Brano: [...] all’assalto dei capisaldi nemici. Dopo tre ore di fuoco i partigiani di Ened occuparono il sobborgo di Santa Maria e sloggiarono i fascisti dalla fabbrica Fuerter. I reparti che erano andati all'attacco del Dopolavoro mantennero le posizioni, ma quelli che avevano puntato sulle scuole e sulla stazione dovettero ripiegare per mancanza di munizioni.

Una pattuglia tedesca asserragliata in un cinema fu immobilizzata con lancio di bombe a mano da Luigi Sbanchi [Fulmine), commissario della « Volante », e dai garibaldini Fritz, Kira e Tom. Un’autoblinda nemica, colpita in pieno mentre avanzava sulla strada, fu a sua volta catturata. Fattasi avanti una seconda autoblinda, il partigiano sovietico Giorgio legò a grappolo alcune bombe a mano, strisciò lungo un fossato e, portatosi a pochi metri dalla macchina, con quelle la fece saltare in aria.

Più tardi anche la sede del Dopolavoro venne occupata dai partigiani, ma i nazifascisti continua

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Brano: [...]insperato aiuto, cominciarono a uscire baldanzosi dai fortilizi.

Lo scontro che era stato sul punto di portare a una vittoria partigiana, si concluse invece con una ritirata e con dolorose perdite: 32 morti, tra cui una decina di georgiani, e numerosi feriti. Tra i caduti: Mario Delù, uno dei migliori della « Servadei »; l’inglese Thomas e Bruno Biraghi, di Milano.

Tra gli episodi più significativi, si ricorda quello di cui fu protagonista Luigi Sbanchi: gravemente colpito al braccio da una raffica di mitragliatrice, con grande stoicismo se

lo fece amputare nel vicino ospedale di Omegna. Egli stesso così ricorda la sua vicenda: « Sono stato ferito alle 14 circa: arrivo al"ospedale alle 15 e devo a questa prontezza d’essere salvo. All'ospedale mi tagliano subito il braccio senza nemmeno addormentarmi, con una facilità impressionante: un solo colpo di bisturi. Poi il dottore mi addormenta per segare il troncone d’osso e completare l’amputazione. La ferita al costato era soltanto, per fortuna, un colpo di striscio, ma profondo ».

C.Mo.
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