Brano: [...]ente au grand coeur »: esordi e chiuse sono sempre, nella Romano, vere e proprie chiavi della volta:
Quando entrammo nella nostra casa, c'era già Maria. Eravamo di ritorno dal
viaggio, e camminammo in punta di piedi, perché era mezzanotte.
Io non conoscevo Maria, se non per averla vista, quando era venuta a pre
' Citiamo dalla ristampa einaudiana dei « Nuovi Coralli » (1974), p. 66.
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sentarsi. Affrontare la conoscenza delle persone mi metteva in grande imbarazzo; cosí, da una stanza vicina, avevo spiato, attraverso l'uscio socchiuso.
Stava seduta sull'orlo della sedia, con i piedi incrociati e le mani raccolte nel grembo; era magra e minuta, vestita di nero: con un colletto, rotondo, di pizzo. Teneva la testa reclinata su una spalla; i suoi occhi azzurri e fermi, dalle palpebre piegate all'ingiú, avevano un'aria rassegnata e un po' triste. Non ne avevo concluso niente: piú che altro avevo pensato che era una figura adatta a ritrarsi nei quadri (Maria, Torino 1953, p. 9).
Dalla figura di Maria cosí nitidamente delineat[...]
[...]i tormenta, anche: per qualcosa di irraggiungibile, ma anche di
5 Il libro del Daniel è stato recensito da Lalla Romano in « Tuttolibri », vi, n. 24, 28 giugno 1980, p. 15.
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fatale. Essa è per me il passato: tutto quello che è avvenuto. Per me è anche « loro ».
In loro sono compresa io. La conoscenza di loro e di me, come non era veramente distinta allora, tanto meno lo è adesso (p. 18).
E un'immersione della memoria nelle persone e nelle cose, una simpatia radicale. Non c'è tristezza (e nemmeno nostalgia) nella Penombra, ma un memorare dolce e controllato: casomai malinconico. Ma felicità e malinconia hanno un forte senso della convivenza ed è da ricordare in proposito un episodio delle Parole cosí concluso: « Capii che l'idea era di lui; e la piccola coppia era cosí amorosa che mi ispirò rispetto. E malinconia come tutte le cose felici » (p. 84).
Anche il dramma ne La penombra è redento da una pietas sobria, discreta, venata spesso di un umorismo improvviso, che s'accende. La memoria insegue il suo equilibrio tra l'[...]
[...]Per me il fascismo era un adolescente dalle mani fredde » (Una giovinezza cit., p. 36), non adopera una semplice metafora. Tutto è storico in questo romanzo, ha dichiarato la scrittrice in un'intervista, « nel senso che i personaggi sono tutti veri, con il loro nome e cognome. Venturi è Venturi, Casorati è Casorati. E il fascismo è il fascismo. Ma insieme si può dire che tutto è "inventato", nel senso che questa è la mia verità poetica di quelle persone e di quel tempo. È la giovinezza che diventa poetica nella vecchiaia. Del resto la verità dell'artista non è la verità storica, ma la verità delle sue impressioni, e queste impressioni nel mio libro sono assolutamente
10 L'accostamento e la citazione successiva ci vengono dalla « Lettura della domenica » di P. CITATI apparsa sul « Corriere della Sera » del 6 aprile 1980.
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autentiche » 11. I documenti che compaiono in Una giovinezza inventata non sono documenti inventati (ma potrebbero anche esserlo e non cambierebbe nulla). Lettere, diari e persino i frammenti di un roman[...]
[...] « Il Nostro Tempo », 29 aprile 1973; O. Del Buono, « Il Messaggero », 30 aprile 1973; O. Guerrieri, « Momento Sera », 2 maggio 1973; G. Spanio, « L'Arena », 2 maggio 1973; A. Bocelli, « La Stampa », 18 maggio 1973; G. Nascimbeni, « La Domenica del Cor
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riere », 22 maggio 1973; 0. Notarbartolo, « Giornale di Sicilia », 29 maggio 1973; C. Magris, « Corriere della Sera », 10 giugno 1973; C. Bo, « L'Europeo », 14 giugno 1973; M. Personé, « Il Piccolo », 15 giugno 1973; E. Ghidetti, « L'Unità », 21 giugno 1973; A. Borlenghi, « L'Approdo Letterario », giugno 1973; P. P. Pasolini, « Tempo », 1 luglio 1973; M. Grillandi, « Il Gazzettino », 26 luglio 1973; P. Milano, « L'Espresso », 29 luglio 1973; G. Gramigna, « Il Giorno », 29 agosto 1973; S. Antonielli, « Belfagor », 31 marzo 1974; L. Surdich, « Il Secolo XIX », 22 marzo 1974; E. Siciliano, « Il Mondo », 18 aprile 1974; P. Padovani, « Paese Sera », 7 giugno 1974; A. Di Giacomo, « Il Tempo », 26 ottobre 1974; L. Surdich, « Il Secolo XIX », 1 luglio 1975; C. Bo, « Corriere della[...]