Brano: Genova
La Resistenza genovese rispose intensificando le azioni gappiste e giustiziando, si può dire quasi quotidianamente, nelle delegazioni e nel centro cittadino, militari tedeschi ed esponenti del fascismo repubblichino.
I tedeschi e i fascisti cercarono di contenere lo sviluppo delle azioni partigiane in città con una più fitta rete poliziesca. Operavano a Genova 3 polizie tedesche (delle S.S., del servizio di sicurezza e la Gestapo) nonché 4 italiane (la Questura, la G.N.R., la polizia politica e quella della Brigata nera). Simbolo della ferocia nazista era la Casa dello studente, diventata sede del Comando delle S.S.. Qui subirono atroci torture centinaia di dirigenti politici e militari della Resistenza, giovani patrioti e semplici cittadini sospettati di essere collegati al movimento partigiano.
La « Casa dello studente » venne organizzata, con la meticolosità propria dei nazisti, in diversi settori: Ufficio controspionaggio, Ufficio antiribelli, Ufficio ebrei, Ufficio comunisti, Ufficio spionaggio cittadino, Ufficio criminale (in realtà si occupava solo del sequestro di beni), Ufficio carcere di Marassi. La polizia fascista affiancava l’azione delle
S.S. mantenendo su tutta la città la sua ret[...]
[...]furono Giacomo Buranello, il commissario Andrea Scano, Germano Jori, Balilla Gillotti, Wladimiro Diodati [Paolo], Giuseppe Bozzano [Pippo), Luigi Rei, Leandro Longhi, Angelo Scala [Battista), Giacinto Rizzoglio. Le loro azioni, oltre a gettare lo scompiglio nelle file nazifasciste, agevolarono la costituzione di una vasta ed efficiente rete di C.L.N. rionali, periferici e aziendali che permisero
lo sviluppo dell’attività militare nella città. Le S.A.P. (squadre di azione patriottica) vennero ordinate su
36 brigate (ciascuna di circa 20 squadre di 5 elementi) così suddivise: 24 Brigate Garibaldi organizzate dal P.C.I., 4 Brigate G.L. del Partito d’Azione, 2 Brigate Matteotti del P.S.I., 2 Brigate Mazzini del P.R.I., 2 Brigate Libertarie dei gruppi anarchici, 1 Brigata del Popolo (o della Patria) della D.C., 1 Brigata Autonoma del P.L.I..
Le Brigate S.A.P. Garibaldi erano comandate da Gelasio Adamoli (v.), le G.L. da Giuseppe Ferrari [Negrini) e Dani, le Mazzini da Aldo Podestà e Dante Storace, le Matteotti da Dante Bruzzone, le Li[...]
[...]teotti da Dante Bruzzone, le Libertarie da Pittaluga, quelle della Patria da Mario Galli, le Autonome da Prati.
L’unità di impiego e di direzione di queste forze era affidata al Comando unificato generale, composto dal generale Cesare Rossi, comandante; da Raffaele Pieragostini, vicecomandante e comandante delle Brigate Garibaldi liguri; dal colonnello Alfredo Amoroso, capo di Stato maggiore; dal colonnello Giulio Battari, capo del S.I.M..
Le S.A.P. fecero sentire la loro presenza di esercito clandestino in città con una serie di azioni: disarmo di militari tedeschi e fascisti; sabotaggio nelle fabbriche, nei trasporti, nei collegamenti; scritte murali; lancio di volantini nei cinema
o nelle pubbliche vie; raccolta e invio di rifornimenti alle formazioni della montagna; servizio di informazioni.
Un momento di verifica dell’efficienza militare e organizzativa delle S.A.P. si ebbe il 30.11.1944, nella cosiddetta giornata della spia allorché, con una coordinata operazione militare che vide in azione simultaneamente tutte le formazioni da Voltri a Nervi, furono colpiti i più noti informatori e collaborazionisti dei tedeschi. Il bilancio della giornata fu di 21 spie giustiziate, 8 ferite, 7 catturate, oltre a un notevole bottino di armi, munizioni e altro materiale bellico.
Gli arresti dell’inverno 19441945
Il 30 novembre gettò il panico fra i tedeschi e i fascisti genovesi, portandoli a intensificare le rappresaglie. L’inverno 19441945 [l’inverno del n[...]
[...]lle acque fonde del golfo del Paradiso avvolti in una rete metallica. Una analoga rappresaglia venne effettuata il 23.
3.1945 a Cravasco (v.), nei dintorni di Genova, su un gruppo di 18 partigiani e ostaggi.
Si intensificarono anche le azioni di rastrellamento in montagna, ma tutto ciò non riuscì a intaccare la complessa e solida organizzazione militare e politica. Vennero ricostituiti i Comandi con un carattere più marcatamente unitario e le S.A.P. cittadine, abbandonata ogni differenziazione politica, vennero poste sotto la direzione del Comando di Piazza di Genova, inizialmente formato da 3 membri: il comandante, maggiore Mauro Aloni [Violino), indipendente; il commissario, Dante Conte [Luigi o Cirio), del P.C.I., il vicecomandante, Giuseppe Ferrari (Negrini), del P. d’A..
Le organizzazioni giovanili e femminili si rafforzarono. Il Fronte della gioventù, raggruppante circa 1.400 aderenti distribuiti nelle fabbriche, nelle scuole e nei quartieri, svolgeva una crescente attività di propaganda in sostegno agli scioperi e alle agi[...]
[...]nziazione politica, vennero poste sotto la direzione del Comando di Piazza di Genova, inizialmente formato da 3 membri: il comandante, maggiore Mauro Aloni [Violino), indipendente; il commissario, Dante Conte [Luigi o Cirio), del P.C.I., il vicecomandante, Giuseppe Ferrari (Negrini), del P. d’A..
Le organizzazioni giovanili e femminili si rafforzarono. Il Fronte della gioventù, raggruppante circa 1.400 aderenti distribuiti nelle fabbriche, nelle scuole e nei quartieri, svolgeva una crescente attività di propaganda in sostegno agli scioperi e alle agitazioni. Particolarmente attivo divenne un gruppo di giovani (comunisti, socialisti, democristiani e indipendenti) deWlstituto Tecnico «■ Vittorio Emanuele II », fra i quali si ricordano Giorgio Spina, Giordano Bruschi, Bruno Bertini, Giovanni Barisone, Mario Zucca. I Gruppi di difesa della donna, di cui fecero parte — tra le prime — Angiolina Berpi (Marietta), Elettra Prampolini [Lea) e Lina Filippi che li diresse, ebbero presto più di
1.000 aderenti è assolsero compiti non solo assiste[...]