con alcuni dei miei uomini per una ispezione. Giunto a Porta Lame sono stato fatto segno ad una violenta sparatoria di mitra e moschetti. Si trattava di altri partigiani (dal volume di fuoco penso fossero almeno un centinaio) provenienti da un'altra parte, con evidente intenzione di portare aiuto a quelli già sgominati. Erano dislocati in profondità entro via Lame, nascosti dietro le colonne, e a ovest di detta via fra le macerie e dentro le case fino a Porta S. Felice. Difatti il mio torpedone è rimasto sotto il fuoco da via[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 19

Brano: Alba, L’

Partigiani in Alba prima dell’attacco fascista (autunno 1944)

berti. Il nemico era forte di parecchi reparti della Guardia nazionale repubblicana, di tutti i R.A.P. (Reparti Antipartigiani) del Piemonte, delle brigate di Torino e di Cuneo, del gruppo corazzato « Leonessa », della « X Mas », di un gruppo di artiglieria da 105 e di un altro da 75. L’organizzazione Franchi, a Torino, era venuta a conoscenza del piano nemico e, al di là del Tanaro, gli informatori controllavano i movimenti delle formazioni con le quali tra breve si sarebbero misurati i difensori di Alba.

Ormai, si sapeva che i fascisti si proponevano di gettare un ponte di barche sul Tanaro, nella zona di Roddi, allo scopo di investire la città da ovest; e un altro ponte presso Costigliol[...]

[...]vanzare concrete proposte a nome del

lo stesso Mussolini.

Prima di recarsi al secondo convegno, Mauri riferì a Duccio Galimberti e a Gino Baracco del Comando militare regionale piemontese (v.)f e questi ne approvarono la

condotta intransigente. Il colloquio con Zerbino, che aveva al suo fianco — fra gli altri — il federale di Torino, Solaro, ebbe risultato negativo; minacce e lusinghe fasciste non cambiarono l’atteggiamento radicale del rappresentante partigiano, il quale, sicuro dei propri uomini e interprete dell’animo dell’intera popolazione di Alba, affermò che la città non sarebbe mai stata ceduta in virtù di un compromesso. Intorno ad Alba erano state costituite due linee: una di sicurezza e un’altra di resistenza, mentre lo schieramento era diviso in due settori: uno a occidente, al comando del tenente Renzo Cesale; l’altro a oriente, agli ordini del professore Giuseppe Toso, comandante della Brigata « Canale ». Il distaccamento garibaldino di Michel costituiva la riserva, e lungo il Tanaro vi erano altre forze che contro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 566

Brano: [...]tazione dalle due parti. Nel pomeriggio, con audace colpo di mano su una postazione fascista, un nucleo partigiano riuscì a impadronirsi di una stazione radio, a distruggere due automezzi e a conquistare notevole quantità di armi. AI calare della notte la battaglia venne sospesa.

Alle prime ore dell’indomani (7.3) i fascisti ricevettero di rinforzo da Asti, Alba e Moncalieri migliaia di uomini delle Brigate nere « Muti » e « Leonessa », dei « R.A.P. » e « R.A.U. », raggiungendo una schiacciante superiorità numerica e di armamento sui partigiani. Verso le 11 i fascisti attaccarono il grosso della Divisione « Autonoma » e del Battaglione Matteotti « Cartello Bernardo »: alcuni carri armati, dopo un fuoco concentrato, riuscirono a sfondare le linee degli «autonomi»; questi si trovarono così costretti a ripiegare, lasciando nella zona soltanto la Brigata « Canale » che fin dall’inizio del combattimento si trovava a Santo Stefano Roéro. Il Battaglione Matteotti, non potendo a sua volta tenere le posizioni, si ritirò su quelle della divisione.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 173

Brano: [...]giane e il Comando tedesco fu stipulato il seguente trattato di resa:

Biella, addì 2 maggio 1945.

Il generale di Corpo d’armata delle truppe alpine Schlemmer, comandante la LXXV Armata, comunica al colonnello Faumuller di trasmettere a tutte le truppe tedesche e fasciste e relativi comandanti ui tappa, l’ordine e le condizioni di resa convenute con

il superiore Comando alleato e le truppe partigiane.

Con il capitano Patrizio Amoore, rappresentante della Missione militare inglese " Cherokee ”, con il colonnello americano Giovanni M. Breit, con i rappresentanti delle formazioni partigiane di Aosta, Biella e Ivrea: ingegnere Giulio Borei lo rappresentante del C.L.N. di Ivrea, con il capitano Monti (Mautino Felice), comandante della VII Divisione ” G.L. " per il Comando piazza di Ivrea; con Walter (Domenico Briccarei lo) commissario della Zona Biellese fu convenuto quanto segue:

1) Le ostilità fra le truppe tedesche del Comando generale la LXXV Armata, Divisione Alpina e Gruppo di battaglia Aosta (2 batterie alta montagna), Comandi di tappa tedeschi del Piemonte e della Liguria con altre piccole unità di truppa provenienti da armate e da truppe di campagna (genio, salmerie, ecc.), truppe fasciste, residui delle divisioni Monte Ros[...]

[...] commissario della Zona Biellese fu convenuto quanto segue:

1) Le ostilità fra le truppe tedesche del Comando generale la LXXV Armata, Divisione Alpina e Gruppo di battaglia Aosta (2 batterie alta montagna), Comandi di tappa tedeschi del Piemonte e della Liguria con altre piccole unità di truppa provenienti da armate e da truppe di campagna (genio, salmerie, ecc.), truppe fasciste, residui delle divisioni Monte Rosa e Littorio, Brigate Nere e R.A.P., Comandi fascisti di Torino (prefetto di Torino Grazioli, generale Adami Rossi) e le truppe alleate ed annesse formazioni partigiane italiane dall’altra vengono a cessare immediatamente.

2) Contemporaneamente queste zone (Piemonte e Liguria) vengono occupate da formazioni partigiane e in tutte le località il comando di queste zone viene affidato al C.L.N..

3) Le truppe tedesche e fasciste verranno concentrate in località destinate dai C.L.N. e le truppe alleate provvederanno per due

o tre giorni al vettovagliamento composto di carne, grassi e pane che verrà preparato dalle truppe ste[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 261

Brano: [...]ella Divisione « Cuneense » impiegata dal governo fascista sul fronte russo (v. Don, Italiani sul). Tuttavia sorsero e si affermarono ugualmente forti formazioni partigiane. In questo piccolo rettangolo di colline combatterono fianco a fianco unità di diversa ispirazione politica: gli autonomi (di orientamento monarchico), i garibaldini del P.C.I., le formazioni « Matteotti » del P.S.I. e quelle di « Giustizia e Libertà» (Partito d’Azione).

I rapporti tra queste diverse forze partigiane furono sostanzialmente schietti e quasi sempre cordiali. Non mancavano però motivi di contrasto, specie tra gli autonomi e i garibaldini, sulla questione costituzionale, sull’impostazione della propaganda politica e anche in materia di armamento. Non lievi motivi di attrito derivavano dalla questione dei rifornimenti, per il fatto che i lanci aerei giungevano di norma

abbondanti agli autonomi, in misura discreta ai giellisti (negli ultimi mesi di lotta) e in quantità pressoché irrisoria alle formazioni « Matteotti » e alle garibaldine. In qualche ca[...]

[...]cito scioltosi l’8 settembre. Il numero delle azioni aumentò con il rafforzarsi delle formazioni partigiane e queste raggiunsero il loro maggiore sviluppo dopo l’estate del 1944.

I tedeschi avevano impiegato nella zona l’intera 34a Divisione, nonché reparti di S.S. e altre unità della Wehrmacht. A questi si aggiungevano le Brigate nere del Piemonte e della Liguria, la Decima Mas (v.), i reparti specializzati per la repres

sione partigiana (R.A.P.), i reparti scelti di arditi ufficiali (R.A.U.), il Raggruppamento « Cacciatori degli Appennini » e la Divisione alpina « Monte Rosa », appositamente addestrata in Germania.

A queste forze l’antifascismo poteva opporre 6.0007.000 uomini, ben inquadrati ma dotati soltanto di armi leggere e di qualche mortaio.

Gli effettivi partigiani erano così distribuiti: I Divisione Autonoma « Langhe » e II Divisione Autonoma « Langhe » del 1° Gruppo Divisioni Alpine; VI Divisione Garibaldi « Langhe »; 48a Divisione Garibaldi « Langhe »; Gruppo garibaldino autonomo « Lupo »; X Divisione « G.L. »; III [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine R.A.P., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascisti <---G.L. <---fascista <---Brigata G <---Brigate nere <---fasciste <---italiane <---nazifascisti <---Brigata G A P <---G.A.P. <---Monte Rosa <---R.A.U. <---S.A.P. <---nazifasciste <---Aldo Tambini <---Amilcare Lunar <---Annibaie Ballarmi <---Armate in Italia <---Bibliografia <---Bologna Marcello Fabiani <---Borello Giulio <---Borgata Val Mella <---Brigata G L <---Brigata S <---Brigata S A P <---Brigata SAP <---Brigate Nere <---C.L.N. <---C.U.M.E.R. <---Cacciatori degli Appennini <---Capitano Mautino Felice <---Capitano Patrick Amoore Capitano Mautino <---Cima di Porlezza <---Dionino Del Cielo <---Divisione Alpina <---Divisione Garibaldi di Nanni Latilla <---Divisione Matteotti <---E.M.M. <---Enrico Martini Mauri <---Est-Cisa <---Ettore Muti <---Fermo Ognibene <---Francesco Isola <---G.A.P <---Garibaldi di Nanni <---Garibaldi di Rocca <---Generalstab Capitano Patrick Amoore <---Gilberto Carmi <---Gino Baracco del Comando <---Gino Costa <---Giovanni M <---Giovanni M Breit <---Giuseppe Del Nevo <---Giuseppe Moli <---Giuseppe Selva <---Gruppo di Armate <---Guardia Nazionale Repubblicana <---I Divisione Autonoma <---Italia libera <---La prima <---Leonardo Tarantini <---Leone Borrini <---Lino Benci <---Livia Bianchi <---Livio Agostini <---Luigi Brunacci <---Marcello Pini <---Mario Betti <---Mario Casale <---Mario Olivio <---Massimiliano Villa <---Monte Penna <---N.A.T.O. <---Olivier Grenet <---Ottavio Braga <---P.C.I. <---P.S.I. <---Paolo Ce <---Passo del Giogo <---Patrizio Amoore <---Porta S <---Porta S Felice <---Porta San Paolo <---Raggruppamento Brigate <---Renato Ricci <---Renzo Cattaneo <---Resistenza in Italia <---S.I.M. <---S.S. <---SAP <---San Paolo <---Santa Vittoria <---Sergio Bertogalli <---Sud-Europa <---Torino Grazioli <---URSS <---Ubaldo Bertoli <---Umberto Pestarini <---Val Gorzano <---Villa Miraglio <---Walter Grassi <---Zona libera <---antifascismo <---antifascista <---antifascisti <---artigiane <---collaborazionisti <---comunista <---dell'Ufficio <---eroismo <---fascismo <---giellisti <---italiana <---italiani <---italiano <---lista <---nazista <---paracadutisti <---sbaragliano