Brano: Mantova
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La Provincia di Mantova !
GIORNALE DELLA DEMOCRAZIA SOCIALE
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no Maggio 1803.
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La prima pagina del numero delI’1.5.1893 del quotidiano la Provincia di Mantova, organo della Federazione mantovana operai e contadini
tari e di comuni, nonché nell’imponente movimento sindacale e cooperativistico. Esso subì però anche gravi lacerazioni per la presenza dei movimenti scissionisti capeggiati da Enrico Ferri, Ivanoe Bonomi e Gerolamo Gatti che, in varia misura, volevano indirizzare il movimento socialista verso forme di « democrazia rurale » principalmente fondata sui ceti medi agricoli e sul principio della collaborazione di classe.
Una certa unità si ricostituì solo di fronte alla Prima guerra mondiale, con l’assunzione di una posizione « neutralist[...]
[...]tà di rinnovamento delle masse nel dopoguerra e nell’ostacolare l’ascesa del fascismo.
Periodo fascista
Le « giornate rosse » mantovane del dicembre 1919 (delle quali parlò tutta la stampa nazionale) rivelarono semplicemente uno stato di tensione delle masse contadine che non trovarono una guida negli organismi sindacali e politici del tempo. Tardivo fu pure il movimento degli Arditi del popolo (v.). Nella primavera del 1921 ormai l’intera provincia dì Mantova era succube delle squadre fasciste locali, fami
gerate quanto quelle di Ferrai, Cremona e Ravenna.
Il vero fascismo, il fascismo « agrario » diretto dai grandi proprietari terrieri che si servivano come massa d’urto degli ex fittavoli appena arrivati al possesso della terra e del sottoproletariato agricolo, ricacciato dalla città in campagna a seguito della crisi economica, apparve allorché circa 300 squadristi di Carpi, Ferrara e Verona diedero l’assalto alla Camera del lavoro di Poggio Rusco. I fascisti trasformarono poi questo villaggio in un loro caposaldo, facendo da qui partire le[...]
[...]omunisti, 2 popolari, 2 anarchici e 1 indipendente.
Durante il periodo fascista rimase profondamente radicata nelle masse la tradizione socialista, favorendo molteplici forme di resistenza spontanea e individuale ma senza dare frutti nel campo dell’iniziativa organizzata. Segni manifesti di opposizione al fascismo vennero soprattutto da alcuni gruppi comunisti che mantennero legami cospirativi con centri di direzione situati al di fuori della provincia di Mantova. Dalle condanne del Tribunale speciale risulta che a Suzzara e dintorni, nel 1931, si erano costituite tre cellule comuniste, 16 membri delle quali vennero condannati a circa 60 anni complessivi di carcere.
Nel 193435 venne individuato dalla polizia fascista un nucleo di comunisti di Gonzaga e di Pegognaga, i cui componenti furono arrestati in quanto aderenti a organizzazioni comuniste clandestine operanti in Emilia.
Nel corso del ventennio vennero inviati al confino 52 antifascisti mantovani, mentre nei vari tribunali subirono condanne complessivamente 369 oppositori al regime.
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