Brano: [...] riuscita fu quella delle Fonderie di Fratte: il 6 settembre, operai e impiegati occuparono lo stabilimento, organizzarono un servizio di vigilanza con le “Guardie rosse” e affidarono la direzione della fabbrica al fonditore Domenico Marino. L’occupazione durerà fino al 28 settembre, quando un corteo di 3.000 operai uscirà dalla fabbrica per « fine agitazione dei metallurgici » e si scioglierà disciplinatamente dopo un comizio.
Le lotte delle M.C.M.
Più drammatico fu invece lo sciopero dei tessili delle M.C.M., iniziato il 2.6.1920 e conclusosi dopo due mesi con una pesante sconfitta, consentendo alla Società di procedere a una generale ristrutturazione del complesso con licenziamenti e chiusure di reparti e opifici. La responsabilità di quel risultato sarà attribuita alla nuova direzione riformista della Camera del lavoro di Salerno, subentrata in seguito all’arresto di Fiore, ma per quanto non mancassero responsabilità da parte di Lopardi e degli altri membri della Commissione esecutiva, più complesse furono le cause di quella sconfitta che, peraltro, interessò anche Napoli e Piedimonte d’Alife.
[...]
[...]ette: in seguito a tale intervento, il Ministero del Lavoro (in quegli anni affidato da Gioì itti ad Arturo Labriola) fu esautorato e il coordinamento dell’azione repressiva venne affidato a un ispettore di pubblica sicurezza appositamente inviato a Salerno dal ministro dell'interno. Gli industriali, da parte loro, assoldarono squadre di malavitosi che provocarono tafferugli: a Fratte si ebbero feriti tra gli operai a opera di un dirigente delle M.C.M. e, ad Angri, a opera dei mazzieri. Inoltre venne sospesa dalle autorità la distribuzione del pane a prezzo ridotto e fu negato ai senzatetto il diritto di usufruire dei dormitori pubblici. Contemporaneamente vennero inviate lettere di licenziamento agli scioperanti e assunte squadre di crumiri. Per giunta, ad Angri e a Pagani l'Unione italiana del lavoro (capeggiata nazionalmente dal futuro gerarca fascista Edmondo Rossoni) operò per la rottura dell'unità sindacale.
Nonostante quella dura sconfitta, il 23.11.1920, quando si sparse la voce che Fiore era morto in carcere in seguito allo scio[...]
[...]rò per la rottura dell'unità sindacale.
Nonostante quella dura sconfitta, il 23.11.1920, quando si sparse la voce che Fiore era morto in carcere in seguito allo sciopero della fame che stava attuando per protestare contro i metodi procedurali adottati a suo danno, i tessili di Fratte sospesero nuovamente il lavoro. Lo ripresero solo dopo che una loro delegazione ebbe visitato il detenuto, constatando che era vivo e vegeto.
Gli operai delle M.C.M. scioperarono ancora nel luglio del 1921, nell’aprile del 1922, nel settembre del
1923 e infine nel novembre del 1924, « capitanati » dall’operaio Pietro Di Bello e « sorretti e guidati dall’ing. Cacciatore » (v. Cacciatore Luigi). Per bloccare eventuali manifestazioni in occasione del Primo Maggio
1925, il 29 aprile furono arrestati 3 operai mentre affiggevano manifesti: il 30 furono fermati nel capoluogo 11 «sovversivi» (tra i quali Nicola Fiore, Luigi e Francesco Cacciatore), 5 a Vietri sul Mare, 3 a Pagani e 1 a Cava dei Tirreni. Materiale di propaganda fu sequestrato presso il depos[...]