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Il segmento testuale Ottavio Pastore è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 44Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 324

Brano: [...]» e « Prima liberi ». Quest’ultimo generò un'accesa polemica sul tema « cultura e socialismo », con interventi di Gramsci e di Attilio Carena.

Alla fine della Prima guerra mondiale Leonetti abbandonò gli studi universitari (si era iscritto alla facoltà di Diritto aH'Università di Camerino) per dedicarsi interamente al giornalismo militante. Entrò infatti nella redazione piemontese deir« Avanti! » a fianco di Gramsci, Pia Carena, Leo Gaietto e Ottavio Pastore che ne era redattore capo.

Collaborò al settimanale « L'Ordine Nuovo », pubblicandovi il 12.8.1919 il suo primo articolo sotto il titolo « I comunisti e le elezioni » e rompendo con la sinistra bordighiana dichiaratasi « astensionista ».

Nel 1919 pose tra i primi la questione delle commissioni interne come embrioni del potere operaio e affrontò quei problemi che avrebbero trovato poi soluzione nella istituzione dei Consigli di fabbrica (si vedano i suoi articoli su « Avanguardia » del 9.3.1919 e sull' « Avanti! » del 3.7.1919 « Per un convegno delle commissioni interne »).

In qualità[...]

[...]di fabbrica (si vedano i suoi articoli su « Avanguardia » del 9.3.1919 e sull' « Avanti! » del 3.7.1919 « Per un convegno delle commissioni interne »).

In qualità di inviato dell' « Avanti! » torinese partecipò nell'ottobre 1919 al Congresso socialista di Bologna che decise l’adesione del P.S.l. alla Terza Internazionale.

All’inizio del 1920, chiamato da G. M. Serrati, passò alla redazione milanese dell’« Avanti! ». Al suo posto, a Torino, Ottavio Pastore assunse il giovane Paimiro Togliatti che si iniziò così al giornalismo operaio.

Da//'* Avanti! » all’« Ordine Nuovo »

Durante il periodo milanese Leonetti pubblicò vari opuscoli presso l'Editrice «Avanti!», nonché una antologia di scritti di Lenin presso l’editore Facchi, che fu recensita e segnalata da Benedetto Croce.

Collaborò inoltre a « ComuniSmo », « Compagni », « Puglia Rossa », « La Battaglia Socialista » e ad altre pubblicazioni socialiste, ponendo soprattutto con forza la « questione meridionale » e sostenendo, durante l’occupazione delle fabbriche del settembre 1920, la ne[...]

[...]rino, redattore capo di quella edizione. Fu poi l’unico, tra i militanti delle due redazioni (milanese e romana), che si separò dal direttore dell’® Avanti! » Serrati per aderire alla frazione comunista di Imola.

Nel dicembre 1920, tornato a Torino, partecipò in qualità di cronista capo alla nascita del quotidiano comunista « l’Ordine Nuovo » (1.1.1921). Poi, inviato speciale di questo stesso quotidiano al Congresso di Livorno (v.), insieme a Ottavio Pastore ne registrò e commentò le storiche sedute al Teatro Goldoni e infine consegnò nella sua cronaca la fondazione del Partito comunista d’Italia nel Teatro San Marco.

Dirigente comunista

A Torino, dopo la partenza di Togliatti, chiamato a Roma per dirigere l’organo centrale del P.C.d’I. « Il Comunista », Gramsci affidò a Leonetti le funzioni di redattore capo dell’« Ordine Nuovo ». Dalla fine del maggio 1922, allorché Antonio Gramsci fu inviato a Mosca come rappresentante italiano nell’esecutivo dell’Internazionale Comunista, su Leonetti e sugli altri compagni della redazione gravò l’intera[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 266

Brano: [...]tà « rivoluzionaria » delle masse.

« L’Ordine Nuovo » quotidiano

Alla fine del 1920 il dirigente socialista Giacinto Menotti Serrati, in dissenso con la Terza Internazionale (v.) a causa delle 21 condizioni da essa poste alTingresso del P.S.I. nelle proprie file, colse l’occasione di un articolo di Gramsci apparso sull’« Avanti! » per sconfessare l'edizione torinese di questo quotidiano che, dalla fine della guerra, grazie aH’iniziativa di Ottavio Pastore, aveva dato prova di inconsueta combattività e di eterodossia nei confronti delle altre due edizioni di Milano e Roma. Nel dicembre

1920, poco dopo la nascita ufficiale della « frazione comunista » al convegno di Imola, la testata torinese del quotidianosocialista, che

gli ordinovisti avevano usato come tribuna di propaganda e organo di discussione, venne soppressa dalla Direzione del partito. Appartenendo tuttavia le attrezzature tipografiche e redazionali all’organizzazione torinese, fu ritenuto opportuno,

in una delicata fase di trapasso e di preparazione della scissione, trasform[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 535

Brano: [...]io Ambrogi, Isidoro Azzario, Giuseppe Berti, Vincenzo Bianco, Giulio Cerreti, Emani CivaIIeri, Carlo Codevilla, Giuseppe Di Vittorio, Edoardo D'Onofrio, Giuseppe Dozza, Felicita Ferrerò, Egidio Gennari, Giovanni Germanetto, Ruggero Grieco, Luigi Longo, Davide Maggioni, Lino Manservigi, Anseimo Marabini, Clarenzo Menotti, Francesco Mi si ano, Mario Montagnana, Rita Montagnana, Celeste Negarvi Ile, Teresa Noce, Agostino Novella, Giancarlo Pajetta, Ottavio Pastore, Edmondo Peluso, Pio Pizzirani, Luigi Poi ano, Antonio Roasio, Vittorio Vidali (si vedano le rispettive voci biografiche).

Vita e problemi degli emigrati

Quantunque appartenessero tutti a un’organizzazione politica formalmente fondata su principi di uguaglianza e di fraterna solidarietà, le centinaia di comunisti italiani emigrati neH’Unione Sovietica fra le due guerre non vivevano allo stesso modo. Tra funzionari del Comintern, allievi deH’Università leninista e comunisti occupati come semplici lavoratori nella società sovietica fu istituita una compartimentazione di fatto, ufficialmen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 250

Brano: [...]ivano agli studenti un rendimento decisamente migliore rispetto alla Scuola Zapada. I corsi di studi, più ampi, comprendevano anche la storia del movimento ope

raio italiano. Tra gli insegnanti del settore italiano (di cui fu dapprima direttore un sovietico di nome Chiarini, poi la sovietica Vladimirskaia e, dal 1930 al 1934, segretario organizzativo Antonio Roasio (v.) ) furono Egidio Gennari, Felice Platone, Giuseppe Berti, Felice Amoretti, Ottavio Pastore. Oltre alle normali lezioni, erano spesso invitati a tener qui conferenze i massimi dirigenti del Comintern e dirigenti del Partito italiano: Pai miro Togliatti (le sue Lezioni sul fascismo, svolte appunto alla Scuola leninista fra il gennaio e l’aprile 1935, diverranno famose), Luigi Longo, Ruggero Grieco, Mario Montagnana, Luigi A madesi.

Come alla Zapada, anche alla Scuola leninista si impartivano lezioni di strategia e di tattica militare, con relative esercitazioni spesso impostate secondo i criteri della guerra partigiana. Uno degli insegnanti in questa materia era Guido Picelli (v.)[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 245

Brano: [...]lia. Partita con una tiratura di 2025.000 copie, raggiunse le 60 mila durante la crisi Matteotti nell’estate 1924, per scendere a 40.000 copie nei mesi successivi e a 30.000 nel 1925. Con il progressivo aggravarsi della situazione politica il quotidiano calò fino a 15.000 copie e il 31.10.1926, dopo un ennesimo attacco squadristico seguito all’attentato di Bologna contro Mussolini, cessò del tutto le pubblicazioni. Direttori responsabili furono: Ottavio Pastore dal 21 luglio al 6.9.1924, Alfonso Leonetti dal 7.9.1924 al 10.1.

1925, Mario Malatesta dal 17.1.1925 al 28 luglio dello stesso anno, Riccardo Ravagnan (v.) dal 29.7.1925 al 29.5.1926, Girolamo Li Causi dal

30.5.1926 fino alla fine. Il frequente cambio dei direttori (a parte Leonetti) fu dovuto al fatto che il titolo di gerente veniva continuamente revocato d’imperio dalle ordinanze prefettizie.

In quel travagliato periodo l’“Unità” condusse numerose battaglie, tra cui quella per celebrare la ricorrenza del Primo Maggio (v.), nonostante la proibizione del governo fascista, esortando [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 243

Brano: [...] Alleati), mai però come organo quotidiano e centrale del partito.

La quarta e ultima fase, che giunge fino ai nostri giorni, è quella che ebbe inizio a Roma due giorni dopo la Liberazione della Capitale (6.6.

1944). Da quel momento l’“Unità” riprese finalmente a uscire come organo quotidiano e centrale del P.C.I..

Origine

Dopo la soppressione dell 'Ordine Nuovo (v.) a Roma nell'ottobre 1922 e quella de II Lavoratore (v.), diretto da Ottavio Pastore (v.) a Trieste nell’agosto 1923, i comunisti non avevano più nessun quotidiano che permettesse di orientare sistematicamente le loro organizzazioni, mentre i socialisti continuavano a pubblicare l'“Avanti!”. Inoltre nell’aprile 1923 si era svolto il XX Congresso del P.S.I. che aveva definitivamente respinto l'ipotesi di ade



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 459

Brano: [...] rimpatriare clandestinamente ma fu arrestato alla frontiera e rimase per sei mesi nel carcere di Susa (Torino), da dove potè uscire per intervento dei partigiani.

Con la fine della guerra tornò a lavorare a « l’Unità », come direttore dell’edizione torinese del quotidiano.

Eletto al Senato della Repubblica per il collegio di Torino nel 1948 e nel 1953, il suo mandato fu confermato nel 1958 dagli elettori di Alcamo (Palermo).

Il nome di Ottavio Pastore resta legato soprattutto alla sua brillante attività giornalistica. Alla sua scomparsa, Paolo Spriano

10 ricorderà con queste parole: « È stato

11 fratello più anziano di molte ^generazioni di giornalisti comunisti. Ed è stato qualcosa di più. Avverso per temperamento e per educazione culturale alla mentalità dogmatica, riuscì sempre a creare nei compagni che lavoravano con lui una atmosfera di ricerca, di discussione, un odio per la retorica, un’aderenza alle cose che fu scuola preziosa». (l’Unità, 29.6.1965).

Al. Col.

Pasubio, Divisione

Formazione partigiana autonoma che, tra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 265

Brano: [...] comprendere la linea e le proposte.

Della prima serie dell’« Ordine Nuovo » uscirono complessivamente, tra il maggio 1919 e il dicembre 1920, 66 fascicoli, con una tiratura oscillante tra le 3.000 e le

5.000 copie, e un numero di abbonati che negli ultinrii mesi di vita oltrepassò il migliaio.

Accanto ai redattori già citati occorre menzionare, del gruppo di redattori più assidui, intellettuali operai e impiegati come Alfonso Leonetti, Ottavio Pastore, Mario Montagnana, Attilio Carena, Pietro Borghi, Andrea Viglongo, Enea Matta, Mario Stragiotti, Umberto Massola, Cesare Seassaro, Leo Gaietto, Arturo lacchia, Zino Zini (si vedano le rispettive voci).

Frequente fu il ricorso alla traduzione di autori stranieri, dai fran

265



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 17

Brano: [...]e ricostituito il Comitato federale. Tra le più vivaci esperienze di quegli anni va segnalata la pubblicazione del foglio clandestino II proletario, per iniziativa di Corrado Graziadei e del pittore Paolo Ricci.

Arresti e processi

I processi davanti al T.S. in cui vennero coinvolti militanti napoletani furono complessivamente 21.

II primo fu quello del 7.5.1927, svoltosi a Roma. Imputato insieme a Giuseppe Di Vittorio, Giovanni Fornari, Ottavio Pastore e Felice Platone, il giornalista napoletano Eduardo Peluso vi fu condannato a

12 anni di reclusione.

L’ultimo processo fu quello del 5.6.1943, nel quale il sergente Pancrazio Porcelli venne condannato a 8 anni per « offese al duce e denigrazione della guerra ».

In questi processi, i condannati napoletani furono complessivamente 57, per un totale di 386 anni di reclusione. Altri 18 antifascisti napoletani, processati dalla magistratura ordinaria, furono complessivamente condannati a 40 anni di reclusione.

II numero degli antifascisti napoletani colpiti da varie altre forme di repre[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 81

Brano: [...]isi generale (v.), sottolineava al tempo stesso l’importanza del primo Stato socialista per la lotta rivoluzionaria nei paesi capitalisti e formulava i compiti internazionalisti dell’Unione Sovietica e del proletariato mondiale. Particolare rilievo venne dato ai problemi del periodo di transizione dal capitalismo al socialismo. La delegazione italiana presente ai

lavori comprendeva, tra gli altri, Pai miro Togliatti, A. Tasca, Ruggero Grieco, Ottavio Pastore, Giuseppe Di Vittorio, Luigi Longo, Giovanni Germanetto, Pietro Secchia. L’intervento di Togliatti, rispecchiante le analisi che il Partito comunista italiano era andato facendo, introdusse una distinzione netta tra fascismo e socialdemocrazia, incontrando di conseguenza grandi resistenze neH’Internazionale e da parte dello stesso Stalin.

« Vorrei dire due parole — affermò in quell’occasione Togliatti — a proposito degli avvicinamenti che sono stati fatti da alcuni compagni tra fascismo e socialdemocrazia. La nostra opinione su questo punto è che è del tutto esatto il fare rilevare che esi[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Ottavio Pastore, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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