Brano: [...]lto ». Il 17 maggio, dal Campidoglio, tenne altri infuocati discorsi, in cui alla propaganda per l’intervento Isi intrecciava l’appello squadristico contro Giovanni Gioì itti (v.) e i giolittiani che rappresentavano l’ala neutralistica dello schieramento liberale e democratico.

D’Annunzio usò in quelle circostanze parole di una violenza alla quale l’Italia doveva abituarsi soltanto più tardi, nel dopoguerra, con Mussolini e con il fascismo. « Nella Roma vostra — disse nella Capitale il 13 maggio — si tenta di strangolare la patria con un capestro prussianomaneggiato da quel vecchio boia labbrone le cui calcagna di fuggiasco sanno la via di Berlino... Il vostro sangue grida. La vostra ribellione rugge. Però col bastone e col ceffone, con la pedata e col pugnale si misurano i manutengoli e i mezzani, i leccapiatti e i leccazampe dell’ex cancelliere tedesco ».

E la sera dopo, al teatro Costanzi: « Ogni buon cittadino è soldàto contro if nemico interno, senza tregua, senza quartiere. Se anche il sangue corra tal sangue sia benedetto come quel[...]