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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 177

Brano: '

Novotny, Antonin

Lo stato maggiore del N.O.V.J,. Al centro: il comandante Tito

ste) e per incrementare ulteriormente l’ampliamento della forza armata, questa fu denominata « Esercito volontario e distaccamenti partigiani ». Questa denominazione fu però di breve durata perché, dopo alcuni grandi successi nella lotta (tra cui un’importante battaglia, detta della Kozara) alla fine del

1942 fu cambiata in Narodna Oslobodilacka Voiska i Partizanski Odredi Jugoslavije (N.O.V. / P.O.J.) (Esercito popolare di liberazione e distaccamenti partigiani di Jugoslavia), denominazione che rimarrà poi tale fino alla vigilia della Liberazione. A quel momento gli effettivi partigiani erano saliti a

150.000 combattenti, inquadrati in

9 divisioni, ciascuna di 2 o 3 brigate, più 10 brigate autonome, 36 distaccamenti e altre formazioni minori. Queste forze dovevano fronteggiare 7 divisioni tedesche, 19 italiane, 5 bulgare e 7 di ustascia e altri collaborazionisti, per un complesso di 800.000 uomini.

Nel 1943 si ebbero le vittoriose battaglie della Neretva (v.) e della Sut[...]

[...] truppe sovietiche (che, dopo aver liberato la Romania e la Bulgaria, inseguivano i tedeschi verso l’Ungheria). Alla liberazione della capitale jugoslava concorsero la 1a e la 3a Brigata Proletaria, nelle quali erano inquadrati anche i battaglioni di partigiani italiani « Garibaldi » e « Matteotti » (v. Belgrado). Tito, il Comando supremo e gli organi centrali del potere politico poterono così trasferirsi nella capitale.

Alla fine del 1944 il N.O.V.J. contava 16 korpus con 60 divisioni, un Corpo della Difesa popolare, 16 brigate autonome, 14 brigate di artiglieria, 2 brigate corazzate, 4 brigate del genio, 130 distaccamenti partigiani, 2 divisioni aeree e una flottiglia di naviglio leggero sulle coste dalmate, per un totale di oltre 500.000 combattenti.

L’1.1.1945, avendo ormai assunto le

caratteristiche di un esercito regolare, il N.O.V.J. si trasformò in Armata jugoslava, con il grosso delle forze schierate al centro del paese, sul cosiddetto fronte dello Srem. Fu concordato tra il suo Comando supremo e gli stati maggiori angloamericano e sovietico che l’offensiva finale sarebbe stata scatenata congiuntamente e che l’Armata jugoslava sarebbe stata un anello di congiunzione tra gli occidentali avanzanti dall’Italia e i sovietici, i quali avrebbero sfondato il fronte danubiano in Austria. Così avvenne tra il marzo e i primi di maggio del 1945: l’Armata jugoslava avanzò fino all’Isonzo, dove si incontrò con gli angloamericani, [...]

[...]eridionale, dove si congiunse con i sovietici.

Mentre nella Germania invasa i nazisti capitolavano l’8 maggio, qui invece si batterono accanitamente fino al 15 maggio, cioè fino a quando l’Armata jugoslava non riuscì ad accerchiare gran parte dei gruppi di armate tedeschi « E » ed « F » che avevano operato nei Balcani. Vennero catturati circa 300.000 prigionieri, tra cui lo stesso comandante tedesco per il Sudest, generale Loehr.

M.Pah,

Novo Mesto, Repubblica di

Città slovena di circa 15.000 abitanti, al confine con la Croazia, dall’aprile 1941 al settembre 1943 fu sede di una forte guarnigione delle truppe italiane d’occupazione.

Il 9.9.1943 Novo Mesto fu liberata dalla Brigata partigiana jugoslava « Slander », i cui combattenti raccolsero l’intero armamento ed equipaggiamento delle truppe italiane. Creata una « zona libera » vi fu costituita la cosiddetta « Repubblica di Novo Mesto » che ebbe la durata di 6 settimane. Per impadronirsi della città, i tedeschi la sottoposero a due borbardamenti aerei, il 14 settembre e il 3 ottobre. Il 21 ottobre le truppe germaniche, spezzando la resistenza partigiana, entrarono infine in Novo Mesto, che fu tuttavia mantenuta in un quasi costante accerchiamento dai reparti dell'Esercito di liberazione. La città fu liberata definitivamente il 9.5.1945.

G.Sco.

Novotny, Antonin

N. a Letnany (Cecoslovacchia) il 10.12.1904, m. a Praga il 28,1.1975;

177

u.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 195

Brano: [...]stesso anno, passarono alla controffensiva. In altri settori i partigiani riuscirono a liberare molte zone della Bosnia, quasi tutta la Lika, Kordun e buona parte della Slovenia.

Nel corso della controffensiva, l’intera organizzazione partigiana fu potenziata con la costituzione di divisioni e corpi d’armata. Tra le numerose città liberate in questa fase della lotta si ricordano Gornji, Livno, Prozor, Jajce, Tomislavgrad e Bihac (dove il 2627 novembre si tenne la prima assemblea dell’A.V.N.OJ.), Prnjavor, Kotor, Varos. Vennero inoltre liberate quasi tutta la Bosonska Krajina, parte della Dalmazia e della Slovenia. Da quel

momento le forze partigiane assunsero la denominazione di Armata popolare di liberazione (Narodno Osvobodilna Vojska o N.O.V.).

Il movimento cetnico, screditato agli occhi del popolo jugoslavo dalla sua politica sempre più equivoca, cominciò a incontrare diffidenza anche presso gli Alleati. Verso la fine del 1941 l’Unione Sovietica chiese ufficialmente al governo britannico di fare cessare ogni collusione tra i cetnici e l’invasore. Più tardi, perdurando tale stato di cose, l’Inghilterra fu costretta ad abbandonare i cetnici alla loro sorte, interrompendo gli aiuti.

Con una nuova offensiva, nel gennaio 1943 i tedeschi occuparono Kordun e Banja, comprimendo l'Armata di liberazione nella Bosnia e nell’Erzegovina[...]

[...]io 1943 i tedeschi occuparono Kordun e Banja, comprimendo l'Armata di liberazione nella Bosnia e nell’Erzegovina sudorientale. Una memorabile battaglia difensiva fu combattuta nel corso della ritirata sul fiume Neretva. Tra gli episodi più epici della Resistenza jugoslava si ricorda il passaggio della Neretva da parte di 4.000 partigiani feriti ed evacuati dagli ospedali della zona. I partigiani subirono sul fiume dure perdite, ma con un'abile manovra riuscirono infine a sottrarsi all’accerchiannento nemico e a riparare su posizioni più favorevoli. Nel febbraio 1943 le forze dell'Asse, forti di 5 divisioni tedesche,

3 divisioni italiane e numerosi reparti di ustascia, cetnici e domobrani, scatenarono una quarta offensiva, che chiamarono Operazione Weiss. Il Comando inglese, finalmente persuaso, nel 1943 cominciò a paracadutare le prime Missioni militari tra i partigiani di Tito, stabilendo rapporti più chiari. Allorché, nel maggio 1944, i tedeschi scatenarono un massiccio attacco di sorpresa che diede inizio alla grande battaglia dell[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine N.O.V., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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