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Il segmento testuale Marcia su Roma è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 635

Brano: [...]o il controllo dei fascisti. Facevano ancora eccezione Torino (v.), dove gli squadristi ancora non osavano entrare, e Parma (v.), dove la popolazione e gli Arditi del popolo (v.) capitanati da Guido Picelli (v.) costrinsero le squadre di Balbo alla ritirata dopo cinque giorni di combattimenti (v. Oltretorrente, Battaglia dell’).

La strada per il potere era comunque spianata e, da quel momento, gli eventi si susseguirono a ritmo incalzante.

Marcia su Roma

Il 13.8.1922 si costituì il comando unificato delle formazioni fasciste, agli ordini dei triumviri Balbo, Cesare Maria De Vecchi ed Emilio De Bono (v.). Fecero seguito l’elaborazione del regolamento della milizia (v. Milizia volontaria per la sicurezza nazionale), nonché le istruzioni per l'organizzazione e il funzionamento delle legioni. Il 16 ottobre ebbe luogo a Bordighera un convegno tra i triumviri, per studiare il piano della Marcia su Roma (v.). L'Italia venne divisa in 12 zone, ognuna affidata a un ispettore generale. Il comando fu assunto dal triumvirato che, con l'aggiunta di Michele Bianchi (v.), segretario del partito, divenne un quadrumvirato.

Il 24 ottobre si aprì a Napoli (v.) il congresso del P.N.F..

Parlando al Teatro San Carlo, Mussolini dichiarò: « O ci danno il governo o ce lo pren

La Camera del lavoro di Binasco (Milano) incendiata dagli squadristi pavesi (agosto 1922)

635



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 536

Brano: Marcia su Roma

ro comprendente Mussolini e i fascisti, ma la Confindustria, la Confagricoltura e l’Associazione bancaria, ossia le più autorevoli rappresentanze dei gruppi industriali, agrari e finanziari telegrafarono al presidente designato affermando in coro che l’unico governo possibile sarebbe stato quello diretto da Mussolini. Contemporaneamente e con perfetto sincronismo Mussolini, da Milano, respingeva la proposta di Salandra di assegnare ai fascisti quattro ministeri ed esigeva per sé la presidenza del Consiglio.

Il 29 mattina Salandra rimise l’incarico e consigliò al re la convocazione del c[...]

[...]io proposto da Facta, aveva preso una decisione ormai irreversibile, conforme agli interessi dinastici che riteneva meglio garantiti da una dittatura fascista che non dal vecchio sistema liberalconservatore.

Del resto, tranne pochi casi, l’atteggiamento delle gerarchie militari, come quello dei grandi gruppi economici e dell’alto clero, si era più o meno esplicitamente espresso a favore della soluzione autoritaria. Sulla decisione finale la « marcia su Roma » aveva influito in misura marginale e non aveva ottenuto che di mettere in chiara luce l’esistenza di un consenso dell’apparato statale di fronte a una volontà eversiva. Da un punto di vista militare la « marcia » non aveva avuto alcuna rilevanza; semmai aveva dimostrato lo scarso mordente delle squadre, tutt’altro che inclini a scontrarsi con le truppe e dirette da uno stato maggiore che aveva preferito starsene a debita distanza.

Il 30.10.1922 Mussolini giunse a Roma, mentre le sue milizie entravano trionfalmente in città. Al sovrano che lo ricevette in Quirinale, il capo del fascismo d[...]

[...]falmente in città. Al sovrano che lo ricevette in Quirinale, il capo del fascismo dichiarò pomposamente di portargli « l’Italia di Vittorio Veneto, riconsacrata dalla vittoria ». Il maresciallo Armando Diaz e l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel entreranno infatti come ministri nel primo governo Mussolini, a suggello della conclusa alleanza tra sovversione fascista e classe dirigente sabauda.

Divenuto regime, il fascismo istituirà il titolo di « Marcia su Roma » come benemerenza riconosciuta ai partecipanti a questa manifestazione, inflazionandone poi il riconoscimento fino a estenderlo a decine di migliaia di altri fascisti che non avevano partecipato, neanche da lontano, ai fatti.

M.Gj\

Marcolini, Evelino

Medaglia d’oro al valor militare. N. nel 1923 a Verona. Volontario nella Marina, nel 1940 passò nella categoria palombari e dal 1942 prestò servizio come sottocapo sommozzatore sulla corazzata « Andrea Doria ».

Dopo I ’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle unità schieratesi a fianco degli Alleati. Trasferito nei grup[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 533

Brano: Marcia su Roma

chia e raggiunse le formazioni partigiane dell’Apuania, dove combattè fino alla liberazione della zona (autunno 1944).

Dopo il passaggio del fronte, nei primi giorni del dicembre 1944 fu chiamato a Firenze e incaricato di un’importante missione al di là delle linee. Riuscì infatti a penetrare nel dispositivo nemico con una squadra di uomini. Ferito e mutilato dallo scoppio di una mina sul Passo del Pitone, circondato dai tedeschi sopraggiunti, si difese sparando col mitra e incitando i compagni di lotta a resistere, fino a quando fu colpito a morte.

Marchini, Luigi

Dario. N. a Bar[...]

[...]reato in pedagogia. Ufficiale combattente nella Seconda guerra,mondiale, dopo I'8.9.1943 fu tra gli organizzatori del movimento partigiano in Piemonte. Ricoprì diversi incarichi nelle formazioni « Garibaldi » della provincia di Vercelli e

venne infine designato comandante militare della I Zona Piemonte del C.V.L..

Dopo la Liberazione divenne sindaco di Cigliano. Militante nel P.C.I. fino al 1967, fu eletto al Senato nel 1958 e nel 1963.

Marcia su Roma

Dimostrazione armata attuata dai fascisti tra il 27 e il 29 ottobre 1922 per imporre alle autorità dello Stato il passaggio dei poteri, sia nella Capitale che nelle province. A conclusione della marcia su Roma, il 29 ottobre, il re Vittorio Emanuele III conferì a Benito Mussolini (v.) l’incarico di formare un gabinetto ministeriale da lui presieduto, anticamera dell’avvento della dittatura fascista.

Le mistificazioni storiografiche del regime crearono attorno alla « marcia » l’aureola di un fatto epico, come espressione di forze automobilitatesi in un imponente convergere di volontà « rivoluzionarie » sulla capitale del Regno e, nello stesso tempo, come riprova dell’efficenza raggiunta dal movimento fascista come milizia armata capace di ridurre a ragione, con la sua sola presenza, le forze dell[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 26

Brano: [...]ffermazioni false a favore del fascismo, dovevate usar testi non attinti a fonti antifasciste, ma a fonti ufficiali, e possibilmente agli stessi discorsi del Duce.

La “ propaganda fascista ” era rimasta negli anni precedenti padrona delle acque. I giornali erano pieni di notizie sullo sfacelo economico, in cui l’Italia era stata precipitata dai “ bolscevichi ” prima che arrivasse il salvatore, e sui miracoli economici che erano succeduti alla marcia su Roma. Proprio in quei giorni erano condotte a Londra le trattative per regolare i debiti di guerra. E in questa occasione la “ propaganda ” era diventata più dilagante che mai. Nella mia conferenza affermai che l’Italia non era affatto ridotta allo sfacelo economico nell’ottobre 1922, quando il Duce era venuto, secondo la leggenda fascista, a salvarla dalla rovina “ bolscevica”; già alla fine del 1920 la crisi economica del dopoguerra era stata superata; ed era stata superata anche grazie al fatto che i crediti ottenuti da Inghilterra e America durante la guerra non erano stati ancora pagati. Ment[...]

[...]
1920, Mussolini e le sue camicie nere avevano vigorosamente contribuito esasperandola; ma già alla fine del 1920 quella crisi, aveva cominciato a quietarsi. Perciò nessuna giustificazione esisteva per le violenze fasciste durante la guerra civile del 1921 e 1922, quando i così detti “ bolscevichi ” non erano più che un esercito sconfitto. Eppoi non era lecito dimenticare i delitti commessi dai fascisti dopo che erano arrivati al governo colla “ Marcia su Roma ”, e rimasti impuniti. La prosperità di cui, secondo la “ propaganda ”, l’Italia aveva cominciato a godere solo dopo che Mussolini era andato al governa, quando non era una esagerazione deUa “ propaganda ”, era dovuta a fattom antecedenti alla “ Marcia su Roma ”, ed indipendenti dall’azione fascista. Fra i fattori antecedenti, dovevano essere messi in prima linea le macchine e le materie prime importate dall’Inghilterra e dall’America durante la guerra, che avevano rafforzato e continuavano a sostenere la vita economica del paese; ma quelle importazioni dovevano essere pagate come debiti di guerra; quando i pagamenti cominciavano, le difficoltà sarebbero maturate. Fra i fattori, che non dipendevano dal governo, bisognava mettere in prima linea la forza medicatrice del tempo e le rimesse degli emigranti che, finita la guerra, erano saliti a circa un[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 377

Brano: [...]ante della Divisione “Piacenza” (v.). Nel Corpo italiano di Liberazione cadrà, combattendo a Cingoli, il 14.

7.1944, Giovanni Maria Simula (n. a Ittiri nel 1917) e, alla sua memoria, sarà conferita la Medaglia d’oro al valor militare. Complessivamente, i combattenti sardi decorati al valor militare per la loro attività nella Guerra di liberazione saranno 76: tra questi, 8 Medaglie d’oro, 34 d’argento e 34 di bronzo.

Bibliografia: E. Lussu, Marcia su Roma e dintorni, 1 ed. Parigi, 1934; M. Berlinguer, Avanti Sardegna!, Roma, 1945; F. Fancello, il fascismo in Sardegna, in “M Ponte”, a. Vili, 910 settembreottobre 1951; A. Boscolo L. Bulferetti L. Del Piano, Profilo storico della Sardegna dal riformismo settecentesco al “Piano di Rinascita", Padova, 1962; S. Sechi, Dopoguerra e fascismo in Sardegna. Il movimento autonomistico nella crisi dello Stato liberale (19181926), Torino, 1969; G. Fiori, Vita di Antonio Gramsci, Bari, 1969; G. Fiori, Gramsci e il mondo sardo, in AA.VV., Gramsci e la cultura contemporanea, Atti del convegno internazionale [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 16

Brano: [...]no di Napoli (24.10.1922)

24.10.1922, in occasione del congresso fascista, Benito Mussolini parlò al Teatro San Carlo. L’apparato statale già si mostrava favorevole al nuovo « duce »: alcuni presidi mandarono le loro scolaresche ad applaudirlo e la questura organizzò un potente schieramento di polizia per proteggere il congresso. Questo proseguì fino al 26 ottobre, quando gli ultimi gruppi di fascisti lasciarono Napoli per portarsi a Roma (v. Marcia su Roma).

Il fascismo al potere

Dopo l’avvento fascista, la situazione andò rapidamente precipitando. Alle elezioni politiche del 6.4.1924 la maggior parte dei napoletani dimostrò tuttavia di non essere affatto favorevole al fascio. Il Listone fascista (v.), del quale, accanto ad Alfredo de Marsico, facevano parte Luigi Foschini, Paolo Greco, Alberto Geremicca, e insieme al giolittiano Andrea Torre anche Giovanni Porzio ed Enrico De Nicola (dimissionario all’ultimo momento, anche se capolista), raccolse meno della metà dei voti validi, conquistando soltanto 4 collegi cittadini (San Ferdinando, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 724

Brano: [...]e dallo squadrismo fascista (ma accampando anche, con evidente forzatura, ascendenze nella tradizione del secolo XIX che, in Italia come altrove, aveva visto milizie « provinciali » mobili o territoriali come forze di appoggio agli eserciti di prima linea), all’inizio la Milizia si identificò di fatto nei fasci di combattimento nati, sull’esempio di quello di Milano (23.3.1919), in tutte le principali città italiane (si vedano le voci Fascismo e Marcia su Roma). Dopo che al congresso di Roma (7.11.1921) i fascisti ebbero deliberato di muoversi contemporaneamente sui tre piani politico, sindacale e militare, per condurre la lotta armata contro le masse popolari essi divisero il territorio italiano in 4 zone (un anno dopo, al momento della marcia su Roma, sarebbero diventate 12), ciascuna affidata a un ispettore generale e articolata in un certo numero di legioni. Ricalcando l’ordinamento militare dell’antica Roma, ogni legione era formata da 3 coorti, ogni coorte da 3 centurie (100 uomini) e ogni centuria da 3 manipoli.

A questi reparti corrispondeva una scala gerarchica nei comandi, per cui si avevano il capomanipolo (equiparato, anche come soldo, al tenente dell'esercito), il centurione (capitano), il seniore (maggiore) e il console (colonnello). Gradi superiori erano quelli di console generale e di luogotenente generale, rispettivament[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 535

Brano: Marcia su Roma

le milizie fasciste mentre la fanfara del 231° Reggimento di fanteria suonava « Giovinezza », inno ufficiale delle Camicie nere.

In tale clima di tradimento dei doveri costituzionali, di riflusso delle forze operaie e di aperto favore della destra economica a soluzioni autoritarie, il movimento fascista mise a punto la sua macchina sovversiva. Il generale Asclepio Gandolfo, Italo Balbo, Ulisse Igliori e Dino Perrone Compagni, nella veste di « ispettori generali » furono incaricati di curare la preparazione militare dei fascisti. Il 3.10.1922 venne pubblicato un nuovo regolamento della M[...]

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Manifesto degli squadristi abruzzesi nei giorni della marcia su Roma

drumviri elaborarono il piano tattico per la « marcia su Roma ». Il territorio nazionale fu diviso in 12 zone per ognuna delle quali fu designato un ispettore. Gli ordini erano di mobilitare le squadre, occupare i punti strategici ed evitare scontri con le Forze Armate. La « marcia » vera e propria sarebbe stata diretta da un Comando con sede in Perugia e avrebbe dovuto far convergere su Roma squadre fasciste preventivamente concentrate a Santa Marinella, a Mentana e a Tivoli.

La regina madre Margherita di Savoia, che in quel momento si trovava per l’appunto a Bordighera, invitò a pranzo De Bono e De Vecchi, formulando per l’occasione i migliori augu[...]

[...]mobilitazione delle squadre venne fissata per il 27 ottobre e la « marcia » su Roma per il giorno seguente. Alla fine della riunione Balbo, incontrando il generale Federico Baistrocchi, fu da questi rassicurato sulla « simpatia » nutrita dalle autorità militari del Mezzogiorno per l’azione fascista.

Tramite Salandra, Io stato maggiore fascista fece pervenire al presidente del Consiglio Facta il seguente ultimatum: « O dimissioni del governo o marcia su Roma ». Quindi Mussolini ripartì prudentemente alla volta di Milano.

La marcia

Il 26 ottobre Facta e il suo gabinetto rassegnarono le dimissioni. Facta si recò alla stazione di Roma per incontrare il sovrano di ritorno dalla tenuta reale di San Rossore. È controverso se sia stato il re o l’ex capo di governo a proporre l’immediata proclamazione dello stato d’assedio.

Il 27 i fascisti attuarono la mobilitazione, occuparono (in genere con la collaborazione delle autorità militari) le principali città e diedero inizio alla « marcia ». Le colonne fasciste comprendevano in tutto circa 25.000 u[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 534

Brano: Marcia su Roma

La miope intenzione del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti (v.) di servirsi dei fascisti per stroncare le rivendicazioni dei lavoratori e demolirne le istituzioni, contando di riassorbire poi il movimento mussoliniano nell’ambito del sistema parlamentare come componente della destra tradizionale, diede via libera a un’ondata di violenze, saccheggi, distruzioni e assassini'! che, con l’omertà appunto dei pubblici poteri e l’aperta simpatia delle autorità locali e delle gerarchie militari, permise allo squadrismo di svilupparsi in tutto il Paese. La crescita dei Fasci e, con le elezi[...]

[...]idente del Consiglio Antonio Salandra, chiedevano pubblicamente di essere considerati «fascisti onorari». Anche in seno alla famiglia reale ci si accostava al fascismo: si dichiararono fascisti i SavoiaAosta che nutrivano l’ambizione di togliere la corona ai SavoiaCarignano.

Il 28 settembre, a Merano, il duca Amedeo d’Aosta, ex comandante della IV Armata, passò in rassegna

Sbarramento di truppa lungo una via della capitale nei giorni della marcia su Roma (1922)



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 450

Brano: [...]tore ancora per la IV legislatura repubblicana, si ritirò dall’attività militante nel 1968 a causa delle precarie condizioni di salute, pur continuando a mantenere un legame assiduo e attento con i problemi e le lotte politiche del movimento operaio.

Scrittore di finissime doti, è autore di saggi e pubblicazioni di analisi storicopolitica risalenti al periodo deH’emigrazione; ma la sua fama di saggista è stata consacrata soprattutto dai libri Marcia su Roma e dintorni e Un anno sull'altipiano, l'uno dedicato alle vicende che portarono il fascismo ai potere, l'altro a tracciare un panorama crudo e realistico, con scorci di rappresentazione altamente drammatica, della carneficina affrontata dai soldati italiani nella guerra 191518.

È autore inoltre di un volume sulla Teoria dell'insurrezione, edito in Francia nel 1936 (e riedito in Italia nel 1950); di Diplomazia clandestina, pubblicato nel 1956, e di Sul Partito d’Azione e gli altri, apparso nel 1968. M.Gi.

Luxemburg, Rosa

N. a Zamosc (Polonia) il 5.3.1871, uccisa a Berlino il 15.1.1919.[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Marcia su Roma, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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