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Il segmento testuale Linea Gotica è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 104Entità Multimediali , di cui in selezione 86 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 609

Brano: [...] chilometri da Rimini. A ovest, la loro 5a Divisione corazzata, oltrepassato San Giovanni, veniva intanto bloccata davanti a Coriano.

Il V Corpo britannico, dopo aver iniziato con qualche successo, tra cui la liberazione di Urbino (28 agosto) a opera del C.I.L. (v.), fu a sua volta fermato dal nemico suila linea CorianoSan SavinoPian di Castello. Comunque era anch'esso penetrato, al pari degli altri due Corpi, nel sistema difensivo nemico. La Linea Gotica era sbrecciata in uno dei settori più forti. Dopo aver conseguito questi primi successi, specie nel settore adriatico, il 7 settembre il generale Alexander diramò gli ordini per l’assalto decisivo alla Linea Gotica: all’VI11 Armata britannica venne assegnato il compito di scardinare la munita posizione tedesca di Coriano che sbarrava la via per Rimini, mentre la V Armata doveva esercitare il massimo sforzo nel settore centrale, lanciando il II Corpo statunitense sulla direttrice FirenzeFirenzuolalmola e il XIII Corpo britannico sulla Dicomano

Forlì e sulla Borgo San LorenzoFaenza.

Gli Alleati nutrivano fiducia sul buon esito delle operazioni, tanto che I’8 settembre il generale Wilson, scrivendo allo stato maggiore combinato a Washington, esprimeva l’opinione che il nemico sarebbe stato sloggiato [...]

[...]ata nel settore adriatico, il maresciallo Kesselring s’era indotto a spostarvi, togliendole dal centro del suo schieramento, due divisioni corazzate, la 29a e la 26a, nonché la 983 di fanteria ed elementi della 162a e della 5a di montagna. Era l’occasione che Alexander attendeva. Mentre I'VI11 Armata impegnava quelle forze ingenti nel Riminese, la V passò all’attacco il 13 settembre. Malgrado la tenace difesa tedesca, il 17 le truppe allea

La Linea Gotica

te, impadronendosi del Monte Pratone e del Giogo, fecero saltare la saldatura tra la X e la XIV Armata tedesca; e dal 20 al 23, mentre Firenzuola veniva liberata, ripulirono il Colle della Futa e la strada statale 65.

Il giorno 23 la Linea Gotica era sfondata per un tratto di oltre 50 chilometri, da Vernio (sulla direttissima PratoBologna) al Colle di San Godenzo (sulla statale 67, FirenzeDicomanoForlì).

Il generale Wilson poteva affermare: « A questo stadio della battaglia v'è da attendersi che il nemico ritiri le sue forze dietro il maggior ostacolo più prossimo, il fiume Po, sul quale potrebbe raggrupparle, ricorrendo ad ogni espediente per guadagnare tempo ».

L'esaurimento dell'offensiva

A fine settembre, nel settore centrale del fronte l’avanzata della V Armata alleata cessò improvvisamente. Il XIII Corpo si trovò blocca[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 610

Brano: [...]ia la superiorità alleata era assicurata dalla maggiore disponibilità di mezzi e dall'incontrastato dominio del cielo.

Clark ed Alexander invocarono altri motivi, la scarsità dei complementi e il maltempo, per giustificare lo smacco. Certamente le piogge torrenziali di fine settembre intralciarono la marcia alleata e il ritardo che ne derivò precluse ogni possibilità di portare a compimento il disegno originario che, dopo lo sfondamento della Linea Gotica, prevedeva la rapida avanzata verso oriente. Ma è difficile credere che il cattivo tempo potesse impedire anche di percorrere i 15 chilometri che separavano le truppe della V Armata da Bologna. Indubbiamente fattori estranei alla situazione strategica impedirono di portare a termine l’Operazione Olive.

La partecipazione italiana

Sul fronte della Linea Gotica operarono 3 divisioni ausiliarie italiane: la 209* (generale Properzi) e la 210" (generale Cortese) alle dipendenze della V Armata; la 228? (generale Tomaselli) alle dipendenze dell’VIII Armata. Ognuna di esse comprendeva un reparto misto del

Genio su 3 battaglioni, un gruppo salmerie su 10 compagnie, una compagnia autieri, due o tre reggimenti e servizi vari.

Le perdite complessive di queste unità ausiliarie ammontarono a 744 morti e 1.200 feriti.

Tra le formazioni partigiane più attive ed efficienti che operarono a ridosso della Linea Gotica è da ricordare la 36a Brigata Garibaldi [...]

[...]se) alle dipendenze della V Armata; la 228? (generale Tomaselli) alle dipendenze dell’VIII Armata. Ognuna di esse comprendeva un reparto misto del

Genio su 3 battaglioni, un gruppo salmerie su 10 compagnie, una compagnia autieri, due o tre reggimenti e servizi vari.

Le perdite complessive di queste unità ausiliarie ammontarono a 744 morti e 1.200 feriti.

Tra le formazioni partigiane più attive ed efficienti che operarono a ridosso della Linea Gotica è da ricordare la 36a Brigata Garibaldi « Bianconcini » che sviluppò la sua azione in una vasta zona a sud di Bologna e di Imola, compresa tra le vallate dell’ldice, del Senio e del Lamone fino ai passi del Giogo e di Casaglia.

In settembre, prevedendo l'avanzata alleata, la 36a Brigata si divise in 4 battaglioni, preparandosi a intervenire su Bologna, Imola e Faenza. Tra il 26 e il 30 settembre un battaglione conquistò le cime di Monte Battaglia, Monte Carnevale e Monte Cappello; e sul Morrte Battaglia si congiunse con i reparti della 883 Divisione statunitense.

Un altro battaglione de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 534

Brano: Pesaro

Intanto i tedeschi avviavano con l’organizzazione Todt i lavori di costruzione della Linea Gotica (v.), le cui propaggini meridionali giungevano fino alle sponde del fiume Foglia, alla periferia di Pesaro. Le conseguenze di questi lavori e della presenza della Todt non tardarono a farsi sentire: fin dal 7.11.1943 ebbe inizio una serie di pesanti bombardamenti distruttivi compiuti dagli angloamericani sulla città e nelle zone circostanti, in effetti, la regione costituiva per i tedeschi una retrovia fondamentale e le Marche erano la più importante fonte di rifornimenti alimentari, sia per la Wehrmacht che per 'la Capitale.

Le azioni partigiane che intanto si susseguivano nelle zone mont[...]

[...]pitando. Insieme alla popolazione civile fuggirono precipitosamente da Pesaro soprattutto i militi della G.N.R. che, il 16 giugno, abbandonarono la città compietamente in mano ai tedeschi. Sulle montagne, in quegli stessi giorni la

V Brigata Garibaldi « Pesaro » si congiungeva con le truppe Alleate.

La Liberazione

La battaglia per la liberazione di Pesaro ebbe molta risonanza nei bollettini di guerra, coincidendo con l’attacco contro la Linea Gotica sferrato il 27.8.1944 nel settore adriatico dalla Vili Armata britannica. L’attacco alle forze tedesche trincerate nella città fu condotto dal

II Corpo d’armata polacco. La liberazione dell’abitato fu compiuta tra

il 29 agosto e l’1 settembre, attraverso una serie di scontri tra le vie cittadine, mentre altre unità Alleate operavano lo sfondamento della linea difensiva nella zona di Montecchio.

La vita civile a Pesaro riprese lentamente il proprio corso. A metà settembre del 1944, il C.L.N. si costituì in « governo provvisorio » e fece affiggere in città un manifesto sottoscritto da [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 478

Brano: [...]nomi dei compagni

di lotta. Ma Amos Paoli, per nulla intimorito, replicò sprezzantemente ai suoi carnefici che, inferociti, Io condussero sul Quiesa, dove lo uccisero.

Alla fine di giugno del 1944 le SS si accasermarono a Villa Henraux, posta all’ingresso del paese, luogo che divenne tristemente famoso per le torture e le sevizie ivi inflitte ai prigionieri. Durante l’estate, quando i tedeschi decisero di fare “terra bruciata” intorno alla Linea Gotica, furono rastrellati tutti gli individui validi per eseguire i lavori di fortificazione e vennero distrutti gli abitati di Ripa, Corvaia, la destra del Serra fino a Riomagno. In quei giorni furono anche perpetrati assassini, come quello dei due impiccati per rappresaglia al ponte del Pretale, con appesa al collo la scritta: « Partigiani ».

Tra luglio e agosto l’attacco contro le formazioni partigiane insediatesi sul monte Ornato preluse alle feroci rappresaglie che sarebbero culminate con l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema (v.). L’intera zona fu quindi evacuata e anche gli abitanti di Serav[...]

[...]a popolazione non obbedì all’ordine di sfollamento e cercò rifugio sui monti.

Settembre fu il mese della liberazione per quasi tutta la Versilia, mentre nel territorio di Seravezza ancora si doveva combattere. Tra il 19 e il 20 settembre gli uomini di Bandelloni precedettero gli Alleati nella liberazione della città (il che avvenne senza colpo ferire, dato che i tedeschi si erano già ritirati), insediandovi il Comando partigiano. Ma poiché la Linea Gotica correva dal Cinquale alla vallata detta delle Torrite, nel cuore delle Apuane, Seravezza diventò in realtà “terra di nessuno”, esposta agli attacchi delle pattuglie tedesche che calavano dal monte Canala e dalla Mezzaluna. Continui scontri a fuoco ebbero quindi luogo ancora per mesi fin nelle piazze dell’abitato.

Solo nell’aprile del 1945, quando riprese l’offensiva da Azzano, sede del Comando alleato, verso l’Altissimo, il Carchio e il Folgorito, Seravezza fu completamente liberata e definitivamente sottratta al tiro tedesco (19.4.1945). Il 25 maggio l'amministrazione comunale, fino a que[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 645

Brano: [...] morti 53, feriti 116, dispersi 4; italiani morti 53, feriti 155, dispersi 7, hanno disertato 68.

Inutile dire che la maggior parte delle vittime dei rastrellamenti non erano partigiani combattenti, ma civili inermi passati per le armi o deportati.

Con questa campagna le forze nazifasciste avevano compiuto il loro massimo sforzo per debellare i partigiani combattenti alle spalle dell'esercito tedesco impegnato dagli angloamericani lungo la Linea Gotica, ma non erano riusciti a sradicarle. Nei mesi successivi i nazisti intensificarono la preparazione di reparti di SS italiane. II Battaglione Addestramento deM’unità di riserva delle SS italiane, che si trovava in settembre a Saiano (Brescia), a una decina di chilometri a sudest di Iseo, alloggiato nel convento dei francescani del Calvario in cima a un colle, a fine autunno venne trasferito a Cantù (Como). L’azione di rilancio dell’addestramento e dell’arruolamento delle SS italiane si accompagnava all’apprestamento di una nuova linea difensiva tedesca che prevedeva lavori di fortificazione su[...]

[...]ll’arruolamento delle SS italiane si accompagnava all’apprestamento di una nuova linea difensiva tedesca che prevedeva lavori di fortificazione sulla riva sinistra del Po. In questo quadro, la Militàrkommandantur 1011 di Brescia dispose la mobilitazione dell’intera popolazione maschile valida di Cremona e l’evacuazione della città, per farne una roccaforte della Wehrmacht dopo l’esaurimento della Operazione Olive condotta dagli AlJeati contro la Linea Gotica (fine settembre).

Intanto la Brigata SS italiane ricevette lordine di abbandonare il Piemonte e di concentrarsi in Lombardia, nel Comasco, per assicurarsi una via di ritirata in vista della prevedibile catastrofe delle armate tedesche in Italia. Agli inizi di dicembre 1944 si ebbe così la distribuzione delle SS italiane nei centri della Brianza (Alzate Brianza, Ma

riano Comense, Asso, Cantù, Canzo, Erba). Sull’Alpe del Viceré fu schierato il famigerato Battaglione “Debica”, mentre il grosso della Brigata rimase accantonato fino all’ultimo nel Comasco. Nel tardo autunno 1944 reparti dell[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 696

Brano: [...]ella logica della guerriglia, l'insediamento ebbe luogo sui monti, nei territori di Marzabotto, Monzuno e Grizzana, a cavallo di due strade valicanti l’Appennino Toscoemiliano (l’una attraverso i passi della Raticosa e della Futa (v.), l’altra attraverso il passo detto della Collina o della Porretta) e in prossimità di due importanti linee ferroviarie (la “Direttissima” BolognaFirenze e la Porrettana da Bologna a Pistoia), quindi a ridosso della Linea Gotica (v.) che i tedeschi stavano allestendo.

La zona non era delle più impervie, ma chiusa tra le alte selle circostanti era facil

mente dominabile: « Il monte Sole è la cima più alta di un massiccio roccioso e arenoso, disseminato di montagnole [...]. Vi sono anche altri rilievi, come il Caprara, il Termine e l’Abel le, ma sono più bassi, e il monte Sole, con i suoi seicento metri di altitudine, resta l’elemento geografico più importante della zona ».

Il successo di quel l'insediamento fu peraltro favorito almeno da due elementi: anzitutto i partigiani avevano perfetta conoscenza dell'am[...]

[...]oni politiche. Bene accetta era l’azione politica obiettivamente e apertamente svolta da Crisalidi, uomo del luogo e vecchio antifascista di orientamento socialista; contrastata era invece l’attività educativa in senso antifascista unitario svolta dagli inviati da Bologna, tanto che il C.U.M.E.R. dovette intervenire più volte per dirimere i conflitti.

L'attacco tedesco

Tra il 23 e il 24.9.1944 i tedeschi fecero “terra bruciata” a sud della Linea Gotica, facendo saltare gallerie, ponti, cabine, tralicci, linee e

696



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 442

Brano: Lunense, Divisione

turati e fucilati diversi partigiani sorpresi in azione di pattuglia a Piazza al Serchio, Gramolazzo, Cogna, Careggine, Santa Anastasia.

Per sostituire sulla Linea Gotica i tedeschi, che avevano lasciato in Garfagnana solo alcuni reparti della 146a Divisione e le batterie di Eglio, Sassi e Filicaia, la « Monterosa » fece affluire dalla Liguria il gruppo esplorante del Battaglione « Brescia », il Battaglione « Intra » con i due gruppi di artiglieria « Bergamo » e « Mantova », il Battaglione Pionieri, una compagnia anticarro e altri reparti. Contro tali forze, la Divisione Garibaldi « Lunense » contava allora circa 1.600 uomini, più

o meno armati. Alla fine di ottobre, dopo il convegno di Forno, a questi si aggiunse un migliaio di uomini della « Patrioti Apua[...]

[...]omini e 8 mitragliatrici, irruppe nel Comando del « San Marco », uccidendovi il tenente Infante. Nella stessa azione, incontrata una colonna tedesca che tornava dal vicinissimo fronte per il suo turno di riposo, i partigiani l’attaccarono di sorpresa, mettendo in fuga i tedeschi e infliggendo loro gravissime perdite.

L'attacco alla Gotica

Il 17.11.1944 fu raggiunto un accordo tra partigiani e Comando della V Armata per lo sfondamento della Linea Gotica dalla Garfagnana al mare. Venne previsto un grosso lancio di armi e munizioni, sufficienti per due giorni di fuoco. Dopo il lancio si sarebbero dovute attaccare le posizioni sulla Gotica: mentre la V Armata avrebbe dovuto aprire il fuoco con le artiglierie, i partigiani avrebbero attaccato le linee tedesche alle spalle. A tal fine fu completato lo schieramento delle formazioni da Montignoso e Castelnuovo Garfagnana, con la 1% 2\ e 3a Brigata Garibaldi « Lunense » rinforzate da un reparto della « MucciniLiguria » appositamente inviato sul posto e, all’estrema destra, dai « Patrioti Apuani ». L[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 286

Brano: Lavagnini Spartaco, Divisione

rilevanti forze fasciste e tedesche, distraendole dal fronte di Cassino e poi attaccandole nella fase di ripiegamento verso la Linea Gotica.

Risultati politici

Ancor più importanti dei frutti militari risultarono durante la lotta e dopo la Liberazione quelli politici. Nelle zone controllate dai partigiani, già nel corso della lotta si affermarono nuove forme di organizzazione autonoma delle masse popolari. L’egemonia deH’antifascismo militante si espresse anche con gli efficacissimi bandi partigiani, emessi in risposta ai manifesti terroristici firmati da Giorgio Almirante

o a quelli del podestà repubblichino Socini Guelfi.

Questa egemonia e l’autonomia popolare apparvero così evidenti e pericolose ai Comandi alleati [...]

[...]cchirono di nuove reclute che presero il posto dei partigiani trasferitisi in altre province e non più raggiungibili.

Da Abbadia San Salvatore, da Poggibonsi, da tutta la Val d’Elsa e dalla Valdichiana oltre 700 veterani della « Lavagnini » e centinaia di nuovi combattenti accorsero volontari, vestirono la divisa degli Alleati ravvivata dal fazzoletto rosso e da altri simboli partigiani, raggiunsero le paludi di Romagna schierandosi contro la Linea Gotica. La « Lavagnini », con i suoi Comandi quasi al completo, costituì in tal modo la spina dorsale del Gruppo di combattimento «Cremona» (v.), nel quale affluirono successivamente volontari partigiani da tutta la Toscana, dairUmbria, dalle Marche e da altre regioni.

il Gruppo di combattimento « Cremona » divenne, per unanime riconoscimento, la più agguerrita, cosciente e — finché non ne vennero congedati o meglio cacciati i partigiani — anche la più democratica unità del nuovo Esercito italiano. A nulla valsero gli intrighi reazionari, il sabotaggio e le mene monarchiche dei vari generali e co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 277

Brano: [...] un tipico esempio di collaborazione fra Comandi partigiani e O.S.S., tramite l’O.R.I..

Team Mediar II/Radio Victory

Tassinari, che si trovava in territorio occupato da metà marzo, per esigenze di servizio dovette rientrare alla base e, il 2 settembre, passò le linee. Giunto a Siena, subito chiese di guidare una nuova missione, sicché il 16.9.1944 tornò una seconda volta in zona di operazioni. Fu paracadutato immediatamente a ridosso della Linea Gotica, insieme all’operatore radio Cino Capparini di Vicenza. A missione compiuta, rientrarono entrambi alla base a Siena il 27.12.1944. Tassinari e Capparini erano ansiosi di ritorin zona di operazioni per restarvi fino alla fine della lotta e Craveri si oppose a una proposta di Corvo di inviare Tassinari presso Tito in Jugoslavia.

Team Grape II/Radio Finch

Il 4.4.1945 Tassinari e Capparini vennero paracadutati in un nodo alpino di vitale importanza strategica, fra la Val Camonica e la Valtellina, col compito di operare nella zona TrentoBolzano. Essi torneranno alla base soltanto a metà magg[...]

[...]/Radio Finch

Il 4.4.1945 Tassinari e Capparini vennero paracadutati in un nodo alpino di vitale importanza strategica, fra la Val Camonica e la Valtellina, col compito di operare nella zona TrentoBolzano. Essi torneranno alla base soltanto a metà maggio.

Team Prickly Pear

Il 5.9.1944 Giuseppe Allietti e Antonio Chiarione vollero tentare di passare le linee presso Prato, per raggiungere i compagni in Romagna. Tassinari, sapendo che sulla Linea Gotica i tedeschi sparavano a vista su qualsiasi « borghese », cercò di raggiungerli prima che si accingessero alla temeraria impresa, ma giunse troppo tardi. Non si ebbero più notizie di Allietti e Chiarione né del partigiano toscano messo a disposizione dal Comando partigiano di Prato liberata e incaricato di indicar loro i passaggi fra i campi minati.

277



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 441

Brano: [...]e di battaglia Marcello Moroni.

La situazione politicomilitare della Lunigiana e della Garfagnana era difficilmente controllabile, sia per l’ampiezza che per la scarsa praticabilità del territorio che si stendeva dal Magra al Serchio, comprendendo l’Appennino Toscoemiliano dal Passo del Lagastrello al Passo delle Radici, il fiume Aulella, il versante nord delle Alpi Apuane, la valle del Serchio, Castelnuovo Garfagnana e un vasto settore della Linea Gotica tra Arni, Vergemoli e Gallicano.

Mentre le due Brigate controllate da Moroni erano in stabile collegamento col C.L.N. della Spezia, la « Lunense » risultava completamente autonoma, non avendo un valido collegamento con Massa Carrara. Da qui sorgevano non pochi inconvenienti e incomprensioni tra formazioni di diverso orientamento politico operanti in una stessa zona.

La nuova « Lunense »

Per raggiungere l'unità operativa nella comune lotta di liberazione, ai primi di settembre si ebbe un incontro tra Battaglia e Moroni nella capanna di Monte Tondo, a quota

1.600. Nel corso della ri[...]

[...]olaTerenzano, CasolaVarliano, FivizzanoVigneta, TurlagoSpicciano, NiccianoGramolazzo, MinuccianoVagliPoggio. Vennero distrutte nel corso di imboscate decine di automezzi e uccisi numerosi tedeschi. Le perdite partigiane furono insignificanti.

Il 3.10.1944, al cadere della prima neve sul Monte Tondo, il Comando della « Lunense » si spostò sul Monte Volsci, scendendo a quota 1.100, e apprestò un sistema di postazioni difensive alle spalle della Linea Gotica. La 1a e la 2a Brigata assunsero un nuovo schieramento in Garfagnana e sulle Apuane, la 3a Brigata aumentò la propria attività militare sulla rotabile SolieraPasso dei Carpinelli e la 4a occupò l’intera valle del Tavarone da Licciana al Lagastrello, attaccando i tedeschi sulla strada del Cerreto.

In una sola notte la 3a Brigata fece saltare tra Fivizzano e Soliera

8 ponti, tra cui il viadotto ferroviario di Soliera (linea AullaEqui). In questa occasione fu bloccato un « cannonissimo » da 380 mm viaggiante su ferrovia e l’aviazione alleata, chiamata dai partigiani, avrebbe potuto distrug[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Linea Gotica, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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