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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 204

Brano: 1

Rivoschio Pieve

Rivoschio Pieve

Frazione del comune di Sarsina (Forlì), situato in alta collina (569 m s.l.m.), a cavallo dei comuni di Civitella di Romagna, Cesena, Meldola e Mercato Saraceno, fin dall’ottobre 1943 Pieve Rivoschio ospitò una ventina di partigiani. Verso la fine dello stesso mese, a questi si unì parte di una formazione che si era costituita presso Cusercoli (Civitella di Romagna), e che era stata attaccata dai tedeschi il giorno 23 in vai di Chiara (Santa Sofia) .

La base di Pieve Rivoschio (posta al centro della zona operativa dell'8a Brigata Garibaldi “Romagna”) controllava l'area montana del Forlivese e del Cesenate, proiettando la propria azione anche verso il Riminese. Lontana da strade molto battute e, nello stesso tempo, facilmente raggiungibile dai rifornimenti provenienti dalla pianura, dopo il grande rastrellamento dell’aprile 1944 sarà scelta come sede permanente del Comando di brigata.

Rastrellamenti e stragi

Il 16.12.1943, circa 400 tedeschi salirono in rastrellamento verso Pieve Rivoschio, ma trovarono la base deserta. Circa 40 dei partigiani che vi si trovav[...]

[...]i “Romagna”) controllava l'area montana del Forlivese e del Cesenate, proiettando la propria azione anche verso il Riminese. Lontana da strade molto battute e, nello stesso tempo, facilmente raggiungibile dai rifornimenti provenienti dalla pianura, dopo il grande rastrellamento dell’aprile 1944 sarà scelta come sede permanente del Comando di brigata.

Rastrellamenti e stragi

Il 16.12.1943, circa 400 tedeschi salirono in rastrellamento verso Pieve Rivoschio, ma trovarono la base deserta. Circa 40 dei partigiani che vi si trovavano ne erano partiti il giorno precedente per portarsi sul Passo del Carnaio (San Pietro in Bagno) e nella zona di Sarsina per controllare la nazionale UmbroCasentinese, e anche i pochi uomini rimasti alla base, avvertiti per tempo, riuscirono a sottrarsi al nemico.

I tedeschi, per rappresaglia, arrestarono alcuni civili, fra cui il parroco don Pietro Paterno, ma dopo qualche giorno li rilasciarono a eccezione del parroco. Questi venne trattenuto e poi deportato a Dachau, da dove avrebbe fatto ritorno solo al termine de[...]

[...]e, e anche i pochi uomini rimasti alla base, avvertiti per tempo, riuscirono a sottrarsi al nemico.

I tedeschi, per rappresaglia, arrestarono alcuni civili, fra cui il parroco don Pietro Paterno, ma dopo qualche giorno li rilasciarono a eccezione del parroco. Questi venne trattenuto e poi deportato a Dachau, da dove avrebbe fatto ritorno solo al termine della guerra, ma fisicamente così provato da morire poco dopo.

I partigiani tornarono a Pieve Rivoschio alla fine del maggio 1944 e il successivo 17 luglio ebbe inizio nella zona un rastrellamento che si protrasse fino al 23, impegnando un migliaio di nazifascisti. I rastréllatori circondarono la vasta area racchiusa tra le strade CesenaSan Piero in BagnoForlìSanta Sofia per convergere appunto su Pieve Rivoschio, ma i tre distaccamenti partigiani che si trovavano nella zona (una sessantina di uomini), dopo alcune ore di combattimento riusci

rono a sottrarsi quasi incolumi all’accerchiamento.

Un successivo rastrellamento, di proporzioni maggiori, nel quale vennero impegnati dai 2.000 ai 5.000 uomini per circa 10 giorni a partire dal 16.8.1944, nelle previsioni del Comando tedesco avrebbe dovuto eliminare definitivamente ogni presenza partigiana alle spalle della Linea Gotica. In tale occasione i tedeschi cambiarono tattica: non più forti colonne lungo le principali vie di comunicazioni, ma numer[...]

[...]le da controllare ogni casa, i boschi e ogni anfratto del terreno. I partigiani, grazie a un efficace servizio d’informazioni, anche questa volta riuscirono a eludere il pericolo di accerchiamento, compiendo rapide manovre e disseminando sul terreno mine che inflissero gravi perdite al nemico.

La reazione tedesca contro gli abitanti della zona rastrellata (l’area rinchiusa dalle strade CesenaSan Piero in Bagno e ForlìSanta Sofia) fu feroce: a Pieve Rivoschio, il mattino del 20 agosto vennero arrestati 6 contadini (Alessandro Alessandrini, Antonio Biondini, Domenico Landi, Adamo Soldati, Salvatore Mondardini, di Santo Stefano di Sarsina e Cesare Mezzanotte di Giaggiolo di Civitella di R.), che l’indomani furono fucilati nei pressi di Meldola.

Il 21 agosto il nemico tornò a Pieve Rivoschio, dove prelevò il parroco don Pietro Tonelli e il frate Vicinio Zanelli, fucilandoli entrambi a circa cinquecento metri dal paese.

Il 29 settembre si ebbe contro la zona di Pieve Rivoschio un decisivo attacco tedesco: avendo ceduto la Linea Gotica lungo la costa dell’Adriatico, nel timore che la presenza partigiana ostacolasse la loro ritirata in montagna, una colonna di tedeschi affrontò le formazioni operanti in montagna (un battaglione, il Comando e vari servizi). Dopo due giorni di combattimento, queste formazioni passarono la linea del fronte, raggiungendo il grosso della Brigata che, nel frattempo, si era congiunta agli Alleati. Truppe tedesche rimasero a Pieve Rivoschio e nelle frazioni circostanti dal

2 al 18.10.1944, ma il 21, guidati da staffette partigiane, gli Al[...]

[...]endo ceduto la Linea Gotica lungo la costa dell’Adriatico, nel timore che la presenza partigiana ostacolasse la loro ritirata in montagna, una colonna di tedeschi affrontò le formazioni operanti in montagna (un battaglione, il Comando e vari servizi). Dopo due giorni di combattimento, queste formazioni passarono la linea del fronte, raggiungendo il grosso della Brigata che, nel frattempo, si era congiunta agli Alleati. Truppe tedesche rimasero a Pieve Rivoschio e nelle frazioni circostanti dal

2 al 18.10.1944, ma il 21, guidati da staffette partigiane, gli Alleati liberarono il paese.

M.Ba.

Rizzato, Ezio

Medaglia d'oro al valor militare. N. a

Pressana (Verona) il 27.9.1909, m. a Fondotoce di Verbania (Novara) il 26.6.1944; perito industriale, studente di Ingegneria.

Tenente di complemento di artiglieria, richiamato alle armi nel 1942, fu inviato a prestare servizio a Gallarate (Varese). Dopo l'8.9.1943 si mise in contatto con gli antifascisti della Azienda Elettrica Municipale di Milano, con la quale era stato in rapporti come tecn[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 242

Brano: Romagna, Brigata

mando fissò la propria sede a Pieve Rivoschio. Gli effettivi della Brigata, da 150 che erano alla fine di maggio, salirono in luglio a oltre 600.

La verifica dell’efficienza delle formazioni della prima zona si ebbe con il rastrellamento iniziato il 17.7. 1944 e durato sino al 23 luglio. Vi vennero impegnati un migliaio di nazifascisti e il rastrellamento, condotto su un’area molto vasta, si chiuse attorno alla zona di Pieve Rivoschio. Dopo una serie di scontri locali, i tre distaccamenti coinvolti nella sacca decisero di sganciarsi e riuscirono a sfondare l'accerchiamento.

Un mese più tardi la Brigata, che contava 630 uomini, dovette affrontare nella stessa zona un secondo rastrellamento, condotto da reparti tedeschi provenienti dalle prime linee e diretti verso le retrovie del fronte. Iniziato il 16 agosto, questo rastrellamento durò fino al 21 e il Comando tedesco, che in previsione di una ritirata verso la pianura si era proposto di liberare le retrovie della Linea Gotica dalla permanente minaccia dei partigiani, re[...]

[...]o di accerchiamento, ma con veloci manovre attirarono le truppe nemiche sui campi minati predisposti come linea di difesa della Brigata e realizzati con proiettili da mortaio ed esplosivi catturati in azioni precedenti.

Ai tedeschi, per evitare interruzioni della loro linea difensiva in un punto strategico della Linea Gotica, si pose con accresciuta urgenza la necessità di liberare la zona tenuta dall'83 Brigata. Da qui il loro assalto contro Pieve Rivoschio, condotto nei giorni 2930 settembre con forze provenienti dalla pianura padana.

Nella zona erano rimasti soltanto alcuni reparti dell'8a Brigata (il I Battaglione, il Comando, il Servizio informazioni e quello sanitario, l’intendenza), in quanto gli altri 3 battaglioni si erano congiunti con gli Alleati attraversando Sarsina, San Piero in Bagno e Santa Sofia. Dopo accaniti combattimenti contro un nemico che, pur avendo messo in campo armi pesanti, subiva forti perdite, il Comando di brigata decise (modificando il proprio piano iniziale) di ricongiungersi con i reparti che già operavano a f[...]

[...] che, in base a precisi accordi presi congli Alleati, dovevano arrivare attraverso la someggiata di un reparto indiano. Invece le munizioni non giunsero mai e i partigiani dovettero rientrare alla base.

La mattina del 9 novembre gli Alleati entrarono in Forlì che si trovava già in mano ai G.A.P.. Nei giorni 10 e 11 novembre l’8a Brigata, rifiutando l’ingiunzione alleata di sciogliersi a Meldola, ritornò liberamente armata alla propria base di Pieve Rivoschio, dove decise di propria volontà lo scioglimento delle formazioni.

L.Mar.M.Ba.

Romagnoli, Luciano

Paolino. N. a Campotto di Argenta (Ferrara) il 9.3.1924, m. a Roma il 19.2.1966; studente e funzionario di partito.

La terra ferrarese, che aveva conosciuto le lotte decennali dei braccianti, e l’esperienza della madre e

della nonna materna, entrambe mondine e partecipi di quelle lotte, lasciarono in lui un segno profondo. Cominciò nel 1942, appena diciottenne, il suo impegno antifascista militando nell’organizzazione clandestina giovanile del Partito comunista, prima fra gli studen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 240

Brano: [...]rina italiana, Roma, 1968; A. Trizzino, Navi e poltrone, Milano, 1952.

G.Ta.

Romagna, Brigata

8“ Brigata Garibaldi “Romagna”. Formazione partigiana operante durante la Guerra di liberazione in provincia di Forlì (v.).

Origini

Dopo I’8 settembre 1943, nella zona a ridosso della Linea Gotica (v.)f costituita dalle montagne del Forlivese, del Cesenate e del Riminese, si formarono rispettivamente a Cusercoli (Civitella di Romagna) e a Pieve Rivoschio (v.) i due primi nuclei di quella che, alla fine del marzo 1944, assumerà il nome di 8a Brigata Garibaldi “Romagna”.

Alla fine dell'ottobre 1943 il gruppo insediatosi a Cusercoli e comprendente 16 uomini, trasferitosi in vai di Chiara (Santa Sofia), subì il primo rastrellamento. Coloro che non si sbandarono (una decina) si unirono al gruppo di Pieve Rivoschio, a sua volta costituito da una ventina di uomini. Ma il 16.11.1943 anche la base di Pieve Rivoschio comandata da Salvatore Auria (v.) venne attaccata. Fortunatamente i partigiani avevano abbandonato il luogo il giorno prima e i pochi che vi erano rimasti, avvertiti in tempo dalla popolazione, riuscirono a sfuggire alla cattura.

Dopo questo rastrellamento, i partigiani si spostarono in località Collinaccia (Galeata) e successivamente a Pian del Grado. Nei primi di dicembre il Comando militare romagnolo affidò il comando della formazione a Riccardo FedeI [Libero], un capitano dell’esercito già appartenente alle forze di occupazione italiane in Jugoslavia. Data l'esperienza acquisita nei ra[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pieve Rivoschio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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