Brano: [...]LCONI
influire non solo sulla teologia pastorale del tempo, ma per penetrare anche nei documenti della Chiesa docente e per informare persino lo schema sulla Chiesa preparato per il Concilio Vaticano.
Inferto, nel '70, col dogma dell'infallibilità e della supremazia papale sul concilio, l'ultimo colpo alle resistenze gallicane, e concluso ormai il pontificato rinascimentale, politicamente e culturalmente magnifico ma apostolicamente povero, di Leone XIII, urgeva, sul principio del '900, un lavoro più modesto e capillare per assicurare alla Chiesa la fedeltà delle masse credenti e la saldezza della loro coesione. Pio X, il papaparroco, si mise subito all'opera sia nella propria diocesi che nell'intera cristianità, promuovendo la rinascita delle parrocchie dapprima con la riforma del canto gregoriano (motu proprio 1903), per riportare la liturgia a contatto del popolo (solo dal 1909 si cominciò a parlare di « movimento liturgico », specie per merito del card. Mercier e dei monaci della badia di MontCésar di Lovanio), poi con l'ammissione dei b[...]
[...]chie, con la media di 1680 anime per parrocchia. Una media anche troppo confortevole all'apparenza, ma che, in realtà, nascondeva delle sperequazioni molto sensibili. Infatti, 10 parrocchie *avevano meno di 500 anime,, 19 non arrivavano a mille, 43 oscillavano tra le mille e le tremila: le punte massime erano toccate da S. Maria del Popolo con 4338, San Lorenzo in Damaso con 4768, S. Francesco di Paola con 7536 e San Lorenzo in Lucina con 10800. Leone XII perciò venne nella determinazione, che attuò nel 1824, di ridistribuire la città in 44 sole parrocchie, elevando bensì la media d'anime a 3147 per parrocchia, ma senza piú sperequazioni e assicurando da 3 a 5 sacerdoti per ciascuna. In queste condizioni la cura d'anime tornava ad essere ideale. La situazione rimase press'a poco stazionaria per mezzo secolo. Con l'occupazione italiana del '70 e l'elevazione della città a capitale d'Italia, la crisi di crescenza scoppiò, come é noto, tragicamente. Per quel che ci riguarda, basterà dire che, sul principio del novecento, quando la popolazione toc[...]
[...]serire: e cioè che la strada della politicizzazione porterà la Chiesa a delle amare esperienze. Oggi essa sta tentando con tutte le sue forze di slaicizzare l'Italia, rimedioevizzandola in una nuova teocrazia solo apparentemente più rispettosa del progresso e aperta al riconoscimento dei valori terrestri. Dopo l'antitesi ottocentesca, stile «piononista », insomma, la sintesi novecentesca, stile «piododicista ». Ma non si concilia, sopraffacendo. Leone XIII osò assai meno, e lasciò in eredità il modernismo, il murrismo e il combismo. La reazione all'attuale progressiva egemonia clericale potrà esser forse dilazionata, ma avverrà fatalmente. E se sorprenderà la parrocchia religiosamente inaridita, quella sarà, per il Cattolicesimo italiano, l'ora più critica.
CARLO FALcoNr
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