Brano: [...] incitano ad una tregua che dia temporaneo riposo alla guerra dell’uomo contro l’uomo. No: è bene che la guerra continui, se è destino che sia combattuta. Rimettere la spada nel fodero, solo perché la mano è stanca e la rovina è grande, è rifocillare l’assassino. La spada non va riposta, va spezzata ». Pochi mesi dopo, a Firenze, il 15.4.1944, Gentile pagherà con la vita l’ultimo vano servizio reso al fascismo nella sua peggiore incarnazione.

Nei G.A.P. cittadini e nelle brigate partigiane, nella milizia politica che organizzava la Resistenza, tutti gli intellettuali italiani che sentivano il bisogno di partecipare alla rigenerazione di una società che le vecchie classi dirigenti avevano condannato allo sfacelo, potevano trovare il loro posto di combattimento. Né era possibile, in quella situazione, altra scelta. A nessuno poteva allora venire in mente di rivendicare una « funzione spécifica » della cultura nella Resistenza, e di assegnarsi il compito di elaborare la Resistenza stessa, mentr’era in corso, in « termini di cultura ». Anacroni[...]