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Il segmento testuale Luigi Frausin è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 19Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 434

Brano: [...]1.1910, ucciso dai tedeschi a Trieste nel settembre 1944; operaio tracciatore. Comunista, nel 1934 fu condannato dal Tribunale speciale a 5 anni di reclusione che scontò nel carcere di Civitavecchia.

Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza triestina, organizzatore del servizio informazioni delle brigate partigiane.

Caduto in mano al nemico il 24.8.

1944, fu seviziato e ucciso assieme a suo zio Luigi Frausin (vj.

Frausin, Luigi

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Muggia (Trieste) il 21.6.1898, ucciso dai tedeschi a Trieste nel settembre 1944; operaio carpentiere.

Aderì giovanissimo alla Gioventù socialista e ne divenne uno dei dirigenti. Partecipò alle lotte degli operai del cantiere San Rocco e fin dal 1920 divenne il dirigente del movimento operaio di Monfalcone. Contribuì alla creazione del Partito comunista, di cui nel 1921 fu uno dei fondatori a Trieste e in tutta la Venezia Giulia. Alla testa dei proletari in lotta combattè contro lo squadrismo fascista. Licenziato [...]

[...]he era giusto accettare l’annessione alla Jugoslavia delle terre completamente slave, rinviando alla fine della guerra la discussione « sulle questioni territoriali derivanti dall'esistenza di popolazioni di nazionalità mista, problemi che dovranno essere risolti sulla base del principio di nazionalità e di autodecisione ».

il 24.8.1944 i tedeschi scoprirono a Trieste, in via delle Linfe, il « Centro informazioni partigiano » e vi arrestarono Luigi Frausin insieme a suo nipote Giorgio Frausin (v.). Da quel momento non si seppe più nulla di lui, se non che fu torturato nelle cantine del Comando delle S.S. di piazza Oberdan. Si ritiene che sia stato ucciso nei primi giorni di settembre, insieme a Vincenzo Gigante (v.) e a Giorgio Frausin, nella risiera di Trieste.

L’unico figlio di Luigi Frausin, Mario, vicecomandante di un battaglione partigiano, fu catturato dai nazisti e deportato a Dachau, dove lasciò la vita. Nella Guerra dì liberazione cadde un altro suo nipote, Giorgio De Marchi.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 193

Brano: [...]i distinzione diventava superflua. Quindi la Corte ammise tutte le deposizioni, comprese quelle dei superstiti partigiani e politici, ma la loro legittimità in causa fu poi esclusa dalla sentenza.

Fra i politici e i partigiani massacrati in Risiera erano numerosi dirigenti e quadri del P.C.I., dell’O.F., del P.C.S., del P.C.C., delle formazioni partigiane italiane e jugoslave e di Missioni militari italiane. Fra questi, oltre ai già ricordati Luigi Frausin e Vincenzo Gigante: Giorgio Frausin, Alfredo Val demar in, Luigi Facchin, Natale Kolaric, Mario Larice, Giovanni De Marchi, Frane Segui in, Fran Ursic, Anton Veluscek, Virginia Tonelli, Luigia Cattaruzzi, Cecilia Deganutti, Irene Tomi, Vera Bratonja, Francesca Bodi, Clementina Pagani, Ardemia Zancolich, Ernesto Neri, Vittorio Fonda, Giuseppe Giovannini, Giulio Marassi, Villi Martinis, Lorenzo Vidali, Luciano Manli, Giovanni Battista Berghinz, Paolo Reti, Dante Stoini, Ettore Zaccaria, Vladimir Ribaric, Daniele Pettirosso, Edoardo Antonie, Francesco Smolnikar, Giuseppe Ferfolja, Emilio Sanie, [...]

[...]lja, Emilio Sanie, Augusto Tambarin, Valentino Molina, Sante De Fortis, Gino Pel agalli, Rodolfo Sartori, Ottorino Pesenti, Bruno lllich Fano, Giuseppe Adrian. (Si vedano, per molti di essi, le rispettive voci).

Le parti civili legittimate furono 23, compresi il rappresentante delle Limoni Israelitiche italiane Sergio Piperno Beer, nonché il presidente e il vicepresidente dell'Associazione Nazionale Deportati Piero Caleffi e Gianfranco Maris. Luigi Frausin, Vincenzo Gigante, G.B. Berghinz, Virginia Tonelli e Cecilia Deganutti erano anche decorati di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Dalle testimonianze dei superstiti emerse il quadro tragico dell’occupazione nazista, delle torture, deportazioni, violenze razziali, eliminazioni anche per motivi di lucro

o di gratuita vendetta, e le violazioni di ogni diritto umano compiute secondo i sistemi dell’imperialismo hitleriano in Europa attraverso gli articolati e spietati meccanismi dello “Stato delle S.S.”, ampiamente descritti in udienza dal prof. Enzo Collotti nonché dal dott. Ton[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 149

Brano: [...]ed all'esterno delle fabbriche, di cui lo sciopero bianco proclamato al Cantiere San Marco nel 1927 per la condanna a morte dei militanti anarchici Sacco e Vanzetti negli U.S.A. rappresentò

il momento culminante.

Dopo una fase di incertezza e di stasi in parte determinata dall’arresto di molti giovani organizzatori, l’attività del P.C. d'I. ricevette un nuovo impulso proprio a cavallo degli anni Trenta con la politica della “svolta” che in Luigi Frausin (v.), chiamato allora a guidare la Federazione comunista triestina, trovò un interprete intelligente e capace. Una presenza più decisa tra le masse e un modo di fare politica più attento alle esigenze e ai problemi quotidiani della classe operaia e della popolazione in generale rappresentarono, per questo dirigente, momenti essenziali di preparazione alla lotta insurrezionale contro il fascismo.

Un riscontro positivo del lavoro svolto, tanto sul piano della preparazione teorica quanto su quello dell’impegno organizzativo, venne dato dallo scoppio delle agitazioni operaie nel 1930 e nel 193[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 614

Brano: [...]nzionario del partito per organizzare la lotta, il 18.7.1932 fu arrestato a Trieste (v.) e deferito al Tribunale speciale che il 26.9. 1933 lo condannò a 12 anni di reclusione. Scarcerato anticipatamente nell’aprile 1937, fu inviato al confino a Ponza per 5 anni, al termine dei quali venne trattenuto nell’isola come “internato”.

Potè tornare a Trieste soltanto dopo la caduta del fascismo e si impegnò subito nella Resistenza armata a fianco di Luigi Frausin, organizzando i G.A.P. triestini. Caduto in mano ai tedeschi (in seguito a delazione) nel maggio 1944, venne fucilato nel settembre.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 84

Brano: [...]a, fino a quando finivano per essere arrestati e condannati dal Tribunale speciale. Fu questo il caso di Giorgio Amendola, Antonio Cicalini, Arturo Colombi, Edoardo D’Onofrio, Giuseppe Dozza, Celso Ghini, Davide e Ferdinando Maggioni, Rita Montagnana, Agostino Novella, Gian Carlo e Giuliano Pajetta, Giordano Pratolongo, Battista Santhià, Pietro Secchia, Emilio Sereni, Velio Spano. Vi si aggiunsero, più tardi: Gaetano Chiarini, Domenico Ciuf oli, Luigi Frausin, Armando Fedeli, Enrico Calligaris, Eugenio Reale, Leo Valiani e numerosi altri.

I dirigenti e i quadri comunisti all’estero non facevano ia vita della comune emigrazione. Essendo la loro attività protesa prevalentemente verso l'Italia, per sfuggire alle ricerche della polizia essi erano costretti a una rigida osservanza delle norme cospirative, a una vita appartata e clandestina anche all’estero. Tale sistema, se aveva i suoi inconvenienti, rendeva assai più difficile ai servizi di informazione fascisti scoprire le sedi, i recapiti, gli uffici e le abitazioni dei dirigenti comunisti. Difa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 191

Brano: [...]isi in Risiera, così come italiani erano in gran parte gli ebrei, nonché gli ex militari dèi Regio esercito e perfino appartenenti a reparti della repubblica di Salò, arrestati e rinchiusi nella Risiera perché considerati infidi o in contatto coi partigiani. Lasciarono quindi la vita in questo spaventoso luogo, oltre a dirigenti e militanti delle organizzazioni politiche e delle formazioni militari slovene e croate, noti dirigenti del P.C.I., da Luigi Frausin (v.) a Vincenzo Gigante (v.), esponenti del C.L.N., delle Brigate Garibaldi, delle Formazioni “Osoppo” e di missioni militari italiane. Tra i caduti furono anche ragazzi e ragazze di 1314 anni e persone di età molto avanzata, uccisi solo perché erano parenti di partigiani o perché erano ormai ridotti in tali condizioni fisiche da essere ritenute non trasportabili in Germania.

Le dimensioni relativamente limitate della Risiera rispetto a quelle dei lager in Germania resero più che mai angosciose e intense le sofferenze dei prigionieri. Tutte le atrocità avvenivano in uno spazio di poche cen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 497

Brano: [...]e rappresentò poi questo partito nel secondo C.L.N. di Trieste, presieduto da don Marzari (il primo Comitato era stato arrestato al completo nel dicembre 1943 e deportato a Dachau, dove moriranno Gabriele Foschiatti del P.d’A. e Zeffirino Risoni del P.C.I.). Del secondo C.L.N. facevano parte per la D.C. anche Paolo Reti (sarà fucilato nel 1945) e Luigi Cividin. Pecorari vi svolgeva funzioni di tesoriere. Nel C.L.N. il P.C.I. era rappresentato da Luigi Frausin (v.) e Giorgio Frausin (entrambi poi arrestati e uccisi), il P.d’A. da Umberto Felluga (caduto a Dachau) e Giovanni Pai ad in, il P.S.I.U.P. da Paolo Robba, il P.L.I. da Angelo Selem. Nell’agosto del 1944 Pecorari venne arrestato dai nazisti e deportato a Buchenwald, dove entrò a far parte di un Comitato di solidarietà diretto dal comunista triestino Ferdi Zidar. In precedenza era stato avvicinato da elementi infidi, di cui nulla sospettava, che si rivelarono più tardi come spie della polizia fascista. Di questi, il Giorgio Bacolis causerà più tardi l’arresto di don Marzari, degli azionisti E[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 849

Brano: [...]uci dal carcere e dal confino.

Dopo I'8 settembre molti muggesani (specialmente gli sloveni) presero parte alla Guerra di liberazione in varie regioni italiane, nonché in Istria e in Jugoslavia.

Mario Depangher, già condannato dal Tribunale Speciale e poi confinato con la sua compagna Orsolina, divenne uno dei più attivi or

ganizzatori partigiani dell'Italia centrale e infine comandante della 5a Brigata Garibaldi nelle Marche. A Muggia, Luigi Frausin (massimo esponente comunista della Venezia Giulia) si impegnò a costituire un primo Comitato di liberazione, cui altri seguirono nei comuni vicini a Trieste e a livello provinciale. Allorché, all'indomani dell’8 settembre i tedeschi affondarono a cannonate la corvetta « Berenice » condannando l’intero equipaggio che aveva rifiutato di arrendersi, operai e pescatori muggesani si prodigarono per portare in salvo a terra i pochi superstiti e per recuperare le salme delle vittime.

Raccolte e ammassate in punti prestabiliti (soprattutto a Santa Barbara) le armi abbandonate dal dissolto esercito[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 706

Brano: [...]zionanti cellule nelle officine Radaelli, Motomeccanica Bianchi, Alfa Romeo, O.M., Pirelli, Marei li, Bori etti, Velox. Tra il materiale sequestrato vi erano anche tessere fasciste (in effetti il IV Congresso del P.C.d’I., svoltosi a Colonia, aveva impartito ai militanti comunisti in Italia direttive di infiltrazione nei sindacati fa

scisti e nelle altre organizzazioni del regime).

Esito negativo ebbero nuovi tentativi e, dopo l’arresto di Luigi Frausin (marzo 1932), il Partito decise di rinunciare ad avere un Centro interno milanese per non mettere a repentaglio l’intera organizzazione clandestina esistente nella capitale lombarda. Si andò invece rafforzando, soprattutto da parte dei socialisti, la tendenza a favorire una linea politica che permettesse una fattiva collaborazione tra tutte le forze antifasciste operanti a Milano.

Nel gennaio 1932 Rodolfo Morandi, Lucio Luzzatto e altri si distaccarono da « Giustizia e Libertà » denunciandone la carenza di ogni contenuto ideologico socialista e operarono una scissione che rappresentò il pr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 693

Brano: [...]ssa all’Italia in seguito all’aggressione perpetrata contro la Jugoslavia neM’aprile 1941. Denunciando, insieme a Foschiatti, le manovre per fondare a Trieste un blocco reazionario su posizioni nazionaliste, dopo I ’8.9.1943 Miani si oppose con successo al tentativo messo in atto da gruppi industriali triestini di coinvolgere il C.L.N. in un fronte antislavo (v. Litorale Adriatico).

Animatore del movimento di « Giustizia e Libertà », amico di Luigi Frausin, fu al fianco di questi nella giusta difesa degli interessi nazionali, rivendicando all’Italia Trieste e l’Istria occidentale sulla base di una solidale partecipazione popolare alla lotta antifascista. Arrestato nel febbraio 1945 dal famigerato commissario di polizia Gaetano Collotti, resistette stoicamente alla tortura. Riacquistata la libertà, continuò la lotta, guidando le formazioni gielliste nelle giornate insurrezionali.

Nel dopoguerra fondò l’istituto per la storia del movimento di liberazione nel Friuli e nella Venezia Giulia, rimanendone presidente fino alla morte. Rifiutò ogni on[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Luigi Frausin, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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