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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 138

Brano: [...]vanni, Tincani Vittorio, Ubaldini Bruno.

Genio

Sottotenente di complemento Rosso Ettore; genieri scelti Obici Gino, Trombini Gelindo, laccanti Augusto; genieri Ferri Augusto, Mazzuccato Giancarlo, Papalini Alfredo, Ramerà Angelo.

Servizi e corpi ausiliari

Caporalmaggiore Mezzanotte Filippo; flammiere N.N. del Rgt. chimico lanciafiamme (8.9.1943); C.N. Baraldini Primo; soldati Co molli Enrico e Servadio Marcello.

Polizia

Tenente P.A.I. Mollica Antonio; guardia P.A.I. Dionisi Umberto; guardie di P.S. Franzoni Angelo e Liguori Giovanni; guardie P.A.I. Sterpetti Amerigo e Zanuzzi Antonio.

Appartenenti ad Arma o Corpo imprecisati Capitano Bagliani Luigi; sottotenente Bertoni Guido, sergenti Lepore Nicola e Losi Giuseppe; soldati Brizziarelli Domenico, Budini Francesco, Del Gigante Michele, Di Resta Giovanni, lugerini Pasquale, Pag noni Edoardo, Poggi Francesco, Sersante Domenico, Verdecchia.

Civili

N.N., Abbatelli Nicola, Alberti Ugo, Alessandro Natalina, Alici Quinto, Amico Giuseppe, Annibali Anni bai e, Arlotti Laura, Avoli Mattia, Balducci Ezio, Banzi Vincenzo, Basile Maria, Basile Mario, Basilici Luisa, Battagli Dante, Bellini A[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 709

Brano: [...]comilitare fanno sì che la guerra di liberazione guineana costituisca un’avanguardia nel movimento nazionalista africano.

Prime lotte per l’indipendenza

A partire dal 1952 ci furono vari tentativi di organizzare lotte per l’indipendenza, ma furono rapidamente liquidati. L’inizio di una lotta effettiva si ebbe nel 1956, quando nella più assoluta clandestinità venne fondato il Partito africano dell’indipendenza della Guinea e del Capo Verde (P.A.I.G.C.). Tra i fondatori, Amilcar Cabrai e Aristides Pereira, oggi rispettivamente segretario e vicesegretario del P.A.I. G.C.. Il gruppo che ha dato vita al partito è di estrazione piccoloborghese colta: alcuni di loro avevano avuto il privilegio, davvero eccezionale per un guineano, di arrivare fino all’università di Lisbona. Qui, a contatto con l’opposizione antifascista, cominciarono a nascere le prime idee politiche che avrebbero modellato il P.A.I.G.C. e la sua iniziativa.

Il gruppo lavorò per lo più a Bissau, trovandovi un ambiente particolarmente favorevole tra i lavoratori portuali, i marittimi e alcuni settori della piccola borghesia artigiana. La sua attività iniziale fu peraltro modesta, partendo dall’errato presupposto che, grazie alla pressione in atto in tutta l'Africa, anche il Portogallo sarebbe arrivato a un ragionevole compromesso

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 353

Brano: [...]e salme degli uccisi e ne compilavano un verbale dei connotati e degli indumenti indossati. Poiché ai fucilati venivano tolti dai loro carnefici tutti i documenti di identità, il verbale così raccolto o qualche brandello di stoffa tratto dagli indumenti erano spesso gli unici mezzi che potessero consentire ai familiari l’identificazione delle vittime.

Le esecuzioni al Forte Bravetta erano affidate a plotoni della Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.) e avvenivano quasi sempre alle prime luci dell’alba, onde poter trasferire i cadaveri al Verano prima che gli ingressi al cimitero fossero aperti al pubblico. Non si può escludere che alcuni di coloro che risultano elencati tra i fucilati del Forte Bravetta siano deceduti, in realtà, sotto le torture in via Tasso (v.), alla pensione Jaccarino (v.) o in altre sedi delle milizie fasciste e tedesche.

Un audacissimo colpo di mano fu quello organizzato da una squadra partigiana del movimento « Bandiera Rossa », comandata dal maresciallo dell’aeronautica Vincenzo Guarniera, conosciuto col nome [...]

[...]lpo di mano fu quello organizzato da una squadra partigiana del movimento « Bandiera Rossa », comandata dal maresciallo dell’aeronautica Vincenzo Guarniera, conosciuto col nome di battaglia Tommaso Moro. Informato che alcuni patrioti appartenenti al movimento erano stati condannati a morte e avrebbero dovuto essere fucilati al Forte Bravetta il mattino dell’1.12.1943, Guarniera con trenta dei suoi uomini, perfettamente travestiti da militi della P.A.I., la sera del 30 novembre si presentò al forte per dare il cambio della guardia al gruppo che stava di servizio. Incredibilmente riuscito l'audace stratagemma e rimasti i patrioti praticamente padroni del forte durante la notte, quando all’alba giunse il camion con 11 condannati a morte, Guarniera ordinò ai suoi uomini di sparare sui tedeschi e sui poliziotti fascisti che accompagnavano il convoglio, liberando così tutti i prigionieri.

Dopo la Liberazione

Liberata Roma, furono fucilati al

Forte Bravetta l’ex questore fascista Pietro Caruso (22.9.1944) e l’aguzzino Pietro Koch, già com[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 118

Brano: [...]anarsi dalla zona senza subire alcuna perdita.

La rappresaglia nazifascista

Richiamati dalla tremenda esplosione, immediatamente accorsero in via Rasella, dal vicino ministero della Guerra e dai Comandi dislocati negli alberghi, militari e alti ufficiali tedeschi; militi della « Nembo », della « Barbarigo », dei Battaglioni « Roma o morte »; fascisti della banda Koch e della milizia; agenti di pubblica sicurezza, guardie di finanza e della P.A.I., oltre a numerosi gerarchi e funzionari fascisti.

Come prima reazione, vinto lo sbigottimento, costoro si dettero ad aprire una frenetica sparatoria contro le finestre e le porte delle abitazioni e sulle vetrine dei negozi

dì tutte le strade circostanti, per poi dare l’assalto alle abitazioni stesse « come se si fosse trattato di espugnare fortilizi », iniziando una selvaggia caccia aH’uomo nelle case, sui tetti, per le vie e nelle cantine. Gli inermi cittadini vennero trascinati per le strade e, mentre le donne furono lasciate in custodia alle guardie di finanza e poi liberate, tutti g[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 590

Brano: [...]condannati a morte, 5 alla prigionia e 4 alla deportazione in Germania.

Uno dei condannati a morte, Guglielmo Mattiozzi, aveva soltanto 14 anni e, data la sua minore età, fu graziato.

Egli farà, della vicenda, il seguente racconto: « A mezzanotte del 23 ci vennero a prendere. Ci fecero fare un lungo viaggio in camion con le mani legate, poi ci ammassarono sotto un muro. Non sapevo dov’ero. Era notte. Venne un ufficiale tedesco ed uno della P.A.I. (Polizia Africa Italiana).

11 tedesco mi chiese quanti anni avessi. "Quattordici”, risposi. Allora mi fece slegare e mi fece sedere in un sidecar. Poi mi diede un colpo sulla nuca e mi fece nascondere la faccia tra le gambe. Rimasi a lungo in quella posizione. Ad un tratto sentii sparare vicino, udii i fischi delle pallottole. Poi mi portarono in Germania ».

! fucilati furono: Orlando Accomasso, Lorenzo Ciocci, Andrea Chialastri, Mario De Marchis, Giuseppe Liberati, Angelo Salsa, Marco Santini, Mario Splendori, Vittorio Zini e Fausto lannotti. Quest'ultimo, un ciclista che passava nella[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 728

Brano: [...]fascismo, il capo di stato maggiore della Milizia, generale Enzo Galbiati, costituì la Divisione corazzata « Centauro » (v.) con materiale e istruttori tedeschi, ma l’unità si dissolse subito dopo l'8.9.1943.

Dopo il 25 luglio

Sciolta con uno dei primi decreti del governo Badoglio il 26.7.1943, la Milizia fu richiamata in servizio dal governo repubblichino T8.12.1943 per dar vita, insieme ai carabinieri e alla Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.), alla Guardia nazionale repubblicana (v. Forze armate repubblichine) .

Bibliografia: Enciclopedia Italiana, voi. XXIII, pp. 306308; V. Verné, M.V.S.N., Napoli 1932; M.V.S.N., la Milizia e l’impero, a cura del Comando generale della Milizia, Roma 1937; M.V.S.N. XVII Annuale, a cura del Comando generale della Milizia, Roma 1939; Giuseppe Piemontese, Ventinove mesi di occupazione italiana nella Provincia di Lubiana, Lubiana 1946; E. Santarelli, Storia del movimento e del regime fascista, Roma 1967.

E.Ni.

Millerand, Alexandre

N. a Parigi il 10.2.1859, m. a Versailles il 7.4.1943; uo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 292

Brano: [...] e compiere nottetempo i relativi prelevamenti. Il bestiame veniva poi occultato in grandi grotte e provvisoriamente affidato a famiglie contadine che collaboravano con la Resistenza. Una parte dei capi macellati veniva distribuita gratuitamente alle famiglie più povere e a quelle che ospitavano i prigionieri alleati.

Gli ammassi del grano erano invece sotto la diretta sorveglianza dei tedeschi o dei militi della Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.), mobilitata per tali servizi. Mentre con la PAI. non era difficile raggiungere un compromesso per impossessarsi di una parte del grano, con i tedeschi era quasi sempre necessario ricorrere alle armi, piombando di sorpresa sul corpo di guardia. I cospicui depositi della tenuta del conte Manzolini a Campoleone e quelli del Consorzio provinciale di Roma, che erano stati requisiti dai tedeschi, furono appunto attaccati di sopresa dalle squadre partigiane.

Rastrellamenti e rappresaglie

I tedeschi effettuarono il loro primo rastrellamento il 12.10.1943, in territorio di Ariccia, e catturarono 190 giovani (molti sorpresi nel sonno) che fece[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 688

Brano: Guarniera, Vincenzo

leggendario a Roma il nome di Tommaso Moro fu la liberazione dei condannati a morte di Forte Bravetta (v.). La notte del 30.11.1943, con 20 uomini indossanti uniformi della P.A.I., Guarniera si presentò al Forte e, con incredibile sangue freddo, al reparto che già vi prestava servizio di guardia all’esterno ordinò di andarsene, adducendo di aver ricevuto l’incarico di sostituirlo. I partigiani poterono così rimanere a custodia del Forte per tutta la notte. Allorché, all’alba, giunse dalle carceri romane il camion con 11 patrioti destinati alla fucilazione, il Guarniera ordinò ai suoi di far fuoco sui militi del plotone di esecuzione, quindi liberò i condannati e, con un altro automezzo che attendeva nei pressi del Forte, li condusse in salvo.

Alla fine di marzo 1944[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 405

Brano: [...]romesso: il secondo avrebbe costituito il « suo » esercito, mentre Ricci avrebbe comandato, indipendente da Graziani e dal ministero della Difesa, la Guardia Nazionale Repubblicana.

La Guardia Nazionale Repubblicana

Le caratteristiche di questo nuovo corpo furono fissate dai decreti legislativi dell'8.12.1943. Costituita da elementi della M.V.S.N., dai carabinieri rimasti in servizio dopo l*8 settembre e dalla Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.), concentratasi a Roma dopo la caduta dell'impero, la G.N.R. ebbe affidati compiti « di polizia interna e militare » che, in sostanza, consistevano nel tenere sotto controllo la popolazione mentre i tedeschi spogliavano e distruggevano con le loro ruberie e violenze l’intero paese. Si trattava quindi di un corpo sfacciatamente collaborazionista e fin dal suo sorgere esso fu giustamente circondato dall’odio e dal disprezzo popolare, nonché fatto oggetto di attacchi armati dei patrioti e delle prime formazioni partigiane.

Poiché l’art. 7 del decreto costitutivo indicava come elementi da acco[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 470

Brano: [...]rei. In precedenza, e sempre servendosi del Koch, C. aveva compiuto analoghe incursioni nei collegi pontifici Russicum, Orientale e Lombardo presso Santa Maria Maggiore, provocando l’arresto di 11 antifascisti che vi si erano rifugiati, tra i quali Giovanni Roveda.

Il 17.4.1944 il questore repubblichino diresse personalmente il più vasto rastrellamento mai registrato a Roma: durante la notte 2.000 tra soldati tedeschi, militi fascisti e della P.A.I. circondarono il popoloso quartiere romano del Quadraro e arrestarono 740 persone che furono immediatamente avviate ai treni, già pronti alla stazione Tuscolana. Caruso fuggì da Roma il 4.6.1944 col suo segretario Roberto Occhetto e recando con sè un cospicuo bottino in valuta e gioielli.In seguito a un incidente automobilistico avvenuto nei pressi di Viterbo ri

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine P.A.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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