Brano: Amiata, Monte
pied Ter ritory: Governo Militare Alleato di Territorio Occupato. Organismo militare delle Nazioni Unite (v.), che le truppe alleate istallavano, durante la seconda guerra mondiale, in tutti i territori da esse occupati. In Italia TA.M.G.O.T. venne costituito il 10.7.1943. Dopo l’armistizio (v.), nei territori amministrati dal legittimo governo italiano, all’A.M.G.O.T. subentrò la Commissione Alleata di Controllo (Allied Control Commissioni A.C.G.), la quaie sarebbe durata fino all’entrata in vigore del trattato di pace (15. 9.1947); negli altri territori liberati, l’A.M.G.O.T. si mutò allora in A.M.G. (Allied Military Government: Governo Militare Alleato).
La decisione di istallare il governo militare in Italia fu presa dagli Alleati il 24.1.1943, durante la conferenza di Casablanca (v.)T contemporaneamente alla decisione di effettuare lo sbarco in Sicilia. Il generale Eisenhower, nella sua qualità di capo delle forze alleate nel Mediterraneo, nello stabilire la linea di condotta e le finalità dell’A.M.G. O.T. in Italia, primo paese dell’Asse direttamente attaccato, in data 1.5. 1943 emise le disposizioni che dovevano permettere di far fronte, nell’ordine, alle seguenti esigenze:
1) garantire la sicurezza delle forze di occupazione e delle loro vie di comunicazione; 2) tener conto del benessere della popolazione e delle eventuali riforme politiche da farsi, ma in ogni caso subordinare entrambi questi elementi alle esigenze militari alleate; 3) utilizzare le risorse economiche del territorio occupato e assecondare gli sforzi politici e militari delle forze alleate, in vista delle future operazion[...]
[...]er conto del benessere della popolazione e delle eventuali riforme politiche da farsi, ma in ogni caso subordinare entrambi questi elementi alle esigenze militari alleate; 3) utilizzare le risorse economiche del territorio occupato e assecondare gli sforzi politici e militari delle forze alleate, in vista delle future operazioni. Governatore militare alleato fu nominato il generale H.G. Alexander (v.) e, subito dopo Io sbarco in Sicilia, l’A.M.G.O.T. entrò in funzione. La prima sede fu stabilita a Palermo il 22.7.1943; la direzione venne assunta dal colonnello americano Charles Poletti (v.), quale capo delrammimstrazione civile della 5a Armata americana, e dal commodoro inglese C. Benson, per l’8a Armata britannica.
In realtà, gli avvenimenti che rapidamente si susseguirono in Italia modificarono alquanto l’atteggiamento e le funzioni dell’amministrazione militare alleata. L’A.M.G.O.T. era stato infatti concepito e attuato per governare, sia pure in forma transitoria, paesi vinti e ostili; mentre, dopo la firma del cosiddetto armistizio lungo (29.9.1943), il governo italiano di Bari dichiarò guerra alla Germania (13 ottobre) e l’Italia divenne cobelligerante a fianco degli
Alleati. D’altro canto, l’impetuoso sviluppo della Resistenza nelle regioni occupate dai tedeschi aveva già posto, di fatto, i termini di una partecipazione diretta del popolo italiano alla guerra antinazista. Il Comando alleato fu così costretto a seguire una nuova linea di condotta e a rivedere il campo d’azione dell’A.M.G.O.T.: le province di Lecce, Taranto, Brindisi e Bari vennero lasciate sotto diretta amministrazione italiana (la cosiddetta Italia del re) e fu istituita, il 2.12.1943, la Commissione Alleata di Controllo, incaricata appunto di controllare che l’attività del governo italiano fosse conforme alle norme armistiziali. L'A.M.G.O.T., mutatasi in A.M.G., mantenne invece l’amministrazione dei territori via via liberati, prima del loro passaggio sotto la giurisdizione del governo italiano, cosa che doveva avvenire il più rapidamente possibile.
Inoltre, in ottemperanza all’articolo 37 dell’armistizio lungo, un'altra Commissione di controllo (Advisory Council for Italy: A.C.I.) dal 15.12.
1943 rappresentò le Nazioni Unite a fianco dell’A.C.C.. L’A.C.I. venne costituito alla conferenza di Mosca (30.10.1943) e ne fecero parte, oltre all’Inghilterra e agli Stati Uniti, l’Unione Sovietica, la Francia, la Grecia e la Jugoslavia.
L’A.C.C. e l’A.M.G. lavorarono in reciproca indipendenza sino al 10. 1.1944; da questa data si fusero e la seconda divenne una sezione della prima.
Amiata, Monte
Massiccio che si eleva isolato al limite meridionale d[...]
[...] ab.), Arcidosso (5.900 ab.), Casteldelpiano (5.000 ab.) e Seggiano, in provincia di Grosseto. Al disopra dei 600 metri, tutta la montagna è coperta di castagni, faggi e alberi da resina. La zona, particolarmente adatta alla guerriglia, dall’autunno del 1943 divenne quasi un simbolo della Resistenza in terra di Siena e di Grosseto. Non solo il terreno, ma anche la situazione economicosociale favorì lo sviluppo del movimento partigiano.
Prime lotte operaie
Le popolazioni dell’Amiata avevano antiche tradizioni di lotta contro gli oppressori interni e stranieri; già nel 1812 gli abitanti di Abbadia S.S. erano insorti contro i dragoni francesi comandati dal generale Douchy. Noto è il movimento di Davide Lazzaretti, a sfondo mistico, che sotto il manto religioso rappresentò un tentativo, sia pure confuso, di giungere ad un rinnovamento politico e sociale.
Verso il 1880 ebbe inizio lo sfruttamento del bacino mercurifero dell’Amiata (che comprende le miniere del Siele, di Abbadia S.S., Selvena e Corte Vecchia: nel loro insieme, il più importante giacimento di mercurio di tutto il mondo) con la costituzione della S.A. Monte Amiata Mineraria, a capitale prevalentemente tedesco, così come la direzione tecnica. Nel 1905 venne costituita a Piancastagnaio la prima Lega di resistenza e, contemporaneamente, giovandosi di un decreto legg[...]
[...] morte di due dimostranti e numerosi feriti.
Anche il primo sciopero rivendicativo ad Abbadia S.S., nel 1907, s’era concluso con la sconfitta dei minatori e con 40 licenziamenti, ma il movimento non si arrestò. Nel 1913 vi fu infatti costituita la prima sezione del Partito socialista, e un’altra ne sorgerà a Piancastagnaio nel
1920. Memorabile lo sciopero del
1919, prolungatosi per tre mesi e conclusosi con la vittoria dei minatori, che ottennero anche la riassunzione dei 40 licenziati del 1907. Nel
1920 i socialisti conquistarono il comune di Abbadia S.S. (sindaco Angelo Tondi).
La lunga lotta antifascista
Il 15.8.1920, mentre la massa dei lavoratori, che si erano riuniti in circa
4.000 per inaugurare la bandiera della Lega proletaria di Abbadia S.S., rientrava al paese, fu fatta segno a un colpo di rivoltella; per immediata reazione, alcuni sassi furono lanciati contro la casa da cui era partito il colpo. Stava per ristabilirsi la calma, quando sopraggiunse un drappello di carabinieri che, senza preavviso, aprì il fuoco sulla folla, uccidendo l’operaio Ovidio Sabatini (il cui nome verrà dato, du
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