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Il segmento testuale P.C.L è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 23Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 191

Brano: [...]ismo molti giovani studenti e intellettuali si orientarono a sinistra e confluirono prima nel Partito d’Azione (di cui Dorso fu uno dei promotori nel Sud), e poi nei partiti d'ispirazione socialista. Altri punti di resistenza al fascismo furono i confinati politici, quasi tutti comunisti, inviati in diversi paesi della provincia (Smorto a Montecalvo, Paolo Scaffidi e Baroncini ad Andretta), che contribuirono alla formazione dei futuri quadri del P.C.L.

La resistenza armata

Dopo I ’8.9.1943 non mancarono, seppure sporadici, episodi di resistenza armata provocati dalla ferocia dei nazisti a Montella, a Quindici e nella stessa Avellino, che fu tra le prime città a fornire volontari al C.I.L. (Corpo Italiano di Liberazione) che combattè a fianco degli Alleati.

La resistenza operaia ha anche in Irpinia il suo martire in Ferdinando Cianciulli, l’apostolo socialista di Montella ucciso proditoriamente dai fascisti. Nativo di Montecalvo è un caduto della guerra antifascista di Spagna: il giovane garibaldino Cristina, figlio di un pioniere [...]

[...] ripresa dei partiti democratici fu rapida e improntata a un deciso antifascismo. Si ricostituì il Partito liberale che, sotto la guida di Ri> bielli, ebbe un'impronta spiccatamente antifascista. Anche la Democrazia cristiana andò orientandosi verso posizioni di « sinistra » [Sullo) e operò attivamente per la Repubblica e per le riforme sociali: la terra, il lavoro. Si affermò un forte schieramento a sinistra nel

quale, accanto al P.S.I. e al P.C.L (in rapida ascesa e con forti posizioni), si collocarono con influenza di rilievo anche i gruppi delia sinistra dorsiana [Muscetta e Valla), favorevoli al fronte unico delle forze democratiche e di sinistra del Mezzogiorno, che dal 1947 in poi condusse le lotte per la libertà e per la terra.

P.Gr.

Un solo avellinese risulta condannato dal Tribunale speciale. Si tratta di Giuseppe Gervasio, arrestato a Milano, insieme ad altri, nel marzo 1928. Deferito al Tribunale speciale con l’imputazione di « ricostituzione della C.G.L. », fu condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione.

Aventino
[...]

[...]sta, aveva anche il vantaggio di poter offrire un minimo di unità alle opposizioni che, come fu palese in seguito, si sarebbero trovate divise su un qualunque programma positivo d’azione. L'unità si fece spontanea il 12 giugno, quando la notizia dell’assassinio era ormai certa. Alla riunione del gruppo dei socialisti unitari, cui Matteotti apparteneva, intervennero spontaneamente i rappresentanti degli altri gruppi di opposizione: Gramsci per il P.C.L, Velia per il P.S.I., Lussu per il Partito Sardo d’Azione, Bergamo, Molè ed altri. Solo i popolari, ancora irretiti nelle loro incertezze, non intervennero e tutti furono d’accordo che in quella seduta, l’ultima cui parteciparono, un solo oratore del gruppo di Matteotti avrebbe espresso la protesta di tutti. L'indomani si tenne una riunione di tutte le opposizioni, compresi i popolari, e unanime fu l'accordo di disertare la seduta del giorno stesso.

Le esitazioni dei partiti

Ma quale fosse il grado di accordo esistente a quel momento fra i diversi gruppi risulta abbastanza chiaramente d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 638

Brano: [...]li i comunisti dell’organizzazione clandestina locale, insieme ad altri compagni liberati dalle carceri e dal confino dopo il 25 luglio, non mancarono tuttavia di partecipare attivamente, alla testa della popolazione in armi, a quella rivolta « spontanea » che si tradusse nelle quattro epiche giornate di lotta contro i tedeschi.

Nell’ottobre 1943 giunse a Napoli Velio Spano che, con Eugenio Reale, si mise alla testa della riorganizzazione del P.C.L, lavoro che non poteva compiersi in un giorno. Alla fine di gennaio del 1944, al momento del Congresso di Bari (v.) dei C.L.N., le organizzazioni comuniste dell’Italia meridionale erano ancora assai deboli e su posizioni settarie: a Catania, per esempio, gruppi di comunisti non esitavano a sostenere che il nemico principale delle popolazioni liberate era l’esercito inglese, e che contro di esso occorreva rivolgere la lotta per impedire che gli inglesi arrivassero a occupare la Germania prima dei russi (« Impedire a tutti i costi l’apertura del secondo fronte, fare di tutto affinché l’Esercito[...]

[...]federazione comunista » che, dal nome del quartiere in cui si trovava, fu detta di Monte Santo. La presenza di due organizzazioni comuniste contrapposte nella stessa città fu natural

mente causa di ulteriore disorientamento e di freno allo sviluppo del partito. Ma ai primi di dicembre vide la luce l'edizione meridionale de « l’Unità »; qualche settimana dopo la scissione fu superata e la maggior parte dei dissidenti di Monte Santo ritornò nel P.C.L.

Il 20.1.1944 Spano e Reale s’incontrarono a Salerno col maresciallo Badoglio che li invitò a far parte del suo ministero, sostenendo che la partecipazione di comunisti, socialisti e democristiani era indispensabile per dare autorità al governo. Alla risposta che la cosa era realizzabile solo a condizione che il re abdicasse, Badoglio replicò che ciò era impossibile e le trattative furono interrotte.

I dirigenti comunisti, a Napoli, partivano da un errore di valutazione della situazione italiana e internazionale, a ciò indotti, del resto, da taluni apprezzamenti espressi dai rappresenta[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 632

Brano: Comunista italiano, Partito

Si può dire che quei dibattiti si ripercossero in tutti i partiti comunisti, compreso quello italiano: Angelo Tasca che era stato tra i fondatori ed era ancora uno dei dirigenti del P.C.L, riteneva errate quelle analisi e le prospettive connesse; sopravvalutando gli elementi di solidità delle basi economiche del capitalismo e sottovalutandone gli elementi di crisi, era portato a negare l’approssimarsi di un nuovo periodo di guerre e di rivoluzioni. L’esclusione di Tasca dal partito (settembre 1929) non pose fine alle discussioni, anche se nell’ottobre del 1929 Io scoppio della crisi economica negli Stati Uniti d’America e la sua successiva estensione agli altri paesi avrebbe dovuto togliere qualsiasi dubbio sulla sostanziale validità deH'analisi compiuta dalla I.C.. La necessi[...]

[...]e Canosa i contadini e i braccianti tentarono l’assalto alle sedi comunali e alle Case del fascio. Scioperi si verificarono in alcuni stabilimenti metallurgici di Torino, di Milano e in aziende del Biellese e del Vicen* tino. Nel corso del 1933, nelle diverse regioni (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia, Toscana, Lazio, Abruzzi, Campania, Calabria, Puglie e Sicilia), vi furono complessivamente 66 movimenti e scioperi di protesta organizzati dal P.C.L, senza contare decine di altre manifestazioni scoppiate « spontaneamente ».

Nel 1934 le proteste si estesero particolarmente nella Venezia Giulia e negli Abruzzi. A Bari e a Taranto furono organizzate manifestazioni popolari, alle quali parteciparono anche alcuni membri della milizia fascista, contro le manovre della flotta di guerra. Ne seguirono numerosi arresti.

Unità d'azione contro la guerra

Le tragiche^ esperienze seguite all’ascesa di Hitler in Germania e all’offensivà fascista in tutta Europa contribuirono, dopo anni di aspre polemiche, alla realizzazione di un patto di unità[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 335

Brano: [...]n guerra a fianco delle forze dell’Asse. La perorazione di Mussolini, scriverà l’ambasciatore Roberto Cantalupo, fu « fredda e prolissa, priva di forza persuasiva perché tutta l’atmosfera del colloquio era premuta dal peso della evidente incertezza della vittoria deH’Asse ».

Durante la Guerra di liberazione Bordighera diede il suo contributo alla Resistenza. Nel maggio 1944 furono arrestati tutti i membri del suo C.L.N.: Tommaso Frontero {del P.C.L), il capitano Silvio Tornasi e

il tenente Stefano Garibaldi (del Comando militare) furono deportati a Mauthausen, donde non avrebbero fatto più ritorno; Ettore Renacci (del P.C.L) e Giulio Biancheri Muller (del P. d’A.) furono invece fucilati. II comune ebbe complessivamente 25 caduti, che sono ricordati da un monumento nella pineta di Sant’Ampelio.

Bordini, Nino

N. a Faenza (Ravenna) nel 1922, fucilato a Bologna il 18.10.1944; muratore. Dopo I’8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, comandante di distaccamento nel Battaglione « Ravenna » della Brigata « Celso Strocchi ».

L’11.9.1944, ferito in combattimento, fu ricoverato aH’infermeria del battaglione. Allorché, qualche giorno dopo, la località venne attaccata dai tedeschi, mentre tutti i feriti in gr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 91

Brano: [...]o dai tedeschi, fu passato per le armi.

Dopo la sua morte, il suo nome fu assunto da un distaccamento della 3a Brigata Garibaldi “Libero Briganti”.

Torchio, Alfredo

N. il 26.5.1890; falegname.

Trovato in possesso di materiale di propaganda antifascista nel corso di perquisizioni domiciliari a Milano, nel luglio 1927 fu arrestato. Deferito al Tribunale Speciale, il 14.5. 1928 fu condannato a 5 anni di reclusione per ricostituzione del P.C.L e attività sovversiva.

Torchio, Anseimo

N. ad Asti il 27.5.1922, ivi m. il 13.3.1945; autista.

Dopo I '8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle fila della Resistenza astigiana. Comandante di un battaglione della 16a Brigata Garibaldi “Generale Perotti”, operante nella zona delle Langhe (Cuneo), partecipò a combattimenti in vai Bormida, a Murazzano e a Castelletto Uzzone.

Il 22.2.1945 fu catturato ad Asti dai fascisti. Sei giorni dopo fu processato da un tribunale militare e condannato a morte. Venne fucilato da

un reparto di Brigate nere contro il muro di cinta de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 807

Brano: [...]te affinché il gruppo confezionasse bombe incendiarie e spinse i compagni a svolgere attività particolarmente rischiose, informando minutamente di tutto la polizia. La sua azione condusse all' arresto simultaneo, il 30.10.1930, di 24 persone appartenenti a « Giustizia e Libertà » o a questo gruppo col legate, fra cui Ferruccio Parri, Umberto Ceva, Riccardo Bauer, Vincenzo Calace, Dino Roberto, Ernesto Rossi, Giordano ViezzoJi.

Provocatori nel P.C.L

Nella storia del Partito comunista italiano non mancarono casi di provocazione poliziesca riuscita o solo tentata.

Assai noto fu quello di Eros Vecchi. Costui faceva parte di un gruppo di emissari inviati clandestinamente in Italia dal Centro estero del partito. Arrestato nel corso di una missione, si prestò subito a collaborare con l’Ovra come agente provocatore e, grazie alle sue indicazioni, il 10.7.1930 la polizia potè procedere all’arresto di tutti gli emissari del suo gruppo fra cui Camilla Ravera.

In seguito il Vecchi accettò di tornare in Francia per proseguirvi la sua azione[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 757

Brano: [...]u comandante fino al gennaio 1945, nonché responsabile dei G.A.P. e della Divisione S.A.P. di Torino, e responsabile militare del Triumvirato insurrezionale del Piemonte. Successivamente, dal gennaio 1945 fino alla Liberazione, fu responsabile del Triumvirato insurrezionale triveneto, con funzioni di dirigente politico e militare.

Secondo dopoguerra

Negli ultimi mesi del 1945 fu chiamato a ftoma, alla Sezione centrale di organizzazione del P.C.L e, al V Congresso del partito (gennaio

Giordano Pratolongo [al centro) con Benvenuto Santus e Stefano Schiapparelli, membri del Triumvirato insurrezionale triveneto

757



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 643

Brano: [...] Piva, commissario della Brigata « Gastaldi »

Sant’Antonio (frazione di Valli del Pasubio) alla riunione di comandanti e commissari politici da cui derivò poi l’intero assetto delle formazioni partigiane della zona. Nel luglio del 1944, per ordine del P.C.I., operò nella zona di Padova, come organizzatore di G.A.P. e poi come comandante del 11 Battaglione della Brigata Garibaldi « F. Santucci ».

Nel gennaio 1945, sempre su disposizioni del P.C.L, si trasferì nel Novarese e, nella Valle Strona, si aggregò al Comando della 15a Brigata « Rocco » della II Divisione Garibaldi « Redi ». Sfuggito al rastrellamento del 31.1.1945, riparò ad Arola, dove il comando della Divisione Garibaldi « Redi » lo affiancò a Dino Vicario [Barbis) e all’aiutante maggiore Cafiero Bianchi [Fiero) quale commissario politico della ricostituita 119a Brigata « Castaldi ». Catturato il 2521945 a Cesara dai nazifascisti, fu carcerato a Baveno.

Nelle « democrazie popolari »

Riacquistata la libertà col 25 aprile, rientrò a Schio dove nel luglio 1945 fu incolpat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 235

Brano: [...]durre la lotta contro tedeschi e fascisti. Raccolta la prima banda partigiana nel vallone di San Giovanni di Boves, trasformò la sua bottega artigiana in sede di comando, stabilì legami con Pompeo Colajanni, Antonio Giolitti e altri comandanti partigiani; fu tra i più entusiasti animatori della Resistenza, li 29.12=1943. insieme a Carlo Ba

va (commissario di collegamento delle formazioni partigiane della zona) e a Paolo Cinanni (ispettore del P.C.L), si recò alla sede del Comando partigiano in montagna. L’indomani, ridiscesi a San Dalmazzo, i tre furono informati che i tedeschi, in possesso di notizie particolareggiate sulla dislocazione delle formazioni partigiane, si accingevano ad attaccarle in forze. Barale e Bava decisero allora di ripartire immediatamente, per informare il Comando dell’incombente pericolo, ma i tedeschi, che già avevano iniziato il rastrellamento, li sorpresero lungo la strada. Ne seguì una sparatoria, dalla quale Bava uscì illeso mentre Barale, colpito gravemente alla coscia, trovò scampo nella chiesa di Castella[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 246

Brano: [...] avente lo scopo di organizzare gruppi di combattenti destinati ad attraversare la linea del fronte per raggiungere le formazioni partigiane operanti nell’Italia occupata dai tedeschi. Il 28 gennaio vi si tenne una importante assise dei Comitati di liberazione nazionale dell'Italia liberata, nota come Congresso di Bari (v.).

Nelle elezioni per la Costituente (1946), nel collegio di B. 157.806 voti andarono alla Democrazia Cristiana, 78.714 al P.C.L, 51.884 al P.S.I., 102.223 al Fronte dell'Uomo Qualunque e alcune altre migliaia a liste minori.

Durante il ventennio fascista furono condannati dal Tribunale speciale 33 antifascisti originari di Bari, in grande maggioranza comunisti. Seguono i nomi e, accanto a ciascuno di essi, il numero degli anni di carcere inflitti: Vincenzo Antonucci (10), Vito Bellaveduta (10), Savino Biancolillo (5), Samuele Caccavo (4), Vito Canillo (3), Domenico Catarinella (5), Giorgio Cocozza (1), Domenico Conchiglia (8), Filippo D'Agostino (4), Angelo De Zio (1), Antonio Damiano (14), Michele Di Pao

lo (3)[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine P.C.L, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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