Brano: [...]i antifascisti di diverse correnti, compresi gli stessi dirigenti anarchici come Malatesta, deplorarono pubblicamente l’attentato, ma alcuni lo fecero in modo tale da rivelare più che altro il desiderio di non rimanere personalmente coinvolti nelle corresponsabilità morali.

Fermo e dignitoso fu l’atteggiamento dei riformista Filippo Turati e così quello di Antonio Gramsci. Il primo, commemorando il 2 aprile le vittime del Diana, al teatro del Popolo di Milano, disse tra l’altro: « Gli assassini, si sa, non hanno partito: perché ogni partito prudentemente li rigetta da sé, anche se contribuì a suscitarli. E le vittime a maggior ragione non hanno partito... Si dice: Ma questo eccidio è stato eccezionale, è stato veramente eccessivo! Vi è dunque una dosatura per la quale l’uccidere poco è lecito e perdonabile, e solo l’uccidere molto diventa ignominioso? La vita umana allora soltanto è sacra, quando l’attentato è collettivo e le bare si allineano in fila come i grani di un rosario?

Anche si dice certamente: Erano degli innocenti! Erano balde spera[...]