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Il segmento testuale O.V.R.A. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 21Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 675

Brano: [...]luta scarsa diligenza nella ricerca e nella scoperta dei colpevoli, in omaggio ai principi della ragion di stato.

Quanto al terreno del diritto comune, il più clamoroso insuccesso di Bocchini fu quello legato al nome di Girolimoni, ingiustamente accusato dell’assassinio e della scomparsa di alcuni bambini (tra le grida di trionfo della stampa fascista, mentre Bocchini e il questore di Roma venivano ricevuti a titolo di encomio dal duce).

L'O.V.R.A.

Una più ampia disanima merita la polizia politica del regime, la cosiddetta O.V.R.A. (v.).

I suoi antenati sono più d’uno: presso la Direzione generale di pubblica sicurezza c’era sempre stata una Divisione di polizia politica e, verso la fine della Prima guerra mondiale, era stato istituito un servizio speciale di investigazione politica con funzioni politicomilitari. Questo nuovo organo era

stato però sciolto al termine del conflitto e si era ritornati al « sistema antiquato del piccolo cabotaggio poliziesco con qualche spioncello qua e là in Italia ed ancora meno all’estero ».

Con l’instaurarsi del fascismo, il primo settore del regime ad avvertire il bisogno di «[...]

[...]gnate da un notevolissimo accrescimento del bilancio della polizia. Il 30.5.1928, in un discorso al Senato, Ettore Ciccotti (v.) calcolò che le spese per la pubblica sicurezza (che erano ancora di 134 milioni nell’esercizio 19231926) erano salite in quattro anni a più di un miliardo, il che indusse l’oratore ad affermare che per la pubblica sicurezza si spendeva in Italia quasi il doppio di quello che si spendeva in Francia.

La struttura dell’O.V.R.A. era articolata in questo modo: al centro, un nucleo di funzionari e agenti d\ carriera; alla periferia, una vastissima rete di informatori « privati ». Secondo i dati forniti dal Leto, i funzionari erano un’ottantina e gli agenti circa 600.

Queste cifre non si discostano molto da quelle fornite da Terzilio Borghesi, un agente del controspionaggio militare, secon

do il quale « dirigevano l’organizzazione undici ispettori generali di pubblica sicurezza, i quali avevano alle loro dipendenze sei questori, quattro vice questori, quindici commissaricapo, ventisette commissari, trentuno commis[...]

[...]este cifre non si discostano molto da quelle fornite da Terzilio Borghesi, un agente del controspionaggio militare, secon

do il quale « dirigevano l’organizzazione undici ispettori generali di pubblica sicurezza, i quali avevano alle loro dipendenze sei questori, quattro vice questori, quindici commissaricapo, ventisette commissari, trentuno commissari aggiunti, centosettantasei sottufficiali ed agenti scelti di pubblica sicurezza ».

Con l’O.V.R.A. collaboravano, in condizione di dipendenza, tutti gli uffici politici delle varie questure, gli uffici di pubblica sicurezza di frontiera, gli uffici politici investigativi (U.P.I.) dei vari Comandi di legione della Milizia; e, se richiesti, tutti gli altri servizi politici e militari dello Stato. L’O.V.R.A. infine godeva di assoluta indipendenza nei confronti delle gerarchie provinciali, sia di Stato che del Partito fascista. La novità di questa polizia « speciale » era costituita dalla rete dei confidenti, assai estesa e composte di personaggi spesso insospettabili.

Come è stato scritto, « ci si imbatte in barbe di antichi democratici, che magari ricoprirono in passato cariche pubbliche, in giornalisti di punta che sembrava avessero nei loro discorsi un fatto personale con il vile denaro, in ex ufficiali disposti solo a battersi al di là di ogni ostacolo, in illustri insegnanti tutti intenti[...]

[...]i figliolanza, dal vecchio corridoista sussidiato da tutti i governi a qualche prelato illustre, magari promosso cardinale, dall'uomo politico discorsivo e grafomane che vuole conciliare le espettorazioni cerebrali con l’incasso di qualche foglietto da mille, ai vecchi arnesi di polizia che hanno sempre fatto le spie e gli agenti provocatori così per consuetudine e per temperamento, oltre che per un lucro, sotto tutti i regimi ».

Sembra che l’O.V.R.A. si occupasse anche di « sondaggi » in materia politica, attività iniziata al tempo della guerra d’Etiopia.

La conseguenza dell’esistenza di una polizia politica così strutturata, fondata principalmente sulle private confidenze di spie mosse quasi sempre da motivi di lucro, fu quella di avvelenare ulteriormente la già abbastanza degradata vita politica italiana, creando una situazione di generale diffidenza e sospetto, e ciò non soltanto alTinterno del paese, ma anche negli ambienti deH’emigrazione politica all’estero.

Sopravvivenze legislative

Con la caduta del regime fascista, mentr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 90

Brano: [...]lla scuola allievi ufficiali di Salerno nell’estate 1939 (Pintor avrebbe collaborato l’anno seguente alla rivista fascista Primato, su posizioni di ormai aperto antifascismo) ; i giovani Carlo Franzinetti, Giuseppe Carbone e Massimo Gizio; il gruppo di Pietro Ingrao e Mario Alicata (tramite Giacinto Cardona). Nel 1940 alcuni elementi dell’organizzazione, che intanto aveva allargato i contatti con regioni limitrofe, si scoprirono, permettendo all’O.V.R.A. di deferire al Tribunale speciale l’intero gruppo della Marsica: il 16 maggio furono condannati, tra gli altri, Pietro Amendola, Bruno Corbi, Lucio LombardoRadice, Aldo Natoli e Giulio Spallone.

Per mezzo di Antonio Giolitti, i giovani romani si collegarono a Torino col centro interno del Partito comunista, facente capo a Umberto Massola e a Luigi Capriolo. Alla fine del 1941 Paolo Bufalini e Antonello Trombadori, mentre stavano stabilendo rapporti con un gruppo di operai comunisti (Pompilio Moli nari, Roberto Forti, Ettore Anzaloni, Giovanni Valdarchi, Fernando Mella e altri) furono arres[...]

[...]o) e nella casa di que

sti, con altri, si trovarono Giuseppe De Sanctis, Fabrizio Onofri, Marco Cesarini, Carlo Lizzani, Luigi Pepe, Renato Guttuso, Domenico Purificato. Nel 1942 il gruppo decise di darsi un direttivo; i contatti si estero ad alcune fabbriche (la Manzolini, il Laboratorio di precisione, ecc.) e con nuclei di operai comunisti. Con due di questi (Guido Rattoppatore e Gino Mangiavacchi), nel dicembre 1942 caddero nelle mani delI’O.V.R.A. Mario Alicata, Marco Cesarini, Dario e Gianni Puccini, e numerosi altri.

L’influenza del gruppo romano si ritrova, sul piano dei rapporti individuali, nella vicenda di Franco Fortini; dapprima legato al gruppo fiorentino di Giorgio Spini, Giampiero Carrocci e Geno Pampaioni, poi collaboratore di una rivistina di C.B. Vicari, quindi (luglio 1941) fondatore con Alicata e Pampaioni di un foglio, interrotto al primo numero dalla chiamata alle armi, durante il servizio militare a Civitacastellana Fortini conobbe Pietro Ingrao. Con

lo stesso gruppo (in particolare con Zevi, Carlo Muscetta, i [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 223

Brano: [...]a poliziesca.

Sebbene nella estate 1925 fosse stato arrestato nella sua casa di piazza Santo Spirito il segretario della Gioventù comunista Fosco Frizzi (v.), condannato coi suoi compagni due anni dopo con una sentenza del Tribunale Speciale, l’organizzazione comunista in Oltrarno continuò a riformarsi, esprimendo alcuni dei dirigenti che avrebbero guidato il movimento a livello cittadino e comprensoriale, malgrado gli arresti effettuati dall’O.V.R.A. nel 1926, nel 1927, nel

1928 e nel 1930.

L’amnistia del 1932 rimise in libertà, fra gli altri, anche Fosco Frizzi che, da allora e malgrado la salute malferma, rimase al centro dell’attività clandestina comunista a Firenze. Altri, come ad esempio Serafino Mas ieri, Lazzaro Pancini, Guglielmo Torni ai, Igino Bercilli ecc., neutralizzati dalla strettissima vigilanza della polizia, non mancarono di portare il loro contributo nei modi più diversi, pur avendo la massima cura di impedire all’O.V.R.A. di individuare i compagni coi quali mantenevano le relazioni.

La vitalità dell’organizzazi[...]

[...]L’amnistia del 1932 rimise in libertà, fra gli altri, anche Fosco Frizzi che, da allora e malgrado la salute malferma, rimase al centro dell’attività clandestina comunista a Firenze. Altri, come ad esempio Serafino Mas ieri, Lazzaro Pancini, Guglielmo Torni ai, Igino Bercilli ecc., neutralizzati dalla strettissima vigilanza della polizia, non mancarono di portare il loro contributo nei modi più diversi, pur avendo la massima cura di impedire all’O.V.R.A. di individuare i compagni coi quali mantenevano le relazioni.

La vitalità dell’organizzazione comunista dell’Oltrarno fu assicurata dall’oculato ma costante reclutamento effettuato fra i giovani a partire dai primi anni Trenta: fu così che, tramite Romeo Baracchi, aderirono al Partito comunista molti giovani, fra cui Faliero Pucci, di San Niccolò, mentre Guerrando Olmi (v.), nei brevi intervalli del confino, era un punto di riferimento costante per i giovani del Pignone. Questi giovani ne reclutarono a loro volta altri e fu così che, pur coscienti dei rischi a cui andavano incontro, di vol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 85

Brano: [...]seconda guerra mondiale Mario Montagnana e Vittorio Vidali riuscirono a raggiungere il Messico; Ambrogio Donini e Giuseppe Berti, gli Stati Uniti. Qui giunto, Berti prese l’iniziativa di pubblicare un’edizione a carattere locale della rivista « Stato Operaio ».

Polizia e provocazione

La presenza di un alto numero di antifascisti, politicamente e organizzativamente collegati con una larga massa di lavoratori emigrati, indusse naturalmente l’O.V.R.A. e gli altri servizi polizieschi del regime fascista (non di rado aiutati dalle polizie locali) a servirsi di spie e di agenti provocatori per scoprire i propositi e i piani d’azione dei « fuorusciti ». L’attenzione dei servizi spionistici era particolarmente rivolta a scoprire le fila di chi agiva in Italia e i canali attraverso i quali passavano i corrieri; a individuare i « funzionari » e i dirigenti antifascisti che entravano e uscivano clandestinamente dall’Italia; a fermare i giornali e l’altra stampa spedita dalla Francia o dalla Svizzera in Italia. Talvolta le spie riuscivano a segnala[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 727

Brano: [...]otesta contro la condanna a morte di Sacco e Vanzetti. Perseguitato dal regime, espatriò in Francia. A Marsiglia svolse attività nelle fila del Partito comunista francese e poi a Parigi, presso il Centro estero del P.C.d’I., lavorò con Luigi Longo e con il compagno di Muggia Luigi Frausin.

Inviato clandestinamente in Italia a svolgere lavoro per il partito, operò a Milano, in Toscana, in Emilia Romagna, neH'Umbria e nel Veneto. Arrestato dalI’O.V.R.A. a Rimini nell’ottobre 1931, fu torturato e deferito al Tribunale speciale che nell’aprile 1932 lo condannò a 7 anni di reclusione. Subì 22 mesi di isolamento. Scarcerato nel 1935 per amnistia, riprese il lavoro politico a Muggia, nel Capodistriano e nella zona di Fiume.

Nel marzo 1941 fu nuovamente arrestato (insieme al gruppo di Pino Tomasic, giovane intellettuale sloveno e organizzatore comunista). Nuovamente deferito al Tribunale speciale, fu processato con altri 59 imputati (di cui 58 sloveni) dalla corte fascista presieduta dal generale Tringali Casanova, trasferitasi per l’occasione [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 676

Brano: Polizia

no, sia pure tra impensabili resistenze, alcuni degli strumenti dell’ apparato di polizia creati dal fascismo (la Milizia, l’O.V.R.A. ecc.), restò in piedi quasi tutta la legislazione di polizia adottata durante il regime (in particolare, il testo unico di pubblica sicurezza), con conseguenze facilmente immaginabili per le libertà dei cittadini all’interno della neonata repubblica. Dovettero passare quasi dieci anni perché le più pericolose tra quelle norme cominciassero, tra lentezze e difficoltà di ogni genere, ad essere espunte dall’ordinamento.

R.Ca.

Bibliografia elementare: A. Acquarone, L’organizzazione dello Stato totalitario, Einaudi, Torino, 1965; R. Canosa, La polizia in Italia dal 1945 ad oggi, Il Mulino, B[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 224

Brano: [...] permanenza costante, in incarichi di particolare responsabilità, dei più violenti squadristi locali A questi dati si deve aggiungere che agli inizi degli anni Trenta, nel quadro del rilancio turistico di Firenze «culla dell’arte e della cultura », la Federazione fascista tentò l’assimilazione e l’inquadramento dell’artigianato, il cui tratto distintivo è la gelosa conservazione della singola individualità. Venne a tale riguardo impostata una manovra di promozione pubblicitaria e di agevolazioni economiche, di cui in realtà i veri artigiani beneficiarono ben poco, perché la parte del leone toccò alle aziende di maggior rilevanza economica del settore.

In questo complesso di fattori, la sempre rinnovata ostilità dell’OI

trarno al fascismo e i fermenti serpeggianti fra i giovani e giovanissimi determinarono il costituirsi di vere e proprie organizzazioni spontanee antifasciste, come quella di cui fece parte Bruno Fanciullacci (v.)f o quanto meno innestarono un processo di ripensamento critico, come fu per Aligi Barducci (v.), i cui fr[...]

[...]estazione di ostilità, i fascisti devastarono alcuni locali, noti come punti di ritrovo degli oppositori del regime (come, ad esempio, il bar Pieri in via de’ Serragli) e imposero a tutti gli esercizi pubblici di collocare gli apparecchi radio vicino all’ingresso, in modo da facilitare la sorveglianza sulle trasmissioni e sugli ascoltatori. Malgrado tutto ciò, neppure negli anni successivi la violenza fascista e la strettissima sorveglianza dell’O.V.R.A. riuscirono a stroncare l’opposizione antifascista in Oltrarno, come è eloquentemente dimostrato dalla cadenza annuale degli arresti e delle condanne inflitte ai cittadini della zona dal Tribunale Speciale o dalla Commissione provinciale per l’assegnazione al confino.

Il 25 luglio

Il vero stato d’animo dell’Oltrarno e i frutti della propaganda e della cospirazione comunista si videro il

25.7.1943, quando la radio trasmise la notizia della destituzione di Mussolini: le strade si riempirono di folla festante, i simboli del regime vennero smartellati via, ci fu (ma senza spargimento di s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 220

Brano: Olmi, Guerrando

venne nuovamente arrestato e, questa volta, confinato a Ponza per

5 anni. Nell’ottobre 1936 fu di nuovo assegnato, per 3 anni, al confino a Ventotene.

Nel 1940 Olmi era da poco tornato in libertà, quando l’O.V.R.A. scoprì l’esistenza dell’organizzazione comunista clandestina di cui egli faceva parte. Fu quindi ancora una volta arrestato con altri e deferito al Tribunale Speciale che Io condannò a 12 anni di reclusione. Fu quindi destinato alla casa penale di Fossano.

Riacquistata la libertà dopo il 25.7.

1943, fu tra gli organizzatori della Resistenza fiorentina. Nel 1944 venne inviato con Cesare Collini a Pistoia quale ispettore della Delegazione Comando Brigate Garibaldi. Dopo la liberazione della città, fu il primo segretario della Federazione comunista pistoiese.

O.LP.

Organizzazione per[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 79

Brano: [...]ontro Dario Grassi, operaio della Breda di Sesto San Giovanni.

3.12: Stanis Ruinas fonda la rivista neofascista « Il Pensiero Nazionale ».

1948

9.2: A San Ferdinando di Puglia, alcune persone sono uccise duran

te un raid fascista contro la Camera del Lavoro e contro le sedi dei partiti di sinistra.

19.2: Riunione a Roma di industriali e alti ufficiali dell’Esercito sotto la presidenza di Giuseppe Piéche (generale ed ex agente dell’O.V.R.A.). Viene decisa la costituzione di un’organizzazione armata di agenti provocatori.

23.3: A San Severo di Puglia, la popolazione insorge per protestare contro la celebrazione fascista del 3T anniversario della fondazione dei Fasci di combattimento. I fasci* sti devastano le sedi dei partiti popolari. La polizia arresta numerosi militanti antifascisti.

29.3: Squadristi fascisti assassinano a Codogno (Milano) due operai, Francesco Zamproni e Pietro Bruschi.

14.4: 200 missini irrompono nel ghetto ebraico di Roma, ma vengono messi in fuga dagli abitanti. 18.4: Nelle elezioni politiche il M[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 273

Brano: [...]migrazione politica (v. Antifascismo all’estero). Le prime avvisaglie della lotta antifascista fuori d’Italia si ebbero con l’attentato del febbraio

1924 contro Nicola Bonservizi, già corrispondente del Popolo d’Italia a Parigi nel 1920 e in seguito delegato dei Fasci italiani in Francia e fondatore di Italie Nouvelle.

I fascisti, talvolta in stretta intesa con i consolati e le ambasciate d’Italia, con la polizia ed i servizi speciali dell’O.V.R.A. e del S.I.M., nel tentativo di egemonizzare le comunità italiane scesero spesso su un terreno di aperta provocazione. Gli scontri tra fascisti e antifascisti si contarono a decine e a centinaia in tutti i paesi, ma specialmente laddove gli antifascisti riuscivano a tutelare la loro libertà di organizzazione rispetto agli Stati ospitanti (v. Colonie libere italiane). La stampa antifascista, nonostante la modestia dei mezzi a disposizione, combattè con relativa efficacia la propaganda del regime, che all’estero ebbe per molti anni come organo centrale II Legionario. Memorabili polemiche furono [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.V.R.A., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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