Il segmento testuale Pino Budicin è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 124
Brano: [...]liani aggregatisi all’Esercito popolare di liberazione fin dal 1943); Luciano Simetti, commissario; Benito Turcinovic, vicecomandante; Antonio Buratto, vicecommissario; Bruno Tomini, ufficiale operativo. Nelle 3 compagnie i quadri risultarono composti da Milan Iskra e Giorgio Pascucci, rispettivamente comandante e commissario politico; da Pietro Lorenzetto e Francesco Sponza, Antonio Abba e Riccardo Daveggia.
Nell’aprile 1944 il Battaglione « Pino Budicin » operò intensamente tra Pola, Rovigno e Parenzo: l’11 la 1a Compagnia, che insieme a due compagnie croate del Distaccamento Polese aveva ricevuto il compito di attaccare la caserma dei carabinieri di Antignana, sorprese una colonna motorizzata di nazifascisti che stavano depredando il villaggio di Monfardini e l’assalì, costringendo il nemico a ritirarsi lasciando sul terreno 25 morti e numerosi feriti.
Nell’aprile 1944 l’Istria aveva dato alle file dell’Esercito popolare di liberazione oltre 7.000 combattenti; e la sola Rovigno 150, dei quali 86 italiani.
II 26.4.1944 i nazifascisti d[...] [...]e file dell’Esercito popolare di liberazione oltre 7.000 combattenti; e la sola Rovigno 150, dei quali 86 italiani.
II 26.4.1944 i nazifascisti dettero inizio a un grande rastrellamento che, tra l’altro, doveva portare al mostruoso eccidio di Lipa (v.). Le formazioni partigiane riuscirono infine a sganciarsi e nell’agosto del
1944 poterono procedere a un contrattacco che vide all’avanguardia la Brigata « Vladimir Gortan ». Il Battaglione « Pino Budicin » si distinse nel corso dell’operazione attac
II Battaglione « Budicin » sfila a Pola subito dopo la Liberazione (maggio 1945)
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 673
Brano: [...]chwalbaVid e Augusto Ferri (Bolognese), quest'ultimo già ufficiale
dell’esercito italiano di occupazione. Dal febbraio del 1943 il giornale prese a uscire nella sola lingua italiana [La libertà) e venne diffuso principalmente a Fiume.
In seguito alla massiccia adesione degli istriani alla lotta popolare di liberazione dopo T8.9.1943 e con il costituirsi di varie unità partigiane italiane (Battaglione Fiumano, Compagnia Fiumana, Battaglione Pino Budicin, Compagnia Rovignese, ecc.) il movimento di liberazione ebbe, in parallelo con i giornali croati, anche vari organi “centrali” e locali in lingua italiana, pubblicazioni specializzate per giovani e donne, per i combattenti al fronte e nelle retrovie, largamente diffusi da Fiume a Pola, a Rovigno, Parenzo, Pinguente, Albona e in altre località. Dall’8.12.1943 iniziò le pubblicazioni Il Nostro giornale, portavoce del M.P.L. dell'lstria e successivamente deH'Unione degli italiani dell’!stria e di Fiume; ne furono redattori Antonio Vincenzo Gigante (v.) che si firmava “Ugo”, Andrea Casassa [Andre[...] [...]a delle formazioni
Ai titoli già evidenziati vanno aggiunti il Grido dell’lstria, organo del Comitato istriano (Pola, 1945) e diversi giornali “tascabili” redatti nei reparti combattenti: Gioventù Ardita, della IV Compagnia italiana del
I Battaglione della II Brigata istriana; La nostra strada, della I Compagnia italiana del II Distaccamento partigiano (redattori Egidio Tamaro, Bruno Svich e Antonio Moscarda) ; L'agonia del IV Battaglione “Pino Budicin” della Brigata “Gortan”; Per la libertà e Giornale tascabile rispettivamente della II e della I Compagnia del “Budicin”; Liberi sentieri del Battaglione “Alma Vivoda” (agostodicembre 1944, dintorni di Buie, redattori Sergio BossiMarat e Nevio LonzarVàlmy, ambedue caduti).
Fra i giornalisti partigiani, oltre ai redattori, vanno ricordati Giorgio Privileggio, Narciso Turk (Ciso), Emma Derossi, Lilli Neumann (caduta), Cesco Dessanti (illustratore), Bruno Valenta (caduto), Quintino Bassani (ferito e catturato), Arminio Schacherl, Luciano Bernardi (Magone), Caterina Del Treppo, Giorgio Sestan, [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 479
Brano: [...]lassi, Adrio Galeazzi, Umberto Giuliadori, Marino Grimani, Clemente Profeti, Walter Rossi, Archimede Badaloni, Valentino Gottardi, Romo
lo Raschia, Ennio Raschia, Gino Duca, Augusto Lorenzini, Milziade Marchetti, Mario Torresi, Marcello Bontempi, Antonio Tal evi, Silvio Silvestri, Alfeo Giampieri.
Trieste
Il primo comandante dei G.A.P. triestini fu Natale Colarich (Bozo). Con lui si ricordano Rudi Ursich, Giorgio Frausin, Luigi Facchin, Pino Budicin, Alfredo Valdemarin, Antonio Veluscek [Matevz] e Giovanni Subeli (Jacka), tutti caduti.
Si distinsero altresì Igor Dekleva (Miha), Karel Siskovic (Mitko), Enzo Donini, Francesco Gasperini (Giulio), Giacomo Buttovaz, i fratelli Mat/asic, Semili, Petronio, Tura, Rumich, Pastrovicchio, Krekic, Udovic, Prodan, Pobega, Sorgo, Sojovitz, Postogna, Federico Pahor (Americanetto), Oliviero De Bianch (Americano), Ugo Tommasin (Lupo), Alfredo Tonini (Brontolo), Mario Frausin, Romolo Fissangher, Nuoci, S. Faragona, Ardenia Zancolin, Zorka Grmek, Laura Petracco (Livia), Sergio Cermeli.
I G.A.P. tries[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 215
Brano: [...]'“Ufficio degli Italiani” era stato sciolto e i suoi componenti avevano assunto funzioni dirigenti nelle varie località istriane e nelle formazioni militari. A livello regionale aveva funzionato una Sezione italiana della Commissione di agitazione e propaganda, in dicembre erano iniziate le pubblicazioni de II nostro giornale, al quale si erano aggiunti altri fogli partigiani italiani (v. Stampa partigiana italiana in Istria). Caduto nella lotta Pino Budicin (8. 2.1944, insieme ad Augusto Ferri), gli italiani erano stati rappresentati al Parlamento da Aldo Negri, mentre la loro adesione alla lotta di liberazione e al movimento popolare diventava massiccia. Si sentiva perciò la necessità di incanalare queste forze organizzate nei Comitati popolari di liberazione locali, nelle organizzazioni giovanili e femminili del Fronte unico di liberazione e nelle unità combattenti, anche per affrontare con efficacia i problemi che stavano sorgendo in seguito alla comparsa di forze ostili di vario colore (gruppuscoli di “autonomisti” e “liburnisti” a Fiume, di[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 214
Brano: [...]circa un anno prima a Pisino (v.) col nome di “Ufficio degli Italiani” nell'ambito del primo Parlamento rivoluzionario istriano che, riunitosi appunto in quella cittadina nei giorni 25 e 26.9.1943, sanzionò
il diritto del popolo insorto all'autodeterminazione, all'unione alla nuova Jugoslavia, garantendo alla minoranza italiana tutti i diritti e le libertà nazionali su piede di eguaglianza con i croati. L’“Ufficio degli Italiani” (composto da Pino Budicin, Alfredo Stiglich, Giulio Revelante, Nicola De Simone, Aldo Rismondo, Aldo Negri, Mario Cherin, Giusto Massarotto e Giacomo Urbinz) ebbe il compito di sviluppare l'attività politica fra gli italiani, di coordinare i rapporti con i croati, provvedere agli arruolamenti ecc.. In quella stessa occasione Budicin era stato eletto deputato al Parlamento rivoluzionario della Croazia, ma alla fine di ottobre, con l'irruzione dei tedeschi in Istria che fu messa a
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 282
Brano: [...]l dicembre del 1943 cominciò a operare intorno a Rovigno una compagnia di guastatori al comando di Matteo BenussiCio (che sarà proclamato Eroe popolare jugoslavo). Nel febbraio 1944 caddero i dirigenti politici della lotta Giuseppe Budicin e Augusto Ferri. Nel marzo, dopo alcune spettacolari azioni in città (liberazione dei prigionieri politici, distruzione della Casa del fascio, attacco alla caserma tedesca), nacque la prima Compagnia italiana “Pino Budicin" che, in aprile, divenne battaglione e, in giugno, già contava 400 combattenti. Rafforzato grazie all’afflusso di altri volontari, provenienti anche da Valle, Dlgnano, Parenzo e Pola, il Battaglione “Budicin” passò poi in Slovenia, combattendo valorosamente sul Gorski Kotar e in altre zone, avendo circa 200 caduti. Fra i suoi comandanti furono i rovignesi Simetti, Giorgio Pascucci, Milan Iskra e Arialdo Demartini.
Nel corso della Guerra di liberazione Rovigno diede 500 combattenti all’esercito partigiano e ebbe 206 caduti, di cui 85 italiani.
Bibliografia: T. Quarantotto, Memorie di un [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 281
Brano: [...]a dai nazisti nella Risiera di San Sabba a Trieste), i dimostranti assalirono la Casa del
fascio e distrussero in città tutti i simboli del regime, mentre gli operai cacciavano dalle fabbriche i gerarchi fascisti. Il Comando del presidio militare decretò lo stato d’assedio e seguirono scontri armati, nel corso dei quali cadde Antonio Malusà.
Il 9.9.1943, appena si diffuse la notizia dell’armistizio, Rovigno fu nuovamente scossa da tumulti: Pino Budicin, appena rientrato da una lunga carcerazione, arringò in piazza la folla esortandola ad armarsi contro i tedeschi e, in poche ore, l’intera popolazione lo seguì, raccolse le armi abbandonate dai militari in fuga, si impossessò di numerosi autocarri, occupò gli edifici pubblici.
L’11 settembre fu costituito un Comitato di salute pubblica che si installò nel municipio per amministrare il Comune in nome del popo
lo. Il 13 settembre si ebbe il primo scontro armato con i tedeschi sul Canale di Leme: la Compagnia Rovignese giovanile attaccò una colonna motorizzata, ma neH’impari lotta 16 giova[...] [...]nse i pieni poteri civili e militari. Di questo comitato entrarono a far parte Anton Brajkovic, Mario Hrelia, Aldo
Ri smondo, Egidio Caenazzo, Mario Cherin, Giusto Massarotto (comandante militare), Paolo Poduje (che sarà poi comandante partigiano in Alta Italia), Giorgio Valenta (che cadrà nelle file della Resistenza italiana), Giuseppe Budicin, Francesco Poretti, Riccardo Daveggia (che cadrà poi come commissario di compagnia del Battaglione “Pino Budicin”) e Giovanni Pignaton (anch’egli cadrà, un mese dopo, nel corso dell’offensiva tedesca di ottobre).
L'offensiva di ottobre
Il 2 ottobre, provenienti dall’interno dell’lstria, i tedeschi puntarono in forze su Rovigno. Contrastati nell’avanzata a Gimino, incendiarono il villaggio dopo avervi massacrato ben 209 abitanti, compresi i bambini nelle culle. Giunti il 7 ottobre a Kresina, altra frazione rovignese, i tedeschi continuarono i massacri bruciando con le case 58 persone, fra cui 5 bambini.
Vista l’impossibilità di un'efficace difesa, i partigiani di Rovigno si divisero in due grupp[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 280
Brano: [...]bero qui 9 confinati: Romano Malusà (classe 1913, operaio); Francesco Poretti (1908, operaio); Giovanni Pignaton (1906, artigiano); Domenico Buratto (1897, contadino); Pietro Buratto (1903, contadino); Silvio Zorzetti (1892, artigiano); Antonio Zorzetti (1881, artigiano); Matteo Benussi (1906, contadino); Milan Iskra (1917, minatore).
I condannati dal Tribunale speciale furono 8: Antonio Budicin (1908, operaio, condannato a 10 anni e 8 mesi); Pino Budicin (1911, operaio, condannato una prima volta a 7 anni e una seconda a 12 anni); Giorgio Privileggio (1912, operaio, due condanne a 4 e a 9 anni); Matteo Naddi Nadovich (1895, contadino, 2 anni e mezzo); Antonio Paliaga (1889, contadino, condannato a 4 anni e deceduto nelle carceri di Castelfranco Emilia il 16.1. 1939); Natale Cuzzi (1901, operaio, 5 anni); Matteo Cuzzi (1909, operaio, 4 anni); Marco Poretti (1909, operaio, 5 anni).
Dieci furono i combattenti garibaldini di Spagna, di cui 4 caduti: Domenico Segalla [Fortuna), classe 1910, operaio, m. presso Bajadoz sul fronte dell’Estremadura[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 194
Brano: [...]o fu tra gli organizzatori del Partito comunista a Rovigno. Nel 1942 prese i primi contatti con il movimento partigiano jugoslavo dell'lstria e nella primavera del 1943 fu designato segretario della Sezione comunista rovignese.
Dopo il 25.7.1943 capeggiò le manifestazioni antifasciste nella città e aM’indomani dell’8 settembre entrò a far parte del Comitato di salute pubblica che, il 16, si trasformò in Comitato rivoluzionario partigiano (con Pino Budicin, Antonio Buratto, Giusto Massarotto, Mario Cherin e altri), organizzatore della lotta partigiana.
Condannato a morte dai tedeschi, si trasferì a Trieste e nel marzo
1944 raggiunse la base partigiana di Monparadiso, divenendo il diri
gente politico dei resistenti italiani in Istria, fondatore (10.7.1944) delTUnione degli italiani dell'lstria e di Fiume, organizzatore dei combattenti italiani nelle file dell'Esercito popolare jugoslavo.
Gravemente ferito durante uno scontro con i tedeschi in località Valtida, ma sfuggito alla cattura, fu soccorso esangue dai compagni e si spense men[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 179
Brano: [...]no i tedeschi a Susak (sobborgo di Rijeka), costringendoli dopo aspri combattimenti a passare il fiume Rjecina (ex confine del 1924 fra Jugoslavia e Italia). Il nemico si attestò allora sull'altra sponda, nei quartieri propriamente di Fiume, e rafforzò sull'arco delle colline la linea detta ulngridstellung”.
Di fronte a questa stavano la XIII Divisione sulle alture di Klana, e la XLIII Divisione Istriana (comprendente il Battaglione italiano “Pino Budicin”) alle sorgenti del Rjecina e nel settore di Gumanac. Le due divisioni, nonostante ogni sforzo, non riuscirono a smuovere i tedeschi di un passo, subendo anzi sanguinosissime perdite.
Il 22 aprile fu gettata in battaglia anche la XX Divisione partigiana che, aggirando le posizioni tedesche nel settore di Masun, sul confine con la Slovenia, penetrò in direzione di San Pietro sul Carso, Bisterza e Postumia. Contemporaneamente, i reparti della IX Divisione che erano rimasti sulle isole di Cherso e Lussino sbarcarono sulla costa orienta
lo dell’lstria, presso Moschiena. In tal modo, il gros[...]
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| successivi |
| Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pino Budicin, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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