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Il segmento testuale O.N.U. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 90Entità Multimediali , di cui in selezione 71 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 57

Brano: Nazioni Unite

dell’O.N.U. è tuttavia quella del

24.10.1945.

Compiti

L’organizzazione delle Nazioni Unite avrebbe dovuto rappresentare l’assise mondiale dei popoli per assicurare in ogni paese la pace, la libertà e il progresso della democrazia. Lo statuto afferma infatti che tutti i membri sono ugualmente sovrani e devono adempiere agli obblighi assunti, impegnandosi a risolvere ogni controversia con mezzi pacifici. Ogni Stato membro si impegna inoltre a fornire, su richiesta, propri contingenti militari per quelle azioni che, nondimeno, fossero ritenute necessarie per il mantenimento della pace. Tutte le Naz[...]

[...]utte le Nazioni, grandi e piccole, hanno uguali diritti e si impegnano nell’attuazione del progresso economico e sociale dei popoli in un clima di collaborazione, amicizia, tolleranza reciproca e sicurezza internazionale. 1 diritti alla libertà, alla vita, alla sicurezza della persona, ecc. sono prerogative inalienabili di ciascun essere umano (si veda, a tale riguardo, sotto la voce Diritti dell’uomo, la « Dichiarazione universale » votata dall’O.N.U. il 10.12.1948).

Struttura

Per svolgere la propria attività, l’O.N.U, si avvale di sei organismi principali:

1. L’Assemblea generale che, con poteri deliberanti, prende decisioni a maggioranza semplice o di due terzi secondo l’importanza delle questioni in esame;

2. Il Consiglio di sicurezza, composto da 5 membri permanenti (U.S.A., U.R.S.S., Gran Bretagna, Francia e Cina) e 6 membri temporanei scelti dall'Assemblea generale, ogni due anni, fra tutti gli altri Stati, che decide a maggioranza di due terzi sulle questioni procedurali (ma i membri permanenti possono esercitare il diri[...]

[...] anni, fra tutti gli altri Stati, che decide a maggioranza di due terzi sulle questioni procedurali (ma i membri permanenti possono esercitare il diritto di veto);

3. Il Consiglio economico e sociale;

4. Il Consiglio di amministrazione fiduciaria;

5. La Corte internazionale di giustizia;

6. Il Segretariato.

A ognuno dei suddetti organi fanno capo numerose « agenzie » e istituti specializzati.

A Londra fino al 1950, la sede dell’O.N.U. venne dopo questa data trasferita a New York, nel cosiddetto Palazzo di vetro. Le lingue ufficiali riconosciute nelle riunioni

dell’O.N.U. sono l'inglese, il francese, il russo, lo spagnolo e il cinese.

Limiti del l'organizzazione

Già nelle norme statutarie è possibile riscontrare evidenti contraddizioni tra gli enunciati principi di « parità » tra tutti i paesi e il ruolo effettivo che questi sono chiamati a svolgere. L’Assemblea generale, convocata in sessione annuale, ha in effetti scarsissimo potere di fronte al Consiglio di sicurezza che opera in modo permanente ed è dominato dalle cinque maggiori potenze che, con l’esercizio del diritto di veto, possono difendere a oltranza i propri interessi specifici. Questo era d’[...]

[...] specifici. Questo era d’altronde il principio ispiratore dei promotori dell’organizzazione: evitare che un gruppo di Stati possa danneggiare gli interessi degli altri a colpi di maggioranza, introducendo motivi di lacerazione capaci di distruggere l’equilibrio di forze stabilitosi nel mondo con la Seconda guerra mondiale. Ma appunto la clausola dell’unanimità, dati i contrasti che continuamente sorgono nei dibattiti del Consiglio, trasformano l’O.N.U. in un’istanza con scarsi poteri autonomi e operativi, nella quale le risoluzioni dell’assemblea possono venire tranquillamente ignorate. Tipici esempi di tale contraddizione sono il rifiuto della Rodhesia e del Sud Africa di porre fine alla segregazione razziale, o quello di Israele di evacuare i territori occupati con la guerra del 1967, nonostante le risoluzioni di condanna votate in tal senso dall’Assemblea dell’O.N.U..

Nella guerra fredda

Fin dai primi anni di vita dell’O.N.U., la rottura del fronte antifascista e la guerra fredda ebbero conseguenze assai pesanti per il suo prestigio e per il suo funzionamento. L’O.N.U. subì poi una crisi gravissima nel 1950, in occasione della guerra di Corea (v.), quando l’Unione Sovietica decise di ritirarsi dal Consiglio di sicurezza: prescindendo dall’opportunità politica del gesto, sul piano giuridico ciò equivaleva a un’astensione dal voto, quindi all’automatico annullamento di qualsiasi deliberazione. Gìli U.S.A. fecero allora votare in Assemblea una risoluzione che dava alle votazioni del Consiglio di sicurezza una nuova interpretazione, secondo la quale l’astensione veniva considerata « voto non contrario » e praticamente trasformata m « voto a favore ». Fu preci
[...]

[...]uzione 337, con la quale venivano attribuiti aH’Assemblea generale (che votava a maggioranza e dove, all’epoca, il rapporto di forze era favorevole alla politica americana) alcuni dei poteri spettanti al Consiglio di sicurezza.

Con analogo sistema e sempre per imposizione statunitense la rappresentanza della Cina venne demandata al regime di Chiang KaiShek (v.) stabilitosi a Formosa, di modo che una delle cinque grandi potenze promotrici dell’O.N.U. venne addirittura esclusa dall’organizzazione. Questa serie di eventi segnò praticamente la fine dell’epoca costruttiva dell’O.N.U. che, da istituto internazionale di conciliazione, si vide trasformata in strumento della guerra fredda al servizio di una sola parte. Al principio basilare dell’unità si sostituì di fatto quel

lo della maggioranza automatica filoamericana; di conseguenza, il veto dell’U.R.S.S., unico strumento che il blocco sovietico possedeva per controbattere le imposizioni delle potenze occidentali, divenne uno degli elementi tipici dell’attività del Consiglio di sicurezza.

Comparsa del Terzo Mondo

Ma nel frattempo la struttura stessa del mondo si andava profondamente modificando. Paesi immensi, c[...]

[...]igio in campo internazionale, con conseguente diminuzione del peso rivestito dalla Gran Bretagna e dalla Francia che, inizialmente, oltre ai propri popoli avevano rappresentato quelli dei territori assoggettati. Questi ultimi rivendicavano ora il diritto di gestire autonomamente la loro politica anche nei consessi internazionali. La riluttanza degli Stati colonialisti a comprendere questa nuova realtà concorse a gettare ulteriore discredito sull’O.N.U., le cui leve principali di comando continuavano a essere nelle mani delle potenze che con ogni mezzo, compresa la guerra (vedi Congo e Algeria), si oppone

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 115

Brano: [...]i rifugiati nei dintorni di Gerico in Giordania (1957)

Prima guerra araboisraeliana (1948)

1 cinque Stati arabi confinanti (Egitto, Transgiordania — poi Regno hascemita di Giordania — Iraq, Siria e Libano) annunciarono la loro decisione di invadere i territori della nuova repubblica di Israele. Nel conflitto che seguì prevalsero invece gli israeliani, il cui esercito in

2 mesi occupò la Galilea occidentale e la Palestina centrale (che l’O.N.U. aveva assegnato agli arabi), nonché il quartiere nuovo (occidentale) di Gerusalemme. L’esercito della Transgiordania entrò nella Palestina orientale e occupò la parte orientale (vecchia) di Gerusalemme, mentre gli egiziani occuparono la striscia di Gaza. Lungo i nuovi confini tra Israele, Egitto e Siria venne creata, sotto gli auspici dell’O.N.U., una zona smilitarizzata. Il « cessate il fuoco », ottenuto dall'O.N.U. il 18 luglio con l’intervento del « mediatore » conte Folke Bernadotte, non venne però rispettato: nonostante che avessero esteso i propri confini del cinquanta per cento in più rispetto al territorio originariamente rivendicato, alla fine del 1948 gli israeliani avevano occupato anche l’intera regione del Negev fino alla vecchia frontiera con l'Egitto (fuorché una striscia di costa tra Gaza e Rafa, rimasta agli egiziani). Nel 1949 il nuovo mediatore deH’O.N.U. Ralph Bunche (succeduto a Bernadotte, assassinato nel settembre 1948 in Gerusalemme da estremisti ebrei) combinò armistizi separati t[...]

[...]lio con l’intervento del « mediatore » conte Folke Bernadotte, non venne però rispettato: nonostante che avessero esteso i propri confini del cinquanta per cento in più rispetto al territorio originariamente rivendicato, alla fine del 1948 gli israeliani avevano occupato anche l’intera regione del Negev fino alla vecchia frontiera con l'Egitto (fuorché una striscia di costa tra Gaza e Rafa, rimasta agli egiziani). Nel 1949 il nuovo mediatore deH’O.N.U. Ralph Bunche (succeduto a Bernadotte, assassinato nel settembre 1948 in Gerusalemme da estremisti ebrei) combinò armistizi separati tra Israele ed Egitto (24.2.1949), Libano (23 marzo), Transgiordania (3 aprile) e Siria (20 luglio). Il governo iracheno, da parte sua, decise di ritirare le pro

prie truppe, trasferendo alla Giordania i territori palestinesi che aveva occupato. L’Egitto continuò a tenere chiuso al traffico israeliano il canale di Suez. L’11.5.1949 lo Stato di Israele fu riconosciuto membro deH’O.N.U.

Costruzione dello Stato Le elezioni del gennaio 1949 dettero la maggioran[...]

[...]48 in Gerusalemme da estremisti ebrei) combinò armistizi separati tra Israele ed Egitto (24.2.1949), Libano (23 marzo), Transgiordania (3 aprile) e Siria (20 luglio). Il governo iracheno, da parte sua, decise di ritirare le pro

prie truppe, trasferendo alla Giordania i territori palestinesi che aveva occupato. L’Egitto continuò a tenere chiuso al traffico israeliano il canale di Suez. L’11.5.1949 lo Stato di Israele fu riconosciuto membro deH’O.N.U.

Costruzione dello Stato Le elezioni del gennaio 1949 dettero la maggioranza relativa (46 seggi) al partito socialdemocratico Mapai, il cui leader David Ben Gurion formò un governo di coalizione con il centro.

Chaim Weizmann venne eletto presidente della repubblica nel febbraio 1949. Negli anni seguenti continuò l’immigrazione ebraica, con la punta più alta di 239.000 arrivi nel 1949. L’agricoltura venne sviluppata, in parte da trust con partecipazione di capitale finanziario inglese e americano (particolarmente fiorente divenne la coltivazione di agrumi) e in parte attraverso un sistema[...]

[...] il portafoglio degli Esteri a Golda Meir).

Nel 1955 l’Egitto ottenne aiuti militari dall’U.R.S.S. e le incursioni dei guerriglieri arabi (fedayn) contro Israele si intensificarono. Nell’ottobre 1956, in seguito alla nazionalizzazione del Canale di Suez da parte del governo egiziano, dopo essersi accordati con l’Inghilterra e la Francia, gli israeliani aggredirono in forze l’Egitto e, prima di accettare il « cessate il fuoco » deliberato dall’O.N.U., fecero in tempo a occupare la striscia di Gaza e la penisola del Sinai. Ma, a causa della forte pressione internazionale, il 25 dicembre Israele fu costretta a ritirarsi dalla penisola del Sinai e l’8.3.1957 dovette fare altrettanto dalla striscia di Gaza. Fu nuovamente creata, lungo la frontiera, una fascia smilitarizzata presidiata da truppe dell’O.N.U.. Il mese successivo fu ripreso in favore di Israele l’aiuto economico degli Stati Uniti (sospeso in seguito all’aggressione contro l’Egitto) e gli israeliani da quel momento si schierarono decisamente sulle posizioni dell’imperialismo americano.

Nel luglio 1958 Israele favorì l’ag

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 56

Brano: [...]ico caso del genere in tutto il Paese.

Nei trenta mesi di vita de « La Nazione del Popolo », la tipografia

di via Ricasoli ospitò anche altri giornali [La Patria, Il Nuovo Corriere, Il Mattino dell’Italia Centrale), di vario colore politico.

Bibliografia: La Nazione del Popolo, annate 1944, 1945, 1946, 1947; V. Branca, Nascita di un giornale di popolo, in « La Nazione del Popolo », 11.8.1945, numero unico.

F. Fio.

Nazioni Unite

O.N.U., Organizzazione delle Nazioni Unite. Associazione di Stati, l cui governi si impegnano a mantenere la pace e la sicurezza internazionale, nonché a promuovere la cooperazione per la soluzione dei problemi politici ed economici e

10 sviluppo di amichevoli relazioni tra le Nazioni.

Origini

Come la Prima guerra mondiale aveva portato, dopo la sconfitta degli Imperi centrali, alla costituzione della Società delle Nazioni, così la vittoria alleata del 1945 sul nazifascismo portò alla fondazione deirO.N.U.. Il fine delle due organizzazioni, pur nella diversità della situazione storica e pol[...]

[...]i, l cui governi si impegnano a mantenere la pace e la sicurezza internazionale, nonché a promuovere la cooperazione per la soluzione dei problemi politici ed economici e

10 sviluppo di amichevoli relazioni tra le Nazioni.

Origini

Come la Prima guerra mondiale aveva portato, dopo la sconfitta degli Imperi centrali, alla costituzione della Società delle Nazioni, così la vittoria alleata del 1945 sul nazifascismo portò alla fondazione deirO.N.U.. Il fine delle due organizzazioni, pur nella diversità della situazione storica e politica, era identico: dotare i popoli di tutto

11 mondo di uno strumento di pace e di coordinamento internazionale.

F.D. Roosevelt, che deH’O.N.U. fu il massimo assertore, vi vedeva un mezzo per superare quell’isolazionismo (v.) degli U.S.A. che aveva contribuito a lasciare via libera agli Stati fascisti.

DeH'O.N.U. si cominciò a parlare già nel corso della guerra, quando l’esito di questa appariva tutt altro che scontato: la Dichiarazione di Londra del 12.6.1941, la Carta Atlantica (v.) del 14.8.1941 e la Dichiarazione delle Nazioni Unite dell'1.1.1942 ne anticiparono i contenuti.

La prima bozza dello statuto dell’O.N.U. venne stesa a Dumbarton Oaks (v.) dai rappresentanti degli U.S.A., dell’U.R.S.S., della Gran Bretagna e della Cina tra l’agosto e l’ottobre 1944. Alla successiva Conferenza di Yalta (febbraio 1945) i « tre grandi » (Roosevelt, Churchill, Stalin) si accordarono per convocare una conferenza internazionale che desse vita all’O.N.U.. Tale conferenza ebbe luogo a San Francisco dal 23 aprile al 26.6.1945 con la partecipazione dei rappresentanti di cinquanta paesi e si concluse con l’approvazione dello statuto. La data ufficiale di nascita

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 658

Brano: [...] riassorbire le spinte nazionaliste più avanzate e quindi a garantire un’altra fase di assoluta tranquillità alla colonia. D’altro canto essa era consapevole della fragilità del movimento nazionalista nel suo

complesso, e quindi della possibilità di intervenire sulle sue divisioni tribali. Mentre questa seconda ipotesi si rivelò esatta, la prima venne meno lo stesso 30 giugno quando, nel corso della proclamazione della indipendenza, Lumumba pronunciò un discorso programmatico i cui punti essenziali erano: liquidazione di ogni forma di soggezione coloniale; solidarietà panafricana; unità nazionale contro le divisioni tribali. Il 7 luglio i belgi risposero con un primo intervento militare, « motivato » dalla rivolta della forza pubblica congolese che era ancora diretta da ufficiali belgi. L’11 luglio il Katanga, la regione mineraria più ricca del Congo, una specie di impero privato della società per azioni belga Union Minière, crociamo la secessione. Il 14 luglio l’O.N.U. decise di intervenire. La pressione imperialista si fece, con la [...]

[...]gni forma di soggezione coloniale; solidarietà panafricana; unità nazionale contro le divisioni tribali. Il 7 luglio i belgi risposero con un primo intervento militare, « motivato » dalla rivolta della forza pubblica congolese che era ancora diretta da ufficiali belgi. L’11 luglio il Katanga, la regione mineraria più ricca del Congo, una specie di impero privato della società per azioni belga Union Minière, crociamo la secessione. Il 14 luglio l’O.N.U. decise di intervenire. La pressione imperialista si fece, con la piena complicità deH’O.N.U., dura e drammatica. Le immense ricchezze del paese, al cui sfruttamento erano interessati i trusts più importanti dell’Occidente, con partecipazione di capitali belgi, americani, francesi e inglesi; la particolare collocazione geografica del Congo, posto al centro di una parte del Continente non ancora indipendente e quindi suscettibile di creare un pericoloso polo di attrazione; la necessità di infliggere una battuta d’arresto a tutto il movimento di liberazione nazionale africano in fase ascendente, furono le ragioni principali della ostinazione con cui l’imperialismo si impegnò nel Congo, [...]

[...]glesi; la particolare collocazione geografica del Congo, posto al centro di una parte del Continente non ancora indipendente e quindi suscettibile di creare un pericoloso polo di attrazione; la necessità di infliggere una battuta d’arresto a tutto il movimento di liberazione nazionale africano in fase ascendente, furono le ragioni principali della ostinazione con cui l’imperialismo si impegnò nel Congo, riuscendo a liquidare l’indipendenza.

L’O.N.U., invece di appoggiare il legittimo governo Lumumba, avallò la secessione del Katanga e tutte le tendenze centrifughe del giovane Stato; e arrivò persino a legittimare il colpo di stato del 5.9.1960, operato da Kasavubu e da Mobutu (capo dell’esercito, che rappresentava l'unica forza reale e organica del paese) contro Lumumba, che venne deposto. Il Parlamento congolese venne sciolto. A seguito di questo fatto la R.A.U., la Guinea, il Marocco e l’Indonesia ritirarono le loro truppe dal contingente O.N.U., mentre l’U.R.S.S. decise di non concorrere più ai finanziamenti delle iniziative del Consi[...]

[...] avallò la secessione del Katanga e tutte le tendenze centrifughe del giovane Stato; e arrivò persino a legittimare il colpo di stato del 5.9.1960, operato da Kasavubu e da Mobutu (capo dell’esercito, che rappresentava l'unica forza reale e organica del paese) contro Lumumba, che venne deposto. Il Parlamento congolese venne sciolto. A seguito di questo fatto la R.A.U., la Guinea, il Marocco e l’Indonesia ritirarono le loro truppe dal contingente O.N.U., mentre l’U.R.S.S. decise di non concorrere più ai finanziamenti delle iniziative del Consiglio di sicurezza. Il Congo precipitò nel caos.

A Stanleyville, l’unica regione in cui il M.N.C. possedeva una consistente forza organizzata, si costituì un governo lumumbista diretto da Antoine Gisenka, riconosciuto come unico governo legittimo del Congo da venti paesi africani e socialisti. Nel Kasai nacque una specie di reame autonomo. A Léopoldville, gli autori del colpo di stato diedero vita a un grottesco governo di studenti congolesi. Nel frattempo, in vaste regioni del territorio si sviluppav[...]

[...]poldville, gli autori del colpo di stato diedero vita a un grottesco governo di studenti congolesi. Nel frattempo, in vaste regioni del territorio si sviluppava una sanguinosa lotta tribale, accompagnata da stragi, quali quella dei Baluba ad opera dei Lunga — la tribù appoggiava il leader katanghese Moise Ciombe — che fu portata all’O. N. U. come esempio di flagrante genocidio.

Nel 1961 la situazione si aggravò ulteriormente. Il 14 febbraio l’O.N.U. assistette passivamente all’assassinio di Lumumba, trasferito dal car

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 103

Brano: [...]gli scopi e ai principi delle NazionLUnite.

Art. 30. Nessuna disposizione della presente Dichiarazione può essere interpretata come implicante per uno Stato, un raggruppamento o un individuo, un diritto qualsiasi di darsi a una attività o di compiere atti che mirino alla distruzione dei diritti e delle Libertà qui enunciate.

La situazione reale

L’approvazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo da parte dei paesi rappresentati all’O.N.U. non ha certo risolto il problema del rispetto di quegli stessi principi o dell’effettivo godimento delle corrispondenti libertà aH’interno dei vari Stati. In effetti la Carta dell’O. N.U.iion è che un documento programmatico, una sorta di costituzione supernazionale, la cui esecu

tività — ossia la sua effettiva traduzione nei sistemi legislativi dei vari Stati membri — è nell’attuale situazione storica ben lungi dal verificarsi. In realtà, quantunque l’O. N.U. non manchi di istituti,^forze e strumenti che in molte circostanze sarebbero atti a operare, e con efficacia, in direzione di un’ef[...]

[...]ne storica ben lungi dal verificarsi. In realtà, quantunque l’O. N.U. non manchi di istituti,^forze e strumenti che in molte circostanze sarebbero atti a operare, e con efficacia, in direzione di un’effettiva tutela dei diritti affermati nella sua Carta, ciò avviene solo nei casi e nella misura in cui la pressione dellopinione pubblica democratica internazionale si fa tanto forte da imporlo. Purtroppo si assiste molto spesso a gravi carenze dell’O.N.U./ quando non addirittura alla strumentalizzazione dei suoi istituti da parte di una maggioranza dominata dalle correnti più retrive dell’imperialismo nordamericano, per esempio nel caso del non riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese, per cui l’O.N.U. ha negato fino a questo momento a un intero popolo (anzi, al più grande popolo della terra) il riconoscimento » di quei diritti di cui intende farsi paladina nel mondo.

Principi sanciti con tanta solennità rimangono perciò inoperanti, mostrando la profonda contraddizione tra le esigenze di libertà dei singo

li individui e dei popoli e i sistemi politici che l’imperialismo impone in tanta parte del mondo: si pensi alla guerra di aggressione che da anni le forze armate degli Stati Uniti sostengono nel Vietnam, alla deportazione in massa delle popolazioni arabe da parte degli israeliani, a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 102

Brano: [...]scismo nelle sue varie accezioni, ricevette ulteriore impulso. Il problema venne sollevato con vigore nel settembre

1933 alla XIV Assemblea della Società delle Nazioni. Nel corso della guerra lo stesso tema fu posto all’ordine del giorno dal presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt in un messaggio al Congresso americano (6.1.1941) e fu infine solennemente ripreso, il 14.8. di quel medesimo anno, dalla Carta Atlantica (v.).

La Carta dell'O.N.U.

Le atrocità belliche, i genocidi (v.) e gli altri crimini contro l’umanità commessi dai tedeschi nei territori invasi e nei campi di sterminio, sollevando unanime esecrazione sollecitarono gli Stati vincitori a fissare

i termini di un’ampia tutela internazionale dei diritti umani, attraverso l’organizzazione delle Nazioni Unite (v.) e gli istituti da questa dipendenti o collegati. Si potè così giungere, il 10.12.1948, all’approvazione della « Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo»,

li documento, che consta di un preambolo e di 30 articoli, elenca e definisce i diritti e le l[...]

[...]ti umani, attraverso l’organizzazione delle Nazioni Unite (v.) e gli istituti da questa dipendenti o collegati. Si potè così giungere, il 10.12.1948, all’approvazione della « Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo»,

li documento, che consta di un preambolo e di 30 articoli, elenca e definisce i diritti e le libertà fondamentali riconosciuti a ogni abitante della terra, senza esclusione o limitazione alcuna, e che l’organizzazione dell’O.N.U. dovrebbe con la sua autorità e le sue forze tutelare sul piano internazionale, per il fatto che l’ordine e la pace del mondo intero dipendono, in ultima analisi, dal rispetto di questi diritti all’interno di ciascun paese.

Nel loro insieme, si possono dividere i diritti umani indicati dalla Dichiarazione dell’O.N.U. in quattro gruppi:

1) Diritti che riguardano la tutela di ciascun individuo nella sua stessa esistenza fisica (contro l’uccisione, la tortura, la schiavitù, la deportazione ecc.), nella sua libertà di movimento, nelle sue libertà politiche, religiose, di coscienza, ecc.. AH’affermazione di tali libertà corrisponde il diritto da parte di ciascun individuo di cercare e ricevere asilo in altri paesi contro le persecuzioni di cui fosse oggetto.

2) Diritti che tutelano la libertà dal bisogno (quindi i diritti al lavoro, a un’equa remunerazione, alle

libertà sindacali, alle assicurazioni s[...]

[...] (libertà elettorale, accesso alle cariche pubbliche, ecc.).

Se non tutti, dato anche che il progresso storico sviluppa sempre nuove insopprimibili esigenze di libertà e di autonomia del singolo in seno alla società (si consideri, per citare un solo esempio, la legislazione in materia sessuale, risultante oggi assurdamente repressiva in quasi tutto il mondo), certo una vasta gamma di diritti umani trova riconoscimento nella Dichiarazione dell’O.N.U.. Questa, approvata aN’unanimità da paesi con sistemi sociali molto diversi, costituisce pertanto, in sé, uno dei documenti più nobili e avanzati della civiltà contemporanea.

La Dichiarazione

Nel preambolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, votata all’O.N.U. Il 10.12.1948, si afferma:

« Considerando che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti eguali e inalienabili costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

Considerando che il misconoscimento e il disprezzo dei diritti dell’uomo hanno portato a degli atti di barbarie che rivoltano la coscienza dell'umanità e che l'avvento di un mondo dove gli esseri umani saranno liberi di parlare e di credere, liberati dal terrore e dalla miseria, è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo;

Cons[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 116

Brano: [...]nia federale, si ebbero alla frontiera israeliana attacchi condotti da guerriglieri arabi organizzati da Al Fatah (v.). Israele rispose con calcolate rappresaglie.

Guerra dei 6 giorni (1967)

Nel 1966 i sintomi di conflitto tra Israele (dove era in atto una recessione economica) e i circostanti paesi arabi divennero più acuti. Il

13 novembre, reparti israeliani attaccarono un villaggio della Giorda

nia e l’incidente fu condannato dall’O.N.U. come violazione degli accordi armistiziali del 1956.

Il 7.4.1967, aerei israeliani e siriani si scontrarono nel cielo di Damasco (Siria), cosa che non accadeva dalla guerra del 1948. Il 22 maggio il presidente egiziano Nasser chiese il ritiro delle truppe dell’O.N.U. dalla frontiera tra Egitto e Israele e, nello stesso tempo, ordinò il blocco del golfo di Akaba, unica via di accesso israeliano all’Oceano Indiano. Il 30 maggio venne concluso al Cairo un Patto di mutua difesa tra la Repubblica Araba Unita e la Giordania. L’1 giugno Israele rispose nominando al Ministero della difesa Moshe Dayan, già comandante dell’esercito. Il 5 giugno, forze armate egiziane e giordane attaccarono da due parti lo Stato di Israele.

Al terzo giorno di combattimento gli israeliani, la cui prontissima iniziativa militare dimostrò che si erano seriamente preparati a quel con[...]

[...]iamente preparati a quel conflitto, avevano distrutto l’intera aviazione egiziana e inoltre conquistato Gaza, la penisola del Sinai e la fortezza di SharmelSheikh all’ingresso del golfo di Akaba. Sul fronte giordano avevano preso l’intera Cisgiordania con la città di Gerusalemme, mentre sul fronte siriano avevano conquistato le colline intorno all’Alta Galilea. Il 10 giugno Israele e Siria dovettero accettare il « cessate il fuoco » imposto dall’O.N.U.. La guerra era durata in tutto 6 giorni.

Il successivo mese di settembre Dayan, forte della sua fulminea vittoria militare e portavoce delle correnti nazionalistiche più oltranziste, dichiarò « intangibili » le nuove frontiere conquistate da Israele. I rapporti tra Israele e il mondo arabo vennero quindi ulteriormente inaspriti, mentre andò organizzandosi (attraverso un processo interno non privo di divisioni e drammatici contrasti) il movimento di resistenza arabo.

Il 7.3.1969, alla morte di Levi Eshkol, la carica di primo ministro venne assunta dalla signora Golda Meir, nel cui govern[...]

[...]nte inaspriti, mentre andò organizzandosi (attraverso un processo interno non privo di divisioni e drammatici contrasti) il movimento di resistenza arabo.

Il 7.3.1969, alla morte di Levi Eshkol, la carica di primo ministro venne assunta dalla signora Golda Meir, nel cui governo entrarono anche esponenti del partito Gahal, di estrema destra, che insistettero nel voler trattare direttamente con i paesi arabi anziché accettare la mediazione dell’O.N.U.

Rifiutandosi di retrocedere dalle posizioni raggiunte con la forza nel 1967 e di cercare una soluzione del problema degli oltre 3 milioni di palestinesi, per la maggior parte profughi nei paesi arabi limitrofi, Israele seguì una politica di « annessione strisciante » dei territori

occupati mediante una crescente colonizzazione, la persecuzione della popolazione autoctona e la creazione di « zone bruciate » ai confini. Da qui il vigoroso riattivarsi della resistenza armata palestinese. Nonostante il disaccordo e gli ostacoli frapposti da alcuni paesi arabi (in particolare la Giordania), [...]

[...]a concordemente dall’Egitto e dalla Siria il 6.10.1973, in coincidenza con il Capodanno ebraico (Yom Kippur). Colto completamente di sorpresa, Israele subì inizialmente pesanti rovesci sui due fronti del Sinai e del Golan. Tuttavia nel Sinai l’Egitto non spinse il suo attacco a fondo e ciò permise agli israeliani di frenare l’avanzata siriana sul Golan, per impegnarsi poi contro le forze egiziane. Nonostante un « cessate il fuoco » ordinato dall’O.N.U. il 22 ottobre, Israele continuò ad avanzare nel Sinai, intrappolando nel deserto la III Armata egiziana. Il 27 ottobre un accordo tra U.S.A. e U.R.S.S., protettori rispettivamente di Israele e dei paesi arabi, portò infine a una cessazione dei combattimenti sulle posizioni raggiunte dai due eserciti.

La guerra del Kippur, seppellendo il mito della invincibile forza militare di Israele e dimostrando la capacità di combattere degli arabi, si risolse in una vittoria morale per questi ultimi. La politica del petrolio messa poi in atto dai paesi arabi a sostegno della causa palestinese dette nu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 58

Brano: Nazioni Unite

vano ai movimenti di liberazione nazionale.

La Conferenza di Bandung (v.), svoltasi nel 1955 al di fuori e contro la volontà dell’O.N.U., costituì la conferma deH’incapacità dell'O.N.U., o almeno della parte in essa predominante, di capire e far propri i nuovi problemi emersi dal

lo sviluppo storico dell’umanità.

Lo spirito di prevaricazione delle forze conservatrici in seno all’O.N.U. negli anni della guerra fredda e anche in seguito risulta documentato, tra l’altro, dal fatto che la stragrande maggioranza del personale tecnico, politico e militare dell'organizzazione era formata da funzionari americani, inglesi e francesi. Si arrivò all’assurdo che le commissioni di studio inviate in particolari zone di sottosviluppo economico per decidere il tipo di assistenza da fornire erano formate esclusivamente da funzionari dei paesi capitalistici e di potenze che fino allora avevano colonialmente sfruttato quegli stessi paesi, della cui arretratezza erano quindi le maggiori respon[...]

[...]Unite, quindi a un rovesciamento dei rapporti di forze in seno all’Assemblea a favore dei paesi del Terzo mondo. Nelle questioni più importanti venute in discussione a partire dagli anni Settanta, nel Consiglio di sicurezza i ruoli si sono invertiti ed è toccato quasi esclusivamente agli U.S.A. far ricorso al diritto di veto per impedire l’adozione di risoluzioni contrarie alla loro politica. Per questo motivo, oltre che per i vizi di origine, l’O.N.U. continua ad avere nelle vicende mondiali un ruolo secondario, quale punto di incontro e tribuna di dibattito (anche se jn certi casi utile) ma non certo assise internazionale con poteri di decisione. Si veda la voce Neocolonialismo.

A tali conclusioni giunse anche i! segretario generale dell’O.N.U., Kurt Waldheim, nel suo rapporto alla XXX Assemblea annuale (1975): «Siamo tutti consapevoli del bilancio negativo della nostra Organizzazione per il mantenimento della pace e della sicurezza. In passalo ha avuto un relativo successo in talune_ situazioni, mentre in aitre non ha avuto efficacia o, persino, non è stata coinvolta. Alla luce degli enormi armamenti e degli effettivi militari attualmente esistenti, il mondo, forse, è stato fortunato, negli ultimi trent’anni, a sfuggire al peggio. Per garantire un tipo di futuro tollerabile, tuttavia, non si può permettere che continui questa situa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 544

Brano: [...]za che rivolse al governo britannico la richiesta di consentire una libera immigrazione in Palestina per costituirvi uno Stato ebraico. Senonché gli inglesi, vincolati dai loro impegni verso gli arabi e dai loro interessi coloniali, non potevano consentire. Il governo britannico propose allora un piano di autonomie locali che il XXII Congresso sionista, svoltosi a Basilea nel 1946, respinse sdegnosamente.

La questione venne quindi deferita airO.N.U., mentre in Palestina infuriava ormai una guerra fra arabi ed ebrei. Nel 1947 fu posto fine al mandato britannico e l’O.N.U. approvò una risoluzione che divideva la Palestina in due Stati: uno ebraico e uno palestinese, con Gerusalemme come città internazionale legata a entrambi gli Stati attraverso

un’unione economica. In realtà si trattava di un inganno, perché l’O. N.U. si dimostrò ben presto incapace di mettere in pratica il piano, mentre gli inglesi, rifiutando di assumersi l’onere di attuarlo, lasciarono di fatto che le due comunità risolvessero i loro problemi attraverso lo scontro diretto. A quel punto il sionismo aveva vinto. Infatti il conflitto tra sionisti e palestinesi riprese con maggiore violenza [...]

[...] (1918) partecipò al “Congresso degli artisti soldati” riunito a Guadalajara, che segnò l’inizio di un inserimento attivo degli artisti messicani nella vita civile del paese (v. Messico). L’anno seguente, con una borsa di studio che corrispondeva alla sua paga di capitano, arrivò a Parigi dove approfondì la conoscenza dell’arte moderna, da Cézanne a Picasso, e conobbe il connazionale Diego Rivera (v.), con il quale elaborò l’idea di una pittura monumentale ed eroica, erede delle grandi tradizioni preispaniche d'America. Con questo patrimonio ideale, nel 1921 Rivera e Siqueiros viaggiarono in Italia per studiare gli affreschi del Trecento, del Quattrocento e

del Cinquecento, da Giotto a Michelangelo. Nacque così nel 1921, scritto da Siqueiros, ma espressione del pensiero di entrambi, l'Appello agli artisti d’America, pubblicato a Barcellona, nel quale vennero lanciati i temi di un’arte di rappresentazione e di storia.

Il 1922, con il ritorno di Siqueiros e Rivera in patria, fu anche di fatto l’anno di nascita della pittura murale me[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 73

Brano: Neocolonialismo

sto ha visto nascere, al posto delle vecchie colonie, numerosi nuovi Stati formalmente indipendenti e sovrani che, in breve tempo, hanno portato a triplicarsi il numero di paesi membri dell’O.N.U. (v.), il cosiddetto « Parlamento mondiale degli Stati ». Se nel 1945, quando fu creata, questa organizzazione contava 51 Stati membri, nel 1980 il numero era salito a 152.

Banca Mondiale e Fondo Monetario

Con il dissolversi dei vecchi imperi coloniali, i loro rapporti economici (che aH’interno di ogni impero erano di tipo bilaterale, tra metropoli e colonie) vennero fatti confluire in un comune organo multilaterale, la International Bank for Reconstruction and Development (Banca Internazionale per la Ricostruzione e i/o Sviluppo, I.B.R.D.), detta Banca Mondiale, e ne\VInternational Mone[...]

[...]rapporti economici (che aH’interno di ogni impero erano di tipo bilaterale, tra metropoli e colonie) vennero fatti confluire in un comune organo multilaterale, la International Bank for Reconstruction and Development (Banca Internazionale per la Ricostruzione e i/o Sviluppo, I.B.R.D.), detta Banca Mondiale, e ne\VInternational Monetary Fund (Fondo Monetario Internazionale, I.M.F.). I due istituti sovranazionali vennero creati simultaneamente all’O.N.U. quali organi « di cooperazione monetaria ed economica » tra i paesi membri e non aderenti al Consiglio per il mutuo aiuto economico {R.G.W.), creato per gli stessi motivi dall’U.R.S.S. con i paesi da essa controllati.

In realtà, queste nuove istituzioni avevano il compito di assicurare alle superpotenze il dominio economico sugli altri Stati, a cominciare da quelli nati dalle ex colonie. Nel momento in cui il rapporto bilaterale precedentemente intrattenuto da ogni singolo Stato imperialista con le rispettive ex colonie veniva sostituito da un rapporto multilaterale, si determinava un sist[...]

[...]pporto bilaterale precedentemente intrattenuto da ogni singolo Stato imperialista con le rispettive ex colonie veniva sostituito da un rapporto multilaterale, si determinava un sistema economico unico, al quale partecipavano attivamente l’intera comunità degli Stati ex colonialisti nonché quelli che all’epoca del colonialismo erano privi di colonie (come la Svezia) o ne erano stati spossessati (come la Germania e l’Italia). Ma mentre in seno alI’O.N.U. veniva fatto valere il principio della democrazia borghese formale (un voto per ogni Stato membro), la struttura decisionale della Banca Mondiale e del Fondo Monetario veniva basata sul principio della quantità di capitale conferito: in altri termini, agli Stati membri veniva riconosciuto un potere decisionale commisurato al capitale da ciascuno di essi apportato, sulla base del rispettivo peso reale nel mercato mondiale. Si aveva così, in luogo del dominio coloniale diretto, sostenuto da forze

di occupazione coloniali, un dominio indiretto basato fondamentalmente sul controllo dei flussi [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.N.U., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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