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Il segmento testuale Mafalda di Savoia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 6Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 2

Brano: [...]nto imperlare gli occhi quando parlo alle folle come posso e come so del grande fatto della rivoluzione russa, della mia rivoluzione, della nostra rivoluzione, ma so di dare ausilio non solo alla Russia, bensì alla rivoluzione italiana e internazionale ».

Abeba

Nome convenzionale dato dalla polizia segreta di stato nazista all’operazione, preparata e portata a compimento dal colonnello delle S.S. Kappler, per il rapimento della principessa Mafalda di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele III re d’Italia e sposa del principe tedesco Filippo d'Assia.

Il mattino del 23.9.1943, telefonicamente convocata presso l’ambasciata tedesca in Roma con la lusinga che alle 11 avrebbe ricevuto, da Berlino, una chiamata telefonica da parte del marito (in realtà, già da dieci giorni Filippo d’Assia era stato deportato nel campo di Flossenburg), la principessa cadde nell’ignobile tranello. Due ore dopo, ella usciva dall’ambasciata tedesca e, scortata dal Kappler, veniva fatta salire su un aereo diretto a Berlino. Dopo essere rimasta alcune settimane rinchiusa in [...]

[...], scortata dal Kappler, veniva fatta salire su un aereo diretto a Berlino. Dopo essere rimasta alcune settimane rinchiusa in una villa della capitale tedesca, alla metà di ottobre fu deportata nel campo di concentramento di Buchenwald, in una baracca all’esterno del campo stesso che condivise con l’ex deputato socialdemocratico tedesco Rudolf Breitscheid e sua moglie.

Il 24.8.1944, durante un bombardamento che distrusse e incendiò la baracca, Mafalda di Savoia ebbe un braccio gravemente lesionato e bruciato fino all'osso. Sottoposta a intervento chirurgico da un sanitario cecoslovacco deportato e dal medico capo del campo, si spense sotto i ferri.

Abetone

Comune della Toscana di circa 1.000

abitanti, suH’omonimo passo dell’Appennino Toscoemiliano (m. 1388), al confine tra le due regioni; percorre il Passo dell’A. la strada che da Pistoia conduce a Modena. Dopo I'8.9.1943 il valico assunse una particolare importanza strategica, in quanto vi transitavano le truppe tedesche e i loro mezzi di rifornimento; per impedire le comunicazioni tra le [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 391

Brano: [...]iani, provenienti in massima parte da Trieste (un trasporto aveva caricato una parte dei deportati a Udine, e gli ultimi tre trasporti ne avevano caricati a Gorizia), per un totale di 1.290 persone. Tra tutti i deportati italiani giunti a Buchenwald,

i morti finora accertati sono 1.044 (si veda in calce l’elenco nominativo). I superstiti nel campo al momento della liberazione (16.4.1945) erano 242. Fra gli internati vi fu anche la principessa Mafalda di Savoia (v. Abeba), figlia di Vittorio Emanuele III e moglie del principe d’Assia, nonché alcune personalità politiche di rilievo (gli ex primi ministri francesi Edouard Daladier e Leon Blum, il generale tedesco von Falkenhausen e altri), che però godevano di un trattamento diverso dalla massa dei deportati e si trovavano ospitati in baracche isolate all'esterno del campo.

Il lager di Buchenwald, nel quale le condizioni di esistenza non differivano sostanzialmente da quelle di Auschwitz (v.) (non risulta però che vi funzionassero le camere a gas per Io sterminio in massa; gli alti indici di mortal[...]

[...], nel gennaio 1944 aveva circa

12.000 internati che venivano impiegati in grandi stabilimenti sotterranei per la fabbricazione dei missili a reazione Vi e V2, usati dai nazisti per il bombardamento della Inghilterra. In altri stabilimenti della zona si producevano armi leggere. Il 24.8.1944 questi impianti, furono completamente distrutti da un massiccio bombardamento degli Alleati, che purtroppo causò anche la morte di 364 deportati, compresa Mafalda di Savoia.

Dal gennaio 1945, premuti dall’inarrestabile avanzata delle truppe sovietiche, i nazisti decisero di evacuare i lager polacchi; fecero così affluire a Buchenwald molte migliaia di ebrei, prigionieri di guerra russi e altri deportati da Auschwitz, Tschestochau, Gross Rosen. Ma alla

fine del marzo 1945 anche Buchenwald si trovò sotto la minaccia dell’avanzata alleata e circa

26.000 prigionieri furono obbligati a partire da questo campo, diretti a Flossenburg, Dachau, Jena, Eisenberg. Solo una parte di essi in realtà vi arrivarono, al termine di quelle che furono chiamate le « marce de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 395

Brano: Savoia, Margherita di

Mafalda di Savoia, net giorno delle nozze con il principe Filippo d'Assia (23.9.1925)

Nel 1925 sposò il principe tedesco Filippo d’Assia, simpatizzante nazista, diplomatico e poi alto ufficiale della Wehrmacht. Il carattere di donna semplice e generosa assecondò l'appiattimento della vita di Mafalda nel conformismo familiare di casa Savoia e nei compiti connessi al suo rango. Benché, in seguito al matrimonio, fosse diventata cittadina tedesca e non avesse avuta parte alcuna nel determinare

il corso di quegli avvenimenti, la caduta del fascismo e l’armistizio dell’8 settembre la posero nella situazione di[...]

[...]chedata sotto falsa identità di Frau von Weber. Rimasta gravemente ferita nel corso di un bombardamento aereo e operata in ritardo, morì dopo undici mesi di prigionia. Fu sepolta nel cimitero di Weimar, ma nel 1951 le sue spoglie sono state tumulate a Cronberg nella tomba degli Assia.

Bibliografia: B. Campinl, La principessa martire, Milano, 1955; W.L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Torino, 1962; R. Barbeschi, Frau Von Weber. Vita e morte di Mafalda di Savoia a Buchenwald, Milano, 1983.

E.Tor.

Savoia, Margherita di

N. a Torino il 20.11.1851, m. a Bordighera (Imperia) il 4.1.1926; prima regina d’Italia.

Figlia di Ferdinando duca di Genova (fratello di Vittorio Emanuele II) e di Elisabetta di Sassonia, la sua prima educazione fu influenzata dal formalismo bigotto della contessa Clelia Monticelli di Casal rosso; più tardi passò sotto le cure di Rosa Arbesser, un’austriaca di buona famiglia che le diede una certa apertura culturale.

Ma, secondo Carlo Casalegno, Margherita « non fu in alcun campo più di una dilettante, e non rivelò mai l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 81

Brano: [...] nazisti, Notte sull'Europa, Roma, 1963 (con una esauriente bibliografia sull’argomento).

Su Auschwitz: KL Auschwitz, a cura del Comitato internazionale di Auschwitz, Varsavia; N. Nyiszli, Medico ad Auschwitz, Milano, 1962; Primo Levi, Se questo è un uomo, Torino, 1958; R. Merle, La morte è il mio mestiere, Roma, 1956.

Su Buchenwald: Livre blanc sur Buchenwald, Paris, 1954; M. Conversy, Quinze mois a Buchenwald, Paris, 1945; B. Galimberti, Mafalda di Savoia martire a Buchenwald, Torino, 1950; F. Manhes, Buchenwald, Paris, 1948; L. H. Nouveau, Un autre monde, 16 mois a Buchenwald, Paris, 1961.

Su Dachau: Paul Berben, Dachau 19331945, Bruxelles, 1969; Comitato internazionale di Dachau, Dachau, Bruxelles s.d.; Paolo Liggeri, Triangolo rosso, Milano, 1946.

Su Mauthausen: Baina Besquet G., Deportati a Mauthausen: 194345, Torino, 1946; A. Bizzarri, Mauthausen città ermetica, Roma, 1946; P. Caleffi, Si fa presto a dire fame, MilanoRoma, 1954; E. Fergnani, Un uomo e tre numeri, MilanoRoma, 1955; Vincenzo Pappalettera, Tu passerai per il camino, Mi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 329

Brano: [...] il vero fondamento dell’amore per l'arte di un uomo che una volta aveva detto « quando sento parlare di cultura la mano mi corre al revolver ».

In Italia

In un clima siffatto, l’Italia si offriva come un grasso pascolo agli appetiti nazisti, ma con l'alleata Italia non era possibile far ricorso al mitra. Ecco allora, nella primavera del 1937, giungere a Roma una speciale Commissione presieduta dal principe Filippo di AssiaKassel marito di Mafalda di Savoia e assistita dall’alta competenza artistica del professore Hans Posse, direttore della Pinacoteca di Dresda e consulente personale del Fuehrer. Com

pito della Commissione era quello di reperire (soprattutto presso antiquari, privati collezionisti e gallerie di nobili casate) il maggior numero di opere d’arte « alla valutazione il più possibile limitata ». Anche all’epoca, leggi dello Stato (prefasciste e fasciste) impedivano l’alienazione dei beni, sia pubblici che privati, se questa avesse costituito danno per il patrimonio artistico nazionale. Ma la legge non fu mai ostacolo per il fascis[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Mafalda di Savoia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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