Brano: [...]scendo quindi all’opposizione politica interna il diritto di organizzarsi e di farsi ufficialmente rappresentare, i partiti terzinternazionalisti si sono costituiti secondo le regole dette del centralismo democratico che prevedono la univocità nella attuazione della linea politica e non consentono all’opposizione interna (eventualmente manifestatasi nel corso del dibattito politico) di organizzare in forma rappresentativa il proprio dissenso.
Nel P.S.I. e nei P.C.I.
Questo diverso costituirsi di procedure politiche interne ha continuato a caratterizzare, per esempio, i due principali partiti politici del movimento operaio italiano (il Partito socialista e il Partito comunista) nonostante il venir meno della vecchia distinzione fra « partito d’organizzazione » e « partito di mobilitazione e di quadri » (tanto che, per ciò che riguarda l’attività esterna, lo schema organizzativo centrale e periferico, la partecipazione alla vita pubblica ecc. non si registrano oggi fra i due partiti sostanziali differenze, salvo s'intende la diversa in[...]
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Opposizione operaia
Gruppo formatosi in seno al Partito comunista bolscevico e attivo in U.R.S.S. dal 1919 al 1928.
I dirigenti della Opposizione operaia, provenienti in gran parte dall'apparato sindacale, avevano un seguito considerevole tra la classe operaia del sudest della Russia europea e a Mosca, soprattutto tra i metallurgici. L'esponente più noto era Alexandr Schliapnikov (18831943?) che fu anche commissario del popolo del Lavoro nel primo governo sovietico. A lui si affiancarono S. Medvedev, A.S, KiseJev e Celisev, membri della Commissione centrale di controllo del partito. Tutti erano di origine operaia. Negli anni 191920 il gruppo si limitò a difendere l’autonomia dei sindacati, sostenendo tale posizione nelle discussioni di partito, ma all’inizio del 1921, quando entrò a far parte del gruppo Aleksandra Kollontai (v.), l’Opposizione operaia acquistò più peso, organizzandosi di fatto come una vera e propria corrente interna. La Kollontai, che aveva un grande prestigio personale, stese la mozione programmatica deH’Opposizi[...]
[...]ismi socialmente ambigui, rimettendo il potere alla autogestione degli operai che vi lavoravano. Gli organismi che meglio potevano esprimere i veri interessi del proletariato erano, secondo i presentatori della mozione, i sindacati, anzi più precisamente i sindacati dei lavoratori industriali, ai quali bisognava per ciò conferire il compito di creare la società comunista. Gli esponenti dell'Opposizione operaia spiegavano l’opportunismo dilagante nel partito con il fatto che, in questo, erano entrati a far parte sempre più membri di origine non proletaria. Per portare il partito sulla
via rivoluzionaria occorreva quindi un’epurazione operaista contro i membri non operai. Se il partito fosse stato composto in misura schiacciante da « puri » proletari dalle mani callose, tutto sarebbe andato bene.
L’Opposizione operaia non metteva in discussione la funzione dirigente del partito nella fase di dittatura del proletariato, tanto è vero che quando* divampò la rivolta di Kronstadt (v.), proprio mentre stava svolgendosi a Mosca il X Congresso[...]
[...]l’Opposizione operaia, accusando i suoi dirigenti di subire l’influenza dei piccoloborghesi menscevichi e degli anarcosindacalisti.
La discussione sui sindacati
Il motivo centrale di controversia tra l’opposizione operaia e i massimi dirigenti bolscevichi verteva sulla funzione che i sindacati avrebbero dovuto svolgere nel regime sovietico e, più in generale, sul ruolo spettante alla classe operaia nella fase di dittatura del proletariato. Nel partito erano emerse a tale riguardo tre posizioni: quella di Trotzkij, che sosteneva la necessità di una integrazione totale dei sindacati nello « Stato operaio » con il solo compito di stimolare la produttività del lavoro (Trotzkij pensava addirittura di applicare nelle fabbriche e in campo sociale gli stessi sistemi in uso neH’Armata Rossa, fino a sostenere la « militarizzazione del lavoro »); quella di Lenin che, convinto da parte sua che l’economia russa fosse obiettivamente ancora di tipo capitalista e precapitalista, sosteneva invece che i sindacati avrebbero dovuto agire come organi di [...]