Brano: Guadalajara
Nel M.I.A.R.
All'interno di questo quadro, per molti aspetti equivoco, il Gruppo 7 confluì nel Movimento Italiano per l'Architettura Razionale (M.I.A.R.), che organizzò manifestazioni più ampie di quelle locali del Gruppo 7 (fu presente con la « Casa elettrica » e vari progetti dei componenti alla III Biennale delle Arti Figurative di Monza del 1927).
Nel 1928 si aprì la I Esposizione Italiana di Architettura Razionale, patrocinata dal M.I.A.R., e nel 1931 ne venne allestita una seconda che offrì l’occasione per uno scontro frontale con la cultura ufficiale del regime (la cosiddetta « tavola degli orrori », presentata alla mostra, raggruppava le più elogiate opere edilizie e urbanistiche del fascismo) in una denuncia culturale che coincideva con quella del corrente malcostume basato su connivenza tra vieta attività edilizia e potere politico.
In occasione della seconda mostra, il critico e mercante d’arte P.M. Bardi pubblicò un libello dal titolo Rapporto sull'architettura (rivolto a Benito Mussolini), nel quale proponeva che il [...]
[...]lizie e urbanistiche del fascismo) in una denuncia culturale che coincideva con quella del corrente malcostume basato su connivenza tra vieta attività edilizia e potere politico.
In occasione della seconda mostra, il critico e mercante d’arte P.M. Bardi pubblicò un libello dal titolo Rapporto sull'architettura (rivolto a Benito Mussolini), nel quale proponeva che il fascismo riconoscesse l'architettura razionalista interpretata dai membri del M.I.A.R. come « architettura di Stato ». L’indebolimento e poi la distruzione del gruppo furono dovuti all’attività scissionistica del presidente del sindacato fascista degli architetti [Gino CalzaBini), al quale si accodarono Rava e Larco. Si addivenne così alla formazione di un gruppo, il R.A.M.L (Raggruppamento Architetti Moderni Italiani), questa Volta non più in contestazione con alcuna attività del regime; mentre l'architetto Libera, segretario del M.I.A.R., dichiarò sciolto il vecchio movimento. Nel frattempo, con le opere di Giuseppe Terragni e la propaganda di Giuseppe Pagano e Edoardo Persic[...]
[...]come « architettura di Stato ». L’indebolimento e poi la distruzione del gruppo furono dovuti all’attività scissionistica del presidente del sindacato fascista degli architetti [Gino CalzaBini), al quale si accodarono Rava e Larco. Si addivenne così alla formazione di un gruppo, il R.A.M.L (Raggruppamento Architetti Moderni Italiani), questa Volta non più in contestazione con alcuna attività del regime; mentre l'architetto Libera, segretario del M.I.A.R., dichiarò sciolto il vecchio movimento. Nel frattempo, con le opere di Giuseppe Terragni e la propaganda di Giuseppe Pagano e Edoardo Persico su Casabella, il Movimento Moderno di architettura cominciò a esprimersi, in Italia, in altre e più complesse dimensioni.
V.Ve.
Guadalajara
Città spagnola di 23.000 abitanti a 640 m s.l.m., sul fiume Henares, a circa 40 km da Madrid. DalI’8 al 24.3.1937, durante la guerra di Spagna (v.), le truppe fasciste vi subirono una cocente sconfitta a opera dei volontari delle Brigate Internazionali (v.). Quella battaglia, che nelle intenzioni dello Stat[...]