Brano: [...]mico mirava, quello di distruggere le formazioni partigiane, non fu raggiunto. Queste si ripresero rapidamente e già nella prima de

cade di ottobre il Comando della « Natisone » procedeva alla riorganizzazione dei reparti su una zona ancor più vasta della precedente, dalla valle del Torre fino all’lsonzo. La « Picelli » si stese fino alla valletta dello Judrio; la « Gramsci », su tutto il Collio insieme all'« Odred » sloveno.

Bibliografia: Massimo Legnani, Politica e amministrazione nelle repubbliche partigiane, Milano, 1967; Galliano Fogar, Le zone libere in Friuli (inedito), Rapporto al Convegno storico deH’Ossola, 1969; G.Ar Colonnello, Guerra di Liberazione (Friuli, Venezia Giulia, Zone Jugoslave), Udine, 1965; Giovanni Padoan, Abbiamo lottàto insieme [Partigiani italiani e sloveni al confine orientale), Udine, 1965.

Frizzi, Fosco

N. a Firenze l'11.8.1901. Studente, militante nella Federazione giovanile comunista dal 1921, nel 1927 fu condannato dal Tribunale speciale a 10 anni e 6 mesi di reclusione, che scontò nelle carceri di Civi[...]

Brano: Lanzo, Zona libera di

mata si manifestò con ampiezza

corale.

fJlGi.

Bibliografia: Massimo Legnani, Politica e amministrazione nelle repubbliche partigiane, 1969.

Langhirano

Comune di oltre 6.000 abitanti in provincia di Parma e centro di antica tradizione socialista, nel 1911 fu teatro di un brutale eccidio compiuto dalla forza pubblica. Il 28 settembre di quell’anno, durante una manifestazione popolare contro la guerra libica, vi furono uccisi 5 lavoratori agricoli, tra cui due donne, rei di aver bloccato la stazione ferroviaria (v. Eccidi in Italia). Data la sua particolare posizione lungo il torrente Parma e al limite della zona collinare, nel 194445, durante la Guerra di liberaz[...]

Brano: [...]rionali strumenti di autogoverno né di far spazio all’espandersi di idee e consapevolezze che in nuce contenessero rivendicazioni di trasformazione radicale dei vecchi assetti sociali del Paese.

Col procedere delle esperienze sostenute dall’iniziativa dei Comandi garibaldini, anche le formazioni di Martini Mauri convocarono in alcune località assemblee elettorali e si adoperarono per la costituzione di nuovi Consigli comunali, ma (come rileva Massimo Legnani) con un « margine di autonomia rigorosamente limitato ».

Malgrado la disparità di concezioni e la catena di attriti e polemiche che ne derivarono tra le due forze partigiane, si riuscì a stabilire un relativo coordinamento fra alcune Giunte popolari comunali. Tuttavia il carattere frenante delle impostazioni care agli autonomi impedì la progettata costituzione di una Giunta popolare « di zona », così come era stata delineata dal programma garibaldino in armonia con le direttive del C.L.N. regionale, Inoltre la debolezza, quando non l’assenza totale di una rete di C.L.N. locali, accentuò da[...]