Brano: Pirelli, Famiglia
sti settori, la Pirelli si assicurò una percentuale dei rifornimenti bellici dell'80% (cfr. Pirelli e C. nel suo cinquantenario 18721922, Milano 1922).
La guerra comportò inoltre il dimezzamento nei rifornimenti di carbone e, per far fronte alle necessità belliche, Je industrie italiane dovettero ricorrere all'energia idroelettrica, moltiplicando così la domanda interna di cavi per il trasporto di elettricità. Per far fronte alle richieste del mercato, l'occupazione negli stabilimenti milanesi del gruppo salì, nel 1918, a oltre
12.000 unità, soprattutto per l’espansione del nuovo stabilimento della Bicocca.
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[...]esi del gruppo salì, nel 1918, a oltre
12.000 unità, soprattutto per l’espansione del nuovo stabilimento della Bicocca.
L'inflazione bellica, ma anche gli ingenti profitti realizzati attraverso l’espansione produttiva, fecero salire il capitale della Società da 21 milioni nel 1914 a 40 milioni nel
1919. Né veniva meno in quegli anni l'espansione della Società all'estero: nel 1917 furono costituite la Productos Pirelli di Barcellona e la Pirelli S.A. Platense per la gestione di stabilimenti in Argentina; nei 1919 e ’20 la Pirelli Ltd. acquistò due piantagioni di gomma, rispettivamente a UIu Tiram vicino a Singapore e a Boenisari nell’isola di Giava.
AI termine del conflitto risultò evidente che l’assetto societario avrebbe dovuto essere rinnovato per far fronte alle nuove dimensioni acquistate dal gruppo: nel 1920 la Pirelli e C. acquisì carattere di società finanziaria per la gestione delle partecipazioni azionarie della famiglia Pirelli nel gruppo; la produzione in Italia fu raggruppata nella Società Italiana Pirelli con capitale [...]
[...] rosso », dalle conqui
ste sindacali agli irrisolti contrasti tra massimalismo e riformismo, anche in questo complesso caratterizzarono la condotta del movimento operaio.
Secondo quanto ricorderà Alberto Pirelli nel già citato volume di memorie, in occasione dell'occupazione delle fabbriche (1920) il capo della Commissione interna, nell'annunciare alla Direzione la presa di possesso degli stabilimenti, dichiarò di augurarsi che la famiglia Pirelli sarebbe rimasta alla guida degli stabilimenti anche dopo la costituzione della repubblica dei soviet in Italia. (p. 27).
Complessa fu l’azione della famiglia Pirelli nel periodo successivo: ella favorì e finanziò lo squadrismo fascista, ma fino al 1925 mantenne rapporti con la Camera del lavoro, rimpiangendo le relazioni intrattenute con Filippo Turati nell’anteguerra. Il 13.10.1922, comunque, Alberto insieme al senatore Ettore Conti, ai deputati Stefano Benni, Gino Olivetti e Raimondo Targetti (presidente degli industriali), si rivolgeva al prefetto di Milano Alfredo Lusignoli, chiedendo un[...]
[...]quidazione delle indennità di guerra; del Bureau International du Travail; della Commissione economica della Società delle Nazioni. Sarà anche presidente della Camera di commercio internazionale e dell'istituto nazionale per l'esportazione, ministro plenipotenziario di Stato, e così di seguito.
A più riprese Benito Mussolini, in particolare dopo il delitto Matteotti, avrebbe offerto ad Alberto Pirelli un incarico ministeriàle. Ma, riferirà il Pirelli stesso in Dopoguerra 19191932 Note ed Esperienze (Milano, 1961, p. 67), ogni volta il capo del fascismo avrebbe incontrato un rifiuto. Evidentemente il Pirelli si considerava un industriale che, pur prestando occasionalmente servizi al governo, non doveva identificarsi con la funzione politica e, pur sostenendo il fascismo, doveva mantenere nei confronti del regime una certa libertà di azione e di giudizio.
Fondatore e presidente de\\'Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano, sembra che egli avesse sconsigliato sia la guerra d'Etiopia che, nel 1940, l'entrata in guerra a fianco della Germania (V. Fustagno P. Ostellino, A. Pirelli, in « Pirelli » n. 5/8 1971).
Dal 1932 alla II guerra mondiale
Nel 1932, dopo la morte del ca[...]