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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 423

Brano: Francia

Lavoratori comunisti manifestano di fronte all'Ambasciata cecoslovacca contro la politica anglofrancese di capitolazione nei confronti di Hitler, pochi giorni prima della Conferenza di Monaco (Parigi, 23.9.1938)

Il governo di Vichy portò la giornata lavorativa a 1012 ore, congelò i salari, sciolse i sindacati (sostituendoli con « comitati sociali » prettamente fascisti), varò una specie di « Carta del lavoro ». Tutto ciò fu fatto sotto l’insegna demagogica della « rivoluzione nazionale », della lotta contro i trust, del « ritorno alia terra » e della creazione di uno Stato al di sopra delle classi.

Resistenza

Il 18.6.1940, nel giorno stesso della capitolazione e dell'accettazione da parte di Pétain delle condizioni imposte da Hitler, il generale Charles de Gaulle (v.) lanciò da Londra un famoso appello alla lotta contro i tedeschi: « La fiamma della resistenza francese non deve spegnersi e non si spegnerà! ». Da quel momento nasceva in Francia la Resistenza. Questa denominazione fu poi usata per definire i movimenti di liberazione dei diversi paesi d’Europa in lotta contro gli invasori nazifascisti.

Il 10 luglio, quando Pétain riunì a Vichy ciò che rimaneva dell’Assemblea Nazionale, 80 parlamentari (tra i quali Vincent Auriol, Léon Blum, Justin Godard, Paul Boncour, Paul Ramadier) gli votarono contro. Altri 20 (tra cui Edouard Daladier e Pierre MendèsFrance) si erano imbarcati s[...]

[...]rlamentari (tra i quali Vincent Auriol, Léon Blum, Justin Godard, Paul Boncour, Paul Ramadier) gli votarono contro. Altri 20 (tra cui Edouard Daladier e Pierre MendèsFrance) si erano imbarcati sul « Massilia », fuggendo nell’Africa del Nord per continuare la lotta.

Alla stessa data del 10 luglio l’« Humanité » lanciava un appello all’unità di tutti i francesi che volevano

battersi per la liberazione e per la rinascita della Francia. Il 7 agosto Churchill riconobbe il generale De Gaulle come capo della Francia Libera, autorizzandolo a raggruppare attorno a sé i volontari reclutati tra le truppe francesi salvatesi a Dunkerque e sbarcate in Inghilterra, come pure tutti gli altri volontari che fossero venuti via via aggiungendosi. Sorsero così le Forces francaises libres (F.F.L.). Nell’accordo del 7.8.1940 con De Gaulle il governo britannico stabilì che le spese della Francia Libera sarebbero state regolate dai diversi ministeri inglesi interessati. Le colonie dell’Africa Equatoriale Francese e le altre portarono d’altra parte alla Francia Libera il contributo delle loro popolazioni e dei loro mezzi. Il 27.10.1940 De Gaulle creò il Consiglio di difesa dell’impero. Il generale si preoccupò di stabilire la sua indipendenza dagli Alleati e il 23 ottobre costituì un governo che ebbe subito il riconoscimento formale di tutti gli altri [...]

[...]De Gaulle il governo britannico stabilì che le spese della Francia Libera sarebbero state regolate dai diversi ministeri inglesi interessati. Le colonie dell’Africa Equatoriale Francese e le altre portarono d’altra parte alla Francia Libera il contributo delle loro popolazioni e dei loro mezzi. Il 27.10.1940 De Gaulle creò il Consiglio di difesa dell’impero. Il generale si preoccupò di stabilire la sua indipendenza dagli Alleati e il 23 ottobre costituì un governo che ebbe subito il riconoscimento formale di tutti gli altri governi in esilio rifugiati a Londra.

Intanto, in Francia, la Resistenza civile si organizzava e si manifestava ovunque con diffusione di stampa clandestina, azioni di sabotaggio della produzione industriale e contro linee di comunicazione ferroviarie e stradali, attacchi contro convogli tedeschi, depositi, Comandi, installazioni del nemico. Un’imponente manifestazione di studenti e giovani operai ebbe luogo a Parigi l’11.11.1940, in occasione dell’anniversario della prima guerra mondiale. Il 5 ottobre la polizia arrestò 63

dirigenti comunisti, tra i quali Léon Mauvais, Charles Michels, Fernand Grénier, Pierre Sémard, Henri Gauthier, Jean Poulmach, Eugène Henaff, JeanPierre Timbaud. Molti di quegli arrestati furono poi fucilati. Il 24.1.1941 un rapporto della Gestapo segnalò 1.250 comunisti arrestati. Questi salirono a 1.647 il 10 febbraio, a 1.778 il 7 marzo, a 2.098 il 9 aprile. Il gove[...]

[...] Questi salirono a 1.647 il 10 febbraio, a 1.778 il 7 marzo, a 2.098 il 9 aprile. Il governo di Vichy denunciava da parte sua 18.000 prigionieri politici, per la quasi totalità comunisti, ai quali era da aggiungere un numero alquanto superiore di deportati in campo di concentramento.

Dal 26 maggio al 9.6.1941 scioperarono circa 100.000 operai nei dipartimenti del Nord e del PasdeCalais.

Il 15 maggio il P.C.F. aveva lanciato l’appello alla costituzione del Front National che rapidamente diventò il centro organizzatore della Resistenza per tutto il territorio nazionale. L’Organizzazione speciale di combattimento (O.S.), creata dal P.C.F. sin dall’autunno 1940, si sviluppò rapidamente nel corso di audaci azioni contro i tedeschi. Da essa ebbero poi origine i Francstireurs partisans (v.) che si fecero sentire sin dall’inizio del 1942, diventando l’organizzazione militare del Fronte nazionale. I F.T.P. agivano nelle città, lungo le linee di comunicazione usate dai tedeschi e come formazioni partigiane nei boschi e nelle campagne. Tra i più prestigiosi dirigenti centrali dei F.T.P. si ricordano Charles Tillon, Eugène Henaff, Albert Ouzoulias.

Le azioni si intensificarono ovunque, nelle fabbriche, contro le linee ferroviarie e i depositi, contro i Comandi del nemico e il Service du travail obligatoire (S.T.O.) che deportava gli operai nelle industrie belliche tedesche (alla fine del 1942 erano così stati deportati in Germania 240.000 giovani lavoratori).

Incontro PétainHitler a Montotfe (ottobre 1940)

423



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 149

Brano: [...], Alien

sta fu confinato per 5 anni a Ventatene.

Dopo T8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza lombarda, membro del C.L.N. e del Comitato insurrezionale di Magnago (Milano).

Dugoni, Enrico

N. il 12.6.1874 a San Benedetto Po (Mantova), ivi m. il 2.11.1945. Cominciò a militare nel Partito socialista nel 1896, a Ginevra, dove frequentava la facoltà di Scienze e di chimica farmaceutica, studi che proseguì poi all’Università di Bologna, fino a quando non li interruppe per darsi interamente alla lotta politica.

Diede impulso al movimento socialista nel Mantovano, ivi fondando leghe contadine e le prime cooperative. Diresse i settimanali socialisti Il Lavoratore Comasco, La Nuova Terra e, nel periodo in cui fu organo deLPartito socialista, anche il quotidiano La provincia di Mantova. Fu assessore comunale e consigliere provinciale di Mantova, poi presidente della Provincia. Per oltre 10 anni fu segretario della Federazione socialista mantovana e

— per altri 15 — della Camera del lavoro,[...]

[...]onale della Lega delle cooperative. Eletto deputato per la prima volta nel 1913, fu rieletto nel

1919 e nel 1921.

Di orientamento riformista, seguì Filippo Turati e Claudio Treves (durante la prima guerra mondiale fu per la « collaborazione », e per la « difesa della patria » quando l’Italia fu invasa), uscendo con loro dal P.S.I. nell’ottobre 1922 per dare vita al Partito socialdemocratico (P.S.U.).

Negli anni della dittatura subì numerosi processi per reati di stampa, ebbe l’abitazione distrutta dai fascisti (1921) e fu poi sorvegliato speciale e ammonito dalla polizia durante tutto il ventennio.

Dopo la Liberazione fu segretario generale della Lega nazionale delle Cooperative, nei pochi mesi che lo separarono dalla morte.

Dugoni, Eugenio

N. a Mantova il 24.3.1907, m. a Peschiera del Garda (Verona) il 24. 8.1960; laureato in Legge e in Economia e commercio, dirigente d’industria.

Dal 1921 nel P.S.I., fu nel movimento Non mollare (v.) e nel 1926 prese parte all’organizzazione della fu

ga di Filippo Turati in Cor[...]

[...]do i collegamenti col Centro" socialista in Francia. ,

Arrestato nel 1942 e tornato in libertà alla caduta del fascismo, dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione. Organizzatore delle Brigate Matteotti (v.) di cui divenne ispettore, fu membro del Comitato regionale lombardo del suo partito. Incaricato di alcune missioni all'estero, svolse con passione compiti di collegamento tra la Resistenza italiana e quella francese, guadagnandosi il titolo di Ufficiale della Legion d’onore.

Deputato alla Costituente e nella I Legislatura repubblicana, venne rieletto nel 1953. È stato membro della direzione del P.S.I. dal XXVII Congresso (1948).

Dulles, Alien

N. nel 1893; diplomatico americano. Fratello di John Foster Dulles (segretario di Stato di F.isenhower) studiò nelle università di Princeton e di Brown. Nel 1916 entrò nel servizio diplomatico e vi rimase fino al 1926. Ricoprì successivamente vari incarichi di secondaria importanza finché, nel 1942, fu nominato direttore della centrale europea delVOffice of Strategie Service (O.S. S.) con sede a Berna, onde curare i servizi d’informazione contro l'Italia fascista e la Germania hitleriana.

Rapporti con la Resistenza italiana

Da Berna, Alien Dulles dopo l’8.9.

1943 tenne i rapporti con il C.L.N. dell’Alta Italia e con il movimento partigiano italiano, operando (di concerto, almeno in una certa misura, con l’analoga centrale svizzera dello Special Operation Executive britannico diretto da J. McCaffery) per ostacolare la formazione di un vero e proprio esercito di volontari impegnati nella guerra contro i tedeschi. Ciò rispondeva alle direttive dei governi di Washington e Londra, i quali tenevano ad avere il contributo dei partigiani per compiti di sabotaggio, spionaggio e disturbo del nemico, ma al tempo stesso paventavano qualsiasi crescita numerica e rafforzamento organizzativo delle formazioni, essendo queste controllate nella grande maggioranza dai partiti di sinistra del C.L.N. (v. Franchi, Organizzazione) .

Nel febbraio 1945 Àllen Dulles sta

bilì contatti con il generale delle

S.S. [...]

[...] e il 10.2.1953, divenuto presidente degli U.S.A. Eisenhower, gliene fu affidata la direzione.

Fedele esecutore degli orientamenti di politica estera del fratello (teorico della « missione » anticomunista degli U.S.A. nel mondo nel periodo più teso della guerra fredda), in breve tempo Alien Dulles trasformò la C.I.A. in uno strumento dei gruppi imperialistici americani più aggressivi.

La C.I.A. si diede una struttura autonoma ed ebbe a disposizione mezzi di tale portata, da costituire quasi uno « Stato nello Stato ». Essa ha ramificato in ogni paese i propri agenti, svolgendo un'attività apertamente reazionaria, talvolta scavalcando perfino direttive e decisioni del governo americano per intervenire con iniziative proprie dovunque a suo avviso risulti necessario difendere gli interessi dell’imperialismo americano. Ha reclutato decine di migliaia di agenti, si serve di avventurieri di ogni specie e ha scatenato, sull'intero scac

L’ex direttore della C.I.A. Alien W. Dulles ^durante uno dei suoi ultimi viaggi in Italia (1964)

149



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 34

Brano: Algeria

(O.S.), un gruppo clandestino militare t)he aveva lavorato con il M.T. L.D. e successivamente era stato sciolto. Fu così costituito il Comité Révolutionnaire d’Unité et d'Action (C.R.U.A. ■= Comitato Rivoluzionario di Unità e di Azione). La parola d’ordine del C.R.U.A. fu chiara e precisa: «solo la lotta armata e la rivoluzione sociale possono darci l’indipendenza»; e il partito diveniva lo strumento per l’insurrezione popolare; attraverso la ricerca di una vasta unità d’azione che, nel 1954, doveva portare alla costituzione del Front de Libération National e (F.L.N. = Fronte di Liberazione Nazionale). Fondatori del

C.R.U.A. furono Ben Biulaid, Didouche Mourad e Larbi Ben M'Hidi, morti successivamente in combattimento durante la guerra di liberazione; e Ben Bella, Biudiaf Bitat, Ait Ahmed, Khider, Belkacem Krim. Alle ore 0 dell’1.11.1954 l’insurrezione armata ebbe inizio con 40 azioni militari, che investirono tutta la zona a est di Costantina, i monti dell’Aurès e la Cabilia. Il 5 novembre si costituì l’esercito di liberazione nazionale (A.L.N.). Il proclama del F.L.N. chiamava il popolo alla lotta, perchè « l’Algeria non rimanga alla retroguardia delle lotte di liberazione dei popoli » (era di pochi mesi prima la sconfitta della Francia a Dien Bien Phu, in Indocina), «per la conquista deil’indipendenza completa e per la costruzione di uno stato sovrano democratico e sociale ». Dichiarando guerra alla Francia, il F.L.N. affermava di essere disposto anche a trattative con il governo francese, a condizione che si « riconoscesse la nazionalità algerina, abolendo tutti i decreti in base ai quali l’Algeria è dichiarata terra francese; si liberassero tutti i detenuti politici e si aprissero negoziati con gli unici rappresentanti del popolo algerino (il F.L.N.). La risposta francese fu negativa e sprezzante. II F.L.N. venne ufficialmente definito un « gruppo di banditi » che poteva essere facilmente disperso con alcune azioni di normale rastrellamento militare. In realtà, nel primo anno di guerra, le azioni militari del F.L.N. non apparirono ai francesi molto preoccupanti: l’A.L.N. si limitò ad alcune azioni di guerriglia e di sabotaggio, e la guerra pareva un fatto limitato a ' gruppi di élite, estraneo al sentimento delle masse. Ma la realtà era ben diversa: il F.L.N. stava mettendo a punto il suo apparato organizzativo su un piano politico e militare.

L’[...]

[...]gruppi di élite, estraneo al sentimento delle masse. Ma la realtà era ben diversa: il F.L.N. stava mettendo a punto il suo apparato organizzativo su un piano politico e militare.

L’esercito di liberazione

Agli inizi del 1955 l’Algeria venne divisa in 6 Willayas (grandi regioni politicomilitari) e il F.L.N. si insediò solidamente nelle zone da cui era partita l’insurrezione dell’1 novembre. I contadini poveri dell’Aurès, della Cabilia, del Costantinese costituirono l’ossatura della lotta armata e l’anima del movimento politico. Il 20.8.1955 ebbe inizio la prima grande offensiva partigiana e il successivo 1 ottobre si aprì un secondo fronte militare nella regione di Orano, dove i monti di Tlemcen e Traras, al nord, e quelli di Ksour, al sud, divennero la base di nuovi reparti della A.L.N.. Le « Willayas » furono poste al comando di un colonnello — il massimo grado consentito nella A.L.N. — e divise in «zone», al comando di un capitano; le zone furono a loro volta suddivise in « regioni », sotto il comando di un sottotenente; e ogni regione venne infine divisa in più « settori », dove operavano autorità militari minori. Il termine «autorità militare» era formale, in quanto i gradi avevano solo valore di distinzione degli incarichi, politici o militari o amministrativi. In sei mesi l’A.L.N. ebbe una sua struttura organizzata, riuscì a retribuire i mudjahidin, ossia i combattenti facenti parte di unità rego[...]

[...]ndo di un capitano; le zone furono a loro volta suddivise in « regioni », sotto il comando di un sottotenente; e ogni regione venne infine divisa in più « settori », dove operavano autorità militari minori. Il termine «autorità militare» era formale, in quanto i gradi avevano solo valore di distinzione degli incarichi, politici o militari o amministrativi. In sei mesi l’A.L.N. ebbe una sua struttura organizzata, riuscì a retribuire i mudjahidin, ossia i combattenti facenti parte di unità regolari (in divisa), e a pagare persino gli assegni familiari, nonché ad aiutare le famiglie dei caduti e degli invaligli. Retribuzioni, assegni e pensioni venivano fissati, senza serie disparità di trattamento, in rapporto alle funzioni. L’A.L.N. si diede Una rigida disciplina militare. Parallelamente ai combattenti delle unità regolari cominciarono ad operare i mussebilin, ossia i resistenti nelle organizzazioni clandestine delle zone non occupate; e i fidehin, speciali reparti di sabotatori, operanti nelle zone occupate.

Pochi mesi dopo l’apertura di un secondo fronte, il F.L.N. conseguì i primi significativi successi politici: l’U.D.M.A. di Ferhat Abbas (dicembre 1955) e l’Associazione degli Ulema (gennaio 1956) aderirono alla lotta armata, si sciolsero in quanto tali ed entrarono a far parte del F.L.N.. La « ribellione » entrava così in una fase di guerra stabile, nazionale e popolare, contro l’invasore francese. Il 1956 e il 1957 furono due anni decisivi de[...]

[...]le organizzazioni clandestine delle zone non occupate; e i fidehin, speciali reparti di sabotatori, operanti nelle zone occupate.

Pochi mesi dopo l’apertura di un secondo fronte, il F.L.N. conseguì i primi significativi successi politici: l’U.D.M.A. di Ferhat Abbas (dicembre 1955) e l’Associazione degli Ulema (gennaio 1956) aderirono alla lotta armata, si sciolsero in quanto tali ed entrarono a far parte del F.L.N.. La « ribellione » entrava così in una fase di guerra stabile, nazionale e popolare, contro l’invasore francese. Il 1956 e il 1957 furono due anni decisivi della guerra di liberazione. In questo periodo

il F.L.N. consolidò il suo potere nelle zone liberate, ottenne l’adesione alla guerra delle più larghe masse della città e della campagna, diede vita a una serie di organizzazioni

operaie (U.G.T.A.), studentesche (U.G.E.M.A.), e del ceto medio (U.G.C.A.), che allargarono il collegamento tra azione militare e azione politica; perfezionò la sua piattaforma di lotta.

Primo congresso del F.L.N.

Il 20.8.1956 si tenne[...]

[...]tra azione militare e azione politica; perfezionò la sua piattaforma di lotta.

Primo congresso del F.L.N.

Il 20.8.1956 si tenne, nella valle di Soumman, il primo congresso del

F.L.N.. Il documento finale — « piattaforma politicomilitare per assicurare il trionfo della rivoluzione nella lotta per l’indipendenza nazionale » — fissò quattro obiettivi principali: 1) la formazione di uno stato algerino sovrano; 2) l’elezione di un’Assemblea Costituente; 3) la riforma agraria; 4) la realizzazione dell’unità del Maghreb. Come obiettivi immediati, lo stesso documento indicava la massima politicizzazione delle unità combattenti, cosa che portò alla nomina di un « commissario politico » in ogni unità; alla costituzione di sezioni del

F.L.N. in ogni centro abitato; alla fondazione di un giornale del F.L.N. (il Moudjahid); all’inizio di un’attività internazionale presso i governi amici e alle Nazioni Unite; alla costituzione di un Consiglio della rivoluzione (C.N.R.A.) di 34 membri 3 di un Esecutivo (C.C.E.) di 5 membri. Furono infine fissate dal congresso alcune norme di governo per i territori liberati e per quelli ancora occupati, concernenti il reclutamento militare, l’amministrazione della giustizia, i rifornimenti, l'esazione delle imposte, ecc..

Alla fine del 1956 la saldatura tra

F.L.N. e popolo algerino era completa. Lo sciopero generale dell’1.11. 1956 ad Algeri (che doveva ripetersi per otto giorni, dal 26 gennaio ai 4 febbraio del 1957) dimostrò che l’azione politica e di lotta del

F.L.N. aveva ormai radici profonde anche tra le masse urbane. Sempre negli stessi mesi, l’A.L.N. toccò l’altissima cifra di 100.000 combattenti regolari. Questo profondo legame tra F.L.N. e popolo fu la ragione principale dello scacco subito dai francesi, nel tentativo di reprimere quella che essi continuavano a chiamare una « ribellione ».

La repressione francese.

I « pieni poteri » dati al governo Mollet, dopo il suo cedimento di fronte alle pressioni dei coloni francesi in Algeria, avevano portato alla messa in opera di un inaudito apparato [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.S., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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