Brano: Monarchico, Partito
blica (73% dei voti dei delegati, contro il 19,2% a favore della monarchia e con l’astensione del 7,8%), ma De Gasperi e non pochi tra i dirigenti nazionali del partito si mantennero ermetici sulla propria scelta neH’una o nell’altra direzione.
Il P.D.I., verificato lo scarso seguito che gli veniva concesso dai seguaci della Corona, in vista della consultazione per la questione istituzionale e della tornata di elezioni amministrative che l’avrebbe preceduta nel marzo 1946, strinse un patto di unità d’azione con il movimento deW'Uomo Qualunque, lo sbracato e rumoroso partito creato dal commediografo Guglielmo Giannini, attorno al quale facevano ressa fascisti e monarchici, in un rigurgito di velleità nostalgiche caotico quanto impressionante per la vastità dei consensi incontrati. L’accostamento aH’U.Q. apparve però subito alquanto compromette[...]
[...]nostalgiche caotico quanto impressionante per la vastità dei consensi incontrati. L’accostamento aH’U.Q. apparve però subito alquanto compromettente, sia perché questo movimento portava avanti parole d’ordine via via più grossolanamente fascistoidi, sia perché in esso si infittivano i pronunziamenti di personaggi del vecchio regime di assai dubbia fedeltà monarchica.
AH’approssimarsi della scadenza del referendum istituzionale del 2.6.1946 il P.D.I. confluì quindi nel Blocco nazionale della libertà, sorta di cartello elettorale nel quale, oltre al partito di Falcone Lucifero, comparivano i gruppi monarchici costituiti da Alberto Bergamini, dal generale Roberto Bencivenga e da Tullio Benedetti. Il 13.4.1946 il Blocco fu presentato pubblicamente. Sulla sponda liberale, con l’apporto dei demolaburisti, il 2.4.1946 vi era però stata la fondazione della Unione democratica nazionale, schieramento che a sua volta si apprestava ad affrontare la consultazione politica del 2 giugno per la Costituente e per il referendum, mettendo in cima alle prop[...]
[...]onale e 1.209.918 voti andati all'Uomo Qualunque (30 seggi). Sommando i suffragi ottenuti dall’U.D.N. e dall’U.Q. (cioè dalle due compagini su cui i consensi monarchici dovevano essere affluiti in gran copia) a quelli democristiani andati a favore della monarchia, se ne deduceva la debole incidenza del
Blocco sull’elettorato favorevole alla Corona. La sconfitta monarchica del 2 giugno e l’avvento della repubblica segnarono infatti la fine del P.D.I..
Il Partito nazionale monarchico
Mentre VUnione monarchica italiana, associazione presieduta da Tullio Benedetti, si attribuiva la funzione di centro di raccolta dei monarchici indipendentemente dalle loro affiliazioni partitiche, la rappresentanza vera e propria dell’idea monarchica nel quadro nazionale passò al Partito nazionale monarchico (P.N.M.) di Alfredo Covelli, tipico raggruppamento clientelare nel Mezzogiorno e a base ristrettissima nel Nord e Centro Italia, ove più che altro si ritrovarono aristocratici e ufficiali in pensione, anacronistici e talora patetici ex dipendenti di[...]