Brano: [...]azione delle coste libiche. Nel 1912 ricevette la nomina a viceammiraglio e il comando del Dipartimento marittimo della Spezia. Il 26.8.1914 gli venne affidato il comando supremo delle forze navali, incarico che gli rimase fino al febbraio 1917. Le carenze della flotta emerse nel corso della guerra mondiale e criticate dai Comandi alleati (ma probabilmente anche l'ostilità di Vittorio Emanuele III verso gli Aosta) furono le cause che costarono a Luigi di Savoia la rinuncia al comando.
Ancora poco dopo la sua morte, il re ne sottolineava tutti gli errori commessi In un colloquio col maresciallo Enrico Caviglia che, da parte sua, annotò che il duca degli Abruzzi « era un uomo di carattere forte, ma la sua intelligenza non era pari all'altezza del carattere ».
Lasciò la Marina per sempre e non ebbe un seguito la promozione ad ammiraglio conferitagli il 28.2.1918.
La colonizzazione della Somalia
L’ultimo periodo della sua vita coincise con il progetto di colonizzare un esteso territorio somalo tra l’Uebi Scebeli e il Giuba, con l'intento di [...]
[...]6.2.1929 dopo una marcia di 1.400 chilometri e la raccolta di preziose informazioni scientifiche che gli varranno la nomina ad accademico d'Italia.
Alla fine del 1932 le sue condizioni di salute si aggravarono e la scelta di ritornare in Somalia, per morirvi pochi mesi dopo, alimentò la sua leggenda — non estranea al sentimento popolare — dilatata e manipolata dallo stesso Mussolini che lo commemorò al Senato.
In realtà, il filofascismo di Luigi di Savoia fu molto tiepido rispetto a quello degli altri Aosta e del l'ambiente di corte: non intrattenne mai rapporti molto stretti col mondo politico, al quale, per quanto è dato di sapere, guardava piuttosto con aristocratico distacco. Nella colonia, indubbiamente la sua opera lasciò un segno positivo: il solo, ha scritto Angelo Del Boca, « che uscirà indenne dalla guerra, dall'occupazione inglese, dal collasso del regime coloniale, [...] perché al di là del mito gonfiato e gestito dal regime, il ricordo di Luigi di Savoia resta legato alla sola azienda moderna e vitale che il colonialismo italiano [...]
[...]el l'ambiente di corte: non intrattenne mai rapporti molto stretti col mondo politico, al quale, per quanto è dato di sapere, guardava piuttosto con aristocratico distacco. Nella colonia, indubbiamente la sua opera lasciò un segno positivo: il solo, ha scritto Angelo Del Boca, « che uscirà indenne dalla guerra, dall'occupazione inglese, dal collasso del regime coloniale, [...] perché al di là del mito gonfiato e gestito dal regime, il ricordo di Luigi di Savoia resta legato alla sola azienda moderna e vitale che il colonialismo italiano sia riuscito a creare in Somalia ».
Bibliografia: T. Si Mani, Luigi di Savoia, Roma, 1929; Luigi di Savoia, L'esplorazione dell’UebiUebi Scebeli dalle sue sorgenti nell'Etiopia Meridionale alla Somalia Italiana (19281929), Milano, 1932; AA.VV., Il Duca degli Abruzzi, in “Nuova Antologia”, a. 68°, 1° aprile 1933, pp. 32146; Luigi di Savoia duca degli Abruzzi, a cura dell 'Ufficio Storico della Marina, Roma, 1934; E. Curi, Il principe esploratore, Rovereto, 1935; E. Fabietti, Vita eroica del Duca degli Abruzzi, Torino, 1950; C. Maino, La Somalia e l'opera del Duca degli Abruzzi, Roma, 1959; A. Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale, Voi. I, Dall'Unità alla marcia su Roma, RomaBari, 1976, pp. 84750, 8737; Ibidem, Voi. Il, La conquista dell’impero, RomaBari, 1979, pp. 826, 1334, 2146.
E.Tor.
Savoia, Mafalda di
N. a Roma il 19.11.1902, m. a Buchenwald (Germania) il 28.8.1944; principessa.
Secondogenita di Vittorio E[...]