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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 101

Brano: N.E.P.

N.EJP.

Novaia Ekonomiceskaia Politika (Nuova politica economica).

Poco più di tre anni dopo la nascita dello Stato sovietico (v. U.R.S.S.), la N.E.P. pose termine al regime detto comuniSmo di guerra. Consistente in un complesso di misure economiche, amministrative e legislative, la N.E.P. venne introdotta nella Russia Sovietica in seguito a una proposta di Lenin (v.) approvata dal X Congresso del partito comunista nel marzo 1921.

Della N.E.P. sono state date dagli stessi promotori diverse definizioni, talvolta parziali e contraddittorie. Secondo Lenin, che ne fu il principale assertore, la N.E.P. rappresentava una « ritirata strategica temporanea », imposta da condizioni di forza maggiore, alla quale avrebbe poi dovuto seguire la ripresa dell’avanzata sulla via del socialismo. Più particolarmente, la N.E.P. avrebbe f dovuto permettere di rafforzare l’intesa (l'esatto termine russo era soiuz, ossia « unione ») tra classe operaia e contadini, intesa che era stata compromessa dai rigori del comuniSmo di guerra. La misura concreta che meglio sintetizzava il mutamento da introdurre nei rapporti tra lo Stato espresso dalla dittatura del proletariato e le masse contadine, era poi costituita dalla cessazione delle requisizioni forzate di prodotti agricoli, (praticate fino a quel momento per la parte eccedente lo stretto consumo familiare dei contadini) e dalla contemporanea applicazione di una impost[...]

[...]onarie, i contadini avevano sopportato sacrifici e requisizioni. Ma, conclusasi vittoriosamente la guerra civile, non intendevano sopportar oltre quella situazione. Le resistenze e le aperte ribellioni dei contadini produttori si fecero quindi sempre più frequenti ed estese. Anche la rivolta della base navale di Kronstadt (v.) era stata del

resto il segno di una situazione di disagio generale che imponeva un netto cambiamento di rotta.

Con la N.E.P., il contadino si vide obbligato a conferire allo Stato una determinata quota della sua produzione a prezzo fisso. Della parte che gli fosse rimasta, egli poteva fare poi l’uso che meglio credeva, o conferirla allo Stato a prezzi maggiorati o vendersela direttamente sul mercato libero. La N.E.P. reintrodusse così in Russia l’economia di mercato per dare ai contadini un incentivo ad aumentare la loro produzione.

A queste misure vennero aggiunti altri provvedimenti miranti a sviluppare un'economia di mercato: venne ammessa una libera attività economica nella piccola produzione di ogni tipo, purché fosse svolta in forme associative, e si consentì I' artigianato individuale.

Fu inoltre aperta al capitale straniero la possibilità di riprendere gli investimenti in Russia, offrendo a capitalisti stranieri concessioni per

10 sfruttamento di determinate risorse forestali, minerali[...]

[...]menti in Russia, offrendo a capitalisti stranieri concessioni per

10 sfruttamento di determinate risorse forestali, minerali e di altro tipo. Restavano nelle mani dello Stato le grandi industrie di trasformazione, le miniere, i trasporti, le banche, il monopolio del commercio estero, il commercio all 'ingrosso e la maggior parte del commercio al dettaglio, quest'ultimo condiviso con cooperative e imprenditori privati.

Con l’introduzione della N.E.P. lo Stato sovietico, in sostanza, faceva appello entro certi limiti all’iniziativa privata per ricostruire il paese e risollevare l’economia. Con ciò veniva sancito l’abbandono della fideistica credenza in una via « facile » al socialismo e si ammetteva

11 tramonto della speranza che la rivoluzione proletaria trionfasse in altri paesi dell’Europa occidentale, economicamente più forti e tecnologicamente più avanzati della Russia.

I ‘frutti della N.E.P. furono sorprendenti. In pochi anni, verso il 19261927, la produzione agricola e industriale nei confini del nuovo Stato aveva già super[...]

[...]o Stato sovietico, in sostanza, faceva appello entro certi limiti all’iniziativa privata per ricostruire il paese e risollevare l’economia. Con ciò veniva sancito l’abbandono della fideistica credenza in una via « facile » al socialismo e si ammetteva

11 tramonto della speranza che la rivoluzione proletaria trionfasse in altri paesi dell’Europa occidentale, economicamente più forti e tecnologicamente più avanzati della Russia.

I ‘frutti della N.E.P. furono sorprendenti. In pochi anni, verso il 19261927, la produzione agricola e industriale nei confini del nuovo Stato aveva già superato quella del

1913. Vennero ripristinati i trasporti, si costituirono scorte di materie prime, fu abolito il tesseramento sui generi alimentari di prima necessità, si verificò una certa accumulazione di capitali per nuovi investimenti. Malgrado il blocco economico che continuava a essere mantenuto contro la Russia da numerose potenze (non vi aderivano però la Germania, l’Italia e gli Stati Uniti) si ebbero promettenti avvìi nel commercio estero. Ma i
[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 228

Brano: [...]e la formulazione di Lenin sulla funzione dei sindacati definiti come « organizzazione educativa, organizzazione per inserire, per istruire; i sindacati sono scuola di direzione, scuola di conduzione deireconomia, scuola di comuniSmo ». Al di là di questa formulazione, fu codificato il concetto che il sindacato era la « cinghia di trasmissione » del partito, in altre parole il partito doveva dirigere le masse lavoratrici tramite il sindacato.

La N.E.P.

Il X Congresso del partito, svoltosi nel marzo del 1921 mentre era in corso la rivolta di Kronstadt, sancì la fine del “comuniSmo di guerra”, degli ammassi obbligatori (sostituiti con un’imposta in natura) e l’avvio della Nuova politica economica (v. N.E.P.).

Con le nuove leggi, venivano ammesse le imprese di proprietà privata fino a 20 dipendenti, mentre le piccole imprese già nazionalizzate potevano essere affittate dallo Stato ai privati.

Inoltre fu creato l’istituto delle concessioni a favore di imprenditori stranieri, venne ammesso il commercio privato e, alle varie categorie[...]

[...]ziale ritorno a un'economia di mercato capitalistica, il che provocò grosse polemiche nella società sovietica. Molti temevano che ciò avrebbe portato alla restaurazione del capitalismo, ma ciò non poteva avvenire finché le principali leve economiche fossero rimaste saldamente nelle mani del potere sovietico. Naturalmente non mancarono fenomeni degenerativi che fecero gridare allo scandalo i custodi dell’ortodossia e tanti scrittori, ma in realtà la N.E.P. favorì l’economia e permise di avviare un

processo di ricostruzione. Intanto, per ciò che riguardava l’“unità del partito”, lo stesso X Congresso proibiva l'affermarsi di frazioni interne, pena l’espulsione dalle fila del partito stesso.

Negli anni della N.E.P. (19211928) convissero nell'Unione Sovietica cinque forme economicosociali: l’economia patriarcale, la piccola produzione mercantile, il settore capitalistico, il capitalismo di stato e il socialismo. Le principali misure realizzate per superare il malcontento e ristabilire il legame fra città e campagna furono: la abolizione delle carte annonarie, la riforma del salario con l’introduzione del cottimo per alzare la produttività, la riforma monetaria, la stabilizzazione del corso del rublo con l’emissione di carta moneta garantita dall’oro e dalle merci e con il ritiro della vecchia moneta s[...]

[...]sopravvento gli “innovatori”, nemici

della istituzione patriarcale. Improvvisamente, lo stesso patriarca riconobbe i propri errori e fu liberato dalle autorità sovietiche. La gerarchia religiosa e la massa dei credenti seguirono il Patriarca, gli “innovatori” rimasero isolati e, col tempo, il loro movimento si estinse.

L'inserimento internazionale

Sul piano internazionale, dopo la sconfitta deH’Armata Rossa sotto Varsavia, la carestia e la N.E.P. furono elementi che contribuirono a sedare i timori delle classi dirigenti in Europa e permisero di raggiungere, di fatto, un equilibrio sia pure instabile fra il paese dei soviet e il mondo capitalistico. Era chiaro che lo Stato sovietico non poteva espandersi oltre e che le potenze capitalistiche non erano più in grado di soffocare la nuova società nata dall’ottobre russo. Cominciò a tradursi in realtà operante il principio leninista della pacifica coesistenza fra Stati a diverso regime sociale.

Ai primi trattati conclusi dalla Russia sovietica nel T9t29 con nazioni prima sottomesse ([...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La N E, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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