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Il segmento testuale P.A.I.G.C. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 4Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 710

Brano: [...]mento al Ouartier generale del Fronte Sud (16.4.1967)

sull’indipendenza. Un anno dopo, ogni illusione in questo senso doveva venir meno.

Nel 1957, infatti, il governo di Salazar affidò la repressione di ogni germe di organizzazione nazionalista alla P.I.D.E., la famigerata polizia politica segreta portoghese, facendo chiaramente intendere che non vi sarebbe stata alcuna possibilità di sviluppo pacifico della lotta per l'indipendenza.

Il P.A.I.G.C. decise allora di darsi una struttura diversa. Costituì cellule di 35 membri, estendendosi all’interno del paese e cominciando a studiare l’eventualità della lotta armata. Grazie all’adesione del dirigente nazionalista (attualmente in carcere) Raphael Barboza, nel 1958 l’organizzazione del P.A.I.G.C. si estese alle campagne (quantunque Cabrai sostenesse che gli abitanti dei villaggi tribali non erano da considerare la principale forza rivoluzionaria: secondo la sua tesi il processo rivoluzionario doveva formarsi nelle città per poi cercare una sua base di massa nelle campagne). Sino al 1959 si trattò essenzialmente di un lavoro di agitazione e propaganda che rivendicava l’indipendenza nazionale.

La strage di Pidjguiti

Nell’agosto 1959 si ebbe il primo salto di qualità nella lotta. Per il 3 di quel mese venne organizzato un grande sciopero, le cui rivendicazioni economiche si fusero [...]

[...] il primo salto di qualità nella lotta. Per il 3 di quel mese venne organizzato un grande sciopero, le cui rivendicazioni economiche si fusero con quelle politiche. I portuali furono l’anima della lotta e sul molo di Pidjguiti (il porto di Bissau), dopo tre giorni di sciopero avvenne lo scontro inevitabile: i coloni portoghesi armati, appoggiati dall’esercito e dalla polizia assalirono gli scioperanti disarmati, massacrando

50 guineani.

Il P.A.I.G.C. prese atto che i portoghesi non avevano lasciato aperta alcuna alternativa alla scelta della lotta armata, e nel settembre la Direzione del partito decise di prepararvisi. Incominciò così la lunga « mobilitazione civile » per la lotta armata, per « l’opera di risveglio della nazione ». Il lavoro durò

3 anni, concentrandosi in due direzioni fondamentali: la formazione dei quadri politici e militari e la costituzione della rete organizzativa del partito in ogni villaggio.

Il paese venne diviso in 6 regioni e in ciascuna di esse fu inviato un certo numero di quadri per una vasta campagna d[...]

[...] civile » per la lotta armata, per « l’opera di risveglio della nazione ». Il lavoro durò

3 anni, concentrandosi in due direzioni fondamentali: la formazione dei quadri politici e militari e la costituzione della rete organizzativa del partito in ogni villaggio.

Il paese venne diviso in 6 regioni e in ciascuna di esse fu inviato un certo numero di quadri per una vasta campagna di mobilitazione e di organizzazione. Contemporanea

mente il P.A.I.G.C. inglobò uno dei pochi gruppi nazionalisti sopravvissuti alla repressione (quello appunto di Raphael Barboza), il quale aveva una grande influenza nelle campagne, nei villaggi tribali, ossia in quella base « contadina » che mancava ancora al partito di Amilcar Cabrai.

Un anno dopo, la polizia intuì il pericolo. Una prima ondata di repressioni si abbatté sul P.A.I.G.C.: parte del gruppo dirigente riuscì a fuggire, rifugiandosi nella limitrofa Repubblica di Guinea, ma gli altri vennero arrestati e condannati a lunghe pene detentive. Il lavoro di preparazione della lotta armata non subì tuttavia interruzioni, anzi si accelerò secondo un piano minuzioso e preciso: nuove decine di quadri vennero inviati all’estero per acquisire nozioni militari e altri raggiunsero i gruppi operanti all’interno, mentre decine di donne seguirono corsi di infermiere nei paesi amici e indipendenti.

L’inizio della lotta armata

Nella notte tra il 30 giugno e I’1. 7.1962, avendo[...]

[...]e detentive. Il lavoro di preparazione della lotta armata non subì tuttavia interruzioni, anzi si accelerò secondo un piano minuzioso e preciso: nuove decine di quadri vennero inviati all’estero per acquisire nozioni militari e altri raggiunsero i gruppi operanti all’interno, mentre decine di donne seguirono corsi di infermiere nei paesi amici e indipendenti.

L’inizio della lotta armata

Nella notte tra il 30 giugno e I’1. 7.1962, avendo il P.A.I.G.C. giudicato la situazione matura per l’inizio della lotta armata, i primi gruppi di partigiani attaccarono strade, ponti, caserme portoghesi. Si trattava ancora, per lo più, di atti di sabotaggio volti a sostenere l’agitazione politica, a dare fiducia ai titubanti dimostrando la vulnerabilità dei colonialisti. La repressione tuttavia fu violenta: a Bissau fu immediatamente proclamato lo stato d'assedio e vennero arrestati 2.000 guineani, tra cui Raphael Barboza

che dirigeva l’organizzazione clandestina aH’interno. Il 3 agosto, anniversario del massacro di Pidjguiti, la Conferenza dei quadri [...]

[...]ncora, per lo più, di atti di sabotaggio volti a sostenere l’agitazione politica, a dare fiducia ai titubanti dimostrando la vulnerabilità dei colonialisti. La repressione tuttavia fu violenta: a Bissau fu immediatamente proclamato lo stato d'assedio e vennero arrestati 2.000 guineani, tra cui Raphael Barboza

che dirigeva l’organizzazione clandestina aH’interno. Il 3 agosto, anniversario del massacro di Pidjguiti, la Conferenza dei quadri del P.A.I.G.C. tenutasi a Conakry (Repubblica di Guinea) decise di estendere a tutto il paese l’azione armata.

Nel gennaio 1963 fu aperto il Fronte Sud dove le tribù Balantas, di tradizione comunitaria, aderirono immediatamente alla lotta fornendo migliaia di combattenti e basi sicure per l’azione di guerriglia. Ben presto questa divampò, portando alla liberazione di un terzo del paese. Una svolta decisiva nella lotta venne dalla battaglia di Komo (1964). Sull’isola di Komo, posizione strategica fondamentale per il controllo di tutte le regioni del Sud, i portoghesi sbarcarono 3.000 uomini con aerei e na[...]

[...]. Favoriti dalla perfetta conoscenza del terreno, dal controllo delle sorgenti d’acqua e dalla totale solidarietà delle popolazioni, quel centinaio di partigiani tennero impegnati i 3.000 portoghesi per 40 giorni, infliggendo loro alla fine una cocente sconfitta e costringendoli al ritiro. Tutta la regione del Sud venne così liberata.

L’esercito di liberazione

I positivi risultati della lotta vennero esaminati nel corso del I Congresso del P.A.I.G.C., tenutosi nel febbraio del 1964 aH’interno del paese, nelle zone di guerriglia. Il

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 711

Brano: [...]

li rappresaglie); estensione della lotta armata; costituzione delle F.A.R.P. in ogni zona del paese e istituzione, in ciascun villaggio, di un comitato di partito responsabile della vita amministrativa, civile, economica, politica e militare. Queste misure hanno dato un impulso vigoroso alla lotta. Dopo soli due anni, con l’apertura di nuovi fronti al Nord e all’Est e con la liberazione di due terzi del territorio nazionale, la Direzione del P.A.I.G.C. poteva a ragione affermare che, da una fase di guerriglia, si era passati a una fase di « guerra partigiana di movimento ». Questa ha praticamente obbligato i portoghesi a trincerarsi nei centri urbani e a limitarsi a feroci rappresaglie aeree (bombardamenti al napalm), essendo precluse le opera

zioni terrestri dall’efficienza dell’iniziativa partigiana. I portoghesi furono costretti ad aumentare il loro corpo di spedizione da 10.000 a

25.000 uomini, ma con una mobilità sempre più limitata.

Il fronte più difficile per i guerriglieri divenne quello dell’Est, avendo qui i portoghesi so[...]

[...]cienza dell’iniziativa partigiana. I portoghesi furono costretti ad aumentare il loro corpo di spedizione da 10.000 a

25.000 uomini, ma con una mobilità sempre più limitata.

Il fronte più difficile per i guerriglieri divenne quello dell’Est, avendo qui i portoghesi solide basi di potere nell’organizzazione gerarchi? ca e feudale delle tribù, i cui capi erano veri e propri agenti coloniali che fornivano ai colonialisti truppe mercenarie. Il P.A.I.G.C. si impegnò allora in un lungo e difficile lavoro per scalzare l’autorità tribale e guadagnarsi l'appoggio dei villaggi. Si operò su due piani: su un piano di penetrazione politica, con una forte denuncia del carattere feudale del sistema tribale e dei suoi collegamenti con il padrone coloniale; e sul piano della lotta militare, impegnando le truppe mercenarie in vere e proprie battaglie campali che videro la vittoria dell’Esercito di liberazione. Nel giro di un anno questa duplice azione portò alla ribellione delle tribù più numerose dell’Est, che passarono alla lotta partigiana consentendo l[...]

[...]iale; e sul piano della lotta militare, impegnando le truppe mercenarie in vere e proprie battaglie campali che videro la vittoria dell’Esercito di liberazione. Nel giro di un anno questa duplice azione portò alla ribellione delle tribù più numerose dell’Est, che passarono alla lotta partigiana consentendo l’apertura di un terzo e decisivo fronte.

Il nuovo Stato

Alla fine del 1965, quando due terzi del territorio erano ormai nelle mani del P.A.I.G.C., ebbe inizio un intenso lavoro nelle città, sviluppando ovunque azioni simili a quelle dei G.A.P. (v.) e dando vita a una solida rete politicomilitare a Bissau e nell’isola di Capo Verde.

A ridosso della lotta armata venne intanto a crearsi una nuova situa

zione politica di enorme importanza: se già nel 1966 l’intero sistema coloniale portoghese (economia, amministrazione dello Stato, controllo dei villaggi) era compietamente distrutto, da quel momento cominciarono a prodursi anche nelle città fatti nuovi, con lo sbriciolamento delle forze indigene alleate dei colonialisti. In breve tut[...]

[...]ha cominciato a sorgere, nel corso stesso della guerra di liberazione, un nuovo Stato. In ogni villaggio si è organizzato un « magazzino del popolo », dove il partito gestisce direttamente il commercio rilasciando documenti di pagamento, non esistendo ancora la nuova moneta. Ma, soprattutto, in ogni villaggio o gruppo di villaggi confinanti vi è una scuola. Nelle zone liberate vi sono già 17.000 ragazzi che studiano su libri di testo forniti dal P.A.I.G.C. e con un corpo insegnante di prim’ordine. Si sono aperti anche tre ospedali, mentre 600 infermiere visitano a turno tutti i villaggi, mutando radicalmente le vecchie abitudini e lottando contro le malattie endemiche che in regime coloniale riducevano a soli trentanni la vita media di un guineano. D’altra parte i commissari all’economia hanno iniziato un lungo lavoro di riconversione delle culture, introducendo nuove produzioni e intensificando razionalmente quelle tradizionali. Nelle poche zone dove vi erano tribù feudali, la terra è stata distribuita ai contadini.

Le zone liberate sono st[...]

[...]’altra parte i commissari all’economia hanno iniziato un lungo lavoro di riconversione delle culture, introducendo nuove produzioni e intensificando razionalmente quelle tradizionali. Nelle poche zone dove vi erano tribù feudali, la terra è stata distribuita ai contadini.

Le zone liberate sono state divise in più regioni che, a gruppi, costi

Riunione del Comando partigiano del Fronte Sud, presieduta da Aristides Pereira, vicesegretario del P.A.I.G.C. (16.4.1967)

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 709

Brano: [...]comilitare fanno sì che la guerra di liberazione guineana costituisca un’avanguardia nel movimento nazionalista africano.

Prime lotte per l’indipendenza

A partire dal 1952 ci furono vari tentativi di organizzare lotte per l’indipendenza, ma furono rapidamente liquidati. L’inizio di una lotta effettiva si ebbe nel 1956, quando nella più assoluta clandestinità venne fondato il Partito africano dell’indipendenza della Guinea e del Capo Verde (P.A.I.G.C.). Tra i fondatori, Amilcar Cabrai e Aristides Pereira, oggi rispettivamente segretario e vicesegretario del P.A.I. G.C.. Il gruppo che ha dato vita al partito è di estrazione piccoloborghese colta: alcuni di loro avevano avuto il privilegio, davvero eccezionale per un guineano, di arrivare fino all’università di Lisbona. Qui, a contatto con l’opposizione antifascista, cominciarono a nascere le prime idee politiche che avrebbero modellato il P.A.I.G.C. e la sua iniziativa.

Il gruppo lavorò per lo più a Bissau, trovandovi un ambiente particolarmente favorevole tra i lavoratori portuali, i marittimi e alcuni settori della piccola borghesia artigiana. La sua attività iniziale fu peraltro modesta, partendo dall’errato presupposto che, grazie alla pressione in atto in tutta l'Africa, anche il Portogallo sarebbe arrivato a un ragionevole compromesso

709



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 712

Brano: [...]te si è compiuto un censimento ed è stata organizzata un’anagrafe, mentre funzionano tribunali e sono in vigore vere e proprie leggi.

Il 1967 e i primi mesi del 1968 hanno segnato un’ulteriore avanzata della lotta di liberazione: i portoghesi hanno portato i loro effettivi a 35.000 uomini e, con l'aiuto della N.A.T.O. (di cui il Portogallo fa parte), hanno intensificato la guerra aerea al fine di infliggere un colpo decisivo ai partigiani. Il P.A.I.G.C. non solo ha resistito all’offensiva, ma l’ha respinta, portando la lotta armata fino alla periferia della città e attaccando in pieno giorno l’aeroporto di Bissau (Bàassablanca). Attualmente sono liberati i quattro quinti del territorio nazionale. Nelle città, nonostante l’ondata repressiva, si ha il passaggio dalla lotta politica a quella armata. Come gli americani nel Vietnam, l’unica reazione che le truppe fasciste di Gaetano possono attuare è quella aerea, con selvaggi bombardamenti al napalm e al fosforo su ogni centro abitato, una guerra barbara e inutile, che è già perduta.

Le carat[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine P.A.I.G.C., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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