Brano: Jugoslavia, Italiani in
guardia nella costruzione del socialismo rispetto a tutti gli altri paesi che si erano messi sulla stessa strada dopo la guerra mondiale.
Nel 1948 sorsero inattesi e gravi dissensi tra la Jugoslavia e l’Unione Sovietica intorno a fondamentali problemi interni e internazionali. Il 28.6.1948, nella sessione del Cominform (v.) a Bucarest, venne votata una risoluzione contenente un'aspra condanna contro la politica del P.C.J. Ne seguì una rottura clamorosa tra la Jugoslavia, gli altri paesi socialisti e il movimento comunista internazionale.
Per la Jugoslavia ebbe inizio un periodo assai difficile di lotta sul piano ideologico, politico, economico e diplomatico, che incise profondamente sullo sviluppo del paese e sulla condotta dei suoi dirigenti. Schematicamente, le principali tappe del periodo successivo al 1948 possono essere così indicate: giugno 1950: Introduzione del sistema cosiddetto di autogestione nell’attività economica jugoslava; conseguentemente, un’attenuazione della direzione accentrata dell’economia nazionale e abbandono della via seguita, in quella fase di sviluppo, da tutti gli altri paesi socialisti;
1951: La Jugoslavia ottie[...]
[...]sullo sviluppo del paese e sulla condotta dei suoi dirigenti. Schematicamente, le principali tappe del periodo successivo al 1948 possono essere così indicate: giugno 1950: Introduzione del sistema cosiddetto di autogestione nell’attività economica jugoslava; conseguentemente, un’attenuazione della direzione accentrata dell’economia nazionale e abbandono della via seguita, in quella fase di sviluppo, da tutti gli altri paesi socialisti;
1951: La Jugoslavia ottiene l’aiuto militare degli Stati Uniti e stabilisce con il governo americano una collaborazione sul piano economico, ricevendo crediti e altre forme di aiuto;
1952: Al suo VI Congresso, il P.C.J. si trasforma in « Lega dei comunisti jugoslavi »;
1953 (febbraio): Il Fronte popolare viene sostituito dalla « Alleanza socialista del popolo lavoratore della Jugoslavia », organismo comprendente la Lega dei comunisti, i sindacati, l’Associazione delle donne e quella dei giovani, le cooperative, le associazioni culturali, sportive, ecc.;
1954 (febbraio): La Jugoslavia firma un trattato di amicizia e di collaborazione con Grecia e Turchia, paesi aderenti alla N.A.T.O.; il trattato viene trasformato l’anno dopo in patto di alleanza, collaborazione politica e mutua assistenza;
195355: Le cooperative di produzione vengono sciolte. Sorgono cooperative volontarie di compravendita. Nelle campagne si ritorna all’iniziativa privata e il contadino diventa un piccolo produttore indipendente;
1954: Vengono ripristinati la libera compravendita e l’affitto della terra, nei limiti di 1015 ha. Ciò porta alla differenziazione di uno strato
di contadini benestanti [...]
[...] operaio internazionale, iniziata nel 1953 (dopo la morte di Stalin) sulla base della non ingerenza negli affari interni, proseguì con alterne vicende sino alla fine del 1955. Si ebbe un nuovo punto di arresto dopo i fatti d’Ungheria nel 1956, ma in seguito ripresero rapporti nel complesso favorevoli, anche se non sono mai venute meno le riserve, da parte degli altri paesi socialisti e del movimento operaio internazionale, sulla strada scelta dalla Jugoslavia.
In politica estera la Jugoslavia ha assunto una posizione autonoma, diversa da quella degli altri paesi socialisti. Ponendosi al di fuori dei « blocchi », essa sostiene una politica di « neutralità attiva » e di cosiddetto « non allineamento ». Tale linea, che trovò altri autorevoli sostenitori nell’india e nell’Egitto, svolse per qualche tempo una funzione positiva, fornendo tra l’altro ai paesi afroasiatici, da poco liberatisi dal giogo coloniale, un punto di riferimento e di raccolta, pesando nei consessi internazionali in favore della pace, contro l’imperialismo e il neocolonialismo.
A.Ba. C.Gh.
Jugoslavia, Italia[...]