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Il segmento testuale Pieve di Teco è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 5Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 667

Brano: [...]isulta da una lettera di Menici a un congiunto). Il 17.11.1944, scortato da un elemento delle « Fiamme Verdi », egli fu così avviato in direzione del confine ma qui, raggiunto da un’auto tedesca, fu colpito a morte da raffiche di mitra.

Bibliografia: Ercole Verzeletti, Fazzoletti rossì, fazzoletti verdi: il dissidio nella Resistenza in vai Camonica, Milano 1975.

D.Per.

Menini, Lionello

N. a Chàtillon (Francia) il 25.10.

1922, m. a Pieve di Teco (Imperia) il 3.1.1945.

Mobilitato nell’esercito repubblichino, nel giugno 1944 disertò per unirsi ai partigiani dell’imperiese. Partecipò alla Guerra dì liberazione, distinguendosi per le sue capacità. NeN’agosto fu designato comandante di distaccamento e a dicembre divenne comandante di brigata.

Lionello Menini

Menotti, Nello

Scriveva alla madre il 29.12.1944: « Come sai scappai da Laigueglia dove prestavo servizio con i tedeschi e raggiunsi un distaccamento di partigiani. Dopo un mese di rastrellamenti, azioni e combattimenti contro i tedeschi e i fascisti, sono nominato comanda[...]

[...] doveri e di diritti, anche fra i comandanti di Divisione e l’ultimo dei Garibaldini. Lasciamo perdere queste cose. E voi come state? ».

Il 30.12.1944, su indicazione di una spia, alle 4 del mattino i tedeschi accerchiarono l’abitato di Armo dove aveva sede l’intendenza della Divisione Garibaldi. Mentre una parte dei garibaldini riuscì a mettersi in salvo, ne furono catturati dieci, compreso Lionello Menini. Accompagnato al Comando tedesco di Pieve di Teco, egli non nascose la sua qualità di combattente partigiano, ma contemporaneamente si preoccupò di far avere un messaggio al Comando di divisione affinché provvedesse a spostare i distaccamenti dipendenti. Condannato a morte, sarà fucilato.

Al Comando di divisione scrisse: « I tedeschi mi hanno identificato, gli austriaci hanno parlato. Sono stato condannato a morte. Muoio contento per aver servito la mia adorata Patria. Cercate di allontanarvi dalle dislocazioni locali. Bona, arrivederci aH’inferno. Menini ».

Alla sua memoria è stata conferita la medaglia di bronzo al valor militare.
[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 328

Brano: Bonfante, Silvio

largo seguito di giovani che, animati dal suo esempio, accorsero numerosi a ingrossare la II Divisione Garibaldi « Felice Cascione », di cui fu vicecomandante.

L’8.10.1944, a Vessalico, durante la sua ultima impresa, fu ferito alle gambe. Il 17 ottobre i tedeschi, che nei giorni precedenti avevano occupato Ormea, Pigna, Pieve di Teco e Triora, attaccarono di sorpresa Upega, nel comune di Briga Alta (Cuneo), dove, sotto l’incalzare dell’offensiva, s'era attestato il Comando della II Divisione e dove era stato trasferito l’ospedale partigiano con tutti i feriti, tra cui Silvio Bonfante. Mentre i garibaldini, guidati dal comandante di divisione Nino Siccardi e dal commissario politico Libero Briganti, improvvisavano l’estrema difesa, il medico Gianfrancesco De Marchi e alcuni altri tentarono di trasportare altrove i feriti più gravi. Una decina di garibaldini si raccolse attorno alla barella di Bonfante decisi a difenderlo s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 577

Brano: Giua, Renzo

il 5.9.1944, nella battaglia di Bosco di Rezzo (v.), condusse brillantemente la sua squadra di 13 volontari alla conquista di Monte Grande, nell'intento di liberare dall’accerchiamento la V Brigata e parte della 43. Il suo nome è inoltre legato ai numerosi scontri sostenuti dalla 1a Brigata Garibaldi « Silvano Belgrano » in vai Tanaro, Arroscia e Pennavaira, Pieve di Teco, Nava, colle San Bartolomeo e a quelli, durissimi, deH’inverno 194445. Nella prima decade del settembre 1944 fu nominato vicecomandante della T Brigata e nel dicembre comandante, guidando come tale la formazione fino all'insurrezione vittoriosa.

Ha sempre rifiutato ogni ricompensa al valore e dopo la Liberazione ha subito rappresaglie e persecuzioni. Lavora come portuale e viene citato a esempio, per le sue doti morali, tra i lavoratori del porto di Oneglìa.

F.Bi.

Gitti, Salvatore Angelo

N. a Gardone Val Trompia (Brescia) il 10.11.1908; giornalista. Istruttore dei giovani esplorat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 287

Brano: [...] alpigiani dalle borgate vicine, cortei di uomini sommariamente armati ma decisi e inneggianti. Nella piazza Vittorio Emanuele, un improvvisato oratore enunciò le finalità della lotta partigiana, i reparti comandati da Bologna e Merlino sfilarono fra l’entusiasmo della popolazione.

Il 9 marzo, ad attestare che il preannunziato rastrellamento non intimoriva i partigiani, una trentina di volontari comandati dal sottotenente Merlino irruppero in Pieve di Teco e, dopo un breve ma vivace combattimento, espugnarono la caserma del locale presidio fascista, impossessandosi dell'intera dotazione del reparto.

La risposta nazifascista non si fece attendere: il 10 marzo, i nuclei della formazione attestati lungo i costoni di montagna a sud dei forti di Nava per sorvegliare la strada statale, ebbero il primo contatto a fuoco con le forze avversarie che, provenienti da Imperia, avevano deciso di occupare a ogni costo Ormea. Malgrado la netta inferiorità numerica e di armamento, i partigiani respinsero gli attaccanti che, al calare della notte, si videro c[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pieve di Teco, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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