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La crisi del Mezzogiorno

Alla caduta del fascismo il Mezzogiorno si presentava ancora in condizioni di accresciuta arretratezza economica e sociale rispetto alla situazione del Nord, una arretratezza strettamente connessa, del resto, al tipo di sviluppo industriale impresso dal regime fascista all’Italia settentrionale e del quale rappresentava, anzi, l'indispensabile polo negativo (v. Meridionale, Questione) .

Agli inizi degli anni Quaranta I Italia meridionale era ancora organizzata sulla base di vasti latifondi e di una piccola, frazionatissima proprietà contadina, i cui elementi comuni erano rappresentati da un’intensità di capitale estremamente bassa e da un sistema di cultura alquanto primitivo. Il latifondo era coltivato di solito con i metodi dell’azienda agricola capitalistica e con l’impiego di salariati, mentre la piccola proprietà era effettivamente autonoma solo in limitate zone, caratterizzate da agricoltura di tipo intensivo; per la massima parte essa era invece così precaria da non poter assicurare neppure un reddit[...]