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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 583

Brano: [...]abilimenti. Gli operai, esasperati, rovesciarono la statua alta 7 metri del vecchio Gaetano, fondatore della dinastia Marzotto. Diciotto mesi più tardi, dopo una serie di altri scioperi e nonostante la firma di un accordo (febbraio 1969) relativamente vantaggiosa per gli operai, il giovane manager Giannino si ritirò e la presidenza della società dovette tornare al settantacinquenne Gaetano che continuò a reggerla fino alla morte (18.8. 1972).

M.A.S.

Motoscafo antisommergibile. Piccola unità, particolarmente veloce, adottata dalia Marina italiana e di altri paesi dalla Prima guerra mondiale in poi. L'imbarcazione, di stazza variabile dalle 12 alle 30 tonnellate e con una velocità fino a 50 km orari, era armata di un cannone di piccolo calibro, di 2 mitragliere,

2 siluri e bombe antisommergibili.

Nelle due guerre

Nel corso della Prima guerra mondiale i M.A.S., per i quali Gabriele D'Annunzio coniò il motto Memento Audere Semper (Ricordati di osare sempre), furono impiegati dagli italiani per lo più nell’Alto Adriatico contro la flotta austriaca.

Tra le loro gesta più note si ricordano il siluramento della corazzata austriaca « S. Stefano » nella baia di Buccari, avvenuto il 10.2.1918 durante un’azione comandata dal tenente di vascello Luigi Rizzo e passato alla storia come « la beffa di

Buccari »; nonché l’affondamento nel porto di Pola, nella notte dell’1.11.1918, della « Viribus Unitis » e del piroscafo « Wien », in un’azione condotta da R[...]

[...]tti, decorato di medaglia d’oro e schieratosi coi repubblicani, si distinguerà anche neH’immediato dopoguerra per il suo tenace e coraggioso antifascismo: ripetutamente aggredito dalle camicie nere e perseguitato dal regime, sarà infine costretto a emigrare in Francia. Vivrà a Parigi lavorando come tipografo e parteciperà nei primi anni alla Concentrazione antifascista e al movimento di « Giustizia e Libertà »).

Tra il 1926 e il 1943 unità di M.A.S. svolsero servizi costieri intorno alle isole dove si trovavano i confinati politici (Lipari, Ponza, Ventotene ecc.) per impedire eventuali tentativi di fuga.

Nel corso della Seconda guerra mondiale le flottiglie M.A.S. furono utilizzate per la preparazione dei gruppi d’assalto destinati a operare aH’interno dei dispositivi di difesa nemici. Il nome di Decima M.A.S. (v.) fu poi assunto dalla unità repubblichina capeggiata da Valerio Borghese che già aveva comandato la omonima flottiglia.

Nella Guerra di liberazione

Alla notizia dell’armistizio dell’8.9. 1943, i tedeschi riuscirono a distruggere o a catturare 27 dei 61 M.A.S. a disposizione della Marina italiana. Una parte delle 34 unità superstiti si schierò con il governo legittimo, rifiutandosi di collaborare con i tedeschi. Queste unità vennero così impiegate in azioni speciali nel Tirreno e nell'Adriatico, o in appoggio alle truppe di terra operanti lungo le coste nel corso della campagna d'Italia.

I M.A.S. parteciparono anche a missioni speciali in appoggio alle forze della Resistenza. Tali missioni consistettero in: a) sbarco e ricupero di informatori e di sabotatori sulle coste controllate dai nazifascisti; b) sbarco di materiali destinati ai patrioti; c) trasporto in Italia di militari sbarcati nei Balcani; d) rilievi idrografici di coste controllate dal nemico per preparare sbarchi angloamericani e missioni di collegamento e appoggio di pattuglie durante queste stesse operazioni; e) appoggio a operazioni di mezzi d'assalto della Marina italiana.

Tra il settembre 1943 e il 25.4.1945, sul [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 584

Brano: Mascagni, Pietro

267 delle quali parteciparono unità di M.A.S..

Tra le perdite subite vanno segnalate: quella del M.A.S. 546 al comando del tenente di vascello Paolo Jappelli, saltato su una mina durante una missione nelle acque della Capraia il 21.2.1944; il M.A.S. 541 (sottotenente di vascello Guido Cosulich), partito da Bastia il 21.3.1944 per compiere una missione sulla costa ligure tra Genova e Savona, e scomparso prima di giungere a destinazione.

Il M.A.S. 505

Dopo 1*8.9.1943 il M.A.S. 505, comandato dal sottotenente Carlo Sorcinelli e avente a bordo inoltre il tenente di vascello Primo Sarti nonché il capitano di fregata Marcello Pucci Boncambi, partì dalla Maddalena con una particolare missione da compiere, ma appena fuori dalle acque dell’isola e dalla vista dei semafori, l’equipaggio capeggiato dai sottufficiali si ammutinò, imponendo al Comando di bordo di dirigersi verso il continente. Poiché i tre ufficiali si rifiutarono, l’equipaggio li trucidò e quindi diresse il M.A.S. verso Porto Santo Stefano, dove si presentò al Comando tedesco locale.

Questa stessa unità, [...]

[...]i e avente a bordo inoltre il tenente di vascello Primo Sarti nonché il capitano di fregata Marcello Pucci Boncambi, partì dalla Maddalena con una particolare missione da compiere, ma appena fuori dalle acque dell’isola e dalla vista dei semafori, l’equipaggio capeggiato dai sottufficiali si ammutinò, imponendo al Comando di bordo di dirigersi verso il continente. Poiché i tre ufficiali si rifiutarono, l’equipaggio li trucidò e quindi diresse il M.A.S. verso Porto Santo Stefano, dove si presentò al Comando tedesco locale.

Questa stessa unità, incorporata nella Decima Flottiglia M.A.S. repubblichina, eseguì poi alcune missioni al servizio dei tedeschi e il 24.4.

1945 si autoaffondò nelle acque di Imperia.

Dopo la Liberazione i responsabili delTammutinamento furono processati per tradimento, mentre alla memoria dei tre ufficiali caduti furono conferite tre medaglie d'oro al valor militare.

Bibliografia: Contrammiraglio Ettore Bravetta, La grande guerra sul mare, Milano, 1925; Ammiraglio di squadra E. Fioravanzo, La Marina dall'8 settembre 1943 alla fine del conflitto, Roma, 1962.

Masaryk, Jan Garrigue

N. il 14.9.1886 a Praga, ivi m. nel febbraio 1948. Figlio d[...]

[...]i e il 24.4.

1945 si autoaffondò nelle acque di Imperia.

Dopo la Liberazione i responsabili delTammutinamento furono processati per tradimento, mentre alla memoria dei tre ufficiali caduti furono conferite tre medaglie d'oro al valor militare.

Bibliografia: Contrammiraglio Ettore Bravetta, La grande guerra sul mare, Milano, 1925; Ammiraglio di squadra E. Fioravanzo, La Marina dall'8 settembre 1943 alla fine del conflitto, Roma, 1962.

Masaryk, Jan Garrigue

N. il 14.9.1886 a Praga, ivi m. nel febbraio 1948. Figlio di Thomas Masaryk, l’illustre filosofo e statista ceco fondatore del Comitato rivoluzionario per l’indipendenza della Cecoslovacchia (v.) e poi presidente della repubblica dal 1918 al 1935, Jan Masaryk aderì alla socialdemocrazia dagli anni giovanili. Poco dopo la fondazione della repubblica entrò come funzionario al ministero degli Affari esteri, compiendo la sua prima esperienza diplomatica nel ruolo di incaricato di affari a Washington (192021). Fu poi con

sigliere di ambasciata a Londra (192122) e, nei tre anni successivi, lavorò presso il ministero a Praga. Nel 1925 tornò a Londra come incarica[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 38

Brano: Decima M.A.S.

Un'impresa della Decima: giovane partigiano impiccato nel Novarese

di aprile si arrese senza sparare un colpo.

Dopo la Liberazione il principe Borghese venne processato come criminale di guerra, ma dopo breve periodo di prigione, fu lasciato libero di riprendere il suo posto nel movimento neofascista.

G.Bo.

Le imprese della « Decima »

Il processo iniziato a Roma l’8.2. 1948 contro Junio Valerio Borghese portò a conoscenza deM’opinione pubblica nazionale alcuni dei servizi più significativi resi dalla « Decima » agli invasori tedeschi.

Nella sentenza di rinvio a giudizio l[...]

[...] realtà perpetrate dal Borghese e dai suoi uomini su mandato germanico. Si seppe inoltre che, dopo l'uccisione dei 12 giovani eseguita per ordine diretto del generale tedesco Valdemar Krumhar, l’abitato di Borgoticino fu fatto sgomberare e gli uomini della « Decima », da vere truppe mercenarie, poterono abbandonarsi al sistematico saccheggio.

A Castelletto Ticino (v.), dove il

2.11.1944, in seguito alla cattura di un ufficiale della Decima M.A.S., per rappresaglia furono trucidati 5 giovani garibaldini, I’Ungarelli volle che questi fossero fucilati alla schiena e uno per uno, in modo che gli ultimi assistessero alla morte dei primi. L’intera popolazione presente fu obbligata a partecipare allo « spettacolo punitivo ».

Via via che un partigiano cadeva, un ufficiale gli dava il colpo di grazia. All’inizio di quel massacro le vittime gridarono tutte insieme: « Viva l'Italia, viva i partigiani! ». Quando venne la sua volta, il giovane Luigi Barbieri (che era stato catturato in una baita, dove si trovava infermo) chiese: « Spa

ratemi al cuore perché voglio essere riconosciuto dopo morto ». L’Ungarelli gli rispose scaricandogli il colpo di grazia sul viso. Poi proibì agli abitanti del paese di dar sepoltura alle salme.

Il processo di Roma confermò inoltre come gli 8 partigiani fucilati il

17.3.1944 a Vaimozzola (v.) fossero stati crudelmente seviziati dagli uomini del Borghese, degni emuli delle

S[...]

[...]) fossero stati crudelmente seviziati dagli uomini del Borghese, degni emuli delle

S.S. naziste.

Mario Galeazzi, sopravvissuto alla strage (venne salvato all'ultimo momento dalle dichiarazioni dei compagni), potè testimo niare: « Fummo condotti al comando di Pontremoli e quindi interrogati uno alla volta. Venimmo fatti spogliare completamente nudi con le mani legate ed uno alla volta introdotti in una stanza ove vi erano sette uomini della Mas e due della guardia nazionale repubblicana. Costoro frustarono i nostri corpi punzecchiandoli anche con le punte dei pugnali. Ci applicarono una corda intorno alla testa e la strinsero con la lama di un pugnale. Tutte queste torture misero in opera per farci confessare nomi e dati della lotta partigiana. Successivamente il giorno 17 fummo condotti nei pressi della stazione di Vaimozzola e quindi il maggiore De Martino voleva fucilarci lungo i binari della linea ferroviaria: il capostazione però si oppose, per cui il De Martino ci fece portare su una coll inetta ».

Da notare che gli 8 parti[...]

[...]isero in opera per farci confessare nomi e dati della lotta partigiana. Successivamente il giorno 17 fummo condotti nei pressi della stazione di Vaimozzola e quindi il maggiore De Martino voleva fucilarci lungo i binari della linea ferroviaria: il capostazione però si oppose, per cui il De Martino ci fece portare su una coll inetta ».

Da notare che gli 8 partigiani fucilati non avevano nulla a che vedere con l’attacco di Vaimozzola (dov’era rimasto ucciso, qualche giorno prima, un ufficiale della Decima M.A. S.) e i fascisti lo sapevano bene, in quanto li avevano sorpresi e catturati sul Monte Barca, in una località distante parecchie giornate di marcia. Quell’uccisione rivestiva quindi carattere esclusivamente terroristico. Il 1920 marzo il Comando della Decima M.A.S. fece affiggere a La Spezia e provincia un truculento (quanto sgrammaticato) manifesto, firmato « Principe Valerio Borghese », nel quale annunciava la strage compiuta e, per colmo di impudenza, concludeva: « Noi non vogliamo lo spargimento di sangue italiano, nostra unica meta, nostro unico scopo, sono di battersi per l’onore e per la vittoria! ».

Sulla nobile morte di quei partigiani e del giovane che li guidava, (Ubaldo Cheirasco, studente del 3° anno di Chimica all’Università di Pisa), di fronte alla ottusa ferocia dei capi e dei gregari della Decima M. A.S., esiste la testimonianza comm[...]

[...] nobile morte di quei partigiani e del giovane che li guidava, (Ubaldo Cheirasco, studente del 3° anno di Chimica all’Università di Pisa), di fronte alla ottusa ferocia dei capi e dei gregari della Decima M. A.S., esiste la testimonianza commossa del sacerdote don Marco Mori di Pontremoli (« Cronache militari della Resistenza in Liguria », pag. 280).

Durante il processo di Roma furono rivelati i particolari delle torture inflitte dalla Decima M.A.S. ai prigionieri.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 37

Brano: Decima M.A.S.

e nel 1921, antifascista e aventiniano nel 1924, nel novembre 1926 fu dichiarato decaduto dalla Camera fascista. Rimasto in disparte negli anni del fascismo, dopo la caduta del regime divenne sottosegretario ai Lavori pubblici, e poi ministro, nel primo e nel secondo governo Badoglio (16.9.1943 17.4.1944). Presidente del Partito democratico liberale, dopo la fusione col Partito liberale è stato eletto vicepresidente di questo secondo partito nonché presidente del suo gruppo parlamentare (1953). Deputato all’Assemblea Costituente, rieletto nel

1948, nel 1953 e nel 1958, è stato ministro senza portafoglio nei governi Sceiba (1954) e Segni (1955).

De Carolis, Ugo

Medaglia d'oro al valor militare alla m[...]

[...]i.

Partecipò alla prima guerra mondiale e fu decorato con medaglia d’argento. Combattente in Africa, nel

1942 fece parte della Commissione di armistizio con la Francia.

Dopo I’8.9.1943 fu attivo nella Resistenza romana, tra gli organizzatori della formazione partigiana di carabinieri che operò agli ordini del generale Filippo Caruso (v.). Arrestato in seguito a delazione, torturato in via Tasso, finì alle Fosse Ardeatine (v.).

Decima M.A.S.

X Mas, Decima. L’8.9.1943 il principe romano Junio Valerio Borghese (v.), comandante della X Flottiglia mezzi antisommergibili della Marina militare, si trovava nella base di questa fra Lerici e La Spezia; convocata l’assemblea degli equipaggi, annunciò la sua decisione di non arrendersi né agli angloamericani né ai tedeschi. Nacque così la nuoT va Decima M.A.S., che prestissimo rivelò le intime contraddizioni delle sue motivazioni sentimentali mostrando gli schemi tipici di quell’arditismo di « buona famiglia » che voleva conciliare la vocazione della violenza con l’ordine costituito: il 14 settembre Borghese stipulò un accordo con il Terzo Reich, mediatore il comandante di vascello Berninghaus. Al nucleo originario di cento marinai circa si aggiunsero un gruppo di sommergibilisti, poi veterani e volontari, e ben presto si raggiunse il numero di circa quattromila marò.

&X FLOTTKSUÀ NAS ò]

?ò mare I

non rendermi le mie navinon rendermi i mie[...]

[...] del 1944, quando cominciavano ad affiorare i propositi fascisti di resistenze estreme nelle valli, Borghese meditò di fare del Piemonte « il nostro Alcazar », ma non ebbe miglior fortuna perché, appena iniziata la concentrazione dei reparti, i tedeschi e fascisti di Salò, già da tempo diffidenti nei riguardi della formazione, intervennero e posero la « Decima » agli ordini del maresciallo Graziani. Insieme con questi, anche la Decima Flottiglia M.A.S., « pronta a tutti gli ardimenti », nei giorni dell’insurrezione

Benedizione del gagliardetto del « Barbarigo >*. A destra, in divisa, si nota Valerio Borghese. Sul palco, in camicia nera, l'allora prefetto repubblichino di La Spezia Franz Turchi, poi senatore del M.S.I. (La Spezia, 1944).

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 383

Brano: Sarzana

praticamente da tutte le direzioni) e per il rapporto di forze esistenti nella zona. Alla Spezia e in Lunigiana esisteva la base della Decima M.A.S. (v.) l’unico reparto della Marina militare che fin dall’8 settembre si era messo a disposizione dei tedeschi. Inoltre La Spezia era il principale porto militare della Repubblica sociale italiana, fortemente presidiato dai tedeschi che lo tennero sotto controllo fino all’ultimo momento. A tutto ciò si aggiungeva il fanatismo delle Brigate nere locali, comandate da capi sanguinari come Max Gallo alla Spezia e Michele Rago a Sarzana. Di qui uno sviluppo della lotta partigiana più lento e graduale rispetto ad altre zone meglio favorite dalle circostanze.

Come risulta da una relazione di Gian C[...]

[...]portò alle Prade Bianche (fra Tresana e Calice al Cornovlglio), dove il movimento partigiano sarzanese subì il suo primo grave colpo: in gennaio, a seguito di una spiata, l’intero gruppo fu catturato dai fascisti e alcuni dei suoi componenti (S. Baldassini, A. Castellini, A. Calzolari), tradotti nel carcere genovese di Marassi, furono poi fucilati il 19 maggio.

Un terzo gruppo, di cui facevano parte A. Parducci, Magnolia, Sabbatini e altri, rimase invece al Trambacco.

Il 13 marzo, 12 partigiani attestati sul monte Barca (sopra Bagnone) furono catturati dalla Deci

ma M.A.S.. Si salvarono solo Montarese, G. Castagnola ed E. Parducci, mentre i loro 9 compagni saranno fucilati il 17 marzo. In quello stesso 13 marzo altri partigiani sarzanesi attaccarono un treno a Valmozzola (Borgotaro), uccidendo 7 fascisti e il tenente della Decima M.A.S. G. Carlotti. Il giorno precedente era stato attaccato il presidio della G.N.R. di Roccamurata (Borgotaro), ma l’impresa più riuscita fu compiuta, il 20 marzo, da

6 partigiani al comando di Flavio Bertone (Walter) che a Falcinello (Sarzana), con audacissima azione bloccarono lungo la linea ferroviaria e fecero in parte saltare un treno carico di munizioni.

Tra la fine di giugno e l’inizio del luglio 1944 i partigiani sarzanesi si avvicinarono ai monti sovrastanti la loro città e qui, fra l’agosto e il settembre, fu costituita la Brigata Garibaldi “U. Muccini” (v.).

Dopo una fase effim[...]

[...]lla zona occupata dalla

“Muccini”, un grande rastrellamento partendo da Carrara e dalla Spezia. Sotto l’incalzare dell’attacco e mancando ogni iniziativa di appoggio da parte degli Alleati, la Brigata si divise in due tronconi: il primo, a! comando di Galantini, attraversò la linea del fronte e continuò a combattere a fianco degli Alleati. Il secondo troncone, assai meno numeroso, ma composto dagli elementi più decisi, al comando di Bertone rimase in zona occupata fino al termine della guerra, continuando la lotta in forme prevalentemente difensive, data la sproporzione delle forze.

Il 10.4.1945 la “Muccini” si rimise in movimento: entrata in contatto con gli Alleati avanzanti da sud a Pulica, il 23 mattina liberò Fosdinovo e, il pomeriggio dello stesso giorno, Sarzana. Nella piazza della città, Bertone e i suoi compagni si ritrovarono con l’altra parte della Brigata, comandata da Galantini, che nel frattempo aveva forzato il fronte insieme agli Alleati.

Il movimento partigiano sarzanese contribuì a far affermare in modo stabile[...]

[...]a, amministratori comunisti e socialisti, con netta prevalenza dei primi. Sindaci di Sarzana furono Anelito Barontini, poi Giovanni Luciani e infine, per molti anni, Paolino Ranieri. Negli anni del dopoguerra i fermenti ribellistici nella zona non si sono mai del tutto spenti, ma sono stati in gran parte riassorbiti nell’alveo della politica del P.C.I. che, con il passare del tempo, qui come altrove si è fatto tramite di un riavvicinamento delle masse alle istituzioni.

Bibliografia: AA.VV., La Resistenza nello Spezzino e nella Lunigiana, La Spezia, 1973: Ambrosini Paolo Mongatti Giulio, Nascita del primo gruppo patriottico nel Sarzanese, in “La Spezia”, Rivista del Comune, 196465; Bianchi Antonio, Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana, Roma, 1975; ìd., Lotte sociali e dittatura in Lunigiana storica e Versilia 19191930, Bologna, 1981; Bollo Gerolamo, Tra Vara e Magra. La Resistenza a La Spezia, La Spezia, 1969; Costantini Claudio Ferro Franco, I fatti di Sarzana, Sarzana, 1971; Faina Gianfranco, Lotte di classe in Lig[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 274

Brano: [...]ate tedesche in località Padivarma. Da ricordare infine la battaglia del Lago Santo (v.), del 1819.3.1945.

Lotta in città

A La Spezia, lo sciopero del 1" marzo 1944 riuscì pienamente; vi parteciparono i lavoratori della OtoMelara, della Termomeccanica, dei cantieri del Muggiano, dello Jutificio Montecatini, della Pertusola, e anche quelli della più importante officina dell’Arsenale M.M., nonostante fosse sorvegliata dai tedeschi. La Decima M.A.S. (v.) effettuò massicci arresti tra gli scioperanti, che in gran numero furono deportati: 220 spezzini non fecero ritorno dai campi di deportazione tedeschi. Alcuni mutamenti vennero portati alla composizione del C.L.N.: ad Anelito Barontini, trasferito a Genova per assumere l’incarico di commissario politico della VI Zona operativa ligure, subentrò Poggi, segretario della Federazione del P.C.I.. Quando questi venne ucciso dai nazifascisti a Follo, fu sostituito da Antonio Borgatti [Silvio), inviato da Genova.

A metà giugno, malgrado i trasferimenti e i cambiamenti avvenuti, la polizia riuscì a mettere le ma[...]

[...]uita la IV Brigata « Liguria », comprendente i battaglioni: « Cento Croci », con base a Groppo; « Picelli », con base e Fontana Gilente; « Signanini », con base ad Adelano Zeri; « G.L.» con base a Coloretta. Operò altresì neMa zona il cosiddetto Battaglione Internazionale, comandato dal maggiore inglese Gordon Lett (evaso dal campo di prigionia di Veano in provincia di Piacenza) e formato in prevalenza di ex militari; con base a Rossano di Zeri (Massa), questa organizzazione si occupava soprattutto di mantenere i collegamenti tra i Comandi alleati e le formazioni partigiane, partecipan

do talvolta anche ad azioni armate contro il nemico.

Nella vallata del Magra furono conootti rastrellamenti che colpirono duramente i partigiani e le popolazioni. A Compiano, nel Parmense, il

19.7.1944 i tedeschi devastarono il paese, diedero fuoco alle case, trucidarono Andrea Ponzini, Lino Giovanazzi, Giuseppe Giovanazzi e Silvio Mezzetta. Altri eccidi furono consumati dai nazifascisti a Strela, dove furono massacrati 17 civili; a Sidolo, dove i[...]

[...]ioni partigiane, partecipan

do talvolta anche ad azioni armate contro il nemico.

Nella vallata del Magra furono conootti rastrellamenti che colpirono duramente i partigiani e le popolazioni. A Compiano, nel Parmense, il

19.7.1944 i tedeschi devastarono il paese, diedero fuoco alle case, trucidarono Andrea Ponzini, Lino Giovanazzi, Giuseppe Giovanazzi e Silvio Mezzetta. Altri eccidi furono consumati dai nazifascisti a Strela, dove furono massacrati 17 civili; a Sidolo, dove il 20 luglio furono uccisi 3 sacerdoti e 5 civili; e a Cereseto (Compiano), data alle fiamme nello stesso giorno. A Cereseto furono fucilati alcuni civili (tra cui Pio R a petti, Giovanni Rapetti, Eliseo Gonzaga) e deportati una trentina di giovani. Il 21 luglio, in località Poggio di Credarola, furono fucilati Gildo Negro e Giulio Serventi, catturati durante il rastrellamento.

L’8.10.1944, reparti fascisti della « Monte Rosa », della Decima M.A.S., delle Brigate nere e unità tedesche, per un complesso di 4.000 uomini, tentarono di circondare la Brigata « V[...]

[...] il 20 luglio furono uccisi 3 sacerdoti e 5 civili; e a Cereseto (Compiano), data alle fiamme nello stesso giorno. A Cereseto furono fucilati alcuni civili (tra cui Pio R a petti, Giovanni Rapetti, Eliseo Gonzaga) e deportati una trentina di giovani. Il 21 luglio, in località Poggio di Credarola, furono fucilati Gildo Negro e Giulio Serventi, catturati durante il rastrellamento.

L’8.10.1944, reparti fascisti della « Monte Rosa », della Decima M.A.S., delle Brigate nere e unità tedesche, per un complesso di 4.000 uomini, tentarono di circondare la Brigata « Vanni » e il Battaglione « Val di Vara », dislocati nella zona del Calicese. I combattimenti si protrassero per tre giorni. I partigiani persero 47 uomini tra morti e feriti, ma sfuggirono aH’accerchiamento. Nella battaglia si distinse Gerolamo Spezia: gravemente ferito, continuò a tenere la posizione sino a quando fu colpito a morte, permettendo la ritirata ai compagni (sarà decorato di medaglia d’oro al valor militare alla memoria).

I nazifascisti ripresero i rastrellamenti il 10 [...]

[...]sci» attaccarono l’intera zona da Padivarma a Carrodano, infliggendo perdite ai nazifascisti. Questi reagirono il 20 gennaio con un grande rastrellamento, avente l’obiettivo di distruggere tutta l’organizzazione partigiana della vallata del Magra. Parteciparono all’impresa reparti della VI Divisione di fanteria tedesca, alpini della « Monte Rosa », bersaglieri della Divisione « Italia », le Brigate nere di Carrara, La Spezia, Chiavari, la Decima M.A.S. e reparti mongoli, per un complesso di circa 20.000 uomini.

Manifestazione fascista a La Spezia per il giuramento alla repubblica di Salò (9.2.1944)

274



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 595

Brano: [...]ore dei caduti, il 17.3.1985 è stato inaugurato sulla piazza di Soragna un cipporicordo.

Sorcinelli, Carlo

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. N. a Porto Recanati (Macerata) nel 1920, m. nel mare della Corsica il 10.4.1944; sottotenente di vascello.

Valoroso ufficiale, dopo I'8.9.1943 volle continuare la guerra contro i tedeschi e venne assegnato a una flottiglia di mezzi d’assalto. Nell’aprile del 1944, trovatosi a bordo del M.A.S. 505, venne incaricato di una missione presso le autorità francesi di Bastia, ma durante la traversata l’equipaggio, composto da elementi legati ai fascisti, si ammutinò. Dopo aver ucciso il comandante Pucci Boncampi e il tenente di vascello Sarti, gli ammutinati dirottarono il M.A.S. verso le coste controllate dai tedeschi.

Nonostante l’evidente disparità di forze, Sorcinelli rifiutò di accogliere le imposizioni degli ammutinati e li affrontò, venendo abbattuto a sua volta da una raffica di mitra.

595



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 338

Brano: [...]uralmente, la contropartita di questa rapida crescita fu urta feroce repressione contro qualsiasi rivendicazione operaia. Nel 1957 la pace sociale andò in frantumi proprio perché il capitalismo venezuelano era di formazione troppo recente per poter consentire la realizzazione di un programma sociale, che pure la dittatura perseguiva. Dopo lo svolgimento di un plebiscito caratterizzato da frodi elettorali, cominciò a delinearsi una forte lotta di massa, con elementi insurrezionali, che spaventò il governo degli U.S.A. e portò all’intervento destabilizzatore della C.I.A. nelle Forze armate venezuelane. Si giunse così ad una rivolta militare di palazzo: Marcos Pérez Jiménez venne esiliato, ma l’ondata insurrezionale — alla cui testa stavano elementi del P.C.V. e di Acción Democràtica — continuò. Per alcuni mesi

il Venezuela venne considerato alla stregua di Cuba, come centro della tensione politica regionale, ma l’esistenza di una forte corrente socialdemocratica all’interno di A.D., l’isolamento geografico del proletariato dei campi di [...]

[...]a militare di palazzo: Marcos Pérez Jiménez venne esiliato, ma l’ondata insurrezionale — alla cui testa stavano elementi del P.C.V. e di Acción Democràtica — continuò. Per alcuni mesi

il Venezuela venne considerato alla stregua di Cuba, come centro della tensione politica regionale, ma l’esistenza di una forte corrente socialdemocratica all’interno di A.D., l’isolamento geografico del proletariato dei campi di petrolio, la disgregazione delle masse contadine e la debole organizzazione del proletariato di Caracas permisero di giungere a una rapida “normalizzazione” democratica. Nel 1958, Romualdo Betancourt vinse le elezioni presidenziali, contrassegnate anche da una forte affermazione del C.O.P.E.I..

La guerriglia

Iniziò allora un processo di arretramento della sinistra che cominciò a illudersi di poter ricuperare attraverso un'azione militare quanto andava perdendo sul terreno politico: nel 1962 si formò il primo nucleo guerrigliero, a Falcon; pochi mesi dopo, si ribellarono i presìdi militari di Capuano e Puerto Cabello, che v[...]

[...]mo nucleo guerrigliero, a Falcon; pochi mesi dopo, si ribellarono i presìdi militari di Capuano e Puerto Cabello, che vennero bombardati dalle forze governative. Furono le ultime fiammate insurrezionali e, da allora in poi,

la stessa normalizzazione dell'esercito divenne uno strumento essenziale della normalizzazione democratica.

Ma la sinistra comunista e la frazione dissidente di A.D. organizzata nel M.I.R. passarono dall'insurrezione di massa ad azioni di guerriglia, arroccandosi in 78 basi situate tra montagne praticamente disabitate: un’iniziativa politicamente insignificante, ideologicamente utopistica, sempre più striminzita e inconsistente sul piano militare. A partire da quel momento, A.D. (ormai partito socialdemocratico maturo) costituì il perno di qualsiasi possibile politica riformista e il C.O.P.E.I.

il suo contraltare conservatore.

Politica riformista

La nuova politica di A.D., proseguita dal governo di Rafael Leoni (19631968), cercò di creare le migliori condizioni per un rilancio dell’accumulazione capital[...]

[...] per un nuovo ciclo economico, ancora più dinamico, rappresentato dalla successiva presidenza di Carlos Andrés Pérez (19731978) e durante il quale la sinistra, politicamente minoritaria, tornò legale.

Le forze di sinistra cominciarono a registrare in Venezuela un certo ricupero solo dopo la lacerazione provocata dall’invasione della Cecoslovacchia, che portò a una scissione nel Partito comunista e alla nascita del Movimento per il Socialismo (M.A.S.), in polemica con la tradizione terzinternazionalista e fortemente critico nei confronti della si

nistra storica, anticipando per contro i temi della via nazionale al socialismo, del blocco sociale progressivo, del superamento dei blocchi militari ecc.. A partire dal 1973, il M.A.S. diventerà la terza forza elettorale del paese, anche se di gran lunga minoritaria rispetto all’A.D. e al C.O.P.E.I..

All’inizio degli anni Settanta il Venezuela poteva contare su un settore industriale mediamente sviluppato e su un contesto politico democratico. Questi due fattori gli permisero, a partire dal 1973, di sfruttare l’enorme aumento dei redditi petroliferi per una politica di investimenti interni, ma la forte crescita economica che ne derivò si esaurì nei giro di 4 anni: a partire dal 1978, il paese entrò in una fase recessiva che si aggravò a partire dal 1982, pur senza metter[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 39

Brano: [...] fino ad assumere la posizione a bilancia. Poi costoro, sempre a torso nudo, venivano frustati con un nerbo e poi venivano portate delle latte di benzina per sottoporli alla tortura del fuoco [...].

Gli interrogatori cominciavano alle ore venti e continuavano ininterrottamente fino alle tre del mattino ed io sentivo le grida di coloro che venivano interrogati, unite a colpi di pistola ».

Il carattere chiaramente delinquenziale della Decima M.A.S. cominciò a impensierire perfino le autorità collaborazioniste, per il supplementare discredito che la turbolenta formazione attirava sul già abbastanza odiato regime repubblichino.

In un « appunto per il duce » il prefetto di Milano Mario Bassi scriveva: « Continuano con costante preoccupazione le azioni illegali commesse dagli appartenenti alla X Mas. Furti, rapine, provocazioni gravi, fermi, perquisizioni, contegni scorretti in pubblico, rappresentano quasi la caratteristica speciale di questi militari. Anche il 12 novembre 1944, tra l’altro, verso le ore 20 quattro di essi si sono presentati in un magazzino di stoffe: dopo aver immobilizzato il custode ne hanno asportato quattro colli per un ingente valore [...]. La cittadinanza, oltre ad essere allarmata per queste continue vessazioni, si domanda come costoro, che dovrebbero essere sottoposti ad una rigida disciplina militare, possano agire impunemente e senza alcuna possibilità di pun[...]

[...]temente di quelle scoperte, quanto vane manovre, al processo il Borghese pretese di aver inviato i suoi uomini a « proteggere » la Fiat (peraltro già presidiata dagli operai) e di aver contribuito a salvare dalla distruzione il porto di Genova, azioni di « salvataggio » smentite non solo dalle forze della Resistenza, ma perfino da parte fascista.

Sempre al processo di Roma, nella udienza del 6.12.1948 Ferruccio Parri testimoniò: « Quando la X Mas chiese, attraverso un nostro prigioniero, la possibilità di mandare al sud due suoi uomini che dovevano essere messi in contatto con il generale Messe, la risposta che arrivò tramite radio dal quartiere generale del generale Wilson fu questa: ” La X Mas troppo infamata. Non trattare ” ».

Bibliografia: Zara Algardi, Processi ai fa

scisti, MilanoFirenze, 1958; Giorgio Gimelll, Cronache militari della Resistenza In Liguria, Genova, 1965. Silvio Bertoldi, La guerra parallela, Milano, 1966.

E.Ni.

Decimazione

Il termine deriva dal latino decimare. Nell’esercito romano era in uso punire taluni reati collettivi della truppa (diserzione, fuga davanti al nemico, rifiuto d’obbedienza ecc.) condannando a morte 1 uomo ogni

10, scelto contando i soldati schierati. Il principio della decimazione continuò a essere seguito in quasi tutti gl[...]

[...]« Legnano ». Cadde mortalmente ferito nel corso d’una rischiosa missione oltre le linee nemiche.

Decourdemanche, Daniel

N. a Parigi il 21.2.1910, ivi fucilato il 30.5.1942; patriota francese. Insegnante di liceo, noto con il nome di Jacques Decour come romanziere e saggista, fu redattore capo della rivista Commune. Militante comunista durante l'occupazione te

Junio Valerio Borghese passa in rassegna, in una caserma, reparti della Decima M.A.S.

ItfWlItff futili



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 410

Brano: [...]in pianura e in città, dove furono frequenti le azioni anche rischiose. Va ricordata, a tale riguardo, la tragica eliminazione di un gruppo gappista guidato da Celanti [Cei). Come si è detto, i punti di vista del C.L.N. e del Comando partigiano non sempre collimavano e, per questo, frequenti furono gli incontri e i convegni, spesso tenuti nella zona intermedia di Piadera, in casa Bonet o nei dintorni.

Ai primi di settembre del 1944 si ebbe un massiccio attacco tedesco in montagna, dal quale la “Nannetti” riuscì a salvarsi quasi senza perdite. Seguì, il 27 dello stesso mese, un convegno conclusosi con l'approvazione di un documento nel quale veniva riconosciuta l’autorità del C.L.N. per tutta la zona di pianura, escluso un tratto intorno a Sarmede, praticamente occupato dai partigiani. Tale decisione si dimostrerà particolarmente utile negli ultimi mesi di guerra, permetterà di evitare incursioni aeree alleate sui centri a

bitati, consentirà di assicurare il salvataggio delle fabbriche durante la ritirata tedesca.

Un altro conveg[...]

[...]ti in vista dell’ormai certo prolungarsi della guerra. Fu, quello di ottobre, un convegno improntato a reciproca cordialità ed entusiasmo, anche se le speranze da esso alimentate furono poi in buona parte deluse dal noto messaggio di Alexander (v.).

Arresti e persecuzioni

Nel dicembre 1944 il C.L.N. era nel pieno fervore della sua attività, quando venne travolto da una tempesta che poteva avere le più gravi conseguenze. Militi della Decima M.A.S. perquisirono la casa del presidente Gandin e, pur non trovandovi nulla di compromettente, lo arrestarono e lo tradussero a Venezia, a Ca' Littoria. Gandin aveva fatto in tempo a preavvisare del pericolo gli altri membri del C.L.N., ma la sua menomazione fisica non gli aveva permesso di mettersi personalmente in salvo. Tornasi, pure ricercato dai fascisti, fece invece in tempo a rifugiarsi a Venezia, ma là venne a sua volta arrestato. Zanon Dal Bo, che si era trasferito a Vit

torio Veneto dopo aver già subito un periodo di carcerazione a Venezia, dovette allontanarsi dal paese e starsene in[...]

[...]a là venne a sua volta arrestato. Zanon Dal Bo, che si era trasferito a Vit

torio Veneto dopo aver già subito un periodo di carcerazione a Venezia, dovette allontanarsi dal paese e starsene in disparte per qualche tempo. De Zorzi fu assegnato dal suo partito all’attività dei G.A.P..

Il 23 dicembre, di comune iniziativa, Petterle che si sentiva meno sospettato e Pedron, incaricato dal C.V.L., costituirono con Casagrande, Vinicio Ulliana, Tommasella e Piasentin un “Comitato di emergenza” che si dedicò soprattutto all'attività logistica, in quel momento più che mai necessaria. Fortunatamente a Venezia le cose andarono meno male di quanto si potesse temere: Gandin e Tornasi sostennero una linea difensiva basata esclusivamente sui motivi patriottici che avevano guidato l’azione del C.L.N. e ottennero un risultato inatteso; i loro argomenti colpirono alcuni fascisti, tanto da consentire a Gandin, a un certo punto, di assumere egli stesso un ruolo di accusatore contro coloro che lo avevano arrestato e di passare all’offensiva (come era de[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine M.A.S., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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