Brano: Legoreccio, Eccidio di
gionieri, ma i fascisti insistettero e li convinsero a uccidere tutti i prigionieri sul posto.
Del Distaccamento « Fratelli Cervi » nessuno si salvò: 1 garibaldino cadde nel tentativo di sortita; altri 17 furono massacrati nei vari locali dell'edificio; gli ultimi 6 vennero portati via dai nazifascisti per essere fucilati nei giorni successivi, dopo torture e interrogatori. Il loro comandante Arturo Gambuzzi [Cervi] venne ucciso a Vercallo il
21 dicembre successivo.
Caddero a Legoreccio: Armando Del Bue (Pancho), Lino Grossi {Piero), Giuseppe Sempreverdi (Smith), Guido Croci (Pila), Carlo Montipò (dodo), Giulio Tetani (Gitera), Giuseppe Romei (Fiero), Albino Re (Carlos), Arsenio Bertucci (Acido), Eugenio Ferretti (Carlo), Bruno Fiorini (Pino), Sandro Torquato Mecchetti (Fusco), Mario Carlini (Lupo), Fioravante Romagnani (Nessuno), 01ten Berretti (Bill), Giuseppe Lattici (Bardi), Giovanni Attolini (Colombo), Fortunato Semplici (Caino). Catturati a Legoreccio e uccisi alcuni giorni dopo in altra località: Arturo Gambuzzi; il vicecomandante Giuseppe Bregni e il commissario Ido Beltrami (Gianni) il 21.11.1944 a Ciano; il vicecommissario Giulio Conti (Alto) il 17.11.1944 presso Legoreccio; il caposquadra Andrea Pallai (Demo) il 17.11.1944 a Ciano; Angelo Luciano Tondelli (Baracca) il 19.11.1944 a Ciano.
G.Fr.
Lenin, N.
Pseudonimo di Vladimir Ilio Uljanov. N. il 10(22).4.1870 a Simbirsk (oggi Uljanovsk), m. a[...]
[...]rami (Gianni) il 21.11.1944 a Ciano; il vicecommissario Giulio Conti (Alto) il 17.11.1944 presso Legoreccio; il caposquadra Andrea Pallai (Demo) il 17.11.1944 a Ciano; Angelo Luciano Tondelli (Baracca) il 19.11.1944 a Ciano.
G.Fr.
Lenin, N.
Pseudonimo di Vladimir Ilio Uljanov. N. il 10(22).4.1870 a Simbirsk (oggi Uljanovsk), m. a Gorki il 21.1. 1924; rivoluzionario russo.
Nato da una famiglia di intellettuali, gli anni della sua giovinezza coincisero con uno dei periodi più foschi della reazione russa, dopo l’uccisione dello zar Alessandro II (1881) a opera dei nichilisti. Del fratello Aleksandr (impiccato l’8.5. 1887, all’età di 21 anni, per aver preso parte alla preparazione dell'attentato contro lo zar Alessandro III] Vladimir llic ammirava l’intelligenza, lo spirito di sacrificio e il grande coraggio, ma non condivideva le opinioni (« Noi non seguiremo quella strada», disse allora). AH’Università di Kazan entrò in contatto con i giovani più avanzati, partecipò attivamente a un circolo rivoluzionario e il 4.12.1887 fu arrestato in seguito alle agitazioni studentesche.
« Che vi ribellate a fare, giovanotto? — lo ammonì il Commissario di polizia, — avete un muro davanti a voi ». « Sì — ribattè Vladimir llic — ma è un muro putrido e al primo scossone crollerà ».[...]
[...]on condivideva le opinioni (« Noi non seguiremo quella strada», disse allora). AH’Università di Kazan entrò in contatto con i giovani più avanzati, partecipò attivamente a un circolo rivoluzionario e il 4.12.1887 fu arrestato in seguito alle agitazioni studentesche.
« Che vi ribellate a fare, giovanotto? — lo ammonì il Commissario di polizia, — avete un muro davanti a voi ». « Sì — ribattè Vladimir llic — ma è un muro putrido e al primo scossone crollerà ».
Confinato per circa un anno a Kokusckino, nel 1888 ritornò a Kazan,
ma non venne riammesso all'Università. Nell’autunno aderì a uno dei circoli che, sotto la direzione di N.E. Feodosiev, organizzavano dibattiti e diffusione di letteratura marxista per controbattere le teorie e l’influenza ancora forte del populismo.
« Quasi tutti, fin dall’adolescenza, — osservava, — si sono entusiasmati per gli eroi del terrorismo. Per sottrarsi alla seduzione di quella tradizione eroica devono lottare, staccarsi dagli uomini che vogliono a ogni costo restare fedeli alla ” volontà del popolo ” ».
Il proletariato russo stava organizzandosi. Da un decennio erano sorte le prime associazioni operaie e verso la fine del 1882 era stata costituita (all’estero) la prima organizzazione marxista russa diretta da Georgij Plekhanov (18561918). Nell’inverno 188384 era sorto a Pietroburgo il Partito dei socialdemocratici russi.
Lenin, conquistato dalle idee di Marx, ne studiò le opere e divenne un attivo propagandista. Trasferitosi nel 1889 con la famiglia a Samara (oggi Kuibyscev), continuò gli studi fino a conseguire la laurea in Legge (1891). Tra il 1892 e il 1893 patrocinò in Tribunale una quindicina di cause di contadini poveri. Al tempo stesso continuò la sua propaganda antipopulista tenendo conferenze e organizzando dibattiti sulle opere marxiste; tradusse il Manifesto del Partito comunista e contemporaneamente fondò il primo circolo marxista di Samara; studiò
10 sviluppo e i mutamenti economici della società contadina, la vita del villaggio russo, le stratificazioni sociali nelle campagne; nel 1893 scrisse il suo primo saggio (Nuovi spostamenti economici nella vita contadina] .
A Pietroburgo
Lasciò Samara nell’agosto 1893 e, dopo aver preso contatto con i gruppi marxisti di Niznij Novgorod e di Mosca, raggiunse Pietroburgo, entrando a far parte di un circolo marxista della capitale.
11 circolo « si proponeva, — scriverà Lenin più tardi, — compiti molto vasti, universali e, come tutti i miei compagni membri di quel circolo, soffrivo, fino a provarne un vero dolore, nel sentire che eravamo solo degli artigiani grossolani, in un momento storico in cui, parafrasando la celebre frase, sarebbe stato giusto dire: " Dateci un’organizzazione di rivoluzionari e solleveremo la Russia ” ».
Il suo soggiorno a Pietroburgo coincise con l’inizio dell’avanzata del movimento operaio di massa. Pertanto Vladimir llic moltiplicò i con
tatti con lavoratori d’avanguardia e con rivoluzionari (Babusckin, Bodron, Kostin ed altri) impegnandosi con tutte le sue energie di educatore per temprarli alla lotta. Frattanto i populisti avevano subito una trasformazione qualitativa; non erano più rivoluzionari che si battevano con coraggio contro lo zarismo, ma liberali democratici succubi dell’autocrazia. Da qui l’accentuarsi della critica di Lenin che, nell’estate del 1894, scrisse contro costoro il saggio Che cosa sono gli amici del popolo.
« Che cosa sono gli amici del popolo »
Accanto a un apprezzamento positivo dell’esperienza dei populisti degli anni Settanta (dei quali sono sottolineati con ammirazione il coraggio, l’eroismo, l’energia rivoluzionaria), il saggio contiene la denuncia dei populisti liberali che nascondevano il loro vero volto sotto la maschera di « amici del popolo »; quindi la dimostrazione che essi, in realtà, esprimevano gli ideali della piccola borghesia e gli interessi dei contadini ricchi (kulak].
Nello stesso tempo Lenin combatteva a fondo i cosiddetti « marxisti legali » che avevano come principale ideologo P. Struve ed accettavano soltanto alcuni aspetti della dottrina di Marx (ad esempio, la tesi del carattere progressivo del capitalismo nei confronti delle precedenti formazioni sociali), ma respingevano in blocco l’essenza del marxismo, la teoria della lotta di classe, della rivoluzione socialista e della dittatura del proletariato. I « marxisti legali » deformavano il marxismo in senso liberale borghese e, dandogli un’interpretazione falsa, unilaterale, tentavano di subordinare il movimento operaio all’ideologia e agli interessi del capitalismo.
Alla fine del 1895 Lenin si recò all’estero e, per la prima volta, s’incontrò con Georgij Plekhanov, allora considerato come la massima personalità del movimento socialdemocratico russo. Pur dimostrando verso l’autorevole teorico rispetto e simpatia, Lenin rilevò subito le profonde divergenze che lo separavano da lui su una serie di questioni. Infatti, mentre Lenin considerava il proletariato, alleato con i contadini, come la forza fondamentale nella lotta contro l’autocrazia zarista, Plekhanov sottovalutava l’importanza dei contadini come alleati degli operai e vedeva invece nella borghesia liberale la forza motrice della imminente rivoluzione democraticoborghese.
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