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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 725

Brano: [...]ni mobilitabili nel giro di poche ore.

Per quanto nel decreto istitutivo si affermasse che « la Milizia è al servizio di Dio e della Patria », e il 28.10.1924 essa avesse prestato giuramento di fedeltà al re, si trattava ovviamente di una forza al servizio dei latifondisti e degli industriali, concetto che fu ribadito dal Gran Consiglio nella sua 26a riunione (25. 7.1923).

Al punto 4° delle sue risoluzioni, il Gran Consiglio precisò che la M.V.S.N. era « una grande polizia politica » e aggiunse che « il suo compito [...] è quello di rendere impossibile ogni turbamento dell’ordine pubblico, ogni gesto o tentativo di sedizione contro il Governo fascista e con ciò assicurare la normalità costante nella vita produttiva e sociale della nazione. La Milizia non deve partecipare ad operazioni di polizia ordinaria o alla repressione della delinquenza comune ».

Un saggio delle effettive funzioni della M.V.S.N. si ebbe nelle elezionitruffa dell’aprile 1924, come denunciò poi alla Camera Giacomo Matteotti, e in occasione del Primo maggio del 192[...]

[...] una grande polizia politica » e aggiunse che « il suo compito [...] è quello di rendere impossibile ogni turbamento dell’ordine pubblico, ogni gesto o tentativo di sedizione contro il Governo fascista e con ciò assicurare la normalità costante nella vita produttiva e sociale della nazione. La Milizia non deve partecipare ad operazioni di polizia ordinaria o alla repressione della delinquenza comune ».

Un saggio delle effettive funzioni della M.V.S.N. si ebbe nelle elezionitruffa dell’aprile 1924, come denunciò poi alla Camera Giacomo Matteotti, e in occasione del Primo maggio del 1925 allorché, « per fronteggiare l’evento di manifestazioni sovversive », la Milizia si impegnò in una vasta azione di repressione preventiva in tutto il territorio nazionale.

Con lo sviluppo del reclutamento e la creazione dei reparti speciali, negli anni del regime l’organico della M.V.S.N. e le sue funzioni andarono continuamente aumentando.

Reclutamento

Il reclutamento era previsto su basi volontarie e, nei primi quattro anni,

la M.V.S.N. accettò nelle sue file tutti i cittadini (« naturalmente di provata fede fascista ») di età fra i 17 e i 50 anni che avessero chiesto di farne parte. Una volta sistemati gli squadristi, nel gennaio 1927 il Gran Consiglio del fascismo decise di limitare l’arruolamento soltanto ai giovani e più precisamente agli avanguardisti (v.), al compimento del diciottesimo anno. Il passaggio dall’organizzazione giovanile alla Milizia doveva avvenire attraverso la cosiddetta leva fascista, da celebrarsi il 21 aprile di ogni anno, nella ricorrenza del « natale di Roma ». Quando poi, dal dicembre 1930, furon[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 728

Brano: [...] mai: » tanto paga il Soverno!... » parche set fu stesso che paghi, e il Governo è quello che

tu hai valuto e per il quale indossi la divisa.

La disciplina e it sole degli eserciti : senza di essa non si hanno soldaii, ma contusione e dislalia.

MUSSOLINI ha sempre ragione

II volontario non ha attenuanti quando disobbedisce

Urta cosa dev‘ esserti cera sopra tutto, la vita dei DUCE

Il « decalogo » della Milizia (tratto dal volume M.V.S.N. ■ XVII Annuale)

te alla disastrosa ritirata del Don. Pochi giorni prima della caduta del fascismo, il capo di stato maggiore della Milizia, generale Enzo Galbiati, costituì la Divisione corazzata « Centauro » (v.) con materiale e istruttori tedeschi, ma l’unità si dissolse subito dopo l'8.9.1943.

Dopo il 25 luglio

Sciolta con uno dei primi decreti del governo Badoglio il 26.7.1943, la Milizia fu richiamata in servizio dal governo repubblichino T8.12.1943 per dar vita, insieme ai carabinieri e alla Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.), alla Guardia nazionale repubblicana (v. Forze ar[...]

[...]edeschi, ma l’unità si dissolse subito dopo l'8.9.1943.

Dopo il 25 luglio

Sciolta con uno dei primi decreti del governo Badoglio il 26.7.1943, la Milizia fu richiamata in servizio dal governo repubblichino T8.12.1943 per dar vita, insieme ai carabinieri e alla Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.), alla Guardia nazionale repubblicana (v. Forze armate repubblichine) .

Bibliografia: Enciclopedia Italiana, voi. XXIII, pp. 306308; V. Verné, M.V.S.N., Napoli 1932; M.V.S.N., la Milizia e l’impero, a cura del Comando generale della Milizia, Roma 1937; M.V.S.N. XVII Annuale, a cura del Comando generale della Milizia, Roma 1939; Giuseppe Piemontese, Ventinove mesi di occupazione italiana nella Provincia di Lubiana, Lubiana 1946; E. Santarelli, Storia del movimento e del regime fascista, Roma 1967.

E.Ni.

Millerand, Alexandre

N. a Parigi il 10.2.1859, m. a Versailles il 7.4.1943; uomo politico francese.

Avvocato, collaboratore del giornale radicale « La Justice » di Georges Clemenceau, nel 1885 fu eletto deputato radicale. Passato poi al socialismo, nel 1889 e nel ’93 fu

rieletto come deputato socialista indipendente.

Abile parlament[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 356

Brano: [...]himica, il 25.3.1934 divenne Consigliere nazionale.

Nell’annuario dell'Università di Bologna (194142) si legge il seguente curriculum accumulato dal Pagliani nel decennio precedente: cavaliere, commendatore, grande ufficiale, medaglia di benemerenza per i volontari di guerra per la campagna di Etiopia, croce al merito e medaglia di bronzo al valor militare, pluridecorato per l’azione squadristica, per la marcia su Roma e per l’anzianità della M.V.S.N.; e ancora, componente del Consiglio nazionale del P.N.F., segretario provinciale del Sindacato dei medici, primo seniore della M.V.S.N., componente il Comitato direttivo delle Assise italiane di Medicina e Chirurgia. Fu pure vicesegretario del P.N.F. e dei G.U.F.

Nella repubblica di Salò

Dopo la caduta di Mussolini, nei 45 giorni del governo Badoglio il Pagliani tentò di occultare alcune casse di armi nella sede bolognese della Croce Rossa Italiana. Arre



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 405

Brano: [...]3, quando Mussolini dai microfoni di Radio Monaco proclamò la ripresa della lotta a fianco della Germania nazista e la « ricostituzione di tutti i reparti e le formazioni speciali della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale » (v.), mettendo questa agli ordini del luogotenente generale Renato Ricci, già comandante dell’Opera Nazionale Balilla e acceso filonazista.

Al proposito di riorganizzare le forze armate repubblichine intorno alla M.V.S.N. si oppose subito il maresciallo Rodolfo Graziani (v.), ministro della Difesa nazionale. Non a torto, ben conoscendo il discredito da cui era universalmente circondata (negli ambienti militari come tra i civili) la Milizia fascista, Graziani voleva puntare sulla creazione di un esercito « nazionale e apolitico » e in tal senso insistette presso Mussolini. Nel conflitto accesosi tra Ricci e Graziani si arrivò a un compromesso: il secondo avrebbe costituito il « suo » esercito, mentre Ricci avrebbe comandato, indipendente da Graziani e dal ministero della Difesa, la Guardia Nazionale Repubblican[...]

[...] tal senso insistette presso Mussolini. Nel conflitto accesosi tra Ricci e Graziani si arrivò a un compromesso: il secondo avrebbe costituito il « suo » esercito, mentre Ricci avrebbe comandato, indipendente da Graziani e dal ministero della Difesa, la Guardia Nazionale Repubblicana.

La Guardia Nazionale Repubblicana

Le caratteristiche di questo nuovo corpo furono fissate dai decreti legislativi dell'8.12.1943. Costituita da elementi della M.V.S.N., dai carabinieri rimasti in servizio dopo l*8 settembre e dalla Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.), concentratasi a Roma dopo la caduta dell'impero, la G.N.R. ebbe affidati compiti « di polizia interna e militare » che, in sostanza, consistevano nel tenere sotto controllo la popolazione mentre i tedeschi spogliavano e distruggevano con le loro ruberie e violenze l’intero paese. Si trattava quindi di un corpo sfacciatamente collaborazionista e fin dal suo sorgere esso fu giustamente circondato dall’odio e dal disprezzo popolare, nonché fatto oggetto di attacchi armati dei patrioti e delle p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 186

Brano: [...] Angelo Frazzonl.

17 settembre: a Castel San Pietro (Bologna), ucciso il socialista Aldo Ramenghi.

21 settembre: a Cosenza, ucciso il socialista Paolino Cappello.

23 settembre: a Tirolo di Calabria (Catanzaro), ucciso l'antifascista Giuseppe Paone.

14 ottobre: a Sesto San Giovanni (Milano), gravemente feriti gli operai G. Turati, Achille Berti ed Enrico Cesati.

23 ottobre: a Guardavalle (Catanzaro), a opera di un caposquadra della M.V.S.N., ucciso Pasquino Agazio e feriti gravemente i suoi fratelli Domenico e Francesco.

30 ottobre: a Bologna, ucciso il postelegrafonico Guglielmo Cialdi.

1 novembre: a Roma, ucciso l’operaio Gino Marciano.

5 novembre: a Roma, ucciso l’ex combattente Umberto Pilozzi. A Catania, ucciso Salvatore Miceli.

7 novembre: a Roma, ucciso Oscar Peperino.

10 novembre: a Lugo (Ravenna), ucciso ii colono Umberto Taroni.

11 novembre: a Fontanelle (Treviso), uccisa la giovane Maria Brislghello e gravemente ferita sua sorella Augusta.

18 novembre: a Bergamo, ucciso il tipografo Sesto Perozzì.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 252

Brano: [...]sull’orientamento e oscillazione deH'opinione pubblica e sui fatti che vi hanno influenza, ed infine, su tutto ciò che può comunque riguardare i maggiori interessi del Regime ».

Nella Repubblica di Salò

Gli U.P.I. si configuravano come un potente apparato di controllo poliziesco ramificato in tutto il paese, che il rinato fascismo repubblicano si preoccupò di riattivare dopo l’8.9. 1943.

La Guardia nazionale repubblicana, che assorbì la M.V.S.N., ne recuperò le strutture e i quadri (tra questi, il console generale Tommaso Semandini, capo del Servizio politico, che conservò l'incarico).

Gli U.P.I. vennero quindi riorganizzati e potenziati a partire dal dicembre 1943, sulla base delle direttive impartite da Renato Ricci (v.), comandante della G.N.R., con una circolare “riservata” inviata il

23.11.1943 ai Comandi provinciali. Oltre ai compiti di polizia politica “tradizionale”, quali indagini, accertamenti, arresti, interrogatori e denunce, svolti sovente con metodi criminali, agli U.P.I. venne assegnata la funzione di “antenne” r[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 226

Brano: [...]alcontento tra gli ufficiali dell’Esercito. Arrivati al grado attraverso anni di scuola e di servizio, questi non potevano non accogliere con aperta ostilità un assetto in cui si trovavano scavalcati da ufficiali della Milizia, molti dei quali erano stati loro subalterni, e che dovevano la fulminea carriera a un’attività « politica », per lo più consistita nello esercizio di violenze squadristiche. Sintomi di crisi si manifestarono poi quando la M.V.S.N. pretese la direzione e la responsabilità della preparazione premilitare dei giovani. Sebbene i circoli militari esprimessero nettamente il loro dissenso, dovettero rassegnarsi, giacché il

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 367

Brano: [...]azione. Alla fine del 1941 formazioni armate slovene e croate presero contatto con gli antifascisti della Venezia Giulia (Tolmino, Trieste, Pola, Fiume) e nel 1942 cominciarono a svolgere anche in territorio italiano una guerriglia basata su deragliamenti di treni, azioni lungo la linea TriesteFiume, attacchi a caposaldi nemici.

Ciò viene confermato da numerosi rapporti del federale di Fiume (Servadori), dal comandante della 61a Legione della M.V.S.N. [Antonio Rizzo) e soprattutto dalle feroci rappresaglie fasciste. Il 13.7.1942 il prefetto di Fiume [Testa) comunicò al ministero deH’Interno: « Ieri, tutto l’abitato di Pothum, senza l’esclusione nemmeno di una casa, è stato raso al suolo e 108 persone sono state fucilate ».

In quegli stessi giorni il generale Ferrerò, comandante del XXIII Corpo d’Armata, dava disposizioni perché si uccidessero sistematicamente tutti i « ribelli » fatti prigionieri, si prelevassero ostaggi e si incendiassero i villaggi centri di resistenza, dimostrando in tal modo di non aver nulla da imparare, in fatto d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 463

Brano: [...]
Dalle indagini eseguite è risultato che coloro i quali idearono e svolsero azione di propaganda per inscenare una manifestazione di partito in occasione del trasporto funebre del Maestrelli Domenico sono i noti sovversivi:

Bagagli Serrano, Maestrelli Catone, Volterrani Aurelio, Fattori Aurelio e che sono stati senz’altro arrestati, a eccezione del Bagagli, resosi irreperibile in seguito a un incidente avuto col caposquadra della 93a Legione M.V.S.N. Maci Rodolfo. Infatti verso le ore 19 del 10 corrente il Bagagli, mentre transitava in bicicletta per via G. Del Papa, si incontrò col Maci, dal quale venne redarguito e colpito con uno schiaffo per il fatto di avere poco prima partecipato al trasporto funebre del Maestrelli.

II Bagagli reagì con un pugno, dopo di che, montato nuovamente in bicicletta, si allontanò né si è avuto di lui finora più contezza.

Tenendo conto dei pessimi precedenti politici dei quattro individui sopramenzionati, propongo che siano deferiti alla locale Commissione provinciale per l’assegnazione al Confino di p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 241

Brano: [...].

L'inquadramento degli iscritti all’O.N.B. seguiva il modello della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (v.). La struttura era: squadra (10 giovani più 1 caposquadra), manipolo (3 squadre), centuria (3 manipoli), coorte (3 centurie), legione (3 coorti).

Le legioni di Balilla e avanguardisti, ordinate su base provinciale, prendevano il nome da caduti fa

scisti o da eroi del Risorgimento. Esse erano comandate da ufficiali della M.V.S.N. che, nel caso dei Balilla, venivano scelti normalmente tra i maestri elementari.

In pochi anni la « pupilla del regime », come Benito Mussolini definì l'O.N.B., assunse notevole consistenza: tra il 31.1.1932 e il 31.1.1933, i Balilla salirono da 798.544 a 836.354; gli avanguardisti, da 235.828 a 243.936; le Piccole Italiane, da 632.732 a 719.012. Nel 1934 gli iscritti all’O.N.B. vennero fatti ascendere, secondo i dati ufficiali, a circa tre milioni e mezzo. Nel 1934 il presidente dell’O.N.B. Luigi Ricci istituì il reparto « prebalillistico » dei Figli della Lupa, per i bambini dai 6 agli 8[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine M.V.S.N., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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