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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 70

Brano: :TT

Ancona

operai delie fabbriche e del cantiere navale. Poco prima del luglio 1943 numerosi arresti scompaginano le file del Partito d’Azione e del Partito comunista. Nel periodo dei quarantacinque giorni, dal 25 luglio all’8 settembre, l’unità antifascista non compie decisivi passi in avanti: se ne pongono però le premesse. Esce intanto un altro giornale comunista, VAurora, che continuerà le pubblicazioni nel periodo dell’occupazione tedesca, per prendere infine il nome di Bandiera Rossa.

La lotta partigiana

Il 9 settembre, nell’ora del maggior pericolo, i gruppi antifascisti cittadini di [...]

[...]ino di Spagna, e da Giulio Maggi; e viene elaborato un piano per la difesa della città.

Il 10 settembre, una manifestazione organizzata dai partiti di sinistra chiede armi davanti alle caserme. Ma le trattative col locale Comando militare falliscono e, allatto della occupazione della città da parte dei tedeschi, la popolazione si troverà inerme, mentre gli ufficiali saranno tradotti priaionieri in Germania. Alla fine del 1943 si abbattono su Ancona i primi bombardamenti aerei e gran parte della popolazione è costretta a sfollare. In questa situazione si costituisce il Comitato di liberazione cittadino, composto da: Oddo Marinelli, per il Partito d’Azione; Luigi Ruggeri, per il Partito comunista; Alessandro Bocconi (v.), ex deputato e già esule in Francia, per il Partito socialista; e Francesco Rubini per il Partito popolare.

Si rastrellano le armi e si organizzano i primi gruppi partigiani, composti in buona parte da giovani operai, che si diramano nelle campagne e verso le zone subappenniniche, con un movimento parallelo allo sfollamento delle città dove, sotto la protezione dei tedeschi, si ricostituisce intanto un fascio repubblichino. Ad Ancona e nelle zone più immediatamente vicine sorgono vari centri di resistenza civile e militare, come quelli che si organizzano attorno a un gruppo di medici dell'Ospedale Umberto I, a una scuola per commissari politici, alle formazioni dei G.A.P., al «buco stam

pa» del Partito comunista, al Comitato di liberazione presieduto da Marinelli. Anche le zone di Arcevia, Cingoli e Fabriano sono in parte raccordate all’attività di questi centri.

Nella lotta cadono ben presto alcuni eroici combattenti: fra questi, le due Medaglie d’oro della Resistenza Gino Tommasi (v.), arrestato dai tedeschi e deportato a Mauthausen, e il sottotenente di tendenza socialista Achille Barilatti (v.).

La Liberazione

Il 18.7.1944 la città venne occupata dai reparti dell’avanguardia polacca dell 'VI11 Armata. Nello stesso giorno il Comitato di liberazione si trasformò in « governo provvisorio » della città, indirizzando alla popolazione un manifesto f[...]

[...]uesti, le due Medaglie d’oro della Resistenza Gino Tommasi (v.), arrestato dai tedeschi e deportato a Mauthausen, e il sottotenente di tendenza socialista Achille Barilatti (v.).

La Liberazione

Il 18.7.1944 la città venne occupata dai reparti dell’avanguardia polacca dell 'VI11 Armata. Nello stesso giorno il Comitato di liberazione si trasformò in « governo provvisorio » della città, indirizzando alla popolazione un manifesto firmato da Franco Patrignani, Renato Gigli, don Pio Duranti e Virginio Frati, in rappresentanza rispettivamente del Partito comunista, del Partito d’Azione, della Democrazia cristiana, del Partito socialista. Dopo la liberazione dell’intera provincia risultò che i partigiani e i patrioti caduti in combattimento o fucilati ascendevano a 228; i civili fucilati per rappresaglia, a 101 (a queste cifre sono da aggiungere un certo numero di partigiani stranieri caduti nella guerriglia, e gli anconetani caduti all’estero dopo l’8 settembre).

La prima amministrazione comunale dopo la Liberazione fu costituita dai partiti del C.L.N. (il Partito repubblicano si ricostituì solo in un secondo tempo, assorbendo buona parte del Partito d’Azione). I primi sindaci furono Franco Patrignani e Luigi Ruggeri. Al referendum del 2 giugno 1946, 19.656 cittadini del capoluogo si pronunziarono per la repubblica e solo 6.133 per la monarchia.

E. Sa.

Durante il regime fascista furono condannati dal Tribunale speciale i seguenti 16 antifascisti .originari della provincia di Ancona (tra parentesi, gli anni di reclusione inflitti): Amadio Ferdinando (2), Berti Agostino (4), Cesaroni Alfonso (3), Ciceroni Otello (5), Chiorri Bartolomeo (6), Falaschi Osvaldo (8), Galavotti Leonida (14), Gobbetti Armando (1), Gobbetti Egisto (1), Giaccaglia Lea (4), Greganti Giovanni (1), Molinelli Guide (14), Perucci Ernesto (8), Piccolini Giuseppe (2), Pierantoni Ugo (2), Pietroni Manlio (9), Querzola Romolo (10).

Bibliografia: ANPI Provinciale di Ancona, La Resistenza nell'Anconitano, Ancona, 1963; Enzo Santarelli, Le Marche dall'unità al fascismo, Roma, 1964.

A.N.C.R.

Associ[...]

[...] (tra parentesi, gli anni di reclusione inflitti): Amadio Ferdinando (2), Berti Agostino (4), Cesaroni Alfonso (3), Ciceroni Otello (5), Chiorri Bartolomeo (6), Falaschi Osvaldo (8), Galavotti Leonida (14), Gobbetti Armando (1), Gobbetti Egisto (1), Giaccaglia Lea (4), Greganti Giovanni (1), Molinelli Guide (14), Perucci Ernesto (8), Piccolini Giuseppe (2), Pierantoni Ugo (2), Pietroni Manlio (9), Querzola Romolo (10).

Bibliografia: ANPI Provinciale di Ancona, La Resistenza nell'Anconitano, Ancona, 1963; Enzo Santarelli, Le Marche dall'unità al fascismo, Roma, 1964.

A.N.C.R.

Associazione Nazionale Combattenti

e Reduci. Fondata come A.N.C. (Associazione Nazionale Combattenti) il 4.12.1918 ed eretta a ente morale il 24.6.1923, l’associazione tenne il suo primo congresso a Roma, in Campidoglio, il 22.6.1919. Fin dal suo sorgere proclamò la propria indipendenza e autonomia dai partiti, impeonandosi alla tutela dei diritti dei combattenti e alla soluzione dei problemi sociali del paese. Questi orientamenti furono fissati nel Proclama agli italiani del luglio 1919.

In esso si diceva tra l’altro: « Non faremo egoistica azione di classe,.. Non aspireremo a dittature perché non siamo una casta, ma l’espressione sincera del popolo ch[...]

[...]o a Roma, in Campidoglio, il 22.6.1919. Fin dal suo sorgere proclamò la propria indipendenza e autonomia dai partiti, impeonandosi alla tutela dei diritti dei combattenti e alla soluzione dei problemi sociali del paese. Questi orientamenti furono fissati nel Proclama agli italiani del luglio 1919.

In esso si diceva tra l’altro: « Non faremo egoistica azione di classe,.. Non aspireremo a dittature perché non siamo una casta, ma l’espressione sincera del popolo che ha difeso il nostro Paese. Non saremo compagnia di ventura a difesa di nessuno... La nostra coscienza servirà ad accordare in un supreme compito di solidarietà e di collaborazione tutti coloro che, a qualunque classe appartengano, vogliono onestamente produrre. Ma soprattutto propugneremo l’ascensione delle masse dei lavoratori e ne tuteleremo gli interessi, a fianco delle loro organizzazioni che rappresentano le forze imponenti dei nuovi valori sociali, cercando di non svincolarle da contatti di uomini liberi e nuovi, che intendano regolare senza compromessi ma con onestà i propri destini. Fisseremo in tre punti la nostra azione: risanamento della vita sociale; audaci riforme sociali; carattere nazionale. Ricordando che la nostra patria non si chiude nell’egoismo particolare, ma sta più in alto: si apre verso l’umanità ».

Nelle elezioni politiche del 1919 i combattenti si presentarono in molti collegi con liste proprie e, in altri, con propri candidati in liste concordate, conquistando complessivamente 47 seggi (precisamente 21 con liste proprie e 26 con le al[...]

[...]endano regolare senza compromessi ma con onestà i propri destini. Fisseremo in tre punti la nostra azione: risanamento della vita sociale; audaci riforme sociali; carattere nazionale. Ricordando che la nostra patria non si chiude nell’egoismo particolare, ma sta più in alto: si apre verso l’umanità ».

Nelle elezioni politiche del 1919 i combattenti si presentarono in molti collegi con liste proprie e, in altri, con propri candidati in liste concordate, conquistando complessivamente 47 seggi (precisamente 21 con liste proprie e 26 con le altre). Con lista propria furono eletti, fra gli altri, Sem Benelli, Guido Bergamo, Luigi Gasparotto, Giuseppe Macaggi, Paolo Orano, Gaetano Salvemini; in lista concordata, Vittorio Emanuele Orlando, Giuseppe Marcora, Giuseppe Lanza di Trabia.

L’opposizione al fascismo

Con l’avvento del fascismo al potere, anche gruppi di ex combattenti furono attratti dalle promesse demagogiche di Mussolini, ma nel suo insieme l’opposizione dei combattenti alla politica del fascismo fu ampia e tenace. Quando, poco dopo il delitto Matteotti (v.), I’8.7. 1924 il governo Mussolini pubblicò un regolamento sulla stampa (già approvato dal 15.7.1923) che ne limitava gravemente la libertà, l’A. N.C. reagì con prontezza. Sotto il titolo « Minorità politica », il giornale I combattenti pubblicò il 13 luglio queste considerazioni: « II recente decreto sulla libertà di stampa non offende tanto in noi un

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 386

Brano: Sassari

Manifestazione di sardisti a Sassari (1920)

poguerra alla nascita di un movimento di rivendicazione regionalista: se ne fecero portatori gli ex combattenti, quasi tutti contadini e pastori, prima nei nuclei dell’Associazione Nazionale Combattenti (A. N.C.) e poi, a partire dall'aprile

1921, nel Partito Sardo d’Azione. Sassari fu, grazie all’azione di Camillo Bellieni, che sarebbe poi stato l’ideologo e uno dei capi del P.S. d’A., la culla dell’A.N.C. in Sardegna, il cui primo nucleo può essere individuato nella sezione dell’Associazione Invalidi e Mutilati fondata a Sassari già nel gennaio 1918.

Il movimento dei combattenti (che il 16.3.1919 avevano dato vita, a Sassari, al loro giornale La voce dei combattenti, diretto da Bellieni) registrò il suo primo successo alle elezioni del 1919, in cui ebbe 11.808 voti (21,3 per cento) e portò in Parlamento l’avvocato nuorese Pietro Mastino.

La circoscrizione provinciale eleggeva allora 5 dei 12 deputati della Sardegna: 2 deputati (P. Satta Branca e Francesco Dorè) furono espressi dal gruppo[...]

[...]primo nucleo può essere individuato nella sezione dell’Associazione Invalidi e Mutilati fondata a Sassari già nel gennaio 1918.

Il movimento dei combattenti (che il 16.3.1919 avevano dato vita, a Sassari, al loro giornale La voce dei combattenti, diretto da Bellieni) registrò il suo primo successo alle elezioni del 1919, in cui ebbe 11.808 voti (21,3 per cento) e portò in Parlamento l’avvocato nuorese Pietro Mastino.

La circoscrizione provinciale eleggeva allora 5 dei 12 deputati della Sardegna: 2 deputati (P. Satta Branca e Francesco Dorè) furono espressi dal gruppo della “Nuova Sardegna”; gli altri due furono espressione di gruppi liberali e giolittiani. Nel 1921 si votò su un collegio unico regionale: alla provincia toccarono solo

4 deputati, il popolare sassarese M. Aroca, i “liberali” Murgia e Lissia e il sardista Mastino (il P.S. d’A. ebbe in quelle elezioni circa il 28,9 per cento). Grossi progressi furono compiuti anche dal P.S.I. che passò dagli 11.419 voti del 1919 a 15.333 voti.

Il fascismo

Il fascismo nacque in Sardegna piuttosto tardivamente, rispetto alla Penisola. Esso si sviluppò in provincia, soprattutto a Tempio, dove era una forte concentrazione di operai sugherieri, e a Ittiri, centro contadino del Sassarese di tradizione socialista: gli diedero vita, all'inizio, piccoli gruppi di giovani, soprattutto studenti.

Il primo incidente si registrò a Sassari il 17.4.1922, in occasione di un comizio socialista. Le azioni squadriste si moltiplicarono, in realtà, solo dopo la “marcia su Roma” (a quella data la consistenza del fascio di Sassari era di non più di 250 iscritti): il 3 dicembre la prima vera spedizione punitiva squadrista fu compiuta a Terranova da circa 400 fascisti, di cui oltre 100 scesi però dal piroscafo proveniente da Civitavecchia. il 13 dello stesso mese a Sorso, in uno scontro dopo un comizio di Mario Berlinguer (v.) rimase ferito il fascista Raffaele Rais. Morirà di lì a poco e sarà l’unico “caduto” [...]

[...]la data la consistenza del fascio di Sassari era di non più di 250 iscritti): il 3 dicembre la prima vera spedizione punitiva squadrista fu compiuta a Terranova da circa 400 fascisti, di cui oltre 100 scesi però dal piroscafo proveniente da Civitavecchia. il 13 dello stesso mese a Sorso, in uno scontro dopo un comizio di Mario Berlinguer (v.) rimase ferito il fascista Raffaele Rais. Morirà di lì a poco e sarà l’unico “caduto” fascista della provincia.

Un rapporto prefettizio dei febbraio 1923 registrava la consistenza delle forze politiche attive nella provincia nel modo seguente: 2.290 fascisti, forti soprattutto a Tempio, Ittiri, La Maddalena e Terranova; 1.350 sardisti, di cui 500 a Nuoro e 600 ad Alghero (ma solo 40 a Sassari!); 1.050 nazionalisti; 2.170 socialisti (di cui 1.000, tutti operai, a Tempio, e 800 ad Ittiri).

Tra il 1924 e il 1926 il fascismo, forte di sempre più larghe adesioni della borghesia agraria nel capoluogo e nei centri maggiori, “normalizzò” la provincia: nel giugno 1924 venne defenestrato l'ultimo sindaco demo

cratico di Sassari, il professore Flaminio Mancaleoni, le amministrazioni comunali minori vennero commissariate; nel febbraio 1926, superata la crisi Matteotti, venne soppressa “La Nuova Sardegna” che, proprio nel periodo della crisi, era tornata su posizioni rigorosamente democratiche e aveva dato vita ad una imponente sottoscrizione in memoria del martire (la testata sarebbe rinata solo dopo la fine del fascismo, nel 1947).

Gli anni del regime

Quando, il 2.1.1927, venne creata la provincia di Nuoro (v.)f restarono alla provincia di Sassari 7.520 kmq, con 263.000 abitanti (un terzo circa della popolazione isolana) in 97 comuni.

Q[...]

[...]leoni, le amministrazioni comunali minori vennero commissariate; nel febbraio 1926, superata la crisi Matteotti, venne soppressa “La Nuova Sardegna” che, proprio nel periodo della crisi, era tornata su posizioni rigorosamente democratiche e aveva dato vita ad una imponente sottoscrizione in memoria del martire (la testata sarebbe rinata solo dopo la fine del fascismo, nel 1947).

Gli anni del regime

Quando, il 2.1.1927, venne creata la provincia di Nuoro (v.)f restarono alla provincia di Sassari 7.520 kmq, con 263.000 abitanti (un terzo circa della popolazione isolana) in 97 comuni.

Quello stesso 1927 fu un anno nero per l’agricoltura e la pastorizia, che costituivano la base dell’economia provinciale. La “quota 90” fece poi sentire i suoi effetti non solo sui pochi prodotti esportati (i formaggi: le cooperative create dalla Fedlac erano però, in provincia, soltanto 4), ma praticamente su tutta l’economia.

il prezzo del grano, coltivato su 34 dei 50 mila ettari destinati ai cereali, cadde dalle 210208 lire al quintale del 1926 addirittura a 129 lire. La “battaglia del grano” stentava a dare i suoi frutti su un terreno quasi tutto collinare, dominato dai capricci del clima, dove i progressi della tecnica facevano poca strada: quasi sconosciuti i concimi chimici, agli albori la meccanizzazione (40 trattori e 54 trebbiatrici nel 1928).

Come non bastasse, la quota 90 e la battaglia del grano congiurarono insieme contro la pastorizia: mentre la politica deflattiva metteva in crisi il “pecorino romano” sardo sui mercati esteri, la battaglia del grano sottraeva terreno ai pascoli. Conseguenza ne fu la diminuzione del patrimonio zootecnico: nel 1930 i bovini erano scesi di circa il 35 per cento rispetto al 1918, i caprini di circa il 30, i suini del 3. Solo gli ovini erano aumentati, ma di pochissimo.

Col 1927 cominciò così una crisi che s[...]

[...]battaglia del grano congiurarono insieme contro la pastorizia: mentre la politica deflattiva metteva in crisi il “pecorino romano” sardo sui mercati esteri, la battaglia del grano sottraeva terreno ai pascoli. Conseguenza ne fu la diminuzione del patrimonio zootecnico: nel 1930 i bovini erano scesi di circa il 35 per cento rispetto al 1918, i caprini di circa il 30, i suini del 3. Solo gli ovini erano aumentati, ma di pochissimo.

Col 1927 cominciò così una crisi che sarebbe durata, in forme diverse, fino al 1935.

I prezzi dei prodotti agricoli continuarono a calare: fra quelli che più interessavano la provincia, il grano duro (oltre il 90 per cento del prodotto granario) e l’olio ((a provincia aveva oltre un terzo dei 3 milioni di olivi dell'isola).

I rapporti che i prefetti mandavano a Roma segnalavano anche episodi di malessere sociale: nel 1928 i disoccupati erano 900, e a Nulvi c’era uno sciopero degli operai che costruivano il palazzo comunale; nel 1930 i disoccupati erano più di 4.000, e a dicembre erano saliti a 5.500, sicché proprio l'ultimo giorno dell’anno oltre 200 braccianti e muratori senza lavoro manifestavano sotto la Prefettura; nel 1931 i disoccupati saliranno ancora a oltre 7.000.

La provincia non aveva un sistema economico così integrato nel mercato nazionale e internazionale da poter essere colpito dalla “grande crisi” mondiale. Ma il 1927 fu anche l’anno del crollo dei prezzi dei minerali, e VI Iva, che controllava le tre miniere

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 585

Brano: Colle della Maddalena

a Civitavecchia e poi confinato a Ventotene.

Dopo T8.9.1943 N.C. fu tra i principali organizzatori della Resistenza nella Venezia Giulia e uno dei comandanti gappisti di Trieste. Catturato in seguito a delazione insieme con Rudi Ursich (v.), venne atrocemente torturato e poi fucilato. Il suo delatore, certo Visentin, fu poi deportato in Germania, dove venne giustiziato dagli antifascisti in un campo di concentramento.

Colfiorito

Frazione montana di circa 700 abitanti nel comune di Folicfno (Perugia), già sede di un campo di addestramento estivo dell'esercito, durante la seconda guerra mondiale Colfiorito vide sorgere nei suoi pressi un campo di concentramento dove vennero deportati circa 1.500 civili montenegrini. Il 22.9.1943 tutti i montenegrini fuggirono dal campo; mentre una parte di essi si diresse a nord, nel tentativo di raggiungere la Jugoslavia, i più preferirono unirsi alle Brigate partigiane « Gramsci » e « Garibaldi », operanti nella zona,„costituite da patrioti folignati, perugini e maceratesi. All'alba del 14.3.1944 reparti tedeschi e fascisti (questi ultimi capeggiati personalmente dal prefetto di Perugia, Rocchi) compirono una spedizione punitiva contro Colfiorito per rappresaglia in seguito all’uccisione di 14 tedeschi. [...]

[...]a, Rocchi) compirono una spedizione punitiva contro Colfiorito per rappresaglia in seguito all’uccisione di 14 tedeschi. Mentre quasi tutte le formazioni riuscirono a ritirarsi tempestivamente, una trentina di antifascisti — partigiani e civili inermi — furono catturati.

Il giorno stesso, in località Cesi, il Rocchi fece fucilare 8 degli arrestati (Adriano Paolini, Alpinolo Presenzini, Gelio Sfasciotti, Domenico Conversini, Marco Gustovic, Franco Richetti e due non identificati), traducendo gli altri nelle carceri di Perugia.

Colico

Comune di 4.500 abitanti (1.400 nel capoluogo) sul lago di Como, all'inizio della Valtellina. Già negli anni 192126 centro di attività antifascista (specie nella frazione di Villatipo) dovuta a nuclei socialisti, co > munisti e di attivisti cattolici, dopo il 25.7.1943 vide sorgere un Comitato di liberazione nazionale collegato a quello di Lecco (v.). Subito dopo 1*8 settembre, sorsero qui le prime bande partigiane che avrebbero dato vita a formazioni « Garibaldi », « Matteotti » e « Clerici ».

.[...]

[...]ocialisti, co > munisti e di attivisti cattolici, dopo il 25.7.1943 vide sorgere un Comitato di liberazione nazionale collegato a quello di Lecco (v.). Subito dopo 1*8 settembre, sorsero qui le prime bande partigiane che avrebbero dato vita a formazioni « Garibaldi », « Matteotti » e « Clerici ».

. Durante la Guerra di liberazione la

popolazione di Colico fu prodiga di aiuti per i partigiani e sempre seppe valorosamente battersi al loro fianco. Nell’ottobre 1944, per rappresaglia, reparti di S.S., tedesche fecero saltare con la dinamite quasi tutte le case della frazione Laghetto. Il 25.4.1945 i partigiani, occupato il forte dominante l’incrocio delle strade che, seguendo la via Regina, conducono a Sondrio, puntarono i cannoni sulla strada che da Gera Lario porta a Colico; essi poterono così bloccare la colonna tedesca che, all’indomani della cattura di Mussolini a Dongo, stava proseguendo verso la Valtellina e lo Stelvio, diretta in Austria. I tedeschi, oltre un migliaio di uomini, furono disarmati dai partigiani della Brigata Garibaldi « Mina » al comando di Federico Giordano e di Franco Manzotti. I caduti di Colico nella Resistenza sono 7; tra questi, la leggendaria figura del comandante Scalcini, fucilato a Barzio.

Tra le[...]

[...] delle strade che, seguendo la via Regina, conducono a Sondrio, puntarono i cannoni sulla strada che da Gera Lario porta a Colico; essi poterono così bloccare la colonna tedesca che, all’indomani della cattura di Mussolini a Dongo, stava proseguendo verso la Valtellina e lo Stelvio, diretta in Austria. I tedeschi, oltre un migliaio di uomini, furono disarmati dai partigiani della Brigata Garibaldi « Mina » al comando di Federico Giordano e di Franco Manzotti. I caduti di Colico nella Resistenza sono 7; tra questi, la leggendaria figura del comandante Scalcini, fucilato a Barzio.

Tra le diverse azioni partigiane condotte a Colico, si ricorda con particolare soddisfazione l’attacco delI'8.6.1944 contro la caserma fascista presso la darsena: una sessantina di uomini della 55a Brigata « Fra teiIi Rosselli », comandati da Vando Aldrovandi (v.) insieme al Distaccamento « Car

lo Marx » guidato da Leopoldo Scalcini, scesi dalle alture circostanti, penetrarono verso la mezzanotte nel centro abitato. Interrotti all'esterno del paese i fili [...]

[...]do Aldrovandi (v.) insieme al Distaccamento « Car

lo Marx » guidato da Leopoldo Scalcini, scesi dalle alture circostanti, penetrarono verso la mezzanotte nel centro abitato. Interrotti all'esterno del paese i fili del telefono, i partigiani si diressero dapprima alla caserma dei carabinieri che, consenzienti, si lasciarono disarmare e finirono anzi, sia pure con qualche esitazione, per collaborare all’azione. Mentre i partigiani si trovavano ancora in caserma, trillò il telefono. Si trattava di un commissario di polizia giunto da qualche giorno a Colico e alloggiato in un albergo del luogo, il quale chiese, vagamente insospettito da un certo passaggio avvenuto sotto le sue finestre, se non vi fosse « nulla di nuovo ». « Stia tranquillo — gli rispose prontamente l’Aldrovandi — prowederò subito a un'ispezione. Intanto lei non si muova e mi aspetti in albergo ».

Lo stesso Aldrovandi, con Scalcini e il brigadiere dei carabinieri, si portarono subito presso l’alloggio del commissario e qui, dopo aver immobilizzato i due agenti dr guard[...]

[...] nuovo ». « Stia tranquillo — gli rispose prontamente l’Aldrovandi — prowederò subito a un'ispezione. Intanto lei non si muova e mi aspetti in albergo ».

Lo stesso Aldrovandi, con Scalcini e il brigadiere dei carabinieri, si portarono subito presso l’alloggio del commissario e qui, dopo aver immobilizzato i due agenti dr guardia, lo dichiararono in arresto. Costui, che durante la colluttazione s’era barricato in camera in preda al panico, cominciò a profondersi in dichiarazioni di simpatia per i partigiani, assicurando di trovarsi in loco esclusivamente per banali pratiche amministrative. Senonché i documenti trovati nella borsa dimostrarono come egli e i suoi due agenti avessero compiti ben diversi e come si fossero già resi responsabili dell'assassìnio di un patriota, avvenuto a Colico due giorni prima. Facendosi precedere dal commissario, sospinto da una pistola alla schienali partigiani si diressero verso le due all'attacco della caserma. Avanzando carponi, dopo aver circondato l’edificio Intimarono al commissario di farsi aprire. Quando I mi

liti, rassicurati dalla voce del poliziotto, schiusero la porta, I partigiani irruppero nella caserma e li costrinsero alla resa. Era gi[...]

[...]Resistenza. Sfuggito alla cattura da parte delle S.S., raggiunse le Capanne di Marcarolo, dove combattè nella 3a Brigata « Liguria ». Nominato vicecomandante del 1 Distaccamento della brigata stessa, apprezzato per la sua competenza e per il coraggio, portò a termine importanti azioni, scendendo in città insieme con gruppi gappisti.

L’1.3.1944, compagno d’azione del gappista Buranello (v.) che, scoperto, cadde in mano ^l nemico, Colla riuscì ancora una volta a evitare la cattura. Finito in mano ai tedeschi nel rastrellamento della Benedieta (v.), fu fucilato senza processo, con altri 12 patrioti, e sepolto in una fossa comune. Alla sua memoria è stata assegnata la Croce al merito di guerra.

Al momento della cattura, Tullio Colla fu scambiato dai tedeschi, per il suo aspetto e per l’abbigliamento, per un militare inglese. « Non sono inglese, ma italiano e genovese », rispose fiero.

A.De.

Colle della Maddalena

Francese: Coi de Larche. Passo (1996 m s.m.) delle Alpi Marittime (v.) che mette in comunicazione la valle italiana[...]

[...]nito in mano ai tedeschi nel rastrellamento della Benedieta (v.), fu fucilato senza processo, con altri 12 patrioti, e sepolto in una fossa comune. Alla sua memoria è stata assegnata la Croce al merito di guerra.

Al momento della cattura, Tullio Colla fu scambiato dai tedeschi, per il suo aspetto e per l’abbigliamento, per un militare inglese. « Non sono inglese, ma italiano e genovese », rispose fiero.

A.De.

Colle della Maddalena

Francese: Coi de Larche. Passo (1996 m s.m.) delle Alpi Marittime (v.) che mette in comunicazione la valle italiana della Stura con quella francese dell’Ubaye. Sul colle, attraversato dalla camionabile CuneoBarcelonnette, passa il confine italofrancese. Durante la Guerra di liberazione operarono in questa zona formazioni partigiane francesi e italiane, in particolare la Brigata « Carlo. Rosselli » della I Divisione alpina « Giustizia e Libertà ».

Una delle più importanti battaglie

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine N.C., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascismo <---fascista <---A.N.C. <---antifascista <---antifascisti <---fascisti <---socialista <---socialisti <---A.N.C.R. <---ANPI <---Achille Barilatti <---Agraria <---Alessandro Bocconi <---Alessandro Di Mattia <---Bandiera Rossa <---Bibliografia <---C.L.N. <---Capanne di Marcarolo <---Chiorri Bartolomeo <---Ciceroni Otello <---Coi de Larche <---Colico nella Resistenza <---Domenico Conversini <---Falaschi Osvaldo <---Francesco Dorè <---Francesco Rubini <---Franco Patrignani <---G.A.P. <---Gelio Sfasciotti <---Giaccaglia Lea <---Gino Tommasi <---Giulio Maggi <---Giuseppe Lanza di Trabia <---Guido Bergamo <---La lotta <---La prima <---Leopoldo Scalcini <---Molinelli Guide <---Mussolini a Dongo <---Oddo Marinelli <---P.S. <---P.S.I. <---Paolo Acrosso <---Partito comunista <---Pietro Mastino <---Pietroni Manlio <---Pio Duranti <---Provinciale di Ancona <---Quando I <---Resistenza Gino Tommasi <---Resistenza nella Venezia <---Rudi Ursich <---S.S. <---Satta Branca <---Umberto I <---Vando Aldro <---Villa Bagnara di Masone <---Vittorio Emanuele <---Vittorio Emanuele Orlando <---antipartigiana <---attivisti <---azionista <---comunista <---cristiana <---dell'Ospedale <---driste <---egoismo <---gappista <---gappisti <---giolittiani <---insediano <---italiana <---italiane <---italiani <---italiano <---lista <---liste <---munisti <---nazionalisti <---nell'Anconitano <---regionalista <---sardista <---sardisti <---squadrista