Brano: [...]cchio insegnante socialista, Giuseppe d'Amato, che educava i suoi allievi ai principi del socialismo, nel 1913 si iscrisse alla Gioventù socialista. Dopo essere stato amministratore del settimanale Avanguardia (v.), nel 1916 fu eletto segretario della Federazione giovanile socialista del Lazio. Nel
1917 fu arrestato per la prima volta, nel corso di una manifestazione per la pace. Militante nel P.S.I. dal
1918 e nel Partito comunista dalla fondazione, nel 1922 fu delegato al IV Congresso delTInternazionale Comunista.
Contro il fascismo
Dopo l’ascesa del fascismo al potere, D'Onofrio fu arrestato insieme a quasi tutti i membri del Comitato centrale del suo partito, e nel settembre 1923 fu assolto, nel cosiddetto « processone », con i compagni di lotta. Portatosi all’estero, si stabilì per qualche tempo in limone Sovietica, frequentando l’Università leninista di Mosca. Tornato in Italia, nel 1925 entrò a far parte della segreteria della Federazione giovanile comunista, direttore di « Avanguardia » e redattore de « l'Unità ».
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[...]frequentando l’Università leninista di Mosca. Tornato in Italia, nel 1925 entrò a far parte della segreteria della Federazione giovanile comunista, direttore di « Avanguardia » e redattore de « l'Unità ».
Dopo le leggi eccezionali fasciste del novembre 1926 fu tra i primi nell’attività e nella direzione della lotta clandestina. Dirigente del Cen
tro interno del partito, nel 1928 venne arrestato con Girolamo Li Causi e Giuseppe Amoretti, e condannato dal Tribunale speciale a 12 anni e
6 mesi di reclusione. Dopo aver scontato parte della pena nel reclusorio di Fossombrone e nei penitenziari di Parma e Civitavecchia, rilasciato verso la fine del 1934 in seguito ad amnistia, trascorse alcuni mesi a Terracina, nei Lazio, riuscendo infine a espatriare clandestinamente.
Durante la guerra di Spagna accorse volontario nelle Brigate Internazionali, diretto collaboratore di Luigi Longo e André Marty. Rimasto in Spagna fino all’ultimo, varcò la frontiera francese solo dopo la battaglia di Catalogna (7.2.1939) poche ore prima che i falang[...]
[...] italiani neN’Unione Sovietica. Rientrato in Italia nel 1944, fu incaricato della riorganizzazione del P.C.I. in Sicilia. Nel 1945, dopo la liberazione di Roma, divenne segretario regionale del Lazio, membro della direzione e della segreteria del partito.
Consultore nazionale, deputato all’Assemblea Costituente, senatore di diritto nel primo Parlamento della Repubblica, è stato rieletto deputato nelle tre successive legislature. Durante la seconda legislatura è stato vicepresidente della Camera. Attualmente è membro del Comitato centrale del P.C.I. e del Comitato esecutivo dell’A.N.P.I..
Dopolavoro
Opera Nazionale Dopolavoro, O.N.D.. Ente parastatale creato dal regime fascista (con decreto dell'1.5.1925, ripetutamente modificato, e disciplinato da una legge del 24.5.1937 che ne stabilì l’assetto definitivo) col compito di promuovere l’istituzione e il coordinamento di enti « intesi a elevare la coscienza civile e a migliorare le condizioni fisiche di tutti i lavoratori». Il 28.
10.1937 dichiarava 3.180.000 iscritti e controllava molte migliaia di sodalizi.
L’O.N.D. aveva sede in Roma; « alle dirette dipendenze del Duce », era presieduta dal ministro segre
tario del partito fascista e articolata in 6 servizi (organizzazione, amministrazione, sport, escursionismo, educazione artistica, assistenza). Alla periferia, i segretari federali presiedevano i dopolavoro provinciali, da cui dipendevano dopolavoro comunali, rionali, aziendali (questi ultimi creati nelle principali aziende per stabilire « un migliore affiatamento tra datori e prestatori d’opera»), nonché tutti i sodalizi costituiti dagli iscritti (bocciofile, corali, filodrammatiche, società escurs[...]
[...]li, ecc.).
Le origini
La volontà di impedire ai lavoratori il godimento di qualsiasi autonomia anche in campo ricreativo e di controllare con criteri autoritari l’iniziativa spontanea delle masse popolari che già aveva fatto sorgere una fitta rete di associazioni tra la base socialista (v. Casa del popolo), indusse il governo fascista ad avocare e centralizzare tutte le attività concernenti il « tempo libero » dei lavoratori. Nacque così l’O.N.D., con la quale in sostanza i fascisti imposero un’ingombrante sovrastruttura politica e burocratica a iniziative e tradizioni popolari già esistenti, cercando poi di fre
L’O.N.D. nella iconografia del
regime (cartolina edita dal
Dopolavoro Forze Armate nel 1940)
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